Niente di nuovo. Il continuo rimpallo dei tempi nella fusione Iberia-British Airways ha avuto fine. La storia riportata da alcune testate come un matrimonio di manzoniane memorie, finalmente si è compiuto. Come se la cosa fosse un evento raro o da meraviglia.
Il tutto è iniziato tempo fa, con timidi annunci dove le due compagnie assaggiavano la possibilità di formare una nuova e rinforzata flotta. Nello svolgimento della vicenda, si sono visti poco a poco, entrare nella compagnia Ibera, assorbite e controllate, tutte le low cost spagnole. Cosa che Iberia ha approfittato a piene mani fornendo voli con quest'ultime però facendosi pagare il prezzo del suo blasonato stemma.
Scioperi e proteste, sia dei dipendenti che dei viaggiatori, sono state glissate, raggirate con la classica manovra sempre ben spiegata dalla Bigs, dove l'importante è ridurre i costi (tagli personale, tagli benefici, ristrutturazione flotta, decentralizzare a call center) ed aumentare gli utili (aumenti dei biglietti, limitazioni di trasporto, aumento clausole vessatorie, incasso anticipato del servizio, esclusione dei diritti di rimborsi).
E tutto sempre sbandierato per il bene del viaggiatore che trae benefici economici.
L'ultima sempre più applicata nuova condizione, è il pagamento del bagaglio. Inizialmente incluso nel prezzo del biglietto, poco a poco da due valigie si è passati ad una per finire al solo bagaglio a mano e continuare di pagare anche questo nel caso non rientri nelle sagome limite sempre più ridotte.
La scusante è che il peso del bagaglio risparmiato, influisce direttamente sui costi del carburante e quindi meno peso = maggior risparmio che permette un basso prezzo nel volo.
Chi viaggia spesso sa che questa è la presa per i fondelli ben congegnata ad uso e consumo dei poveri passeggeri. Infatti, dove prima un aereo portava 380 passeggeri, suddivisi in tre tipologie di classe, ecco che la ristrutturazione camuffata da benefit per la businnes class che vedono i loro posti trasformarsi in sedili/letto, si arriva ai 419 suddivisi in due classi.
Prendendo un volo ci si può accorgere di come lo spazio per le gambe, sia sempre più esiguo, e un rapido conteggio dei posti prima classe, vede che questi sono rimasti nel numero identici a prima, ma maggiorati dalle nuove e voluminose poltrone. Le quali, oltre ad essere desolatamente vuote, dato il loro costo, restringono ancor di più l'aumento forzoso dei posti utili nell'altra classe. Un rapido conto della serva, fa capire che l'aumento di n. posti aumenta il peso di pieno carico (dato che un passeggero solitamente supera i 23*2 = 46 Kg) in modo più significativo di quanto possa compensarlo la limitazione del bagaglio. In pratica il peso totale è lo stesso, ma i numero di posti a vendere sono aumentati e non solo dei 419-380=39 passeggeri, ma avendo eliminato la classe turistica dai compartimenti di classe superiore e inserendola nello stesso scompartimento della tariffa basica, i posti in più da vendere per la compagnia sono sull'ordine dell'ottantina. Dato che un volo mediamente costa sui 500 euro questo per 80 posti, porta ad un'entrata maggiore 4.000.
A ciò si aggiunga che tutti coloro che avranno necessità delle due valigie, pagheranno un surplus di altri 50 euro. In media circa 100 passeggeri, il che porta ad un totale di 9.000.
Inoltre, dato che nessuno ha tempo di controllare, i prezzi sono cresciuti di un 30% circa, in barba a quanto detto che si trattava di un risparmio per mantenerli bassi (addossando la colpa al petrolio che non smette di salire di prezzo).
A questo si aggiunga tutte le varie lamentele e varie , dei viaggiatori che non sono in grado di avere il loro bagaglio, perso non si sa dove, della cancellazione o spostamento del volo, scortesie, e lasciati all'estero senza nessun appoggio se non un numero telefonico a pagamento al quale un centralinista di un oscuro call center, vi prende per i fondelli.
Intanto, causa a questi piccoli disguidi, le azioni calano. Calano. Calano.
E quando raggiungono il limite della sopportazione aziendale superato il quale c'è il fallimento, ecco raggiunto l'accordo.
A pensar male...
Ma, un momento, ma di chi sono le azioni di Iberia?
Al secondo posto per un buon 13.15%, proprio a British Airways!
Come dire, aumento la mia quota d'influenza, comprando me stesso, ma ovviamente prima, devo far scendere più che posso il prezzo.
Adesso a cose fatte, rientrano le proteste e verranno fatte tacere le voci fuori coro dei passeggeri, mentre per salvare la facciata, così come in altre fusioni, le due compagnie eseguiranno i loro servizi in modo separato operando in modo autonomo, dato che cambiare logo e nome, costa una fortuna e non conviene. Tanto si è già formata la holding, International Airlines Group, quotata nelle rispettive borse dei due paesi, devolvendo i costi sulla compagnia controllata e assorbendo solo gli utili dell'operazione.
Il tutto è iniziato tempo fa, con timidi annunci dove le due compagnie assaggiavano la possibilità di formare una nuova e rinforzata flotta. Nello svolgimento della vicenda, si sono visti poco a poco, entrare nella compagnia Ibera, assorbite e controllate, tutte le low cost spagnole. Cosa che Iberia ha approfittato a piene mani fornendo voli con quest'ultime però facendosi pagare il prezzo del suo blasonato stemma.
Scioperi e proteste, sia dei dipendenti che dei viaggiatori, sono state glissate, raggirate con la classica manovra sempre ben spiegata dalla Bigs, dove l'importante è ridurre i costi (tagli personale, tagli benefici, ristrutturazione flotta, decentralizzare a call center) ed aumentare gli utili (aumenti dei biglietti, limitazioni di trasporto, aumento clausole vessatorie, incasso anticipato del servizio, esclusione dei diritti di rimborsi).
E tutto sempre sbandierato per il bene del viaggiatore che trae benefici economici.
L'ultima sempre più applicata nuova condizione, è il pagamento del bagaglio. Inizialmente incluso nel prezzo del biglietto, poco a poco da due valigie si è passati ad una per finire al solo bagaglio a mano e continuare di pagare anche questo nel caso non rientri nelle sagome limite sempre più ridotte.
La scusante è che il peso del bagaglio risparmiato, influisce direttamente sui costi del carburante e quindi meno peso = maggior risparmio che permette un basso prezzo nel volo.
Chi viaggia spesso sa che questa è la presa per i fondelli ben congegnata ad uso e consumo dei poveri passeggeri. Infatti, dove prima un aereo portava 380 passeggeri, suddivisi in tre tipologie di classe, ecco che la ristrutturazione camuffata da benefit per la businnes class che vedono i loro posti trasformarsi in sedili/letto, si arriva ai 419 suddivisi in due classi.
Prendendo un volo ci si può accorgere di come lo spazio per le gambe, sia sempre più esiguo, e un rapido conteggio dei posti prima classe, vede che questi sono rimasti nel numero identici a prima, ma maggiorati dalle nuove e voluminose poltrone. Le quali, oltre ad essere desolatamente vuote, dato il loro costo, restringono ancor di più l'aumento forzoso dei posti utili nell'altra classe. Un rapido conto della serva, fa capire che l'aumento di n. posti aumenta il peso di pieno carico (dato che un passeggero solitamente supera i 23*2 = 46 Kg) in modo più significativo di quanto possa compensarlo la limitazione del bagaglio. In pratica il peso totale è lo stesso, ma i numero di posti a vendere sono aumentati e non solo dei 419-380=39 passeggeri, ma avendo eliminato la classe turistica dai compartimenti di classe superiore e inserendola nello stesso scompartimento della tariffa basica, i posti in più da vendere per la compagnia sono sull'ordine dell'ottantina. Dato che un volo mediamente costa sui 500 euro questo per 80 posti, porta ad un'entrata maggiore 4.000.
A ciò si aggiunga che tutti coloro che avranno necessità delle due valigie, pagheranno un surplus di altri 50 euro. In media circa 100 passeggeri, il che porta ad un totale di 9.000.
Inoltre, dato che nessuno ha tempo di controllare, i prezzi sono cresciuti di un 30% circa, in barba a quanto detto che si trattava di un risparmio per mantenerli bassi (addossando la colpa al petrolio che non smette di salire di prezzo).
A questo si aggiunga tutte le varie lamentele e varie , dei viaggiatori che non sono in grado di avere il loro bagaglio, perso non si sa dove, della cancellazione o spostamento del volo, scortesie, e lasciati all'estero senza nessun appoggio se non un numero telefonico a pagamento al quale un centralinista di un oscuro call center, vi prende per i fondelli.
Intanto, causa a questi piccoli disguidi, le azioni calano. Calano. Calano.
E quando raggiungono il limite della sopportazione aziendale superato il quale c'è il fallimento, ecco raggiunto l'accordo.
A pensar male...
Ma, un momento, ma di chi sono le azioni di Iberia?
Al secondo posto per un buon 13.15%, proprio a British Airways!
Come dire, aumento la mia quota d'influenza, comprando me stesso, ma ovviamente prima, devo far scendere più che posso il prezzo.
Adesso a cose fatte, rientrano le proteste e verranno fatte tacere le voci fuori coro dei passeggeri, mentre per salvare la facciata, così come in altre fusioni, le due compagnie eseguiranno i loro servizi in modo separato operando in modo autonomo, dato che cambiare logo e nome, costa una fortuna e non conviene. Tanto si è già formata la holding, International Airlines Group, quotata nelle rispettive borse dei due paesi, devolvendo i costi sulla compagnia controllata e assorbendo solo gli utili dell'operazione.
Nessun commento:
Posta un commento