Ricerca personalizzata

giovedì 29 ottobre 2009

DTT, problemi nuovi di vecchia data.

Del digitale terrestre se n'è parlato già in svariate occasioni e del resto, chiunque faccia un giro sul web, può trovare a iosa notizie e spiegazioni più o meno tecniche ma non solo, sull'argomento.

In Italia si è cercato di far passare questa tecnologia, come obsoleta e piena di problemi, arrivando al punto di dire che in altri paesi europei è stata posta di lato preferendo magari, un IPTV che viene trasmessa via Internet.

Vivendo all'estero e avendo modo di viaggiare, vi posso assicurare che non corriponde alla realtà.

Il digitale terrestre presenta molte caratteristiche tecniche interessanti per i fornitori audiovisivi, che solo perifericamente toccano la qualità del segnale. Cosa che invece, viene spacciata agli utenti finali come il non plus ultra della tecnologia per visionare quanto trasmesso. Ne sanno qualcosa tutti i vari utilizzatori costretti anche a loro malgrado, al cambio del sistema, il famoso oramai, "Switch off".

Uno dei motivi appetibili del sistema digitale, è che si possono trasmettere più informazioni sulla stessa banda di frequenza. Infatti, invece di trasmettere segnali che portano solo il contenuto audio/video e poi riconvertiti analogicamente nell'apparecchio ricevente, si trasmette un segnale dati, ovvero composto da tanti 0 e 1 per capirsi, che per sua natura può essere formato da una mole d'informazioni molto maggiore.

Per arrivare a questo risultato si sono sviluppati sistemi sempre più sofisticati con modelli matematici più o meno complessi, atti alla compressione del flusso dati. Flusso che come in un normale elaboratore, viene poi decodificato fornendo tutti i vari algoritmi atti a permettere la visione, ascolto o utilizzo del servizio contenuto all'interno.

Il sistema ha senza dubbio, la capacità di portare un segnale audiovisivo, ben al di sopra delle possibilità analogiche usate fino a poco fa ed ancora in auge in alcune regioni fintanto non ci sia il passaggio definitivo.

Storicamente, il problema per la corretta trasmissione del segnale digitale e quindi il suo ritardo, si può riassumere alle varie interferenze, echi, che s'accumulano nel percorso fra antenna trasmittente a quella ricevente.

Mentre nell'analogico l'arrivo del segnale caricato da elementi esterni dava solo il risultato di un'immagine sdoppiata, oppure con l'effetto neve per bassa ricezione, dovuto al fatto che l'apparecchio ricevente non doveva decodifcare, ma solamente convertire i vari impulsi in luci e suoni, il sistema digitale deve avere per forza della sua natura, un flusso continuo di dati da elaborare. L'arrivo simultaneo d'informazioni non concordi, porta alla mancata codifica e quindi visione di quanto trasmesso, con schermo nero o alla meglio, quadrettoni e blocchi d'immagine. Basta un edificio che si contrapponga nella linea di trasmissione o un ostacolo temporaneo che sia, per dar luogo al fenomeno di echi che sovrapponendosi fra loro, generano il problema. Per ovviare al fenomeno, si sono studiati e testati, algoritmi capaci di filtrare dati erronei e ricostruire digitalmente il segnale originario.

Ma proprio perché la natura del segnale digitale, permette anche l'invio di informazioni aggiunte, come possono essere quello di un programma per computer semplificando, sono nati i servizi a valore aggiunto o, per gli utenti finali, interattivi.

Questo è il core business del sistema! Si può abbinare al segnale audiovisivo, codici che ne regolano l'uso. Il decoder opportunamente programmato, abilita o blocca quanto non conforme al servizio trasmesso. L'appetitosa torta delle "Pay Tv".

Spesso il sistema per funzionare necessita di una connessione telefonica, dove i codici di controllo vengono trasmessi attraverso il filo e possono essere portanti di dati necessari a transazioni bancarie, richieste di situazioni fiscali e altro. Si possono scalare i vari crediti comprati per vedere una partita di calcio, un evento musicale o film, dalla scheda che va abbinata al decoder. Sistema noto ai vari utenti e che ultimamente vengono via via offerti attraverso la pubblicità.

La nascita di "TivùSat", segue passo passo tutto il mercato che s'apre col sistema digitale. Nuovi decoder, nuovi televisori, nuove offerte commerciali. Una parte del sistema è lasciata "libera" e viene catalogata come Tv generalista, ma come si può facilmente notare, non presenta più la qualità di spettacolo alla quale anticamente eravamo abituati. Sempre più programmazione di basso profilo, sempre più pause pubblicitarie e intrattenimenti che hanno già anni alle spalle. Tutto quanto possa avere un valore come contenuti, viene deviato verso i sistemi a pagamento.

Non che questo sia delittuoso, un'impresa nasce per far profitto e senza questo, difficilmente può sopravvivere. Non si può far a meno di notare però, che l'avidità che sempre più contraddistingue le big del settore, sovraccaricano il sistema al punto che il risultato finale, è la bassa qualità. Gonfiare i servizi trasmessi per spremere quanto più possibile dalla banda di trasmissione, porta inevitabilmente al ridimensionamento dei vari canali associati con problemi che sono noti alla maggior parte degli utenti finali e che se ne può avere un'idea più ampia, cercando in rete.

Alcuni trovano conforto realizzando che se il sistema offre un pessimo spettacolo, ben venga il ritrovarsi con amici e optare per altre attività con cui impegnare il proprio tempo, altri seguono la via della protesta e altri ancora intrappolati dal sistema, acquistano sempre nuove tecnologie per stare al passo.

Finirà come ci dicevano i nostri padri? "Chi troppo vuole, nulla stringe."?

venerdì 23 ottobre 2009

Nuove applicazioni della leva semplice

In tempi di crisi si sa, tutto può tornar comodo. Come se fosse l'uovo di Colombo, un ristoratore propone un nuovo tipo d'attacco per trasmettere il moto all'autovettura, a suo dire molto meno dispendioso che dell'attuale. In sostanza si applicherebbe il principio della leva dove il fulcro, è l'asse della ruota, il braccio il suo diametro mentre il punto d'applicazione viene a trovarsi sulla sua circonferenza.

Ci sarebbe da chiedersi come mai non si sia mai pensato ad una soluzione apparentemente semplice, al punto che nemmeno Leonardo ci sarebbe arrivato. Forse che le leggi della fisica trovano qualche discrepanza e non vengano valutati tutti i parametri della questione?

Per il momento i tecnici dell'officina Gran Prix Service, stanno valutando il sistema a loro proposto dal ristoratore e sembra che già una nota casa tedesca d'automobili, stia valutando costi/benefici di quella che si potrebbe presentare come una buona soluzione tecnica.

Le spiegazioni di come e perché il sistema potrebbe funzionare, le trovate qui, mentre vi propongo il GR3 che ne riporta la notizia.



mercoledì 21 ottobre 2009

Tetris

Appassionati...



giovedì 15 ottobre 2009

Analisi di uno spoofing postale

Dopo aver fatto notizia da alcuni giorni, l'evento che ha visto Poste Italiane sotto attacco, la rete si è riempita d'articoli ipotizzando, e indicando aggressori al sito e ai dati in esso contenuti, come a intimorire eventuali clienti.

Da tempo, anche chi non usufruisce del servizio, si vede recapitare nella propria casella postale, avvisi di aggiornamento dei propri dati, pena la cancellazione dell'accaunt e peggio.

La cosa è alquanto ridicola, primo perché nessun istituto bancario si sognerebbe mai di pretendere l'aggiornamento dei dati, attraverso una e-mail, secondo perché spesso sono in italiano maccheronico e terzo perché proprio non si detiene un conto corrente abbinato al servizio.

Però si fa forza sui numeri dei vari utenti Internet che non sono per nulla informati e vedono la rete come un trenino per bambini, che di danni non ne fa poi molti. Ultimamente tali messaggi anche forti da quanto accaduto di recente, insistono ripetutamente nella speranza che qualche intimorito, si connetta al link del messaggio ed inserisca i dati richiesti.

Per fortuna quasi immediatamente i moderni sistemi di navigazione, segnalano la possibile frode e di solito la Polizia Postale ha già provveduto a bloccare l'indirizzo.

Analizzando le intestazioni del messaggio ci si può fare un'idea di quanto lavori la persona per raccogliere un paio di dati per scopi certamente illeciti.

Received-SPF: none (relay-avs9.poste.it: domain it.net does not designate permitted sender hosts) identity=helo; receiver=relay-avs9.poste.it; client_ip=72.17.202.50; helo=it.net;
Received-SPF: none (relay-avs9.poste.it: domain it.net does not designate permitted sender hosts) identity=mailfrom; receiver=relay-avs9.poste.it; client_ip=72.17.202.50; envelope-from=poste@it.net; helo=it.net;Received: from it.net (72.17.202.50) by relay-avs9.poste.it (8.5.016.6)

Spiegato spicciolo, significa che il messaggio è partito dall'indirizzo 72.17.202.50 (che si trova negli USA e tenta poi l'escalation per farsi passare come inviato da un altro servizio per apparire nel messaggio come proveniente da Poste Italiane.

Il link re invia il tutto all'indirizzo IP 190.145.21.29, situato in Bogotà gestito da Telmex Colombia S.A come ISP. Come a far credere che il malfattore si trovi da quelle parti. Contando forse che è facile l'abbinamento Colombia=delinquente. Ma come abbiamo visto sopra, l'e-mail è pratita dalla Florida.

Ad ogni conto, anche arrivando al sito preciso, probabilmente si incontra una macchina mal configurata, che permette il relay magari dalla Russia o dalla Cina. In tutti i casi, non dall'Italia e sicuramente non da Poste Italiane che ha i propri servizi sul loro server con tanto di IP fisso dichiarato 62.241.4.35.

Resta solo da capire perché Poste Italiane non filtri come SPAM, questo tipo di messaggi, visto che si ricevono nelle loro caselle di posta elettronica.

mercoledì 14 ottobre 2009

Vendite decentralizzate

Quando il mondo era più giovane, le compravendite commerciali erano per lo più, regolate dalla fiducia e i soggetti avevano la possibilità di guardarsi in faccia durante le transazioni. Il sistema zoppicava di regole che permettessero ai deboli di garantirsi verso i forti. Sono innumerevoli le notizie storiche, ma anche recenti, di violazioni e raggiri in ogni campo di vendita che sia.

La necessità di concludere un acquisto e/o contratto, ha spinto e spinge a formulare leggi economiche sempre più complesse e dettagliate, per garantire il buon esito delle operazioni. Secondariamente, la burocrazia che si viene a creare, appesantisce il prezzo e il tempo del prodotto o servizio in esame.

I soggetti forti, hanno scoperto che l’ottimizzazione delle vendite abbattendo i costi di fornitura segue il percorso dei cosiddetti “Call Center”. Famosi centri multi funzione per la vendita, assistenza e reclami in genere. Sotto un punto di vista numerico, sono indubbiamente un gran affare per i soggetti forti. Si paga poco o nulla e solo se l’operazione va a buon fine l’operatore di transazione, che non importa venga istruito sul prodotto o servizio, dato che il suo compenso viene erogato a vendita conclusa.

La conseguenza di ciò, la possiamo sperimentare giornalmente, digitando sull’apparecchio di comunicazione tutti i numeri e rimandi indicateci spesso, da voce pre registrata, seguiti molte volte da lunghissimi tempi d’attesa con musichette, spot pubblicitari non richiesti e magari concludersi con l’interruzione della comunicazione obbligandoci a riformulare il tutto.

Qual ora si riuscisse a parlare con un operatore, moltissime volte si ha l’impressione di comunicare con una macchina umana con risposte pre standardizzate che non risolvono per niente il problema ma lo complicano in modi a volte, persino surreali.

Esempio riscontrabile: C=Cliente O=Operatore

C – Buongiorno ho un problema sulla mia linea ADSL da voi fornita. Il numero dal quale chiamo, è abbinato al servizio ma, il modem segnala che non aggancia alla centrale impedendomi la connessione.
O – Usa un sistema Windows?
C – Scusi, è ininfluente, non è il computer ad avere il problema, il problema è della linea.
O - Ah, capisco, ha l’antivirus? Ha installato un nuovo programma di recente?
C - ???? Ahem.. ripeto, il modem e non il computer, indica che non c’è linea!
O - ....
C – Pronto?...
O - ... un momento stiamo verificando,,,
C - Ah! Bene,...
O - ... da qui risulta tutto in regola, magari provi a cambiare il modem.
C - Veramente il modem è di vostra proprietà, visto che è in accomodato.
O – Capisco, allora dovrebbe entrare nella pagina Web ecc, ecc, e scaricare il software per la risoluzione automatica dei problemi. C’è anche l’opzione per l’invio del problema riscontrato se non va a buon fine l’intervento!
C - ???... Scusi non ho mica capito... Se non ho la linea di connessione, come pensa io possa scaricarmi ecc., quello che mi propone?
O – Sì, deve entrare nella pagina e da lì seguire le istruzioni. Buongiorno...
C - ????


Di solito dopo risa convulsive, disperazione, frustrazione ossessiva, si ritenta sperando di incappare in qualche operatore leggermente più informato. E questo è solo il caso classico per servizi analoghi. Avete mai provato ad acquistare un biglietto aereo e l’operazione non è andata a buon fine al primo colpo?

Se avete scelto un‘agenzia viaggi, venite contattati quasi subito perché la forma di pagamento che il sistema informatico offre, non è appropriata a quanto le operatrici vogliono. Nonostante vi sia il tempo di 24 ore per far fronte alla transazione bancaria e confermare il volo scelto, l’operatrice insiste che è preferibile la forma di pagamento con carta di credito, dato che la compagnia aerea abbisogna della conferma immediata sulla disponibilità dei posti prenotati.

Pare diventi impossibile far capire che, causa acquisto collettivo, il limite della carta di credito, non permette la cifra finale. A quel punto, ci viene indicato di eseguire la transazione bancaria immediatamente, altrimenti si perde la prenotazione. Ma come? Non avevo 24 ore di tempo? Proseguendo sui binari dell’assurdo, ci viene chiesto di recarsi con urgenza allo sportello bancario dove ci verrà rilasciato il riscontro dell’operazione e d’inviarlo via fax o e-mail, così che si possa concludere. Alle 20 di sera? Ma queste operatrici dove sono in questo momento? In un’altra parte del mondo sicuramente connesse con un sistema di deviazione chiamata, al punto di non sapere che l’orario locale non permette quanto ci dicono.

Alla fine la nostra prenotazione, che abbiamo nella nostra casella di posta con tutti i riferimenti contrattuali e tempistici, viene cambiata dall’operatrice per permetterci di completare l’indomani mattina, il trasferimento dei fondi. Guarda caso, il prezzo finale nel frattempo è levitato di 500€!

E fin qui alcuni esempi. Mi domando: ma il mancato acquisto che inevitabilmente comporta atteggiamenti centralinistici del genere, non viene visto dal soggetto venditore? Possibile che non s’accorga che la crisi della sua azienda derivi anche dal fatto di un pessimo servizio ai clienti?

Sembrerebbe di no! Pare contino solo i numeri finali entrate/uscite che fanno il bilancio analizzando freddamente solo i costi d’esercizio e tagliare, tagliare, tagliare... Peggiorando sempre più il tutto per finire in fallimento e con debiti aziendali, come si può anche recepire dalla cronaca persino per aziende di una certa levatura.

E poi, si lamentano...!

sabato 10 ottobre 2009

Little boom on Moon

Il giorno 9 ottobre 2009 alle ore 13:36 sul meridiano di Roma, (lo so per certo dato che seguivo la trasmissione della NASA in diretta streaming) contrariamente a quanto afferma Repubblica che indica l'ora prevista proprio per dar enfasi al successo della scienza ( fra il previsto impatto e l'impatto si è avuto un ritardo di 5 minuti!), il missile inviato dalla NASA ha centrato il suo obiettivo. Notizia oramai nota a tutti, così come è noto lo scopo dichiarato: ricerca dell'acqua.

I catastrofisti hanno perso la loro battaglia; l'evento si è verificato con gli applausi di rito senza che nessun extraterrestre si sia irritato. I "complottisti" aspettano ancora un poco per vedere il da farsi. Però... però...

Scusate, ma voglio applicare un po di critica a quanto ci viene proposto e dichiarato dalle fonti ufficiali. Dunque, vediamo.
La Nasa ha dichiarato non troppo tempo fa, di essere a corto di fondi tanto che è possibile che non ci sia seguito al progetto Shuttle, se non vengono elargiti nuovi finanziamenti. Sarei curioso di sapere quanto possa aver costato il lancio di un missile di quelle dimensioni, seguito da sonda armata di fotocamere e tutto l'equipaggiamento per inviare i dati verso terra. Denaro speso per trovare ...tracce d'acqua.

Dato che al momento la NASA non ha ancora fornito dati sull'esperimento, ci fidiamo di quelli che abbiamo dalla sonda indiana. La presenza sulla luna d'acqua, è meno di quella che si potrebbe trovare nel deserto! Cosa ci sia di così rilevante per verificare questo dato al punto di inviare un missile e centrare l'obiettivo prefisso, sinceramente mi sfugge. Inoltre l'annuncio ufficiale di questa missione, fu dato in aprile del 2009. Complimenti, pochi mesi per sviluppare il progetto.

Voglio dire, indagare è nella natura umana, ed è ovvio che si cerchi acqua su altri pianeti per ragioni facili a comprendere. Ma sulla luna? Le varie missioni ad oggi non avevano evidenziato nulla fino a ieri scorso? difficile a credersi usando la nostra logica. Ma, diamo per scontato che non arriveremo mai a comprendere i motivi della NASA che piange per i fondi, dimostrandosi attenta ai costi e poi sembra sbilanciare cercando acqua sulla luna.

Ultimamente, le varie nazioni hanno dimostrato un crescente interesse per il nostro satellite naturale. Così sono molte le notizie che riportano vari stati intenti a realizzare future missioni lunari. Al punto che si potrebbe pensare un accentramento tale da bisticciarsi gli appezzamenti, che di quelli utili, non sono poi molti.

Tempo fa si approvò il fatto di vendere appezzamenti di luna. In pratica uno dei tanti giudici di una nazione, legalizzò la vendita di vari appezzamenti. Così era molto trendy regalare un pezzo di luna alla propria lei. (cercate in Google e verificate). Sembrerebbe che per la maggior parte se la siano comprata gli israeliani.

Dato che le carte si lasciano scrivere ma che chi è capace di comprarsi un pezzo di luna farebbe di sicuro il diavolo a quattro se gli si toglie quello che crede suo, provate ad immaginare se tutt'un tratto scopre che la vendita della luna era ed è, solo una bella truffa appoggiata dalla solita spavalderia commerciale. Inoltre mi ricordo che nel 2005 ci fu la notizia che una società americana strinse accordi con l'agenzia spaziale russa per viaggi turistici spaziali. Visto le dichiarazioni NASA di installare una basa sulla luna e visto che le date s'avvicinano per entrambi progetti...

Sapete che tipo di precisione ci vuole per centrare un bersaglio che dista 300.000 Km? Credete forse che altri stati di cui non faccio nomi ma che ultimamente lanciano missiletti qua e là per far vedere i muscoli, non abbiano recepito il messaggio?

Non è che questo lancio ci nasconda un'esercitazione atta a stabilizzare nuovi sistemi di puntamento e che potrebbero coinvolgere un futuro non troppo lontano, anche il nostro satellite? In base al bombardamento effettuato, quale stato non allineato agli Stati Uniti investirebbe i suoi denari per costruire qualcosa sulla luna, se questo può essere facilmente distrutto? Dobbiamo davvero berci l'idea che la NASA non nasconda un progetto militare?

Bene, dopo queste piccole perplessità vi lascio a riflettere, sperando che non vogliate passarmi fra i "complottisti", ma solo una povera persona che esprime dubbi..

venerdì 9 ottobre 2009

Belli o brutti, Internet li cancella tutti... o quasi.

Fra le molteplici opzioni che un motore di ricerca offre, una applicabile anche a Google è inserire nome cognome di una persona conoscente fra le virgolette ["nome cognome"].
Trova la sua utilità di cercare filtrando solo la stretta attinenza con quanto virgolettato. Ovviamente si può usare anche per altri termini.

Nel caso sopra, possiamo trovare notizie o riferimenti molto più coerenti alla persona della quale cerchiamo notizie. Utile quando si sono persi i contatti di questa, oppure vogliamo solo gli ultimi pettegolezzi sul suo conto nell'ambito della rete.

Va da sé che se si tratta di un amico/a che con Internet non ha niente a che fare, perchè poco avvezzo all'uso, oppure non di rilevanza, troveremo ben poco sul suo conto.

Usando l'algoritmo di ricerca, nel tempo risaltano cose interessanti dal punto sociale. Si possono scoprire ad esempio che il tal amico/a ha partecipato ad un concorso pubblico a volte con i risultati dell'esito, che è stato vittima di qualche sfortunata circostanza o che ha aperto un nuovo blog. Cose che magari voleva tener per sé ma, la rete è per sua natura, pettegola.

Altre volte si possono vedere come le social network hanno influenzato pesantemente la rete. Pagine e pagine di link a Facebook che riportano spesso solo ononimi, e se l'oggetto della ricerca è più materiale, pagine e pagine che riportano la vendita di questi su ebay. Così che l'unica scelta è apporre ulteriori filtri alla ricerca, cosa che su Google si esegue facilmente apponendo -[filtro] subito dopo l'oggetto. [es: "nome cognome" -facebook -ebay].

Scorrendo i risultati si notano come le traccie di un oggetto o di una persona, vengono poco a poco cancellate, sostituite da quelle che potrebbero essere più attuali. Si ha il quadro di quanto effimero sia la ribalta del mondo Internet. Di un noto personaggio dello spettacolo locale, negli anni si perdono i suoi lavori, le sue rappresentazioni fino a rimanere solo i "coccodrilli" della sua scomparsa per poi sparire nell'oblio definitivamente.

Spariscono le traccie dei nostri elaborati. Dimenticati ed irrecuperabili siti fatti con l'allora Geocities. Per non parlare di quelli ospitati da Netscape. Insomma Internet, è sì un gran database dove vengono raccolte le informazioni del pianeta ma assomiglia molto a quella striscia di sabbia denominata "semprenuova", che il mare con il suo moto ondoso riporta al suo stato iniziale, pronta per essere riscritta dalle orme del tempo.

Stessa sorte magari con una temporalità più ampia, spetta ai personaggi famosi e persino storici. Nel tempo le notizie su di loro vengono modificate, aneddoti sui loro comportamenti sono aggiunti o cancellati. Come verificare se quanto si legga in rete, corrisponda alla realtà storica?

Ce ne siamo dimenticati! La facilità con cui si possono reperire le informazioni ci hanno tolto il gusto della scoperta e della verifica. Internet è molto attualizzato ma molto meno di fiducia. I suoi dati sono in mano a macchine gestite da imprese per lo più commerciali e quando questi non riportano alcun utile, vengono cancellati. Lo sappiamo, ma non ce ne importa.

Magari sarebbe il caso di rifrequentare qualche bella biblioteca pubblica, dove fra tomi polverosi, almeno le notizie storiche possono essere rilette e ponderate. L'attuale, la gloria moderna che i media d'oggi ci danno, è limitata e, spesso, nel tempo controproducente.

martedì 6 ottobre 2009

L'importanza di aggiornare

Da tempo è risaputo che un buon sistema operativo, deve essere periodicamente aggiornato! (il che la dice tutta sulla parola "buon")
Sappiamo che Microsoft fa di questa politica uno dei suoi cavalli di battaglia. In pratica la colpa di eventuali malware, virus e quant'altro è dell'utente/amministratore che non aggiorna il suo sistema.

Sembra che l'importante prima di tutto è che il sistema sia ORIGINALE! Infatti, non è da molto tempo fa che l'ossessivo Windows Genuine Advantage inventato per scoprire malefici e dannosissimi pirati, abbia fornito falsi positivi al punto di bloccare sistemi perfettamente regolari o dando segnali di licenza dubbia, costringendo i meno smaliziati a provvedere l'ulteriore acquisto di una copia regolare, aprendo così il borsellino e facendosi marcare per frodatore.

Ho conoscenza diretta di una persona che avendo acquistato un PC pre assemblato, si è visto in fase d'aggiornamento, apparire il famigerato pop up avvertendolo dell'illegalità probabile del suo sistema. Costui in preda a timori derivati dalla possibilità di infettare il suo PC con programmi subdoli e molto intimorito dalle minacce che si potrebbero prendere sul suo conto, pregava allo smanettone di turno (indovinate chi...), di fargli una verifica della cosa.

Lo smanettone quindi, armi e bagagli e in nome dell'amicizia, faceva un viaggetto di 500 Km circa aprofittando del fine settimana e dell'accoglienza ottima al suo arrivo, per tentare di sbrogliare il caso.

Dopo aver verificato i vari CD ORIGINALI e le varie scartoffie della licenza OEM fornitegli dal venditore, fa un'attenta analisi di cosa si sia infilato nel suo PC per annoverarlo fra i malfattori. Non avendo trovato nulla di sospetto (nel senso malevolo del termine in un ambiente Windows), decide di comporre i numeretti magici di casa Microsoft sperando che dall'altro capo della cornetta un tecnico(!), gli dia indicazioni.

La risposta dopo parecchie chiamate e rinvii, indica che il numero della licenza del Sistema Operativo è incoerente con quanto acquistato. In soldoni nel PC gira una versione OEM ma nello stesso tempo viene indicata come CORPORATE. Ora, spiegate questo ad uno che già si trova in difficoltà nell'aprire il programma di posta...

In soldoni, chi gli ha fornito il PC ha installato la classica licenza che usano i fornitori per preassemblati, ma che nel frattempo è cambiata nei termini di concessione, grazie appunto ai ritocchi di casa Microsoft, per individuare i delinquenti della peggior specie che osano far girare il loro indispensabile sistema operativo su un computer.

L'unica cosa che mise in pace l'animo dello sfortunato possessore di software probabilmente illecito (da notare che nemmeno una volta né il software di controllo, né il tecnico di casa Microsoft, hanno dichiarato illegale il SO), fu di comperare via posta direttamente da casa Microsoft, una copia legale e originale del sistema. Il che avvenne con l'invio di un nuovo CD nella versione PROFESSIONAL (naturalmente la versione Home, meno cara non rientra in questi casi di probabile frode da parte dell'utente), un foglio d'istruzioni per cambiare il numero di licenza mantenendo sul computer quanto fino ad allora già installato evitando eventuale perdita di dati e programmi.

A seguito di casi analoghi di numero crescente, si scoprì poi, che il sistema in errore era proprio il programma di controllo ammesso dalla stessa Microsoft che provvedeva a correggere le contromisure di blocco che in questo caso venivano installate.

Passano gli anni, ma la politica resta sempre quella. Ogni occasione è buona per rendere difficoltoso all'utente normale (quello che casa Microsoft vuole), sapere se quanto in suo possesso è originale o lo potrebbe veder citato nei tribunali americani, che come si sa, hanno prevalenza sopra qualsiasi altra costituzione mondiale, dato che l'unico paese democratico e giusto al mondo, è il loro!


Cosi ai limiti di tecniche "social engineering", impongono aggiornamenti IMPORTANTI e avvisando che è meglio farli con il sistema posto in automatico, che altro non installano se non un nuovo e complicato sistema di controllo di quanto gira sul PC, indagando sopra ogni file che sia "sospetto" ed inviandone gli estremi al server remoto.

Escludere gli aggiornamenti ritenuti inutili da parte dell'utente, perché non apportano nessuna correzione, ne nuove funzionalità ma solo appesantiscono il sistema con controlli utili solo alla casa fornitrice, da il risultato di far apparire avvisi preoccupanti e che pongono in cattiva luce l'amico smanettone, che consiglia tale procedura, inserendolo nella lista dei malviventi nel pensiero di chi fino a ieri cercava da lui, consigli ed ottimizzazioni per avere un sistema più snello.


Secondo casa Microsoft solo un nuovo PC più grosso e moderno con ultimo sistema operativo, può risolvere i problemi di "tartarughismo elefantiaco" che si sono accumulati nel tempo sulla macchina.

Motto:
Se funziona, non aggiornare
Se è lento passa ad altro sistema.

lunedì 5 ottobre 2009

Manovre satellitari di... marketing?

Dopo l'avvento della neonata TivùSat, ci sono stati molti aggiustamenti e correzioni su leggi, canali, frequenze e crittografie. Il tutto da l'idea che al posto di guida ci siano dei piloti poco esperti o che stiano provando la macchina in pista in attesa della corsa.

Come si sa, il sistema digitale televisivo, sta soppiantando poco a poco il vecchio analogico e sul territorio si opera a scaglioni lo "switch off" obbligando gli utenti a:
  1. Comperare un nuovo TV con annesso DTT e schedina.
  2. Fornirsi di nuovo ed ennesimo decoder con schedina.
Già il fatto che i termini per indicare cosa sta avvenendo non siano in lingua corrente ma presi a prestito da altro idioma, tanto che i correttori ortografici li segnalano come errori, indica che la maggior parte della popolazione non ha la più pallida idea di cosa stia succedendo. Persone che fino a ieri vedevano i loro programmi preferiti senza aver grossi problemi, che si precipitano nei vari mega store alla ricerca di una soluzione e dai quali ne escono con il nuovissimo schermo HdReady LCD (risoluzioni 1366 x 768 a 16/9), il borsellino alleggerito e qualche rata.

Come se non bastasse ad appesantire e riempire lo spazio disponibile sul mobile porta TV di cotanta nuova tecnologia, le varie emittenti in base a prove dirette di marketing, oscurano, criptano, codificano, spostano le frequenze, obbligando le varie utenze a ricorrere nuovamente a consigli tecnici. E non ci sono esperti che tengano! Anche i più smaliziati sono costretti ad aggiornamenti, recupero informazioni che praticamente li relegano appesi alle nuove "soluzioni" che mai sembrano definitive, da parte di chi trasmette.

Si va dall'impianto della vecchia antenna da sostituire se datata, soprattutto in fatto di cablatura essendo il segnale digitale avido di una certa qualità costruttrice, con inimmaginabili aumenti se l'impianto è di tipo condominiale dove allora i bravi antennisti grati della nuova tecnologia, sono chiamati a sostituire in toto la parte ricettiva, oltre ad allocare in apposito vano, tutti i componenti necessari all'amplificazione delle vari frequenze, adattandone la potenza per il numero d'utenti (si arriva a 15.000€ per un condominio di 10 utenze), alla messa a punto dell'apparecchio domestico.

Grossi affari in vista se si passa all'impianto satellitare. La cablatura singola non presenta grossi problemi, se si dispone di una superficie al tetto disponibile e solitamente viene data in accomodato da chi s'abbona ai servizi. Il problema s'amplifica e di molto, se l'impianto è condominiale. La trasmissione via satellite impiega frequenze tali che obbliga la ricezione su quattro diverse bande; verticale, orizzontale, risonanza bassa e risonanza alta (le ultime due maltradotte alla lingua italiana)

Ciò è dovuto alla quantità di canali trasmessi che per un satellite come HotBird, ad esempio, possono superare i 1600. Naturalmente la parabola, deve possedere un sistema che sintonizzi la parte di banda desiderata per poter usufruire dei canali ad essa associata. Questo compito e demandato all'elettronica dell'illuminatore altrimenti conosciuto come LNB per gli esperti il quale a sua volta per indirizzare i suoi circuiti, è comandato dal decodificatore. L'impianto satellitare a differenza di quello terrestre, è quindi per sua natura di tipo attivo, dove oltre i segnali in arrivo al cavo d'antenna sono passati i segnali di comando provenienti dal ricevitore.

In questa situazione mentre un singolo ricevitore non presenta grossi problemi, un impianto con più utenze deve saper indirizzare convenientemente ogni richiesta sulla frequenza appropriata. Cambia il modo di accedere all'illuminatore, obbligando scelte che influiscono molto sulla spesa d'installazione. Del resto in un paese dove non è pensabile che un tetto possa ospitare tutte le parabole per ogni singolo individuo, dato che la villetta o casa singola nelle città è fuori portata economica a molte famiglie e che, ad ogni modo, s'abbisogna di un segnale ricezione/trasmissione, indipendente per ogni singolo apparecchio ricevente (il che significa che connettere due decodificatori satellitari su una cablata unica da il risultato di non vedere l'intero pacchetto), lo smistamento delle richieste per l'accesso alla parabola è quasi obbligatorio sia eseguito da sistemi elettronici che per costruzione e messa a punto, sono dispendiosi.

Come se non bastasse a complicare la vita a persone di una certa età, già in difficoltà con i nuovi cellulari e che si vedono riempire la casa di telecomandi vari, ecco che s'assomma la trasmissione relegata ai cosiddetti servizi interattivi. Pubblicizzati e mirati ad un utenza non più minorenne da lungo tempo, per accedere ai vari servizi telematici interattivi (che per spiegar loro cosa significhi servono nervi saldi, molta pazienza e molto tempo), necessitano il collegamento telefonico che tramite modem invia le richieste alla centrale e mostra poi a video i risultati di quanto richiesto dal telecomando.

Da notare l'espressione della propria nonna/o quando si vede infilare il cavetto del telefono sul TV, espressione che assume contorni ancor più vividi all'arrivo della bolletta dove si aggiungono tutte le chiamate fatte per questi, servizi aggiunti.

Dov'eravamo? Ah sì!... Non paghi di tutto ciò le emittenti si danno il lusso di cambiare il modo e le frequenze di trasmissione a suo proprio piacimento, seguendo le più abbiette regole di marketing, anche in concorrenza fra più fornitori di servizi.

Un utente deve quindi, resintonizzare manualmente, acquistare la nuova "card" e attivarla, oppure procurarsi il nuovo decoder (che s'impila su quello vecchio) con la soddisfazione che farà in automatico la sintonia delle nuove impostazioni (Mha..? RAI1 non era sul numero uno?... perchè si trova sul 101?... Ma qui non trasmettevano la mia telenovela?... perchè non vedo il GP?... Perchè guardi queste oscenità? No guarda che fino a ieri qui davano documentari e non chat telefoniche...!)

Riassumendo, la situazione, forse in fase di transizione, vede oggi un caos trasmissivo, dove anche i più smaliziati, incontrano a volte difficoltà per gustarsi il proprio programma. Basta fare un vacanza di due settimane a volte, per non poter più accendere l'apparecchio e vedere ma essere obbligati a nuovi setup.

Magari col tempo chi elargisce i contenuti, si daranno conto che lasciati in mano ai manager del marketing, non saranno visti da quel bacino d'utenza che speravano. Se uno è costretto a cambiare in continuazione le proprie impostazioni, abbonarsi a nuovi servizi prima gratuiti, riempire il mobile TV di cavi cavetti e decodificatori, con annesso albero di telecomandi che già il telecomando universale non basta più ( criptano anche i segnali del telecomando adesso, come per i garage), oltre a pretendere una laurea per potersi districare su tutte le combinazioni di pulsanti da premere per poter pilotare questo o quell'altro apparecchio, alla fine rinuncia. Meglio un DVD in affitto (finché dura), o trovare l'amico smanettone che gli fornisca la soluzione magari "piratata", basta che sia possibile mettersi in poltrona, premere un tasto e basta.

Forse realizzeranno che gli introiti provenienti dai vari abbonamenti, son scarsi, dato che restringendo la possibilità al territorio e complicando le attivazioni con un servizio call center ai limiti della truffa e che in caso di problemi non risolve nulla scaricando la colpa sull'acquirente che ha sempre sbagliato l'acquisto del mezzo ricettivo, riempire di pubblicità aggressiva gli stessi programmi che vengono dati a pagamento, non è proprio del tutto conveniente.

Purtroppo viste le cose attuali, temo sarà sempre colpa dell'utente, del P2P, dei Pirati, o che so io, mai un analisi sui propri errori...

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