Avevamo lasciato da parte la storia della Corea del Nord, subito dopo il suo ennesimo lancio di missili, non autorizzato dalla comunità internazionale. Nel frattempo i media ci raccontavano lievemente in sordina, le vicende del capo supremo Kim Jong secondo i quali l'atteggiamento ostile dimostrato, doveva ricercarsi come causa alle sue precarie condizioni di salute mentale e l'insediamento al potere dell'erede.
Il quadro pare una tragicomedy degna di una storia di seconda classe per qualche pellicola, viste le cause, gli argomenti e i complotti che delineano la storia. E fin qui...
Oggi si riportano titoli che inquadrano nuovamente la vicenda, con risvolti più accentuati. Si parla di minacce al mondo intero, di armi pronte all'uso verso chissà quali nemici. Poi leggendone i contenuti si capisce che il nemico è sempre lo stesso: gli USA.
Anche il metodo sembra lo stesso usato ultimamente dall'Iran. Il leader avrebbe deliberatamente riprocessato del combustibile nucleare per convertirlo in plutonio necessario all'allestimento di quattro o sei ordigni di capacità fissile massiva. Ne da notizia la stessa agenzia ufficiale di Pyongyang affermando di aver ottenuto questo risultato, operando nel reattore di Yongbyon che era stato parzialmente smantellato due anni fa a cambio di aiuti economici da parte di Giappone, Russia, Cina, Corea del Sud.
Che la situazione economica del Nord Corea non fosse fra le più rosee lo si sapeva da tempo. Classico scenario dove al potere s'instaura un leader con profilo dittatoriale. Nello specifico tutto risale al conflitto che nacque fra le due Coree e l'intercessione o meglio, l'intromissione dei due fronti mondiali; USA-URSS d'allora, Est-Ovest d'oggi.
Niente di più concreto da portare sul tavolo delle trattative richieste da Kim Jong, che la dimostrazione di possedere ordigni nucleari, di avere la tecnologia sufficiente a spedirli e l'ideologia aggressiva dimostrata ad oggi. In verità le trattative erano già state richieste ed organizzate dai 6 paesi coinvolti alla situazione, il regime di Pyongyang, solo impone la presenza del rappresentante statunitense in un incontro diretto come si è sentito dire il premier cinese Wen Jiabao, in occasione della sua ultima visita al paese agl'inizi d'ottobre.
Che dire, lo scenario si amplifica in stile James Bond, facendoci intravedere scenari da intrighi internazionali, complotti per il potere dove il colpevole psicolabile di turno è il capo della Corea del Nord. Solo che non è un film.
L'importanza di questi episodi viene limitata nei paesi occidentali, dandogli una parte secondaria e concentrandosi sui soliti temi d'economia e politica che li contraddistinguono, fermo restando ripescare queste notizie, vere purtroppo, nei momenti dove secondo loro, è opportuno portare l'opinione pubblica verso il pericolo di una guerra nucleare globale in attesa di far passare qualche nuova risoluzione preventiva, giustificata dalla pericolosità della vicenda.
Il quadro pare una tragicomedy degna di una storia di seconda classe per qualche pellicola, viste le cause, gli argomenti e i complotti che delineano la storia. E fin qui...
Oggi si riportano titoli che inquadrano nuovamente la vicenda, con risvolti più accentuati. Si parla di minacce al mondo intero, di armi pronte all'uso verso chissà quali nemici. Poi leggendone i contenuti si capisce che il nemico è sempre lo stesso: gli USA.
Anche il metodo sembra lo stesso usato ultimamente dall'Iran. Il leader avrebbe deliberatamente riprocessato del combustibile nucleare per convertirlo in plutonio necessario all'allestimento di quattro o sei ordigni di capacità fissile massiva. Ne da notizia la stessa agenzia ufficiale di Pyongyang affermando di aver ottenuto questo risultato, operando nel reattore di Yongbyon che era stato parzialmente smantellato due anni fa a cambio di aiuti economici da parte di Giappone, Russia, Cina, Corea del Sud.
Che la situazione economica del Nord Corea non fosse fra le più rosee lo si sapeva da tempo. Classico scenario dove al potere s'instaura un leader con profilo dittatoriale. Nello specifico tutto risale al conflitto che nacque fra le due Coree e l'intercessione o meglio, l'intromissione dei due fronti mondiali; USA-URSS d'allora, Est-Ovest d'oggi.
Niente di più concreto da portare sul tavolo delle trattative richieste da Kim Jong, che la dimostrazione di possedere ordigni nucleari, di avere la tecnologia sufficiente a spedirli e l'ideologia aggressiva dimostrata ad oggi. In verità le trattative erano già state richieste ed organizzate dai 6 paesi coinvolti alla situazione, il regime di Pyongyang, solo impone la presenza del rappresentante statunitense in un incontro diretto come si è sentito dire il premier cinese Wen Jiabao, in occasione della sua ultima visita al paese agl'inizi d'ottobre.
Che dire, lo scenario si amplifica in stile James Bond, facendoci intravedere scenari da intrighi internazionali, complotti per il potere dove il colpevole psicolabile di turno è il capo della Corea del Nord. Solo che non è un film.
L'importanza di questi episodi viene limitata nei paesi occidentali, dandogli una parte secondaria e concentrandosi sui soliti temi d'economia e politica che li contraddistinguono, fermo restando ripescare queste notizie, vere purtroppo, nei momenti dove secondo loro, è opportuno portare l'opinione pubblica verso il pericolo di una guerra nucleare globale in attesa di far passare qualche nuova risoluzione preventiva, giustificata dalla pericolosità della vicenda.
1 commento:
sigh
La prima cose e' allontanare le persone dalla terra, in modo da privarle della possibilita' di coltivare, in modo che non possano essere indipendenti. Poi si schiavizzano le persone per un tozzo di pane, o la scodella di riso. Si da lavoro "pubblico" per rimanere inquadrati nel sistema come bravi burattini...
Ora lea forza nucleare viene utilizzata come il finale spauracchio, da pagare in soldi, forza schiavizzata, in idee, o anime da corrompere...
... e vista la situazione democratica, avere un dittatore e' una cosa auspicabile! rotfl... qua sono tutti nascosti dal termine "democrazia"... la dittatura di molti... (che non sono il popolo dello stato relativo, ma anzi vivono in altri paesi... sigh)
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