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venerdì 20 novembre 2009

UNICREDIT; che banca...

Nel lontano 1990 avendone necessità e trovando un appartamento che equilibrava le mie possibilità finanziarie d'allora con il prezzo, accesi un mutuo regionale per l'acquisto del medesimo. Si usava allora la garanzia ipotecaria sul bene e per regolarizzare il tutto, si passava dal notaio per i contratti di rito. Nello specifico, uno dei due normava i rapporti bancari indicando il numero delle rate, il loro ammontare singolo d'inizio, la percentuale d'interesse, il tipo d'interesse e l'apertura di un conto corrente con cui eseguire le operazioni di pagamento.

Nel rogito notarile si dichiarava che la banca concedeva a prestito la somma pattuita a fronte di un interesse del 13% variabile in ragione del tasso di sconto ufficiale che questa aveva con la Banca d'Italia. Si dichiarava altresì che il conto corrente abbinato beneficiava di un interesse pari al 3,5% soggetto anch'esso alle variazioni del mutuo concesso. In pratica, se aumentava l'interesse del mutuo, aumentava anche quello del conto corrente e viceversa. Inoltre al conto corrente non venivano applicate spese di chiusura, e venivano fornite 40 operazioni gratuite all'anno più il diritto di un libretto da 20 assegni gratuito annualmente. Tutto nero su bianco e con bolli di stato ad avvallo del documento.

Poi si evolsero le cose. Una legge dichiarò che tassi superiori al 12%, erano da considerarsi usura e quindi la banca trovandosi a praticare interessi che arrivavano già al 14%, dovette rivedere la cosa. Nonostante il prezzo della rata mensile, era più alto di quanto si poteva trovare sul mercato ma, le spese di chiusura e il cambio di contratto, erano viziati dal ritorno di tutto il credito rimanente aggiustato dall'interesse residuo e la penale per anticipo di chiusura. Il che faceva praticamente impossibile cambiare le condizioni che comunque, con il nuovo contratto, avrebbero sforato nei tempi e mi avrebbero visto debitore per l'ammontare residuo a nuovo, come se nel frattempo non vi sia stato mai versato niente.

Poi si passò all'amato euro e le comunicazioni bancarie, elencavano il cambio di tasso d'interesse per il mutuo attorno allo 7%.

Come molte persone, non avevo tutto questo tempo per capire e chiedere alla banca, i significati delle operazioni che indicavano, anche perché su tutto valeva che eventuali reclami dovevano essere inviati con raccomandata entro 60 giorni dal ricevimento degli estratti conto e comunque a seguito dei cambi unilaterali della banca, o si accetta o si può risolvere il contratto, con tutte le conseguenze che tal atto porta. Comunque alcune cose erano tali, che mi recai in filiale per capire cosa stessero facendo.

Alla stipula il mutuo aveva una rata di 413.000 lire mensili ed io avevo il tasso d'interesse sul conto dello 3,5%. Alla data di quando mi recai in banca a chiedere spiegazioni la rata era di 213,3 € con un tasso dichiarato di 7,5%.

Se la matematica non è cambiata, essendo che 1 euro = 1936,27 lire, moltiplicando la rata per questo numero, il totale non cambia. Come era possibile quindi che il tasso era sceso da 14% allo 7,5% se il totale da pagare mensilmente era identico?

Il conto corrente all'inizio, beneficiava del 3,5% mentre a parità di rata pagata, era sceso allo 0,5%. Erano indicate 0,50 € per operazione, spese di chiusura annuali e spese per l'invio trimestrale dei resoconti, nonostante la stipula che questi dovevano aver carattere semestrale.

Il direttore di filiale, dopo insistenza e visibilmente seccato, iniziò con lo spiegarmi che l'invio trimestrale era un'imposizione di legge, al mio richiamo che questa diceva quadrimestrale, restò perplesso scusandosi del lapsus ma che comunque si riduceva solo ad un invio in più. Caro direttore, un invio in più è caricato delle spese postali di 2,5 € a mio carico mentre la banca usa un sistema d'invio privato che le va a costare 0,35 € inoltre, ogni riga di scrittura sul cartaceo, comporta 1€ di costo per mia parte. In pratica un invio in più, mi costa dai 5 € ai 7 € contro una spesa della banca di circa 0,50€ (carta, inchiostro di stampa ed invio inclusi).

Seguiva il solerte individuo a spiegarmi che i tassi sui conti correnti in pratica non esistono più ed avere lo 0,5% è una fortuna. Inoltre il tasso iniziale del mutuo non era espresso come TAE ma come TAN da qui la differenza. Caro direttore, sull'atto notarile era scritto chiaramente cosa s'intendesse come tasso, inoltre l'interesse del conto corrente era ben dichiarato e regolato.
Continuava il personaggio dicendo che gli risultava strana la cosa e che si riservava di visionare il contratto notarile stipulato, qual ora ne trovasse la copia e promettendomi un accomodamento in caso vi fossero state discrepanze che comunque, era impossibile che vi siano e che forse quanto riportavo era dovuto ad un ricordo del tutto mal compreso.

La faccia che fece quando tirai fuori la mia copia notarile dove c'era nero su bianco quanto da me affermato devo dire che mi sorprese. Mi chiese come fossi in possesso di tale copia, dato che l'atto notarile avrebbe dovuto essere depositato in originale presso il notaio e copia certificata alla banca e nessuna copia ulteriore avrebbe dovuto essere in circolazione, secondo lui, per la privacy. A questo punto capì le intenzioni truf...ahem, affaristiche dell'individuo. Caro direttore, il contratto porta i nominativi delle persone stipulanti ed essendo io una di queste, la legge mi permette di pagare un'ulteriore copia certificata e tenerne il possesso, mi spiace che altri clienti non l'abbiano fatto forse perché la copia costava 2.000€ (al cambio), ma vedo che avevo ragione di sostenere questa spesa. Inoltre, oltre a quanto già detto sopra circa i termini contrattuali, l'ultimo punto dichiara che qual ora non vi fossero rispettati i termini, la parte in difetto doveva risolvere a sue spese il contratto, devolvendo tutte le eventuali spese sostenute. Ma in questo caso la parte in difetto era la banca e non il contraente.

Dopo un attimo di smarrimento, mentre verificava l'originalità del documento (dato che era ben conscio di quanto vi fosse scritto e simulava falsi ricordi fino a quel punto), mi propose di cambiare l'attuale regolazione del conto corrente, in una meno restrittiva, che prevedeva zero spese e zero interessi. Mentre per il mutuo avrebbe fatto richiesta di regolare la questione verso la filiale centrale pregandomi di lasciargli la mia copia notarile per la documentazione d'apportare. Che dire, in malafede fino alla fine. Caro direttore, posso concederle una fotocopia del contratto e solo per sveltire le tempistiche, dato che, la banca ha già in possesso una copia certificata e pure pagata dal sottoscritto, non posso permettermi di rilasciare ulteriori documenti ufficiali a chi dimostra nei fatti, la tendenza a dimenticarsi a suo vantaggio le cose.

In quell'incontro non cambiò altro che le norme regolatrici del conto corrente, mentre per il mutuo non c'era niente da fare. Vero che c'erano irregolarità che mi permettevano di concludere il contratto senza spese aggiuntive, ma vero anche che avrei dovuto pagare il debito residuo, il che superava le mie possibilità finanziarie. Cosa che al bravo direttore era nota e sapeva di condurre una partita truccata a suo favore fin dall'inizio. L'unica soddisfazione, se così si può chiamare, fu di raggiungere telefonicamente il direttore di centrale, chiedendogli se fosse regolare che una missiva postale indirizzata erroneamente dall'amministratore dell'appartamento presso la filiale, sia stata aperta per verificarne il contenuto, nonostante riportasse il mio nome, e non rispedita al mittente, violando così la corrispondenza privata. Oltre a tutto quanto sopra. Conseguentemente il bravo direttore della filiale fu trasferito una settimana dopo. Non credo in base alle irregolità fatte, che anzi in quei ambienti danno titolo, ma per il fatto che non avesse fatto sufficientemente da filtro per un cliente scomodo, come potevo esserlo io elencandogli di persona le beghe in atto.

Tralasciando molti fatti analoghi, che mi hanno costretto a successive visite alla filiale, dove per altro venivo solo preso per i fondelli, arriviamo alla chiusura del conto corrente.

Il conto a zero spese e zero interessi, nel frattempo era diventato un conto che addebitava tutto. Compreso di un canone mensile di tenuta conto di 7€ infilatosi per le solite clausule aggiuntive di cui si può far ricorso entro 60 gg. ecc. Ci sono da pagare circa 40 euri mensili, dato che venivano frazionate mensilmente le spese annuali e però, bisogna aspettare il nulla osta dato che la carta di credito annessa, addebita a fine mese eventuali acquisti, e loro devono essere sicuri (aggiungendo nel frattempo ulteriori 40€ alle spese). Nel frattempo ritiro delle varie carte di credito, bancomat tagliate con gusto dal solerte commerciale, seguite dalla distruzione degli assegni restanti. Quindi ancora un mese di spese ma senza poter usufruire di nessun servizio.

Inoltre alcuni problemi, non essendo presente per ritirare o pagare la differenza saldo-spese, diventa ad un tratto impossibile delegare terzi per l'operazione. Solo il titolare, dicono, può chiudere il conto. Risolto facendo notare che il conto era di fatto chiuso, visto la distruzione di tutto quanto mi permettesse l'usufrutto e che le pratiche di chiusura sono solo caricate di salvo buon fine bancario. La persona incaricata, sebbene li presente, ha dovuto persino presentarsi al cassiere per essere vista, anche se aveva già dato fotocopia dei suoi documenti.

Sembra che le quotazioni in borsa siano inversamente proporzionali ai comportamenti clientelari. Più queste sono alte più sono vessatorie e truffaldine verso i clienti. La banca la leggete nel titolo e qualcuno potrebbe dire che avrei potuto non sceglierla, ma il fatto è che all'inizio non era per nulla al mondo l'istituto di credito di mia fiducia. Lo è diventato mio malgrado, visto che si è mangiato tutti gli altri istituti e lo continua a fare. Occhio al vostro istutuo di credito. Domani può toccare a voi.

1 commento:

Zio Tibia ha detto...

Sigh
ero correntista Bipop-Carire, a causa di un mutuo concesso da quella banca.
Poi l'acquisizione da parte di unicredit.
Una nuova richiesta di mutuo (il precedente era stato chiuso) si infrangeva in un laconico: "attendere prego", per poi essere "deviato" verso un finanziamento a tasso doppio rispetto a quqllo del mutuo...
Ora ho chiuso anticipatamente anche quel finanziamento (per fortuna non c'erano spese di estinzione anticipata)

e ho richiesto la chiusura di quel conto!
Speriamo che la chiusura arrivi entro l'anno...

Ergo, sconsiglio ad altri l'uso di questa banca (sono rimasto li solo per la presenza di un mio amico (che lavorava alla Bipop) che ha fatto il possibile per sveltire le pratiche (molte volte fallendo miseramente)

...e da voce sua: guarda... per ogni conto corrente chiuso, ne arrivano altri due...
... ben messi siamo direi ...

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