Ricerca personalizzata

venerdì 8 ottobre 2010

Acqua minerale Vs acqua da rubinetto

Ci siamo occupati sul tema dell'acqua in diverse occasioni, più o meno attuali e più o meno tecniche.

Sale sui media ultimamente il messaggio di consumare la normale acqua di rubinetto. Un testimonial del calibro di Luciana Litizzetto cerca di convincere i consumatori ad usare fonti idriche più vicine in controtendenza a quanto ormai radicato nelle menti, che l'acqua minerale di quella o quell'altra marca è più salutare, più buona, ecc.

Gli Italiani sono fra i consumatori di acqua minerale in bottiglia, al terzo posto nel mondo. Così che la Coop ha pensato di sottolineare il messaggio dove l'uso di questa risorsa, deve essere compatibile alle specifiche ambientali riducendo costi ed inquinamento.

Il tutto condito con accenni morali ed etici, tali da rendere immediato il senso dello spot.

Non che sia una novità; da anni un comico ci rende edotti sull'idiozia di consumare acqua proveniente da luoghi remoti, mentre quella che abbiamo vicino a casa viene rivenduta altrove.
Con un aumento sproporzionato dei costi di trasporto di cui le ditte incaricate hanno fatto la loro fortuna.

Insomma, pare un cambio di rotta decisamente per il meglio dove un consumo intelligente, eviterebbe conseguenze che sono negative economicamente per tutti.

Ma...

Le compagnie multinazionali che hanno proliferato fin oggi a questo tipo di commercio, poco a poco, davanti ai nostri occhi e senza che noi ce ne sia importato gran che, hanno acquisito i diritti sull'acqua in svariati modi. O direttamente appropriandosi delle fonti, o detenendone i diritti di fornitura attraverso appalti in concessione a enti locali poi trasformatesi in SpA e successivamente scalate attraverso il sistema borsistico e camuffate di facciata con il giochino delle scatole cinesi.

In sostanza ad oggi, le fonti pubbliche non sono più tali! Ciò che era una necessità di vita, prima di un diritto, è stata trasformata in merce e da utenti siamo diventati consumatori. Ma sembra non ce ne freghi nulla. Abbiamo il calcio alla TV, il frigo è fornito e se vogliamo diversivi, ce ne sono a iosa. Chi non si allinea o è un terrorista, o un pedofilo o ... ???

Rileggendo la notizia, si può vedere di come la Coop, che nel tempo è stata quotata in borsa e di casareccio rimane solo il ricordo rimarcato nelle sue stucchevoli pubblicità, ma anche delle sue correlate borsistiche, visto che gli asset aziendali vanno ben oltre a quanto uno creda, è preoccupata dei SUOI costi di gestione.

Automezzi, carburanti e personale da tagliare, tagliare e tagliare. Aprite il rubinetto e bevete da lì l'acqua. Ormai è più conveniente per tutti.

Col tempo poi, ci saranno aumenti, ci saranno restrizioni e magari avremo rubinetti separati per l'acqua. Quella da bere e quella per consumi diversi. Con sistemi di fornitura separati dove acque depurate, verranno utilizzate per lavatrici, servizi igienici, giardini, ecc. Tanto il costo già ci viene girato sulla bolletta/fattura dell'acqua sotto forma di addizionale. In futuro avremo nuove utenze da pagare e i prezzi saranno allineati, sicuro.

Il bello che questi servizi li avremo già pagati noi in origine, ed in base alle leggi attuali sugli investimenti da effettuare per mantenere gli appalti e le licenze comunitarie, son di fatto già di proprietà di queste società, con tanto di soddisfazione da parte nostra.

Ma non serve ora adirarsi e cercare il "mostro" responsabile o gli approfittatori. Nel tempo queste società si sono automatizzate al punto che agiscono di loro conto. Come se avessero vita propria. Sistemi interni che licenziano, assumono, comprano e vendono, manovrano senza che nulla esternamente piloti la cosa. Da fuori solo si può affinare eventuali filtri o cambiare le variabili delle formule. Diversamente la macchina stessa, licenza e blocca l'incauto che cerchi di fermare il sistema. Non ci sono padroni da portare in processo, solo investitori (azionisti) che sono anonimi o meglio, le azioni della società sono anonime; chiunque può averle.

L'umanità è riuscita a crearsi un meccanismo perverso nato dalla cupidigia, per avere la famosa gallina delle uova d'oro. Poco importa dove questa gallina recuperi la materia prima per produrre l'oro.

Facciamocene una ragione. I colpevoli sotto sotto, siamo noi; ma forse ci va bene così e quello che qui viene scritto in chiave di critica, viene invece letto come conquista benefica dai più. Tanto anche se in sintonia col post, non ci possiamo fare niente... giusto?

... O no?

giovedì 7 ottobre 2010

Attenzione alle infrazioni del codice stradale

Nuovi accorgimenti anti infrazione per la sicurezza stradale

mercoledì 29 settembre 2010

Gatto... Euro 5

mercoledì 22 settembre 2010

L'insegnamento delle rose

Quante se ne trovano per poter apprendere; vi omaggio di una parte tratta da un libro che sto leggendo...

“Vieni, bambina mia, andiamo dal fiorista. Come si chiama questo fiore?”.
“Rosa.”
“Bene. Che cosa sai di questo fiore?”
“E un fiore che può avere tanti colori, un profumo gradevole, tanti petali e così via.”
“Lo sai come si coltiva, quanto dura la sua vita, quale clima preferisce?”
“No.”
“Per imparare a pensare, piccola mia, innanzitutto devi riconoscere che non puoi sapere tutto di questo fiore. Quello che dici su di lui dipende soltanto da quello che conosci, dalla tua esperienza. Per esempio, ci sono persone che con un microscopio riescono a conoscere la sua struttura fin negli atomi. Altri sanno come far nascere le rose, altri distinguono diverse sfumature del loro profumo... Nessuno può sapere tutto. Allora, per quel che ne sai, questo fiore è una rosa con tanti petali e un piacevole profumo, ma ci sono tante cose di lei che non conosci. Accetti questa idea?”
“Sì, papà, la accetto. Per quel che ne so, questo fiore è molto bello.”
“È bello se lo confronti con fiori più brutti. Ma la tua rosa, paragonata a fiori ancora più belli, potrebbe sembrare brutta. Diciamo allora che è bella fino a un certo punto. Non si possono imprigionare le cose in concetti assoluti, figliola. Le cose sono belle o brutte in confronto ad altre o a seconda del gusto di chi le giudica... Prendi tre secchi, in uno metti l’acqua fredda, in un altro l’acqua tiepida e nel terzo l’acqua calda. Se metti una mano nell’acqua fredda e l’altra nell’acqua tiepida, quest’ultima ti sembrerà calda. Se metti una mano nell’acqua calda e l’altra nell’acqua tiepida, questa ti sembrerà fredda. Tutti i concetti che usiamo si basano sul confronto: se diciamo piccolo, lo confrontiamo con qualcosa che ci sembra grande. Le dimensioni dipendono da chi osserva: un nano, per una formica, è un gigante. Lo stesso accade con altri paragoni: per un vecchio di novant’anni, un uomo di settanta è ancora giovane... Che cosa trovi più interessante in questa rosa: la sua forma, il colore, il profumo o che altro?”
“Il profumo.”
“Allora, per te, la parte invisibile di questo fiore è ciò che lo definisce. Invece per me, è più importante la sua forma... Quindi tu dai più importanza allo spirito delle cose e io alla parte materiale. Hai capito? Tutte le cose si definiscono con un ‘per me’. Tu puoi dire: ‘Mio padre è buono... per me’. Uno dei miei alunni potrebbe dire che sono un tiranno... per lui. Se compriamo questa rosa, per me, che ho dei soldi in tasca, sarà a buon mercato. Per una persona povera, sarà costosa... E ora osserva bene questo mazzo: quante rose lo compongono?”
“Dodici.”
“Sono tutte uguali?”
“Sì.”
“Osservale bene: quella lì ha le spine più lunghe, quell’altra è di un rosso impercettibilmente più chiaro delle altre... Annusa questa...”
“Bleah, che schifo!”
“Un insetto è rimasto imprigionato fra i suoi petali e si è putrefatto lì... Sono fiori simili, capisci?, non identici. Nella vita ti aiuterà parecchio sapere che nessuna cosa e nessuna creatura sono completamente identiche alle altre. Pensare che ciò che si somiglia è identico e agisce allo stesso modo significa commettere un errore di generalizzazione. Una persona intelligente si sforza di cogliere le differenze essenziali che ci sono in ciascun individuo. Imparerai che non puoi essere saggia se parli di ‘uomini’, ‘donne’, ‘neri’, ‘cattivi’, ‘pittura’, ‘politica’, ‘medicina’... Nessuna generalizzazione funziona: un politico può essere onesto, eroico, sagace; un altro politico può essere ladro, crudele, bugiardo... Fa’ attenzione, piccola, perché chi parla appellandosi sempre a concetti generici cerca soltanto di affermare il proprio potere! Andiamo avanti. Credi che questa rosa sia uguale a se stessa?”
“Non ti capisco... Questa rosa è questa rosa, non è nient’altro.”
“Ti sbagli, ragazzina. Questa rosa adesso è così. Domani o dopodomani comincerà ad appassire, cambierà. Prima di adesso è stata un bocciolo. Tu ora sei una bambina, ben presto diventerai adulta, e poi vecchia. E infine la tua materia subirà una trasformazione, ti trasformerai in qualcos’altro. In che cosa? Non lo sappiamo. Se abbiamo fede, pensiamo che diventeremo immateriali, pieni di felicità. Siamo stati qualcosa prima di ‘nascere’, saremo qualcosa dopo ‘essere morti’. Di ogni cosa, di ogni creatura che vedi, pensa: ‘Oggi è così, domani cambierà, in negativo o in positivo...’. E se non cambia sarà condannata a marcire, come l’insetto prigioniero tra i petali.”

sabato 31 luglio 2010

Quando i post scendono

venerdì 14 maggio 2010

La crisi; continuerà fino ad obiettivi raggiunti.

Sui giornali e mezzi di comunicazione c'è sempre più attenzione sopra l'attuale crisi, che a detta dei comunicatori, vede l'Europa in quanto istituzione economica, sotto attacco speculativo. Arrivano notizie, riportate come agenzie stampa, dove la credibilità dei paesi dell'Euro, è minata dal deficit pesante che gli stessi soffrono da lungo tempo.

La manovra con la quale si è istituito un fondo a garanzia dei titoli di stato emessi dai vari governi componenti l'area europea, ha dato sollievo alle contrattazioni sul mercato azionario, a fronte di pesanti manovre economiche, che vengono imposte ai cittadini dei vari paesi.

Mentre si elencano tutte le varie spiegazioni che mostrano come a fronte di un debito necessariamente deve esserci un sacrificio tradotto con aumenti di tasse e abbassamenti degli stipendi, poco a poco per gli ignari cittadini europei, viene cancellato il fatto che l'Euro sta precipitando nelle sue quotazioni.

Questi personaggi, non eletti da nessuno, che si sono messi a "consigliare" i vari governi, indicano nella politica restrittiva, il giusto cammino da seguire per risollevare la stabilità del mercato. La prima domanda che sorge quasi spontanea è come mai le correttive applicate siano viste come "giuste" mentre poco prima non si sapeva bene quali strade prendere. Solo scaricare sui vari amministratori colpe di avvertimenti non ascoltati...

Il fatto che sta scomparendo sapientemente messo in secondo piano, è che differentemente da quando ogni stato per garantire le proprie esportazioni commerciali, svalutava la sua moneta, con l'avvento dell'Euro, il giochino non si può fare.

Una delle prime accuse, oggi dimenticate, era l'eventuale operazione di squali economici, che hanno puntato sulla parità Euro-Dollaro, scommettendo nel frattempo sull'operazione opposta immettendo titoli drogati sul mercato azionario che garantivano proprio la stabilità.

I nostri politici assicurano che tale speculazione è stata fermata dall'istituzione del fondo cui sopra.

Niente di vero! Infatti l'Euro prosegue sulla sua corsa verso la parità col Dollaro, garantendo nel frattempo buone esportazioni, di cui gli effetti al rialzo borsistico su alcuni titoli, e imponendo manovre non sindacabili vista la crisi raggiunta.

Interessante come nonostante queste variazioni virtuali di valore, il petrolio continui a salire facendo sentire i suoi effetti alla pompa, che vedrete, avrà il prezzo ritoccato ancora più in su visto il facile gettito in entrata, tramite imposte che già alcuni stati (Spagna, Portogallo, Grecia,) possono gustare con l'aumento dell'IVA.

Per avere un'idea di quanto senza saperlo sia stato perso, basiamoci su cambi monetari diversi da quelli Euro/Dollaro e che per loro natura, hanno un valore nominale basato sulla vera ricchezza del paese e non da contrattazioni borsistiche. Prendiamo in esame il Guaranì, moneta del Paraguay che essendo paese appartenente al MercoSur e non inserito fra i paesi ricchi ma di cosiddetto "terzo mondo", non può soffrire di variazioni sulle parole, ma solo adeguandosi.

A fine anno 2009, la moneta europea era cambiata a 7100/7300. Oggi siamo a 5800/5600 e con tendenza al ribasso. Un ribasso del 20% in sei mesi (40% annuo).

I mercati del Forex hanno fatto un buon bottino. Immaginate di aver comprato 6 mesi fa moneta paraguaia per 100.000 €. Rivendendola oggi avreste un capitale di 122.413€, ovvero, 22.000 in sei mesi. Non male vero?

Questo per monete non sospette. Amplificate il tutto con il serpente monetario mondiale, e avrete un' idea di quanto guadagno "sporco" c'è nei retroscena delle nostre crisi locali.

Come mai paesi quali Gran Bretagna si sono defilati dall'istituzione del fondo europeo? Hanno sempre detto di non voler appartenere alla sfera monetaria, quindi coerentemente, non hanno aderito al "salvataggio". La domanda è: Ma se sono fuori dall'Euro, che ci facevano sul tavolo delle manovre economiche della moneta?

Ma intanto al popolo bue, deve arrivare il messaggio che è a rischio il suo stipendio, che la birra in frigo sarà rara, che la macchina forse, non potrà usarla ecc., per poi rifilargli la manovra con la quale vede per lo meno salvo il posto di lavoro.

C'è un piccolo particolare che molte persone in Europa, il posto lo hanno già perso e per quelli che ancora lo tengono, il fatto che lo stipendio non potrà garantire il mutuo della casa se non a fronte di nuove contrattazioni bancarie ed indebitamento sforando il termine per abbassare il rateo, l'idea che le vacanze dovranno essere passate lavorando per ritoccare l'entrate, mentre i "bottegai" aumenteranno i prezzi della merce causa crisi, pare non tocchi minimamente l'anima di chi sta alle leve di comando.

Pare, perché costruire in Europa una popolazione non più borghese, ma allineata con gli stipendi dei suoi immigrati extra comunitari e con una moneta debole, è un piano che poco a poco si è concretizzato dall'inserire nella moneta unica, paesi dell'est europeo, non certo in grado di mantenere gli ormai dimenticati parametri di Maastricht.

Le multinazionali e gli squali economici americani, sanno molto bene che il giochino delinquenziale protratto nel tempo nei paesi asiatici e sud americani, non può più essere effettuato grazie all'esclusione di questi elementi dai loro mercati. Di sicuro per incapacità tecnologica, non può nemmeno essere attuato nei paesi africani. Ed ecco che viene imposto all'Europa. Una volta partner ed ora cibo.

mercoledì 12 maggio 2010

Ciabatte utili e diverse

Girando per la rete ci s'imbatte spesso nelle assurdità che il mondo s'inventa. Fra le innumerevoli di seguito propongo due che mi hanno colpito, vuoi per praticità, vuoi perché di facile costruzione anche in casa, con poca destrezza, pochi materiali e un po' d'attenzione.

Ciabatte luminescenti

Qui si tratta di recuperare, secondo mio parere, due led alta luminescenza con annesse pile e micro interruttore, che magari provengono da accendini o portachiavi. Vuoi mettere la possibilità di salvaguardare i mignolini dei piedi allorquando la notte, necessità impellenti ci fanno precipitare verso il bagno incontrando sul percorso tutti gli spigoli disponibili? E che dire del fatto che non andiamo a svegliare nessuno con l'accensione di luci?

Ciabatte help cleaning

Non so voi, ma dover ripulire il pavimento dopo aver preparato il pranzo/cena, oppure la camera dopo aver rifatto i letti ecc., non sempre va d'accordo sul tempo disponibile. Cucendo sotto alle ciabatte un panno per pulire, opportunamente sagomato, potrebbe risolvere le cose.

giovedì 6 maggio 2010

USA, ma ci sono ancora amici tuoi?

Volutamente in questo post si farà riferimento a visioni populistiche della vicenda. I sostenitori della vita, politica ed economica americana, avranno senz'altro che da ridire e controbattere. Ma la visione che si riporta è quanto vive la gente sulla sua pelle, con il suo sudore e le sue aspirazioni. Premetto che tempo fa mi chiedevo spesso come mai esistesse uno spesso settore opinionista sostenente l'aggressività americana nei confronti degli altri stati e ad oggi non capisco come ci possano essere fazioni disposte ad imolarsi fisicamente per seminare terrore e morte convinte che sia la soluzione. Del resto tristemente, nel corso della vita ho notato in più occasioni come l'arroganza degli americani, spesso dilaga negli altri paesi e quasi sempre per questioni economiche che vedono come obiettivo l'essere padroni del mondo e dell'universo, consumando quanto più possibile e rimandando il debito a terzi.

Ai tempi della seconda guerra mondiale, gli americani sonnecchiavano nel loro paese, trastullandosi con giochetti borsistici, approfittando per piazzare merci nei paesi in difficoltà. Fintanto non furono direttamente coinvolti nel conflitto. A guardare i documentari in merito, se ne riceve in verità, il secondo fine. Quello commerciale. Forti di risorse non impegnate fino ad ora, e con la scusa della liberazione, alla fine del conflitto sono all'apice delle preferenze della gente che li vedono come chi toglie la fame e la miseria. Nel frattempo però, hanno anche in mano solidi compromessi che li vedranno infiltrati in tutte le politiche dove hanno messo piede. E che nel tempo, faranno buon uso.

Il mondo, rinchiuso nel suo giardino, il mondo guardava gli americani sonnecchiando. In fin dei conti erano solo il resto di forzati esportati a colonizzare un paese lontano e che in Europa non erano graditi. Ignorato totalmente lo sterminio di molte etnie locali eseguito per interessi economici. Si trattava di vicende lontane, appartenenti ad un continente lontano.

Abbiamo ignorato volutamente che la crisi del '29 fu motore del conflitto. Abbiamo ignorato volutamente che l'attuale crisi deriva dalle speculazioni in atto negli USA. E anche se preoccupati, ci siamo fatti un pensiero, abbiamo le mani legate da governi che abbiamo permesso andare al potere e che sempre più si dimostrano corrotti e comprati.

Dopo un periodo che si faceva festa quando una bella portaerei statunitense approdava in qualche nostro porto, magari paventando facili e nuovi guadagni, sulle pareti delle città iniziarono ad apparire infelici scritte "Yenkey go home!", vergate da mani stanche di soprusi non sanati dalle forze dell'ordine vista l'extra territorialità goduta dalle forze "alleate".

Che dire di quei incidenti dove vite recise non ottengono giustizia e si sentono rispondere con accuse? Come definire la vicenda di aerei stranieri sorvolanti a bassa quota il proprio territorio nazionale a scopo d'esercitazione, che recidono cavi di una funivia facendo precipitare la stessa e vedersi accusati di non aver segnalato sulle carte il tragitto dell'impianto?

Campanelli non ascoltati da un governo che, evidentemente in conflitto d'interessi, alla richiesta di ampliamento di basi, concede senza pensare al parere negativo della popolazione presente e non solo, ammonendo che il potere decisionale non appartiene alla gente, ma viene esercitato dal governo, legittimamente eletto? Nessun stupore alla conseguente caduta e rielezione.

Il mondo dell'Islam ha il dente avvelenatissimo nei confronti del popolo americano. Ma perché? Come mai esiste una violenza inaudita nei confronti degli USA e che poco a poco, s'allarga verso altri paesi ad esso allineati? Che c'entri forse il fatto che molti conflitti, impoverimenti sono stati perpetuati con l'intento di accaparrarsi le risorse presenti? Forse non è abbastanza chiaro alla gente, che guerre sante, sono fatte per i diritti d'estrazione petrolifica?

La robustezza raggiunta dalla moneta europea, nonostante sia nata per garantire scambi convenienti agli stessi USA, ha fatto sì che investimenti in Euro siano più fiduciosi che in Dollari, visto l'indebitamento di questi prima con il Giappone ed ora con la Cina.

Dopo aver visto il crollo delle speculazioni statunitensi, poco prima esaltate dalle varie agenzie di rating, e conseguente crisi propagatasi in tutti i sistemi bancari, i quali smascherati, dimostrano un unico padrone, ora vediamo il declassamento e via via l'impoverimento di intere nazioni. Ben giocato sull'egoismo dei singoli, che non interessa il male del vicino. Ora ci parlano di speculazioni, di attacchi economici. Come se questo alla gente possa interessare molto.

Le immagini che ci arrivano dalla Grecia ci spaventano, forse perché sappiamo che sono prossime in casa nostra. Quando l'Europa sarà in ginocchio causa giochi borsistici e speculativi e che si sono riversati sopra la gente e che di fatto ha subito il furto, la gente porrà lo sguardo a chi secondo logica spicciola, è stato causa. Gli USA.

Quale paese, nel senso della popolazione e non dei suoi politici, vede amico il popolo statunitense ad oggi? L'Asia? L'Africa? Il Sud America?, La Cina?, Il Giappone?... forse l'Australia...

L'Europa unita nel denaro, s'accorgerà che i confini nazionali delimitanti i singoli stati, sono d'intralcio per una robustezza economica. Dall'esterno è facilissimo attaccare i punti deboli e risalire il cuore del sistema. L'unione europea attuale, basata sulla moneta, ha i giorni contati e si faranno, in fretta, gli "Stati Uniti d'Europa". Garanzia in toto sul suo perimetro e non attaccabile su paesi singoli. Ci sarà il caos interpretativo. Dove le persone poco a poco, non sapranno quale sia la sua identità storica.

La conseguenza di una visione cieca. Il delegare la causa cercando colpe esterne. Mentre un futuro conflitto, sarà visto da chi manovra, come ulteriore occasione per arricchirsi, dando ancor più vigore alla violenza che si delinea all'orizzonte.

Speravo e spero ancora, di non vedere orrori di una guerra fratricida e civile, ma sembra che l'egoismo che ci contraddistingue chi più chi meno, non va per questa speranza.

giovedì 29 aprile 2010

La crisi che fa paura; la Spagna non si risolleverà

Magari fosse solo demagogia facile paragonare gli stati e i popoli alla stregua di una squadra sportiva, però così non è.

In una competizione sportiva, dove siano impiegate squadre e non singoli, oltre alla demenziale logica che ci deve per forza essere un perdente, s’aggiunge il fatto che se i componenti di una singola squadra non sono affiatati fra loro, è proprio questa squadra la candidata per arrivare ultima in una competizione.

E come potrebbe risollevarsi un paese, quando i singoli individui sono in costante contrasto su tutto? Dove le varie città, province , regioni, al passo dell’ideologia dell’autonomia decisionale, legiferano e applicano regole di protezione ai propri interessi quasi sempre in contrasto con linee generali e di parte?

Un paese che non rispetta e non accetta lo straniero e lo vede sempre solo come un portafogli da svuotare. Dove conoscenze esterne sono bocciate a priori atteggiandosi a primi della classe. Arrogante e menzognero con i suoi stessi cittadini. Praticando il terrore psicologico della passata dittatura per imporre illegalità e minacciando con gli sguardi provvedimenti spiccioli agli spaventati cittadini che chiedono spiegazioni sopra palesi soprusi.

La Spagna ha permesso a speculatori privati e multinazionali, di fare il proprio porco comodo senza regolare né verificare il loro operato. Incurante di tutto e con governanti avidi del potere ai quali solo importa stare al potere senza avere la minima idea delle panzane commerciali dei vari privati che hanno approfittato per imporre regole di comodo e viziate.

Ma il cappello di tanta melma, sta alla base delle persone. Abituati che la maggior parte della sua popolazione estera sia di origine extracomunitaria, con leggi oscene che facilitino l’entrata di sudamericani perché di lingua ispanica, calcolano tutti come fossero carne da macello. Uno straniero solo per il fatto di esserlo, è un paria, poco importa se cittadino europeo. A questi va applicato il rigore della legge per gli stranieri. I suoi titoli di studio non sono legali. Le sue conoscenze limitate a prescindere. Il suo comportamento delittuoso a priori.

I privati hanno goduto di questo, facendo del paese la stalla d’Europa. Assunzioni al ribasso pagando un piatto di minestra il lavoro svolto e spesso nemmeno questo. Rivendendo poi ai suoi cittadini il prodotto a prezzo consono, facendo leva sull’avidità innescando una speculazione senza fine. Persone che con poche migliaia di euro, compravano appartamenti e residenze prima che siano costruite, e rivendendole a lavori ultimati con rialzi del 60% a cittadini comunitari. Così, senza preoccuparsi troppo della saturazione del mercato. Senza rendersi conto della inconsistenza e illegalità della cosa.

Ad aggiungere che a seguito di agevolazioni statali per cittadini sud americani che godevano di un particolare trattamento per l’inserimento nel paese, le banche elargivano prestiti facili contro l’ipoteca del bene a loro favore. Così la popolazione dell’america latina, immigrata in Spagna per guadagni rapidi (come sempre in tutti i paesi dove esista il fenomeno), accedevano a denaro facile per l’acquisto di un immobile sopravalutato dall’ente finanziario anche del 120%. Acquistando oltre all’immobile, anche la macchina e altre cose, a fronte della resa dell’immobile come garanzia. Immobile sovrastimato dalla banca stessa ma di comodo perché garantito dalle agevolazioni statali e girato a questi il debito, se non onorato. Come infatti è accaduto.

Nel frattempo la popolazione litiga su tutto. Sul corso dei fiumi della cui acqua in mano a privati senza scrupoli, viene convogliata e rivenduta al miglio offerente, lasciando oltre che nella miseria, anche nella sete i cittadini in difficoltà finanziarie.
Sulla ristrutturazione della rete di trasporto che in mano ai soliti privati, espropria terreni nella logica del basso costo costruendo strade ed autostrade che solo collegano centri già serviti, perché di gran ritorno economico con sistemi a pedaggio, mentre restano isolate altre zone del paese calcolate di bassa rendita.
Sulle infrastrutture delle comunicazioni lasciate totalmente nelle mani delle multinazionali del settore che si litigano l’osso con contratti capestro imposti ai suoi clienti.
Sulle regole diverse dei documenti ufficiali. Un DNI (carta d’identità, Documento National de Identificacion) che viene rilasciato dopo un mese dalla sua richiesta. Da bolli e avvalli che cambiano da città in città e non sono valevoli a livello statale. Dove un comune può concedersi il lusso di rilasciare certificazioni firmate dal portiere salvo bollarle in seguito perché non riconosciute in ambiente ufficiale.
Sulla sanità che vive nelle mani del privato ma che usa risorse pubbliche per interventi operatori.

Sono divisi sulla lingua parlata. A diversità degli altri paesi dove esistono dialetti locali, la Spagna si vanta di ben 4 lingue ufficiali. La popolazione di solito, guarda con astio chi non appartiene alla propria linea etnica, cercando d’indovinare da che parte del paese provenga lo sconosciuto e applicandogli tutte le scortesie del caso.

Non spiegate ad uno spagnolo gli errori che compie in fatto di connessioni elettriche, costruzioni edili, depurazione, raccolta rifiuti, ecc. Lo farà irritare oltremodo, tanto arrogante che si crede in cima al mondo e convertendosi nel vostro peggior nemico.

Ne avrei molte da aggiungere, ma fin qui basta per far capire che questo paese non si risolleverà se non a sfavore della comunità europea, che si vedrà suo malgrado a pagarne le conseguenze. Ad ogni modo un'analisi più feconda la potete trovare qui.

Un comunità europea che vista dal nel suo insieme, si comporta come i suoi singoli paesi componenti. La legge del più furbo, la legge del più forte. Un impero fatto da privati e basato sul denaro e vissuto con le sue leggi di mercato. Aspettiamoci di peggio, dato che il mercato mondiale, ha deciso di incassare i crediti europei, e a nulla varranno le proteste dei singoli, visto che siamo solo, mucche da mungere.

Benvenuto mercato globale e grazie.

lunedì 26 aprile 2010

Nagra 3; manca poco al crack

Secondo un'informazione diffusa dalla Comunità Underground in Germania, la Dionysos-Card potrebbe essere la scheda che a breve sopporterà l'emulazione di NAGRA 3. A quanto pare si tratta di una scheda con SO basato su RSA.

Questi tipi di schede sono state ampiamente usate in passato con le codifiche Nagra2 o Nagra. Stando all'informazione il modello del SO è stato creato dall'hacker chiamato paytv23. A quanto sembra l'hack del sistema Nagra 3, è nato da una vulnerabilità della scheda N3 S02.

Questa volta si parla di un'emulazione N3 puro. Nella notizia si menziona a Duolabs, che sta lavorando in un nuovo processore DTME, capace di decifrare a quanto pare, algoritmi complessi e sofisticati ma non relazionati con N3 in nessun momento. Si parla che il nuovo processore sarà il cuore di un Qbox futuro. Ad ogni modo, la notizia potrebbe passare come un semplice "rumor" fino a che non si dimostri il contrario.

Comunque, non esiste nessuna foto della scheda, né archivio o loader.

Se la cosa si dimostrasse fondata, dopo un breve periodo nel quale i "pirati satellitari" tramite la nuova scheda, avrebbero accesso alle pay Tv, riempiendo Internet con i suoi contenuti e costruendosi aggeggi per la vendita del hack box, si passerà a nuovo sistema, con ulteriori cambi di decoder attuali e ulteriori restrizioni ai pacchetti in vendita con lievitazione dei prezzi. Come è sempre accaduto in passato.

Viene da pensare che questi hack, siano indotti dalle stesse multi del settore, che a seguito di una lieve e momentanea perdita (chi pirata, non paga comunque una cippa né prima né dopo), trovano favorevole l'inserimento di una back door nel loro sistema al fine di accalappiare il nuovo cliente nella rete, una volta "drogato" dal servizio e che non può fare a meno una volta ristabilizzato con codici sicuri.

giovedì 22 aprile 2010

Abbellire la propria casa

Magari sarà un po' pacchiano, ma volete mettere l'effetto che si avrebbe?

lunedì 19 aprile 2010

Copertura della nube vulcanica

Devo dire che l'ho cercata parecchio. Sembra che a parte alcune animazioni, sia difficile avere un quadro che visualizzi la situazione dei cieli europei. Comunque sia eccola di seguito:

giovedì 8 aprile 2010

Iberia: i giochi (sporchi), son fatti.

Niente di nuovo. Il continuo rimpallo dei tempi nella fusione Iberia-British Airways ha avuto fine. La storia riportata da alcune testate come un matrimonio di manzoniane memorie, finalmente si è compiuto. Come se la cosa fosse un evento raro o da meraviglia.

Il tutto è iniziato tempo fa, con timidi annunci dove le due compagnie assaggiavano la possibilità di formare una nuova e rinforzata flotta. Nello svolgimento della vicenda, si sono visti poco a poco, entrare nella compagnia Ibera, assorbite e controllate, tutte le low cost spagnole. Cosa che Iberia ha approfittato a piene mani fornendo voli con quest'ultime però facendosi pagare il prezzo del suo blasonato stemma.

Scioperi e proteste, sia dei dipendenti che dei viaggiatori, sono state glissate, raggirate con la classica manovra sempre ben spiegata dalla Bigs, dove l'importante è ridurre i costi (tagli personale, tagli benefici, ristrutturazione flotta, decentralizzare a call center) ed aumentare gli utili (aumenti dei biglietti, limitazioni di trasporto, aumento clausole vessatorie, incasso anticipato del servizio, esclusione dei diritti di rimborsi).

E tutto sempre sbandierato per il bene del viaggiatore che trae benefici economici.

L'ultima sempre più applicata nuova condizione, è il pagamento del bagaglio. Inizialmente incluso nel prezzo del biglietto, poco a poco da due valigie si è passati ad una per finire al solo bagaglio a mano e continuare di pagare anche questo nel caso non rientri nelle sagome limite sempre più ridotte.

La scusante è che il peso del bagaglio risparmiato, influisce direttamente sui costi del carburante e quindi meno peso = maggior risparmio che permette un basso prezzo nel volo.

Chi viaggia spesso sa che questa è la presa per i fondelli ben congegnata ad uso e consumo dei poveri passeggeri. Infatti, dove prima un aereo portava 380 passeggeri, suddivisi in tre tipologie di classe, ecco che la ristrutturazione camuffata da benefit per la businnes class che vedono i loro posti trasformarsi in sedili/letto, si arriva ai 419 suddivisi in due classi.

Prendendo un volo ci si può accorgere di come lo spazio per le gambe, sia sempre più esiguo, e un rapido conteggio dei posti prima classe, vede che questi sono rimasti nel numero identici a prima, ma maggiorati dalle nuove e voluminose poltrone. Le quali, oltre ad essere desolatamente vuote, dato il loro costo, restringono ancor di più l'aumento forzoso dei posti utili nell'altra classe. Un rapido conto della serva, fa capire che l'aumento di n. posti aumenta il peso di pieno carico (dato che un passeggero solitamente supera i 23*2 = 46 Kg) in modo più significativo di quanto possa compensarlo la limitazione del bagaglio. In pratica il peso totale è lo stesso, ma i numero di posti a vendere sono aumentati e non solo dei 419-380=39 passeggeri, ma avendo eliminato la classe turistica dai compartimenti di classe superiore e inserendola nello stesso scompartimento della tariffa basica, i posti in più da vendere per la compagnia sono sull'ordine dell'ottantina. Dato che un volo mediamente costa sui 500 euro questo per 80 posti, porta ad un'entrata maggiore 4.000.

A ciò si aggiunga che tutti coloro che avranno necessità delle due valigie, pagheranno un surplus di altri 50 euro. In media circa 100 passeggeri, il che porta ad un totale di 9.000.

Inoltre, dato che nessuno ha tempo di controllare, i prezzi sono cresciuti di un 30% circa, in barba a quanto detto che si trattava di un risparmio per mantenerli bassi (addossando la colpa al petrolio che non smette di salire di prezzo).

A questo si aggiunga tutte le varie lamentele e varie , dei viaggiatori che non sono in grado di avere il loro bagaglio, perso non si sa dove, della cancellazione o spostamento del volo, scortesie, e lasciati all'estero senza nessun appoggio se non un numero telefonico a pagamento al quale un centralinista di un oscuro call center, vi prende per i fondelli.

Intanto, causa a questi piccoli disguidi, le azioni calano. Calano. Calano.
E quando raggiungono il limite della sopportazione aziendale superato il quale c'è il fallimento, ecco raggiunto l'accordo.

A pensar male...

Ma, un momento, ma di chi sono le azioni di Iberia?
Al secondo posto per un buon 13.15%, proprio a British Airways!

Come dire, aumento la mia quota d'influenza, comprando me stesso, ma ovviamente prima, devo far scendere più che posso il prezzo.

Adesso a cose fatte, rientrano le proteste e verranno fatte tacere le voci fuori coro dei passeggeri, mentre per salvare la facciata, così come in altre fusioni, le due compagnie eseguiranno i loro servizi in modo separato operando in modo autonomo, dato che cambiare logo e nome, costa una fortuna e non conviene. Tanto si è già formata la holding, International Airlines Group, quotata nelle rispettive borse dei due paesi, devolvendo i costi sulla compagnia controllata e assorbendo solo gli utili dell'operazione.

lunedì 5 aprile 2010

Linux... per molti ma, non per tutti

La rete è piena di articoli che osannano la potenza di Linux. Non staremo ora qui a elencare tutte le infinite possibilità di questo SO e le sue distribuzioni. Ci soffermeremo ad elencare alcuni aspetti che lo rendono difficile da digerire, a chi, giocoforza arriva da un mondo Windows e non vuole o non ha la possibilità di prendersi un post-grado in informatica e questo solo per installare ed usare programmi che fino a poco prima, usava, magari con un poco di fastidio, su Windows.

Come si sia propagato Linux non è difficile a capirsi; l'idea di avere un sistema che faccia tutto e sia gratuito e sia sicuro ecc, si autoalimenta nelle menti di chi ne ha sentito parlare o visto alcune applicazioni. A valanghe si possono trovare notizie delle incredibili possibilità seguite da tonnellate di proteste, fino a veri e propri scontri fra i sostenitori di uno o l'altro sistema. Ognuno affermando la facilità di reperibilità, della compatibilità e accentuandosi sulla robustezza e sicurezza.

Insomma da quante voci circolino su Linux, si può affermare che più che un SO, sia una specie di religione, dove diventandone adepti installandosi una distribuzione sul computer, poco a poco si diventi detentori di conoscenze e poteri informatici...

In molti hanno richiesto consigli su quale distribuzione installare, che programmi usare per poi ritornare mesti, al vecchio Windows perché la loro scheda video non andava come si deve, perchè il programma per ritoccare le loro foto non è di facile uso, perché la sospirata scheda DVB-T/S non va, perché l'audio non è della qualità voluta e comunque non funziona in supersourround 7.1, perché, perché...

La comunità Linux dal canto suo, si prodiga in sforzi di semplificazione e consigli, che mamma Microsoft solo sogna. Le distribuzioni oggi, sono quanto di più semplice si possa trovare, in fase d'installazione, con appositi CD-Live che permettono l'assaggio e la visione d'uso inoculando l'idea che il sistema è il massimo della libertà: nessuno obbliga ad installare Linux; è una scelta personale e comunque, si può sempre fare retromarcia.

Tutto rose e fiori? A sentire i fans di Linux sì! Dimenticando che nessuno obbliga a comprarsi un PC, che nessuno obbliga ad usare Windows ecc., ecc.

Le rogne arrivano quando al terminale Linux, si presenta la persona che cerca la nuova relase dell'applicazione, dato che l'attuale non è ottimizzata, per scoprire che le funzionalità della nuova applicazione, prevedono l'aggiornamento dei driver video, dato che non implementati nella vecchia edizione, e fin qui... Il problema nasce che su Linux, nessun driver video per schede accelerate odierne, è "open" ma tutti sono proprietari. Per cui la comunità Linux non può metterci mano.

Mentre su Windows, il novo driver (che poi magari darà problemi), s'installa con un click e dopo il riavvio, tutti gli altri programmi sono lì presenti, su Linux la nuova specifica deve disinstallare quanto in contrasto con il nuovo driver, dato che su Linux, le applicazioni sono installate per funzionare con il driver apposito (questo anche su Windows, ma la cosa viene messa meno pesante).

Così, le nuove feature inserite, per essere apprezzate, devono ricompilare e adattarsi alle applicazioni (oh, questo a soldoni che non ho spazio e tempo per spiegare tecnicamente, e poi ci sarà sempre qualcuno che la sa meglio), e non ultimo, il riavvio della macchina...

In barba ad una delle affermazioni di chi "adora" Linux, che sostiene di non dover come su Windows, riavviare il sistema ogni volta... (ma questa è una falsa informazione, dato che ogni SO si basa su un Kernel e che giocoforza, per caricare i driver deve farlo da boot).

Il neofita speranzoso scopre al riavvio di Linux, che qualcosa non è andata come promesso. La nuova performance c'è e sta li pronta, solo che non c'è il programma che la possa usare... e così a manina, deve reinstallarsi tutto quanto; per scoprire poi che le dipendenze dei pacchetti, non sono rispettate e quindi non può usare l'applicazione. Questa dipende da librerie che vogliono una versione anteriore o posteriore, ma comunque non compatibile.

E la cosa peggiora, non può tornare indietro. Quanto si disinstalla su Linux, è disinstallato. Non c'è l'opzione di Windows " ripristina il sistema ad uno stato precedente". Questo vuol dire che la sua scheda audio, se tolta perchñe non compatibile, o perché chi ha fatto il nuovo driver, non la prevede, e quindi toglie il modulo di caricamento, o riformatta e reinstalla tutto ( ma non doveva essere una grave pecca di Windows?), oppure ... piange o meglio, dopo aver pianto, viene a tempestare forum, blog ecc. affinché qualcuno gli risolva il problema, grave il punto quando sa che nei pressi c'è qualcuno che mastica Linux... quest'ultimo avrà alcuni grattacapi.

Alla fine... o riformatta davvero, visto che anche nei forum ufficiali si arrendono e danno questo fantastico consiglio, sperando magari che fra sei mesi, la nuova versione risolva il problema, o ritorna a Windows.

Dove nasce il problema? Presto detto. Mentre per Windows, sebbene chiuso, proprietario ecc., gli applicativi base, sono decisamente ottimizzati e nessuno che non abbia un certo livello, tempo e denaro, può divertirsi a compilare nuove versioni, su Linux la cosa ... è "open". Così, magari fatta dal giovane universitario a scopo di studio, o dal "cantinaro" in cerca di gloria, arrivano versioni non ortodosse nel proprio computer, creando il caos cui sopra.

A dir il vero, ogni distribuzione Linux, raccomanda di avvalersi dei repository ufficiali (Windows Update per i "winari"), sconsigliando aggiornamenti o installazioni da fonti esterne. Ma, non può chiudere il sistema, altrimenti va contro proprio a quanto afferma, e così, specie a chi si è rivolto ad un forum, scopre che per mettere la pezza al suo problema, poco a poco peggiora il tutto fino al completo game over.

Altro punto dolente, il fatto che mentre su Windows, non è possibile installare aggiornamenti per versioni differenti del sistema, non si può mettere driver di Xp su Win95 o Vista o Seven, tranne in alcuni casi, permessi comunque dal sistema stesso, Linux cambia tipologia di struttura, a volte in meno di 6 mesi (vantandosene pure) che però, sebbene accetti i vecchi applicativi e comandi e compilazioni, fa risultare il sistema, instabile. Caso tipico la differente gestione del sistema X-Org o Gnome 2 verso G.nome3 o Kde.x che si voglia.

Dite ad un sistema di caricare i moduli per le vostre schede hardware in un modo e poi obbligate il kernel a gestirle con un sistema differente e vedrete la goduria...

Conclusione:

Se volte Linux, o quello che installate vi va bene così come sta e dimenticate aggiornamenti tipo Windows e vi trattenete dall'installare nuove schede hardware, o rimanete su Windows.

Se il vostro utilizzo è di tipo ludico, lasciate stare Linux dov'è, fra i meandri della rete. usatelo se davvero avete voglia di istruirvi, oppure di usarlo come piattaforma di lavoro. Senza dubbio sarà ancora per un po', un SO robusto, potente e stabile.

Se pensate che Windows non sia sicuro, perché virus di qua, troyan di la, analizzate la cosa onestamente. Quante volte andate su siti dubbi per scaricarvi il programma crack non so che o il film tal dei tali? Siete fra chi cerca facili divertimenti visivi su siti osè? Il medico vi ha ordinato espressamente di infilarvi in poco chiari torrent o che si voglia? Pena la vostra salute?
Magari è vero, alcuni virus vi sono arrivati comunque (il tipico caso di Blaster di anni fa) e vi hanno dato delle noie. Ma non mi dite che non sono state risolte. Avete davvero bisogno di stare tutto il giorno connessi a siti che chiedono carta di credito e cose del genere? Vi ricordo che in questo caso, non ci sono Linux che tengano; se il sito è malevolo, i dati ve li succhiano comunque.

Come detto in un commento di un post precedente...
" in fin dei conti... bisogna vedere il computer come un mezzo di lavoro.." più o meno, e ricordate, se funziona, perchè aggiornare?

giovedì 1 aprile 2010

Storia di una trama antica...

In questo periodo, dove in molte parti del pianeta ci si appresta a festeggiare la Pasqua, viene riproposta la parola evangelica che vede la passione di Gesù di Nazaret, al centro della scena.

Oscuro dramma che doveva compiersi a sacrificio per l'umanità. Nonostante le varie pellicole hano rappresentato la vicenda in più modi, chi esaltandone il lato umano, chi la sofferenza immane, chi la potenza del Signore, rimane ancora una delle parti oscure spiegate dalla fede, nei momenti in cui le cose non sembrano avere logica.

Perchè ci doveva essere qualcun che lo tradisse? Come è stato possibile che si sia scelto un altro personaggio al posto suo, in pubblica piazza, condanandolo alla croce e ponendo in libertà un criminale?

Non sempre vengono riportati i fatti come sono e gli storici e studiosi, sembrano essere messi da parte, dando in pasto ai fedeli spiegazioni intrise di miracolismo e mistero.

Innazitutto bisogna sapere che a quei tempi, nella Giudea e Palestina, il nome Gesù era molto comune. Non c'erano i media d'oggi, dove la figura di una persona viene resa nota attraverso servizi mediatici, poster, giornali, ecc. Per cui mentre si sapeva che esisteva una persona che compiva miracoli e venivano raccontate le sue gesta, pochi avevano avuto la possibilità di vederlo di persona. Ed è per questo che serve una persona che lo indichi chiaramente affinchè possa essere riconosciuto ufficialmente.

Come sia stato possibile che il popolo, facile a commozioni d'animo, venga l'idea di liberare un tale, Barabba, al suo posto è una trama degna dei migliori polizieschi e pochi ne hanno intravisto lo svolgimento.

Riporto uno studio su il nome di Barabba, firmato Davide Donnini:
"La versione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana (1976) del vangelo secondo Matteo traduce quel verso nel seguente modo:
"Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba"

Mentre la Sacra Bibbia (Traduzione dai Testi Originali), edita dalle Edizioni Paoline nel 1964, traduce così:

"Egli aveva allora in carcere un detenuto famoso, detto Barabba"

Ancora, il Nuovo Testamento - Parola del Signore, pubblicato nel 1976 dalla Elle Di Ci (Leumann, Torino), traduce così:

"A quel tempo era in prigione un certo Barabba, un carcerato famoso"

E, infine, il Nuovo Testamento, Nuova Revisione 1992 sul Testo Greco, della Società Biblica di Ginevra, traduce così:

"Avevano allora un noto carcerato, di nome Barabba"

Innanzitutto notiamo che le traduzioni sono abbastanza diverse e che tali variazioni possono produrre importanti discordanze nei significati. Questo prigioniero famoso era "detto Barabba", "un certo Barabba" o "di nome Barabba"?
E' sicuro che "detto", da una parte, e "di nome" o "un certo", dall'altra parte, lasciano intendere due cose molto differenti. Nel primo caso Barabba sembra un soprannome, mentre nel secondo e nel terzo caso sembra trattarsi di un nome proprio: quel prigioniero si sarebbe chiamato proprio Barabba.
Naturalmente qualcuno potrebbe osservare che ci stiamo ponendo una questione abbasta irrilevante, ma non è affatto così. Infatti stiamo toccando uno dei problemi più delicati di tutta l'analisi della letteratura evangelica, perché dietro al personaggio di Barabba, alla sua vera identità e al suo ruolo nella circostanza del processo che Cristo ha subito dinanzi al procuratore romano Ponzio Pilato, si nasconde probabilmente una delle più importanti chiavi di comprensione del senso storico reale di quegli eventi.
Il testo greco usa il termine legomenon Barabban (leghomenon Barabban) che si traduce con "detto Barabba", "chiamato Barabba", "soprannominato Barabba", e ciò lascia intendere che quello non fosse il nome proprio, ma un titolo o un soprannome.
Eppure tutti conosciamo Barabba come una persona che si chiamava proprio così, e sappiamo anche che era stato messo in prigione perché era un brigante, forse un ribelle. Almeno, questo è ciò che la tradizione ci ha sempre fatto pensare di lui.
Ma torniamo al Novum Testamentum e osserviamo la nota a piè di pagina che si riferisce al verso 16 del vangelo di Matteo. In essa sono riportate le varianti che si possono trovare in alcuni antichi manoscritti evangelici. Nel nostro caso la nota è duplice e le due parti sono sepatare da una breve linea verticale.
Cominciamo dalla seconda parte. Essa ci dice che dopo il termine "Barabba" alcuni antichi testi recano una frase non breve:

"eicon de tote desmion epishmon Ihsoun Barabban, ostiV hn dia stasin tina genomenhn en th polei kai jonon beblhmenoV eiV julakhn"

"il quale era stato messo in carcere in occasione di una sommossa scoppiata in città e di un omicidio"

In pratica, dai testi antichi è stata scartata una frase dalla quale si può capire abbastanza chiaramente che Barabba era stato arrestato nella circostanza di una sommossa, che si era verificata in città, durante la quale era stato commesso un omicidio. Chi aveva commesso l'omicidio? Barabba? Se consultiamo il vangelo secondo Marco (Mc 15, 7), in un passo parallelo, possiamo leggere:

"Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere, insieme ai ribelli che nel tumulto avevano commesso un omicidio"

Il verbo "avevano commesso" è coniugato al plurale, non al singolare, e si riferisce ai ribelli, non a Barabba. La frase significa semplicemente che Barabba era rinchiuso nel carcere in cui si trovavano i ribelli, non ci obbliga a credere che egli stesso fosse un ribelle e che avesse partecipato al delitto.
In fin dei conti nemmeno il vangelo secondo Matteo lo dice; anzi, affermando che costui era stato arrestato in occasione di quel tumulto e di quell'omicidio, non dà affatto l'impressione che Barabba fosse uno degli insorti né, tantomeno, l'omicida.
Il vangelo di Luca contiene una frase (Lc 23, 19) assolutamente identica a quella omessa dal testo di Matteo, di cui abbiamo già visto sopra il testo greco, ma essa (si faccia bene attenzione) viene tradotta comunemente in modo scorretto, attribuendogli così significati che essa non può e non deve avere; per esempio una versione del Nuovo Testamento, che si definisce "traduzione interconfessionale in lingua corrente", la riporta nei seguenti termini:

"...era in prigione perché aveva preso parte ad una sommossa del popolo in città ed aveva ucciso un uomo"
[Parola del Signore, Elle Di Ci, Leumann (To), 1976]

La traduzione corretta, lo ripetiamo, è: "...si trovava in carcere, insieme ai ribelli che nel tumulto avevano commesso un omicidio...", infatti le parole "dia stasin tina" possono essere tradotte con "in occasione di una sommossa", "poiché c'era stata una sommossa", "nel luogo della sommossa", "durante una sommossa", ma non si potrà mai tradurre "aveva preso parte ad una sommossa", e neanche "aveva ucciso un uomo". Questo non è assolutamente scritto nel testo originale, è una forzatura che altera molto il senso della frase, facendo diventare arbitrariamente Barabba il soggetto di una azione che, invece, è stata compiuta dagli altri ribelli.
La lettura dei vangeli sinottici, eseguita fedelmente alle versioni in lingua greca, ci dà buoni motivi per pensare che Barabba non fosse uno dei briganti che avevano commesso l'omicidio, ma solo che egli sia stato arrestato in concomitanza con la sommossa di cui altri erano responsabili. Ci dicono, tra l'altro, che costui non era uno sconosciuto ma un personaggio famoso.

La osservazione più interessante la facciamo senz'altro nel momento in cui osserviamo la prima parte della nota 16 presente nel Novum Testamentum. Essa ci dice che in alcuni antichi manoscritti, al posto di "legomenon Barabban" (leghomenon Barabban = detto Barabba), troviamo quest'altra espressione: "Ihsoun Barabban " (Iesoun Barabban = Gesù Barabba). La nota ci conferma che il personaggio non si chiamava Barabba, ma che questo era un titolo, affiancato al suo vero nome: Gesù. Diciamo la verità, è quasi uno shock! Sembra che nel corso di quel processo, durante il ballottaggio per la scarcerazione di un prigioniero, Pilato abbia presentato al popolo due accusati: un certo Gesù, che i sacerdoti avrebbero condannato a morte perché aveva osato definirsi "figlio di Dio", e un certo Gesù, molto noto a tutti col titolo "Barabba". Due Gesù in un colpo solo. Forse è proprio per evitare questa eccezionale omonimia che i traduttori hanno omesso il nome del personaggio che è stato liberato, e l'hanno presentato solo come Barabba. Ma si tratta di semplice omonimia? Le nostre scoperte, e ne abbiamo già fatte tante, non sono finite. Adesso infatti si rende necessaria una domanda: qual'è il significato del soprannome Barabba?

Per giungere ad una risposta facciamo un passo indietro nel tempo, fino all'interrogatorio che Gesù, qualche ora prima, aveva subito in casa del sommo sacerdote. Costui, che aveva nome Caifa, vistosi nella difficoltà di trovare un capo d'accusa valido per emettere una sentenza di morte (così narra il vangelo), ad un certo punto avrebbe chiesto a Gesù: «sei tu il figlio di Dio?», e Gesù a lui: «tu l'hai detto». Attenzione: la vicenda del processo davanti alle autorità ebraiche, così come è descritta dalla narrazione evangelica, tradisce la presenza di gravi anomalie, anche perché l'idea di un procedimento svoltosi in quelle condizioni è del tutto inaccettabile. I tempi, i modi, il luogo e tanti altri elementi incompatibili con la prassi giudiziaria ebraica, ci mostrano che quello non poteva essere un processo regolare, come molti autori hanno validamente osservato. Al contrario, tutto lascia facilmente intuire che deve essersi trattato di un interrogatorio informale, svoltosi nel corso di azioni confusionarie e sbrigative, nell'intervallo di tempo che separava l'arresto dell'uomo sul monte degli ulivi e la sua consegna alle autorità romane, presso le quali avrebbe dovuto svolgersi il vero ed unico processo che ha condotto Gesù ad una condanna a morte e alla sua esecuzione. Un processo voluto dai romani per sedizione.

Ora, noi sappiamo che gli ebrei non potevano assolutamente pronunciare la parola tabù "Dio", e che il sommo sacerdote non si sarebbe mai azzardato a pronunciarla in quella occasione. Ma se egli ha veramente posto la domanda, in che modo ha potuto chiedere a Gesù se era «il figlio di Dio»? La risposta è semplicissima, gli ebrei usavano molti termini diversivi per riferirsi a Dio (Adonai, Eloah, il Signore, il Padre...). Anche Gesù, nei racconti evangelici, parla spesso di Dio ma, rivolgendosi ad un pubblico di ebrei ed essendo egli stesso un ebreo, usa uno di questi termini diversivi: "il Padre mio", "il Padre che è nei cieli". Nel vangelo secondo Marco (Mc 14, 36) leggiamo: "Abbà, Padre, tutto è possibile per te", in cui compare sia il termine tradotto (Padre) che quello originale usato dagli ebrei (Abbà). Ed ecco che per gli ebrei del tempo di Gesù "figlio di Dio" poteva essere reso piuttosto con "figlio del Padre". Anche nella liturgia latina troviamo comunemente "filius Patris", che è proprio la traduzione letterale dell'espressione usata dagli ebrei, nella corrente parlata aramaica, e quindi anche dal sommo sacerdote Caifa: "bar Abbà". Mentre in italiano, in mancanza del tabù ebraico, essa si è potuta trasformare senza problemi in: "figlio di Dio".
L'espressione "bar Abbà", può essere condensata, e diventa così "Barabba". La contrazione è del tutto normale: Barnaba, Bartolomeo... si tratta di termini di derivazione aramaica per "figlio di...". E' assolutamente sorprendente che, ai giorni nostri, a nessun cristiano educato e catechizzato sia mai stata fatta notare la questione, non del tutto irrilevante (!!!), che il termine Barabba corrisponda all'espressione usata dagli ebrei dei tempi di Gesù per dire figlio di Dio! Si è dunque voluta nascondere qualche evidenza?

Altro che shock! Infatti, se prima eravamo stati scioccati nello scoprire che Barabba si chiamava Gesù, ora siamo totalmente sconvolti nello scoprire il contrario, e cioè che... Gesù era definito Barabba! Ma quale razza di mistero si nasconde dietro questo intreccio straordinario di nomi e di titoli? E' mai possibile che durante il processo Pilato abbia presentato al popolo queste due persone:

1 - Gesù, che era detto figlio di Dio, cioè Barabba, che fu condannato e giustiziato,

2 - e Barabba, che però si chiamava Gesù, che fu graziato e rilasciato.

Non ci credo nemmeno io che sto scrivendo queste cose. Non ci può credere nessuno. Ma soprattutto, non è possibile crederci perché non è affatto così che sono andate le cose:

1 - non c'è mai stato un autentico processo davanti al sinedrio, Cristo è stato arrestato per volontà di Pilato che ha inviato per questo una coorte romana sul monte degli ulivi, un corpo di 600 soldati con un tribuno al comando;

2 - gli ebrei non hanno consegnato al procuratore l'accusato con la scusa di essere impossibilitati ad eseguire la sentenza di morte; ne hanno eseguite innumerevoli e ce le testimonia lo stesso Nuovo Testamento (Giovanni Battista, l'adultera che stava per essere lapidata dagli ebrei, lo stesso Gesù che ha rischiato più volte la lapidazione da parte degli ebrei, Stefano lapidato dagli ebrei all'indomani della morte di Gesù, Giacomo lapidato dagli ebrei sotto le mura del tempio...);

3 - i romani non hanno mai avuto l'abitudine di applicare le amnistie in occasione delle festività di altri popoli non latini, ma solo delle festività romane, e tantomeno liberavano in Palestina i condannati per reati gravi di sedizione, i condannati a morte;

4 - Pilato non è rimasto lì imbambolato ad aspettare che il popolo decidesse quale dei due doveva essere rilasciato, per poi lavarsene le mani e scarcerare il ribelle giustiziando un maestro spirituale; questa è una immagine assolutamente non veritiera e ridicola del praefectus Iudaeae; si legga Giuseppe Flavio per sapere chi e come era Ponzio Pilato;

5 - e il popolo degli ebrei non ha mai gridato "il suo sangue ricada sopra di noi e sui nostri figli" (Mt 27, 25), preannunciando la persecuzione perpetrata dai cristiani contro i cosiddetti perfidi giudei nell'arco di lunghi secoli.

Tutte queste sono scuse palesi per spostare la responsabilità della condanna dai romani agli ebrei. Questo infatti è uno dei presupposti della catechesi neo-cristiana, che ebbe origine nella mente di Paolo, il nemico di Simone e Giacomo, in aperta e stridente opposizione con la catechesi giudeo-cristiana, al prezzo di un grave pregiudizio antisemitico. Ci troviamo di fronte ad una presentazione finalizzata ad alterare il significato storico dell'evento. Si tratta di una presentazione funzionale alla dottrina antiessena e antimessianica elaborata da Paolo e successivamente sviluppata dai suoi seguaci ed eredi spirituali. I quali hanno progressivamente aumentato le distanze dall'ebraismo e hanno trasformato l'aspirante messia degli ebrei in un salvatore medio orientale, e il regno di YHWH dei giudei nel regno dei cieli dei cristiani.

Dal rebus di Gesù e Barabba scaturisce una ennesima conferma del fatto che i redattori dei vangeli neocristiani erano non ebrei, che scrivevano per un pubblico non ebreo, e che erano interessati a de-giudaizzare l'aspirante messia degli ebrei, scorporando dalla sua figura tutto ciò che apparteneva ad una personalità messianica, ovverosia ad un ribelle esseno-zelotico che aveva commesso gravi reati di sedizione contro l'autorità romana.
La dinamica dell'arresto, del processo, della condanna e della esecuzione, così come queste fasi sono descritte nelle narrazioni evangeliche, le quali mostrano fra loro grandi contraddizioni, è tale da rivelare una precisa intenzione di mascherare chi fosse realmente l'uomo che venne crocifisso, perché fu arrestato, da chi fu arrestato, perché fu giustiziato, facendo credere, alla fin fine, la tesi storicamente insostenibile che i romani siano stati vittime di un raggiro e che la volontà e la regia della condanna di Gesù siano del tutto ebraiche.

Dal rebus di Gesù e Barabba non scaturisce invece una soluzione su chi siano state queste due persone. Erano veramente due? Si tratta di una persona sola che ha subito uno sdoppiamento, come tanti altri personaggi della narrazione evangelica? Si tratta di due persone i cui nomi, titoli, ruoli e responsabilità sono stati intrecciati e confusi negli interessi della contraffazione storica? Sono forse i due aspiranti messia degli esseno-zeloti, quello di Israele (il capo politico) e quello di Aronne (il capo spirituale)? Se Gesù Barabba è il prigioniero che fu liberato, dobbiamo credere che Gesù non è mai stato crocifisso, coerentemente con quanto sostenuto dalla tradizione coranica e da altre tradizioni?

Abbiamo una lunga serie di domande, ma non abbiamo le risposte. E il mistero di Barabba, che pure ha portato alla luce alcuni importantissimi aspetti della questione, troppo spesso ignorati, diventa sempre più misterioso.

David Donnini"

La trama era ben congeniata; al momento opportuno farsi passare nelle menti addormentate dell'umanità, come colui che era portatore di luce, giocando sul nome.

Quello che non si sa, è che questo giochetto è stato applicato anche al nome di Dio, imponendo Yavè come nome e che alla gente normale, non solo va bene, ma si offende se viene detta l'oscura verità. Un piano antico che vede come obiettivo la perdita della consapevolezza da parte dell'umanità, della parte spirituale inducendolo sempre più ad una vita di cose materiali. (Uno studio ben fatto su questo tema lo trovate qui .)

Concludo ricordando che i giorni della settimana Santa, dovrebbero essere visti come tempo di lutto e non come momenti per festeggiare e divertirsi.

martedì 16 marzo 2010

Linux vs Windows; questione di cm.

Il mondo dei computer in pochi decenni, è entrato sempre più nella vita quotidiana. Anche le nostre nonne sono ormai tranquille difronte alla tecnologia. Ci sono in verità alcune che ancora hanno poca pratica ad usare i cellulari, specie quelli che i vari servitori di telefonia mobile, abbinano al contratto in uso, obbligando le persone a configurare, scegliere e districarsi fra le svariate applicazioni, buone per i giovani, ostiche per i non più giovani che solo cercano di telefonare e giá un Sms diventa un problema. Strano poi come queste arzille signore, siano capaci di regolare, programmare ed usare alla perfezione le lavatrici d'oggi, molto più complesse ma, ... tant'è.

Premessa o prefazio, fate vobis;
Verso la fine degli anni 80 entrarono nella nostra vita i cosiddetti HomeComputer; VIC20, Commodore 64, Spectrum Sinclayr, ecc., che hanno fatto sognare gli adolescenti d'allora e portano nostalgici ricordi a molti nei giorni nostri. Era l'era delle pellicole con i primi e stentati effetti speciali, disegnando il mondo dei computers, bello, decorato e capace di eseguire operazioni impensabili. Con gli occhi pieni di sogni, si andava all'edicola, dove i diritti d'autore non erano così opprimenti come oggi, cercando fra le riviste le cassette con programmi che avrebbero proiettato l'utente nel mondo elettronico.

Nelle case alcuni erano ostacolati dai propri padri che guardavano a questa tecnologia con un certo sospetto, altri erano incoraggiati dal pensiero che: "I computers sono il pane di domani, studia!" In genere le famiglie non sapevano dove né come si sarebbe sviluppata la cosa, ma l'importante era dare un'indirizzo ai figli per avere un solido futuro, magari pieno di tante soddisfazioni e denaro.

Così, per i fortunati, si apriva un modo fatto di conflitti e ricerche che poco a poco, gli hanno portati a capire la differenza fra un bit e un byte. Battaglie e confronti d'allora, appaiono romantiche; Spectrum contro Commodore... uno aveva versatilità l'altro velocità e viceversa.
I vari dialetti del Basic, e tutte le trasposizioni ecc. Tutti i vari metodi di copia dei giochi, la vari funzioni d'accesso ai primi floppy con gestione degli errori ecc.

Poi la fase programmazione; stanchi di avere giochini o utilità che non erano proprio al punto, ci si addentrava nei vari compilatori, interpreti e così via. Un pianeta appagante. Far fare alla macchina quello che uno si era messo in testa era invero, divertente. Le sfide non erano tanto dal trovare l'algoritmo o l'architettura, ma quanto il limite delle macchine. E quini a studiare ottimizzazioni per gestire la poca memoria, rendere più rapida un'istruzione al punto che il basic non bastava più e si passava a qualche compilatore più completo. Fino ad arrivare a capire l'assembler e quindi l'architettura stessa dei processori, come funziano ecc.

Poi apparirono le prime macchine IBM e IBM compatibili. Solo alcune grandi aziende potevano permettersi un mini computer (che erano computer dal costo non indifferente montanti solitamente qualcosa come, 4 Mb di memoria e un disco da 90 Mb), col quale si potevano eseguire operazioni fra una rete locale opportunamente cablata. I primi 8086 con i suoi coprocessori e la lotta fra le varie MCGA EGA montate on board. L'avvento ufficiale del MSDos.

Si faceva a gara per avere l'ultimo SO, perché più ricco di comandi. Intanto poco a poco, scomparivano gli HomeComputer, troppo cari rispetto ad un sistema con architettura decisamente superiore. a seguire i 286, 386, 486... - Pentium. Il mondo degli affari; giocando a chi ce l'ha più grosso e potente, i vari negozietti di computer si moltiplicavano vendendo macchine dal costo non di poco conto, ai sempre più assetati di hardware d'avanguardia che devono avere in casa l'ultimo ritrovato. Sempre con l'idea sognante di fare chissà che.

Intanto, la ricerca e lo studio venivano messi un poco da parte. Vuoi perché sul mercato non si trovavano libri e programmi, vuoi perché i vari programmi (videogiochi solitamente) in uscita centravano pienamente le attese dei più. Pochi seguivano la pesante e costante ricerca della programmazione, le nuove architetture, riservate a gente universitaria che all'epoca, parlavano ostrogoto antico...

Pochi eletti entravano a far parte delle varie software house. Dove aver davanti un sistema di sviluppo coerente, mezzi tecnici e disponibilità. Alcuni riuscivano aprendosi prima una BBS e programmando magari software ludici multimediali, per poi diventare aziende stabili del settore. (Un esempio i Future Crew che compilavano musiche di tipo .mod o .st3 di derivazione Amiga-Commodre con annessi programmini entro i 64Kb per presentazioni godibili anche oggi per arrivare ad avere alle spalle aziende come Future Mark con i suoi benchmark)

Nel frattempo si evolveva sempre più il mondo Windows. Il simpatico personaggio che ci ha fatto vedere le sue altrettanto famose schermate blu, prendeva sempre più piede nei vari OS del mercato, costruendo un impero su un sistema a prezzo abbordabile, facilmente copiabile e con una perizia commerciale da non poco, agganciarlo alle varie case produttrici d'hardware fino al punto che non era possibile ne pensabile avere un sistema che non marci Windows.

Il personale era contrattato fra i vari studiosi in erba e che avevano idee, con eleganti offerte e impensabili gadget, al punto che lavorare nella Microsoft era un sogno.

Poi, anche perché non tutto il mondo può lavorare per una stessa ditta, il mondo Microsoft iniziò ad essere stretto. Si era complicato tutto. Diritti, programmi chiusi, periferiche che non sono gestite bene, mancanza di libertà... Serviva un sistema libero, "open" per appagare le nuove menti alla ricerca del sapere, del successo...

Unix esisteva già, ma era complicato, nato per università, applicato in grandi imprese, di difficile reperibilità, non compatibile con tutte le macchine. Inoltre, non era e non è, "Open".

Un personaggio, tal Towards, un giorno stizzito dal non avere più il supporto dei sorgenti della stampante da parte della casa produttrice, sentendosi negare quelle quattro carte che avrebbero risolto il problema delle connessioni in rete, non documentate dalla ditta, ma che con la sua esperienza sempre riusciva a creare l'applicativo per far vedere la periferica secondo sue necessità, si trovò nella necessità di costruire un SO che lo liberasse dai vari Copyright sempre più pesanti, da leggi sulle proprietà intellettuali sempre più allucinanti e brevetti d'idee sempre più deliranti. Inizia l'era Linux.

Svolgimento o seguito,...

Il neonato Sistema si mette le vesti di un pinguino e cerca di farsi largo fra il mondo dell'informatica commerciale. ovviamente non può, nato per essere "Open" non deve essere affaristico. La comunità Linux cresce, si aprono nuove distribuzioni, inizia l'era degli Hacker. Quest'ultimi, non sono criminali come i media cercano di far credere, confondendoli pesantemente con i Cracker. Sono persone dall'ingenio sopra la media, capaci di far eseguire compiti extra alle varie periferiche o componentistiche, non previste dal progetto della casa costruttrice. Ed è praticamente a questi che si deve lo sviluppo delle vari distro Linux. Sono così in gamba che si cerca d'ostacolarli in molti modi. Proponendogli contratti lusinghieri nelle allineate multinazionali del settore, creando leggi ad hoc per impedire il reverse engeeniring, implicandoli in losche trame, e abbinandoli a criminali informatici.

Nonostante tutto ciò, la comunità Linux e viva ed attiva. Abbiamo oggi Distribuzioni che s'avvicinano e superano in molti casi, la oramai famigerata Microsoft.

Conclusioni o il mondo è paese

Ad oggi il computer si guarda come un elettrodomestico, multimediale. La gente è stanca di aspettare minuti, per vedersi la Tele, giocare, o aggiornare. Cerca sistemi che funzionino, ma non sa che cosa dovrebbe funzionare, dato che spesso le applicazioni che usa, sono nate dalla mente dei fornitori, e nessuno gli sarebbe venuto in mente di averle poco prima.

Siamo passati dal aprire il frigo per vedere cosa c'è dentro e comprare l'eventuale ammanco, al sistema domotico che si collega ad internet e ti fa arrivare a casa la fornitura di cibi che nemmeno pensavi esistessero, solo perché il nuovo firmware scaricatosi automaticamente da Internet, presente anche nei bagni ormai, ha inserito la nuova opzione. Combattiamo per vedere il nostro programma, con tempi d'attesa, schede d'attivazione, incompatibilità colute solo dai vari brevetti invece di dare il comando al pulsante d'accensione alla TV che, per intendersi, ormai non funziona, ovvero, non riceve i nuovi segnali opportunamente adattati al sistema di vendita. Fra breve arriverà la interattività capace con il click di avere il capo dell'attrice/attore, direttamente dal produttore. (in alcuni paesi c'è già, ed è questo che hanno puntato e imposto i nostri governatori col digitale terrestre, dato che la visione non ha subito nessun miglioramento, se non per chi pensa che vedere a 1376x 720 a 2 metri di distanza
sia una grande conquista su un monitor da 26/ 32 pollici in 16/9). Automobili con annesso GPS che ci indica fino all'ossessione di prendere quella direzione, incurante del fatto che la strada sia chiusa per lavori e portandoci spesso in campi arati non sapendo dove andare, con conseguenti incidenti di chi cerca di capire una mappa non aggiornata o lotta per avere la connessione per il servizio aggiornamento, impostando il tutto mentre è alla guida. (non sapete quanti TIR si sono infilati in una frazione della mia città natale, appesi irrimediabilmente su una stradina in discesa del 15% su una strettoia del borgo, solo perché nelle mappe la statale non era aggiornata con il nuovo raccordo della super strada in costruzione; per non parlare di quelli che a causa della ristrutturazione della rete autostradale, cercano disperatamente di uscire dal casello che non c'è più a volte riuscendo a prendere uno svincolo contromano, con conseguenze note)

Poi, i virus, i malware, i troyan, ecc. Si stati tentati dall'idea che vengano ideati dalle stessa case produttrici antivirus se non fosse che truffe informatiche, furti telematici ecc., non s'abbinano alla teoria. Quindi si passa a Linux... ma quale? e.. soprattutto... come?!!!

L'amico smanettone, ci indica la distribuzione che secondo lui, va per la maggiore, più supportata. Anni fa io stesso vi avrei consigliato, Mandriva, poi dato il suo percorso leggermente commerciale, SUSE, che anche questa dopo un po',... oggi si elige Ubuntu. Ma, caspita, provatelo a spiegare... E poi, mica è detto che vada tutto a segno al primo colpo. Dobbiamo combattere con periferiche proprietarie. Magari con la mastodontica Nvidia, che rilascia i suoi driver per Linux, ma installarli, configurarli da macchina a macchina, portano via un tempo che a volte prende giorni, per non parlare dell'eventuali upgrade, che avvengono in automatico, ma spesso hanno la tendenza a cancellare e disinstallare pacchetti, perché non in linea con la politica di Nvidia. E spesso sono guai grossi. Per il neofita, l'unica è riformattare, ma a volte non sa nemmeno come si fa.

Poi le varie comunità; ricche di consigli ma che non possono per ragion di logica, sapere tutti i sistemi esistenti, e spesso danno istruzioni che sono riservate a persone molto esperte e conoscenti del linguaggio di compilazione. Nonostante, continua la tendenza a far installare alla macchina, quanto si pensi più in del momento, facendogli fare cose, che sinceramente lasciano l'amaro in bocca dopo un po' (desktop rotante, con effetti 3d, e cavolate simili per poi avere un programma che non può gestire correttamente una scheda d'acquisizione video o DVB, nata per Windows, vista dalla macchina, ma mancante di funzioni perché i codec sono proprietari e il sistema di decodifica è affidato ad un software che fa fatica a decifrare i segnali sempre più VDRM in arrivo, nati appunto per obbligare ad avere Windows.

Ma alla base di tutto c'è sempre la psicologia dell'abitante dominante del pianeta. Far vedere che si è bravi. Costruire un sistema che dia fama e gloria, potere e denaro. Con la conseguenza in ambi i sistemi, di mostrare i muscoli per farsi prendere ed usare come SO.

Linux combatte contro Windows, cercando di superarlo ma non proponendo nulla d'alternativamente valido anche perché si trova a gestire un mondo fatto di periferiche volutamente riservate a Windows. Windows deve vendere. Per cui si trova a dover immettere nuovi sistemi sul mercato ancora prima che siano stabili, con la conseguenza di non essere eccellente.

Il resto... è una storia lunga che durerà ancora per poco...

martedì 9 marzo 2010

La terra che trema

In poco tempo, ci siamo abituati all'idea del terremoto. Abbiamo avuto notizia dai media dei vari eventi che si sono avvicendati nella prima parte dell'anno. Non mi porto più indietro col tempo, dato che la lista sarebbe lunga. Abbiamo avuto la nostra scossa nazionale e non bastasse quella, si sono sviluppati risvolti decisamente di poco gusto sulla gestione del dopo.

A gennaio di quest'anno 2010, abbiamo iniziato a ballare sul serio. Non ricordo bene la scaletta ma dopo la California con un breve tremore, Haiti ci fornisce un triste evento. Non che non ce ne siano state di così violente. Poco prima ad ottobre del 2009, Sumatra viene colpita da un sisma che porterà un bilancio di oltre 1100 morti. L'Indonesia ormai ci ha preparati a sismi di forti entità. Infatti a dicembre sempre di quell'anno, si è verificata una scossa di 6.5 Richter. A seguire varie scosse qua e la per il pianeta che hanno viste interessate anche le nostre regioni; Torino, Genova, Firenze, Aquila, Messina, tanto per citarne alcune. Ovviamente non di così forte intensità, come quello che in quest'anno dopo Haiti, scuote il Cile.

Ma manco ci sia una gara, ecco che in Turchia un altro evento mette in ginocchio la popolazione.

I media ed i governi in occasione degli ultimi tre di fortissima entità, si sono affrettati a tirar fuori l'esperto, che dichiara solenne come non ci sia nessunissima relazione, fra gli eventi, prova ne è la distanza e appartenenti a faglie sismiche diverse. Insomma, state calmi, che non succede nulla e tutto va bene.

Ci sono su Internet, tante di quelle teorie per spiegare questi fenomeni; l'avvicinarsi del famoso 2010; un pianeta o meteorite che sta per schiantarsi sul pianeta; basi militare segrete che conducono esperimenti geomagnetici, per un'ipotetica arma termosismica. Affiancati ai catastrofisti, troviamo i debunkker, che rappresentano il bel balletto delle teorie sbugiardandosi a vicenda con prove e contro prove.

Del resto avevamo già scritto dell'aumento dei terremoti sul pianeta in questo blog. Aggiungiamo che accarezziamo una spiegazione del fenomeno ma non essendo di nostro ingenio, possiamo solo tenercela per noi, dato che non ci reputiamo all'altezza per provarla né sostenerla. Siamo come il resto dell'umanità, attoniti a questo periodo dove sembra i sismi, e violenti, si stanno amplificando in cadenza. Un motivo in più per pensare a qualcosa che non sia solo materiale e spingerci verso mete più interiori.

venerdì 19 febbraio 2010

Il senso di una vita sociale

“... capire se chi ci governa o vuole governare, sia una persona meritevole e che opererà per il bene della comunità, è piuttosto semplice in verità. Basta osservare la sua condotta sessuale. Nulla di buono ci si può aspettare da chi conduce una vita sessuale disordinata, dedica a continue ricerche ed azioni con il fine di soddisfare i propri appetiti sessuali...”



Parole tratte da insegnamenti di una grande anima illuminata.

Vero che al giorno d’oggi si è persa la facoltà di vedere la veridicità di quanto sopra. Nel tempo abitudini apprese fin da piccoli, si sono deviate al punto che parlare di moralità fa apparire il tutto bigotto, fanatico e noioso.

Chi ci parla di morale quasi sempre propone la sua forma di vita e con dovizia di particolari, espone gli argomenti per rendere coerente il suo modo di vita. Alla fine ci si ritrova con tante belle teorie che possiamo scegliere o abbinare come più ci piace per condurre quella che secondo noi, è la giusta filosofia di vita.

Molti anzi, quasi tutti prendono le frasi o le indicazioni che più aggradano per costruire la propria giustificazione d’azione e con la quale, nonostante molte contraddizioni, dirigono la propria vita verso un fine o un altro a seconda la varietà del momento.

Abbiamo una fase giovanile, dove la propria condotta sessuale, è derivata da necessità che cercano di coesistere sul far parte del gruppo d’élite e le voglie che tempeste ormonali inducono al proprio corpo. In questa fase niente deve ormai contrastare quella che si pensa sia la propria definizione sessuale. Se le attitudini interiori vanno verso direzioni poco inclini alla continuità della specie, ecco sapienti temi che parlano e approvano il cambio di direzione, adducendo la causa ad una natura erronea che ha formato un veicolo non concorde con le stimolazioni sensoriali.

Conta in questa stagione della vita, non solo appagare bisogni fisici ma anche quelli psicologici che vogliono essere sempre al vertice della classe sociale. Brama di essere primi in tutto. Di essere sempre quelli che sono allineati con quello che va per la maggiore ed esserne leader.

Fasi successive portano l’individuo a seconda di come ha raccolto successi nella prima fase, che non ha un tempo stabilito ma dipende dai propri umori, verso stabili posizioni sociali via via più marcate che vengono limate nei dettagli per rendere sempre più comoda la posizione raggiunta.

In questa situazione, la persona cristallizza sempre più le proprie attitudini. Chi vuole raggiungere posizioni economiche più allettanti, si vedrà impegnato in faticosi percorsi di carriera dove tutto ha il sapore di sfida continua, dove ogni rischio viene valutato in base al costo, dove l’impegno è giustificato dall’obbiettivo e ci si ritrova ad essere appagati solo dopo aver segnato un +1 nel proprio bilancio giornaliero.
Piani più bassi nella scala sociale, vedono persone che solo cercano di soddisfare bisogni elementari. Magari perché non si ha indovinato la formula vincente oppure perché interessati a vite semplici. Solitamente troviamo persone che alla fine della loro giornata si sentono appagate dal frigo pieno, specie se ben fornito di birre, una bella partita di calcio alla tele, e... una soddisfacente vita sessuale sotto le coperte alla notte. La caratteristica di queste persone nel sesso maschile, è di rallegrasi gli occhi con immagini dell’altrui sesso per condire la loro vita diaria. La sessione femminile preferisce estenuanti giri nei negozi non disdegnando pitture romantiche che portano sollievo e fanno sognare.
La vita sessuale è presa fra i confini del lecito e fra quelli del proibito. Si hanno desideri intimi d’evasione ma sono attuati solo se si presenta l’occasione e solitamente non sono confessati. Nel frattempo però, si cercano le occasioni, coscientemente o meno, per evadere da quello che sembra un peso morale a cui si da credo solo per buona convivenza ed anzi, l’argomento sesso viene relegato a discorsi fra amici, amiche e difficilmente sarà approfondito col patner del quale si teme una reazione discorde e che potrebbe complicare la convivenza, anche perché il compagno o compagna non può stabilire il limite del desiderio espresso che può cambiare in frazioni di tempo dopo.

Abbiamo poi persone che conducono una vera e propria vita dedita alle prestazioni sessuali. Sempre alla ricerca di un nuovo diversivo. Circondati da amici che si rallegrano dell’eventuali nuove acquisizioni e fanno a gara di come rendere sempre più piccante la faccenda.

Troviamo qui le persone che hanno reso la questione sessuale una professione, combinando le attività riproduttive con ingaggi economici, sfidando ogni volta il limite. Sono le persone che portano la bandiera della rivoluzione dei costumi. Facili idoli delle masse assetate da condotte discutibili ma che sono relegate alla dimensione del desiderio e quindi non condannabili. Figure che il tempo cancella dai ricordi ma che rafforzano gli appetiti ormonali rendendoli sempre più giustificabili nelle società. Rappresentazioni del sommerso che poco a poco, stanno dipingendo la nostra società sempre più simile alle condotte in uso nelle bibliche Sodoma e Gomorra.

Rimangono quelli elementi per cui la vita è solo un profittare di tutto, non importa le conseguenze, dato che alla fine non c’è continuità. Assassini, ladri, ecc..

Di quanto elencato, chiaramente non in modo esaustivo ma che si può estrapolare fra situazione e situazione, volente o nolente, ognuno deve condurre anche una vita politica. Che sia di forma attiva, iscrivendosi a qualche partito se non formandone uno, o semplicemente adattandosi alle regole che lo stato in cui vive impone, cercando di pilotare la propria esistenza fra i devo non devo che la legislatura permette o proibisce.

Ma se cerchiamo di addentrarci a quella forma di società, definita già nell’antichità, troviamo contrasti e accozzare di teorie al punto di sfociare in guerre, laddove l’obiettivo non trova altra soluzione. Colpi bassi e complotti sono ormai all’ordine del giorno e se ne può avere idea scorrendo gli articoli di qualche periodico di qualunque paese. Ognuno ha una propria idea sul come dirigere la nazione in cui vive, stranamente nessuno si trova nella completa disponibilità per poter attuare la propria filosofia. Anche i dittatori assisi con potere assoluto, devono combattere le varie fazioni di opposizione che sorgono fra i risvolti del tessuto sociale e spesso racchiusi addirittura nel proprio circolo di comando.

Possibile che l’animale uomo, definito sociale dai biologi, non riesca trovare una forma di convivenza comune atta al bene collettivo?

Lo scorcio d’apertura ci viene in aiuto. Una persona che è libera da regole meccaniche interne e sottoposta a tempeste ormonali nonché psichiche è innanzitutto una persona casta.

Il problema che nel tempo, si è sostituito il significato di casto con astenuto. Una cosa è l’astinenza, dove viene reclusa del tutto la pratica sessuale cosa che comporta sempre contrasti intimi sfociando in forme maniacali e fanatiche. Altra è la castità che vede solo la conservazione delle proprie energie riproduttive intavolandone la via verso risultati più edificanti; ma questo è un discorso a parte che magari chi vuole, può approfondire cercando.

Come può essere fedele ad un popolo intero una persona che non riesce ad essere fedele nemmeno al proprio patner? Come può far valere la propria parola se nella sua vita solo s’incontrano interpretazioni e raggiri per scopi nemmeno ben definiti? Come può governare qualcuno che non riesce a dirigere nemmeno la propria famiglia? Che cerca consensi esterni e non trova armonia nella propria casa?

Ovviamente questa persona è presa dalla voglia di cambiare, dal vivere meglio e magari dovuto a qualche successo economico è convinto che la propria idea sia quella perfetta o perfettibile.

Anticamente chi occupava posizioni di comando era una persona chiamata dal popolo. Una persona al quale veniva imposto un compito, oneroso e difficile e del quale, riceva in cambio solo preoccupazioni e responsabilità. Un esempio di una vita polita corretta lo ritroviamo nel generale Galba (ma non solo) che nell’antica Roma, dopo aver dato la sua vita al servizio in difesa del paese, se ne viveva tranquillo nella sua casa di campagna, giusta ricompensa delle sue fatiche. Nonostante fosse appagato dalla vita coniugale che stava conducendo, le situazioni del momento richiedevano una guida per uscire da una situazione. Il popolo, allora più cosciente e meno bigotto d’oggi, si rivolsero a lui per garantire il benessere comune. Galba non si fece pregare, e lasciata la comoda vita “pensionistica”, prese le redini in mano, portando a termine quanto richiestogli. Infine, invece di accomodarsi sui trionfi del gesto e approfittare per rendersi sovrano assoluto, ritornò alla sua casa per riprendere le sue attività, senza che le ultime gesta pubbliche, siano di orgoglio ma solo appagato all’idea di aver svolto il compito richiestogli. In seguito come la natura umana degenera le cose, anch'egli si incaponì di stabilizzare l'impero e se non fosse per Nerone la sua fine magari non sarebbe stata così tragica.

Oggi personaggi del genere non li troviamo più. Chi conquista la posizione di comando non la lascia più. Addice a giustificazioni come se la sua assenza porterebbe al disastro e il ritorno alla barbarie. In netta contraddizione al fatto che la vita prima o poi lo toglierà di mezzo e quindi che senso ha la permanenza?

Siamo governati da persone che usano il sesso come appagamenti personali e escludono dal contesto che questo sia il metro di giudizio delle loro azioni. Voglio imporci l’idea di guardare agli obiettivi raggiunti e non giudicare le azioni morali che eseguono. Un forma sottile de “il fine giustifica i mezzi”; se per essere preformante nelle scelte politiche, economiche, sociali, devo essere sempre al massimo, allora ben venga la distrazione appagante di una violazione morale, di una sostanza coadiuvante. Tristemente, sempre più gli si da ragione. Un uomo politico può permettersi di tradire il proprio partner, fare quello che più gli aggrada nella vita privata e non dover rendere conto a nessuno di quanto commesso, anzi.

Travisando quello che è l’esempio. Le nuove generazioni mosse da impulsi naturali, fanno della vita sessuale dell’esponente politico, uno stile di vita apprezzabile e desiderabile. Invertendone i termini, tanto il risultato non cambia. Per essere al vertice, si deve condurre una vita sessuale che fino a non poco tempo fa era dichiarata, degenerata; usare sostanze doppanti che mettano l’alterazione fisiologica necessaria a reprimere le inibizioni. Di conseguenza il leader di questa condotta, otterrà sempre maggior consensi, visto che garantirà con leggi appropriate la ribellione morale, la condotta discutibile ma che nel tempo non solo non lo sarà ma sarà impensabile l’opposto. S’invertirà il senso del bene e male.

Come finirà? Non siamo veggenti ma non occorre esserlo per vedere come stanno andando le cose. Sempre più corruzione ci circonda e la vita è sempre più complicata. Abbiamo intrapreso la via del disastro ma non ce ne importa e non riusciamo a venirne fuori. Siamo convinti che perfezionando il sistema, limando qua e là i paletti sociali, alla fine tutto si risolva, ottusamente non vogliamo vedere il peggiorare della situazione. Non vogliamo renderci conto della pesantezza nella quale viviamo ma anzi, siamo convinti di andare per il meglio.

Vita felice quella in cui ci si può ritemprare dalle fatiche del giorno, trascorrendo idilliaci istanti col proprio partner. Condividere i momenti più intimi e sapere di contare su un vero amico, amica. Affrontare ogni giorno col sorriso di chi sa di avere qualcuno che sarà li per aiutarti nelle sue possibilità. Trovare la gioia di avere fra le braccia la persona che si ama veramente, cosa che ci porta in un piano di estasi dove tutto ha un sapore nuovo, ogni momento. Il gusto di stare vicini senza per questo avere la mente invasa da desideri ma solo godere dell’istante. Ritrovarsi bambini, quando non vedevamo una persona per il suo sesso, ma per la felicità che questa sapeva infonderci. Completare questo con l’apoteosi di un’unione tesa ad amplificare la gioia reciproca compartendo e unendosi in un solo corpo dove la parola “anima”, acquista significato e i racconti dello spirito iniziano ad avere forma.

Ma al posto di comando sempre ci sarà la persona che la collettività merita. Questa è la sintesi di un’espressione maggioritaria e non l’inverso. La società è formata dagli individui che la compongono e questa è il risultato di questi. Non si può cambiare la società per cambiare gli individui dato che è la conseguenza e non la causa. Per cambiare la società, serve cambiare individualmente. Solo dopo una maggioranza di individui coscienti, porta al governo un individuo cosciente e che sarà comunque, la rappresentazione di quello che siamo.

Se non siamo capaci di essere felici nel nostro piccolo quotidiano, lasciamo il tema delle grandi battaglie esterne. Le persone al comando non avranno potere non avendo chi li sostiene e nel tempo, saranno sostituite con chi meglio. Nel frattempo adoperiamoci a vivere una vita sana, che abbia scopi diretti atta a vivere con l’essere amato e rafforzando l’amore che ne scaturisce. Difficile cammino, ma ricco di sostanza che invito a ricercare.

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