La paura si sente a naso. Questa fortissima emozione è associata a un particolare odore avvertibile dal naso umano. Sembra anche che questo odore del terrore sia contagioso e questo spiega, in parte, perchè in un gruppo in pericolo si diffonda rapidamente il panico generalizzato.
A fare questa scoperta è stato un gruppo di studiosi dell'Università di Dusseldorf, in Germania, che ha pubblicato uno studio sulla rivista “Plos One”.
Per giungere alla conclusione che siamo capaci di sentire l'odore della paura, gli studiosi hanno considerato due gruppi di studenti, inserendo sotto le ascelle di tutti loro del cotone assorbente.
Il primo gruppo avrebbe dovuto sostenere un esame orale in un breve lasso di tempo, mentre il secondo insieme di persone doveva solo svolgere un'ora di esercizio fisico.
Bettina Pause, una delle ricercatrici coinvolte nell'esperimento, spiega che, in seguito, è stato chiesto ai volontari di annusare i tamponi di cotone, imbevutisi di sudore, mentre gli studiosi rilevavano le reazioni del loro cervello agli odori percepiti tramite l'esame della risonanza magnetica funzionale.
Il risultato ottenuto ha indicato che nessuno dei volontari ha individuato a livello cosciente una differenza tra il sudore di chi doveva sostenere l'esame e di aveva semplicemente fatto sport, ma il loro cervello era, invece, perfettamente in grado di distinguere la differenza tra i due tipi di sudorazione con i propri rispettivi odori.
Dunque, seppur a livello inconscio, il nostro naso ci fa percepire la paura nostra e di chi ci è accanto.
Questa scoperta conferma, secondo i ricercatori tedeschi, che l'olfatto umano è molto più sensibile di quanto finora si pensasse e spiega perchè le sensazioni di panico si diffondano rapidamente in gruppo dove alcuni individui sono particolarmente impauriti.
Gli studiosi ritengono che il sudore di una persona terrorizzata contenga sostanze chimiche particolari che conferiscono a esso un odore peculiare, diverso da quello di una persona tranquilla. Questo “sudore della paura” è in grado di attivare reazioni di timore anche in chi è accanto alla persona impaurita.
Le aree cerebrali attivate dall'odore della paura sono quelle connesse con le emozioni sociali e con l'empatia, cioè l'insula, la corteccia cingolata e il giro fusiforme. Responsabili della percezione olfattiva inconscia del senso di timore sono i ferormoni, sostanze rilasciate nella sudorazione che segnalano a chi ci sta accanto quali emozioni stiamo provando: è noto che queste molecole odorose sono implicate nel gioco della seduzione tra un uomo e una donna, facendo percepire all'altro se e quanto siamo attratti da lui o da lei.
Scoperto nel sudore maschile l'odore della paura. Un 'elisir' in grado di influenzare le donne alle prese con estranei dai volti ambigui, spingendole a giudicarli pericolosi. Di fronte a una minaccia molti animali rilasciano sostanze chimiche, una sorta di segnale di avvertimento destinato ai componenti della propria specie, che reagiscono di conseguenza. Gli psicologi della Rice University, diretti da Denise Chen e finanziati dai National Institutes of Health americani, sono partiti dall'idea che un fenomeno simile si verificasse anche nell'uomo: nel sudore, dicono, restano tracce chiare della paura provata da un soggetto.
Ma dal momento che il sistema di percezione umano coinvolge spesso più di un senso, gli studiosi hanno cercato di capire se anche l'odore della paura funzionasse in questo modo. Così la Chen e il suo team hanno raccolto diligentemente campioni di 'sudore pieno di paura' da alcuni volontari maschi. E questo grazie a speciali cerotti, applicati sotto le ascelle dei soggetti, mentre questi guardavano film terrorizzanti. Più tardi alcune volontarie sono state esposte alle sostanze chimiche presenti nel 'sudore pauroso': praticamente gli scienziati hanno piazzato sotto le narici delle 'cavie' in rosa garze impregnate ad hoc.
Poco dopo i ricercatori hanno fatto scorrere davanti agli occhi delle volontarie alcune immagini di volti che avevano un'aria felice, ambigua o paurosa. Le donne dovevano giudicare l'espressione dei volti di volta in volta, premendo dei tasti del pc. Ebbene, il fatto di avere sotto il naso l'odore della paura maschile, ha spinto le donne verso un'interpretazione più timorosa dei volti: le volontarie erano più inclini a giudicare un'espressione paurosa, ma solo quando questa in realtà era ambigua.
Insomma, l'effetto-allarme dell'odore maschile svaniva nel caso in cui le emozioni facciali erano più chiare. Secondo Chen, un'emozione rilevata da un senso modula la maniera in cui questa viene percepita attraverso un altro, specie se si tratta di un segnale ambiguo. Per dirla in un altro modo, i nostri sensi sono intrecciati e interagiscono fra di loro. Nel caso dell'olfatto questo avviene in modo 'sotterraneo', e spesso senza che ce ne rendiamo conto.
"Il nostro studio fornisce la prova che il sudore umano contiene significati emozionali - spiega Chen - e dimostra anche che l'olfatto interagisce con la vista in modo specifico, quando si tratta di emozioni". Dal momento che gli esseri umani hanno sviluppato al massimo vista e udito, la funzione dell'olfatto nell'uomo resta ancora in gran parte enigmatica. "Questo senso - conclude la ricercatrice - guida la nostra percezione sociale quando i sensi più 'dominanti' sono nel dubbio o indeboliti".
A fare questa scoperta è stato un gruppo di studiosi dell'Università di Dusseldorf, in Germania, che ha pubblicato uno studio sulla rivista “Plos One”.
Per giungere alla conclusione che siamo capaci di sentire l'odore della paura, gli studiosi hanno considerato due gruppi di studenti, inserendo sotto le ascelle di tutti loro del cotone assorbente.
Il primo gruppo avrebbe dovuto sostenere un esame orale in un breve lasso di tempo, mentre il secondo insieme di persone doveva solo svolgere un'ora di esercizio fisico.
Bettina Pause, una delle ricercatrici coinvolte nell'esperimento, spiega che, in seguito, è stato chiesto ai volontari di annusare i tamponi di cotone, imbevutisi di sudore, mentre gli studiosi rilevavano le reazioni del loro cervello agli odori percepiti tramite l'esame della risonanza magnetica funzionale.
Il risultato ottenuto ha indicato che nessuno dei volontari ha individuato a livello cosciente una differenza tra il sudore di chi doveva sostenere l'esame e di aveva semplicemente fatto sport, ma il loro cervello era, invece, perfettamente in grado di distinguere la differenza tra i due tipi di sudorazione con i propri rispettivi odori.
Dunque, seppur a livello inconscio, il nostro naso ci fa percepire la paura nostra e di chi ci è accanto.
Questa scoperta conferma, secondo i ricercatori tedeschi, che l'olfatto umano è molto più sensibile di quanto finora si pensasse e spiega perchè le sensazioni di panico si diffondano rapidamente in gruppo dove alcuni individui sono particolarmente impauriti.
Gli studiosi ritengono che il sudore di una persona terrorizzata contenga sostanze chimiche particolari che conferiscono a esso un odore peculiare, diverso da quello di una persona tranquilla. Questo “sudore della paura” è in grado di attivare reazioni di timore anche in chi è accanto alla persona impaurita.
Le aree cerebrali attivate dall'odore della paura sono quelle connesse con le emozioni sociali e con l'empatia, cioè l'insula, la corteccia cingolata e il giro fusiforme. Responsabili della percezione olfattiva inconscia del senso di timore sono i ferormoni, sostanze rilasciate nella sudorazione che segnalano a chi ci sta accanto quali emozioni stiamo provando: è noto che queste molecole odorose sono implicate nel gioco della seduzione tra un uomo e una donna, facendo percepire all'altro se e quanto siamo attratti da lui o da lei.
Scoperto nel sudore maschile l'odore della paura. Un 'elisir' in grado di influenzare le donne alle prese con estranei dai volti ambigui, spingendole a giudicarli pericolosi. Di fronte a una minaccia molti animali rilasciano sostanze chimiche, una sorta di segnale di avvertimento destinato ai componenti della propria specie, che reagiscono di conseguenza. Gli psicologi della Rice University, diretti da Denise Chen e finanziati dai National Institutes of Health americani, sono partiti dall'idea che un fenomeno simile si verificasse anche nell'uomo: nel sudore, dicono, restano tracce chiare della paura provata da un soggetto.
Ma dal momento che il sistema di percezione umano coinvolge spesso più di un senso, gli studiosi hanno cercato di capire se anche l'odore della paura funzionasse in questo modo. Così la Chen e il suo team hanno raccolto diligentemente campioni di 'sudore pieno di paura' da alcuni volontari maschi. E questo grazie a speciali cerotti, applicati sotto le ascelle dei soggetti, mentre questi guardavano film terrorizzanti. Più tardi alcune volontarie sono state esposte alle sostanze chimiche presenti nel 'sudore pauroso': praticamente gli scienziati hanno piazzato sotto le narici delle 'cavie' in rosa garze impregnate ad hoc.
Poco dopo i ricercatori hanno fatto scorrere davanti agli occhi delle volontarie alcune immagini di volti che avevano un'aria felice, ambigua o paurosa. Le donne dovevano giudicare l'espressione dei volti di volta in volta, premendo dei tasti del pc. Ebbene, il fatto di avere sotto il naso l'odore della paura maschile, ha spinto le donne verso un'interpretazione più timorosa dei volti: le volontarie erano più inclini a giudicare un'espressione paurosa, ma solo quando questa in realtà era ambigua.
Insomma, l'effetto-allarme dell'odore maschile svaniva nel caso in cui le emozioni facciali erano più chiare. Secondo Chen, un'emozione rilevata da un senso modula la maniera in cui questa viene percepita attraverso un altro, specie se si tratta di un segnale ambiguo. Per dirla in un altro modo, i nostri sensi sono intrecciati e interagiscono fra di loro. Nel caso dell'olfatto questo avviene in modo 'sotterraneo', e spesso senza che ce ne rendiamo conto.
"Il nostro studio fornisce la prova che il sudore umano contiene significati emozionali - spiega Chen - e dimostra anche che l'olfatto interagisce con la vista in modo specifico, quando si tratta di emozioni". Dal momento che gli esseri umani hanno sviluppato al massimo vista e udito, la funzione dell'olfatto nell'uomo resta ancora in gran parte enigmatica. "Questo senso - conclude la ricercatrice - guida la nostra percezione sociale quando i sensi più 'dominanti' sono nel dubbio o indeboliti".
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