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martedì 10 febbraio 2009

La catena di S. Antonio delle banche


La crisi mondiale delle banche innescata dalla speculazione dei subprime americani, sia pure ben lungi dall’essere superata, ha se non altro un merito: tutti avranno finalmente capito che il sistema bancario si regge su un meccanismo del tutto simile alle famigerate Catene di S. Antonio.

Con la differenza che queste sono vietate dalla legge, mentre la Catena di S. Antonio delle banche è legalizzata. Si basa sul fatto che, statisticamente parlando, solo una piccola percentuale dei depositi viene ritirata dai clienti. Questo permette alle banche di prestare denaro che in realtà non hanno, creandolo dal nulla con la riserva frazionaria. Possono cioè prestare 100 euro avendone in cassa solo 2!. Se però si diffonde la paura e la gente corre in banca a ritirare i propri soldi, “spezzando la catena”, ecco che le banche crollano in serie come giganti dai piedi d’argilla.

La vera rivoluzione sarebbe (ma si farà mai?) che lo Stato si riprendesse la proprietà della moneta: che non è delle banche, che sono soggetti privati a scopo di lucro, come Bankitalia, che “prestano” soldi allo Stato semplicemente stampando carta moneta, ma del popolo.

Il sistema bancario in definitiva, col controllo e la creazione della moneta, è il responsabile del mostruoso debito pubblico che strozza il paese e i cittadini.

Pare sia stato un esponente dei Rotschild, la famosa dinastia di banchieri, a dire una volta: “Se la gente sapesse come viene creato il denaro farebbe la rivoluzione prima di domattina”. E il premio nobel per l’economia (1988) Maurice Allais, ha affermato: “L’attuale creazione di denaro dal nulla operata dal sistema bancario è identica alla creazione di moneta da parte di falsari. La sola differenza è che sono diversi coloro che ne traggono profitto“.

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