Ricerca personalizzata

martedì 31 marzo 2009

Mercurio?... No, grazie. Meglio HiTec

ADDIO TERMOMETRI AL MERCURIO

(AGI) - Roma, 30 mar. - Sono tra gli oggetti familiari in ogni casa, presenza fissa sul comodino durante l'influenza per grandi e piccini, strumento affidabile ma anche "manipolabile" da chi voleva simulare una febbre per evitare la scuola. Ma hanno le ore contate. Scatta venerdi' 3 aprile, infatti, il divieto di commercializzazione dei termometri al mercurio, che non potranno piu' essere prodotti ne' venduti in Italia. Entra in vigore il decreto ministeriale del 30 luglio 2008, in attuazione di una direttiva CE emanata per evitare che i termometri finiscano tra i rifiuti e cosi' pure il mercurio, ritenuto dannoso per l'ambiente e, a lungo termine, per la salute umana. Il decreto inserisce tra i prodotti vietati contenenti mercurio i termometri per la misurazione della temperatura corporea, ma anche manometri, barometri, sfigmomanometri. Per queste ultime categorie, tra cui lo strumento piu' frequente e' il misuratore della pressione al mercurio, scatta pero' una sorta di moratoria: saranno vendibili fino al 3 ottobre, dopodiche' la Commissione esaminera' la disponibilita' di alternative affidabili e piu' sicure (nonche' economicamente accessibili). Per i termometri, tuttavia, e' pronto il requiem, anche se quelli conservati in milioni di case italiani sono ovviamente ancora utilizzabili.
Ma dal 4 aprile cosa trovera' un cittadino in farmacia? "Le alternative sono molte e valide - rassicura Annarosa Racca, presidente di Federfarma - dai dispositivi digitali a quelli a raggi infrarossi. Non si rompono, durano di piu' e sono affidabili. E ormai quasi tutti costano quanto i termometri al mercurio, cioe' attorno ai 5 euro. Certo ci sara' nostalgia per i vecchi termometri, ma presto i cittadini capiranno i vantaggi delle nuove tecnologie, anche per la sicurezza dei propri bambini". Nno e' raro sentire testimonianze su presunte "discrepanze" tra la temperatura segnata dai termometri al mercurio e quella dei loro successori piu' moderni, ma anche i medici di famiglia lanciano un messaggio tranquillizzante: "Non c'e' dubbio - spiega Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg - il termometro al mercurio e' sostituibile, se ci sono scarti sono minimi e non compromettono la possibilita' di rendersi conto delle condizioni di un paziente". Le alternative piu' affidabili? "Senza dubbio i termometri digitali sotto l'ascella, che tra l'altro danno il segnale di stabilizzazione della temperatura, e impiegano pochi secondi. Poi ci sono quelli auricolari, che pero' hanno qualche margine di errore, e quelli a raggi infrarossi venuti fuori durante l'aviaria, che sono i piu' costosi. Ma tutti devono sapere - conclude il medico - che i termometri digitali sono piu' sicuri di quelli al mercurio, che spesso si rompevano causando rischi per i bambini, non solo per il mercurio ma per le schegge di vetro".

Assistenza gratuita agli amici…

Chi lavora in ambito informatico lo sa. Amici, parenti, vicini di casa, passanti e animali domestici si rivolgono a noi pretendendo supporto tecnico in ogni momento della giornata: “il computer non va”, “mi scarichi il tal file?”.

Gratis.

Ecco alcuni buoni motivi per non fornire mai assistenza tecnica gratuita a chicchessìa (tranne la propria ragazza, lei ha il bonus speciale):

  • Il giorno sul pianeta Terra è di 24 ore
    Veniamo chiamati di notte, di giorno, durante il lavoro, quando siamo in bagno, al mare, in montagna… Ogni momento è buono per “aspetta che chiedo a X, lui di sicuro lo sa”
  • Sei responsabile di qualunque cosa tu tocchi, per tutti i secoli dei secoli
    Sistemare un qualunque minuscolo componente ti rende responsabile di qualunque evento, fortuito o no, possa capitare al computer su cui hai messo mano. Si fonde l’hard-disk di un pc sistemato anni fa? Arriva la telefonata: “oh, il computer non va, non è che hai toccato qualcosa quando hai sistemato il pezzo XYZ?”
  • Ci si aspetta che tu conosca ogni applicazione mai creata dal genere umano
    Saper usare un computer ti rende (agli occhi del tuo “cliente”) capace di qualsiasi cosa. Non importa che l’applicazione sia stata sviluppata ad hoc per il tuo amico da un team di drogati indiani. Tu devi per forza saperla usare. Alla perfezione. Pena sguardi alla “povero pirla, è così facile, DEVI per forza conoscerla”
  • Non c’è limite alle richieste
    Dalla pulizia del mouse al montaggio di centrali nucleari casalinghe… Beh, non c’è limite alle richieste. A casa mia ogni cosa che monti un chip (lavastoviglie, phon, videoregistratore) è di mia competenza
  • I tuoi servigi e le tue competenze saranno sottovalutate
    Lavori gratis, le tue competenze sono di basso profilo, tu sei di basso profilo. Chi invece prende 100 euro all’ora e fa le stesse cose che magari fai tu per i tuoi amici senza chiedere un euro viene visto come un semi-dio dagli stessi amici che poi aiuti nel tuo (poco) tempo libero
  • Ci sono sempre costi nascosti
    Non prendi soldi, ma di sicuro ne spendi. Senza scomodare la classica “il tempo è denaro” ci sono sempre dei costi nell’assistenza gratuita: telefonate, benzina per gli spostamenti…
  • C’è chi sfrutterà le tue competenze per far soldi / migliorarsi / farti le scarpe
    Capita a tutti. A volte fa rosicare. Di brutto.

Nonostante tutto noi informatici siamo un po’ così. Una mano la diamo sempre, anche agli sconosciuti. Sarà masochismo, sarà altruismo, sarà scemenza. Che ci volete fare

lunedì 30 marzo 2009

Vuoi guadagnare lavorando da casa?

Una volta per “lavoro da casa” si intendeva una tecnica acchiappacitrulli, oggi si chiama piu’ finemente “social engineering” che consisteva nel far lasciare a fiduciose persone, in un deposito in denaro per avere della merce di pochissimo valore da lavorare, le collane di bigiotteria, per esempio, sono andate per la maggiore per molti anni…

Poi, quando il lavoro era finito, le collane erano pronte e dovevano essere rimandate alla ditta committente, succedeva che le collane e ditta sparivano nel nulla e nessun pagamento per il lavoro fatto era corrisposto (e soprattutto anche il deposito era perduto) oppure, dato il basso valore delle collane, la ditta committente spariva nel nulla lasciando i lavoratori casalinghi con un “un pugno di collane” di scarso pregio.

Adesso questi social-acchiappacitrulli si sono fatti più raffinati…

Chi non ha mai ricevuto dello spam in cui, con un italiano più o meno stentato, si offrono lavori da poco impegno, col computer, con un rendimento esagerato ?

Grazie a loro il mio filtro antispam non e’ mai disoccupato.

Quale sarà il meccanismo che ruota intorno a questa truffa ?

Di solito è una fantomatica azienda, ovviamente straniera, che cerca punti di contatto per venire in Italia a vendere le sue merci (inesistenti) e cerca persone fidate (su internet ??? ma dai….) a cui affidare la gestione dei loro affari.

Tanto per presentarsi e dare segno di buona volonta loro appoggiano sul conto corrente della “vittima” un certo quantitativo di denaro, poniamo per esempio, 20.000 euro, da tenere parcheggiati per un certo tempo, purtroppo, diciamo dopo un pai odi settimane o poco più esce fuori un problema, inventano una scusa qualunque come una legge che non consente loro di operare in Italia etc. etc. e quindi si devono ritirare e ti chiedono di rimandare loro i soldi con un sistema di pagamento un po’ particolare, tipo Western Union, lasciandoti, con tante scuse, 2.000 euro per il disturbo.

La cosa e’ allettante, guadagnare 2.000 euro senza fare nulla a chi non piacerebbe ???

Però c’e’ un inghippo, il trucco è proprio l’uso Western Union e funziona cosi: tu vai un centro WU, dove vogliono sapere chi sei e a chi devi mandare i soldi. Per il movimento di denaro l’agenzia si tiene una percentuale dell’importo totale spedito, che viene tolta dai 18.000 euro che vengon rimandati, quindi la vittima non spende nulla, c’è solo il piccolo disturbo coperto dai 2.000 euro rimasti sul conto corrente.

A transazione avvenuta WU comunica un codice a colui che versa il denaro che servirà al destinatario per incassare i soldi.

A questo punto si manda il codice per email al “datore di lavoro mancato” e finisce li, poco disturbo, poco tempo perso, 2.000 euro guadagnati.

O almeno SI CREDE che finisca li.

Pensate che si sono posti, anche in Europa, dove per ritirare i soldi alla WU non serve un documento di identità, basta il solo codice. Quindi un signor Nessuno TalDeiTali può ritirare i soldi e svanire nel nulla.

E allora ? Dove sarà mai il problema ?

Il problema risiede nel fatto che i 20.000 euro originali provenivano da azioni di phishig su conti correnti di ignari utenti internet che sono stati buggerati dalle email che chiedono la password per rientrare nel loro conto corrente e dopo l’hanno fornita, già che siamo, per sicurezza, dacci anche quei 20 / 30 numerelli che servono a comporre i loro pin e servono per le transazioni via internet.

Quindi alla fine del giro fra qualche mesi l’ignaro riciclatore di denaro sporco si ritroverà in casa la Guardia di Finanza che vuol sapere che fine hanno fatto i soldi RUBATI via internet da conti correnti sparsi nel modo.

Spiegargli tutto il giro sarà assai dura…

Qualcuno potrà obbiettare che tutto questo ragionamento non è plausibile, che sembra fantascienza, ma allora, dico io, perchè CONTINUANO ad arrivare le mail di phishing ?

Sempre diverse, fatte sempre meglio. Tenete conto che il sito web “civetta” fatto identico a quello di una qualche banca richiede tempo per essere messo in piedi, richiede risorse (almeno un server dove tenerlo e un po’ di banda) e che vive, di fatto, poche ore, appena una nuova mail di phishing esce in pubblico il sito civetta cui fà rifrimento viene spento in breve tempo, quindi se teniamo conto del volume ESAGERATO di mail di phishing che girano, del volume di persone che operano per cercare di farlo funzionare ci DEVE essere un rientro economico.

E qualche sprovveduto che cade nelle email civetta di poste italiane che rivuole la sua password si trova sempre

E in queste situazioni non c’è antivirus o sistema operativo “secure by design” che regge, l’unica cosa che funziona e’ il cervello dell’utente che, ahimè, ultimamente scarseggia….

Categorie lavorative dell’informatica

Neoassunto
Entra negli edifici. Riconosce una locomotiva due volte su tre. Può maneggiare solo armi scariche. Sta a galla con la ciambella. Parla ai muri.

Programmatore
Inciampa nei gradini quando tenta di entrare negli edifici. Talvolta dice “Guarda il ciuf-ciuf”. Si bagna con una pistola ad acqua. Sa evitare di annegare nelle pozzanghere. Borbotta tra sè.

Analista-programmatore
Lascia profondi segni sui muri quando tenta di scavalcare edifici. Viene travolto da un locomotore da manovra. Può talvolta maneggiare armi senza ferirsi. Sa nuotare in piscine poco profonde. Parla agli animali.

Analista senior
Può talvolta saltare capanne con la rincorsa. Perde dopo strenua lotta con un locomotore da manovra. Può sparare un proiettile. Nuota bene. Viene occasionalmente interpellato da Dio.

Capo progetto
Scavalca edifici con la rincorsa. E’ potente quanto un locomotore da manovra. E’ veloce quasi quanto un proiettile. Cammina sull’ acqua in una piscina coperta. Parla con Dio se viene approvata una speciale richiesta.

Capo degli analisti
Scavalca edifici in un sol balzo. E’ più potente di un locomotore da manovra. E’ veloce come un proiettile. Cammina sull’ acqua se il mare e’ calmo. Parla con Dio.

Direttore dei servizi informativi
Scavalca i grattacieli con un salto. E’ più potente di una locomotiva. E’ più veloce di un proiettile. Cammina sull’ acqua. Da’ suggerimenti a Dio.

Sistemista
Solleva gli edifici e cammina sotto di essi. Fa deragliare le locomotive. Afferra i proiettili coi denti e li mangia. Gela l’acqua con un solo sguardo. E’ DIO.

Il “trusted computing” for dummies, spiegare in parole semplice perchè il vostro computer non è realmente vostro

Come la prendereste se la vostra auto / moto / scooter si comportasse in modo indipendente dalla vostra volonta ma secondo i voleri del costruttore ?

E se lo facesse il vostro computer ?

Un sentito ringraziamento agli attori del GLUG di Catania per la realizzazione del filmato rialsciato con licenza Creative Commons…

domenica 29 marzo 2009

Un numero verde per denunciare gli abusi dei gestori telefonici [finalmente]

E’ stato istituito il contact center dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Da pochi giorni è disponibile un numero verde per denunciare gli abusi dei gestori di adsl, telefonia fissa e mobile.

Le denunce verranno inoltrate all’Agenzia per le Comunicazioni (AgCom)

Il numero (gratuito da telefono fisso) è l’800.185.060 ed è operativo dalle 10 alle 14 dal lunedì al venerdi, mentre per chi chiama da telefono cellulare è disponibile il numero a pagamento 081.750.750.



venerdì 27 marzo 2009

Earth hour: domani staffetta del buio in 3.000 citta'

SYDNEY - Una campagna per combattere la crisi climatica, partita in Australia due anni fa con poco più di due milioni di partecipanti, raggiungerà proporzioni davvero globali questo sabato sera. La Earth Hour o Ora della Terra, il black-out volontario di un'ora (dalle 20,30), delle luci di casa, dei locali, e dei gioielli artistici e architettonici del mondo, conta quest'anno su un miliardo di partecipanti in 2848 città di 83 paesi, fra cui oltre 60 capitali. Gli organizzatori del Wwf affermano che spegnere la luce per un'ora sarà un referendum mondiale, che manderà un potente messaggio collettivo sull'importanza dell'azione per combattere il cambiamento climatico.

Specie in vista del vertice di dicembre a Copenaghen, dove i leader del mondo dovranno formulare una strategia comune e forte contro il riscaldamento globale. Il gesto serve anche a ricordare che tutti debbono riflettere su come consumano energia, e modificare le abitudini quotidiane per consumare meno. Per molti poi sarà l'occasione di una serata romantica a lume di candela, mentre gli astronomi raccomandano di studiare le stelle, nel cielo notturno finalmente indisturbato dalle luci della città.

La staffetta prende il via nel piccolo arcipelago delle Chatham, la terra abitata più vicina alla linea della data, dove le 20,30 locali corrispondono alle 7,45 in Italia, e dove saranno spenti i generatori a diesel, visto che non vi è corrente elettrica. Il testimone passa 45 minuti dopo alla Nuova Zelanda, due ore dopo (le 10,30 in Italia) all'Australia orientale dove si immergeranno nel buio Sydney e Melbourne, e quindi a Seoul, Pechino, e via via fino a Mosca, Atene, Città del Capo, Parigi, Londra, per finire a Las Vegas. Dopo la Sky Tower di Auckland e l'Opera House di Sydney rimarranno man mano a luci spente i luoghi simbolo della civiltà umana, dall'Acropoli di Atene alla Tour Eiffel, da Piccadilly Circus al Cristo Redentore di Rio, alle Cascate del Niagara.

In Italia si spegnerà anche la Cupola di San Pietro mentre il capitano della Roma, Francesco Totti, spingerà l'interruttore per il Colosseo. Tra gli altri monumenti al buio Ponte di Rialto, Torre di Pisa, Valle dei Templi, Castello Sforzesco e Acquario di Genova.

Molte le personalità che hanno dato sostegno all'iniziativa del Wwf, fra cui i premi Nobel Rita Levi Montalcini e Desmond Tutu, l'astrofisica Margherita Hack, il premio Oscar Cate Blanchett e l'astronauta Roberto Vittori.


Privitazzare l'acqua


Acqua

C’e’ una mail che sta girando da qualche tempo. Il passaparola di un articolo ci racconta come stia avvenendo la privatizzazione dell’acqua pubblica nel nostro paese.
In Italia, mentre si discute della scuola pubblica, il governo di Silvio Berlusconi ha approvato in Parlamento l’articolo 23bis del decreto legge 112, di Tremonti. Questo articolo prevede che la gestione dei servizi idrici sarà sottomessa alle regole dell’economia capitalistica. L’acqua potrebbe non essere piu’ un bene pubblico, ma sarà gestita privatamente da multinazionali internazionali. Quelle stesse multinazionali che attualmente gestiscono le acque minerali.

A Latina ad esempio e’ gia’ stato deciso dalla Veolia un aumento del 300 per cento sulle bollette. Ecco allora il decreto legge:

2. Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite[…]
5. Ferma restando la proprietà pubblica delle reti, la loro gestione può essere affidata a soggetti privati.[…]
(10. d.) tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica in materia di rifiuti, trasporti, energia elettrica e gas, nonche’ in materia di acqua
“.

Poco a poco si sta concretizzando il disegno di alcuni "ladri dell'umanità". Ricordo molto bene i discorsi di alcuni dirigenti di un'azienda divenuta SpA, grazie a leggi apposite, dopo essere stata municipale e quindi detenere i servizi della provincia in cui risiedeva, sul fatto che alcuni pozzi d'acqua in loro gestione, erano chimicamente inseribili in acque oligominerali; si lamentavano del fatto di non aver potuto incanalare queste acque in stabilimenti atti a fornire una nuova acqua minerale nel mercato. Acque pubbliche, sottratte al cittadino e poste in vendita nei negozi alimentari. Allora l'azienda non aveva molti agganci nelle multinazionali del settore e si vociferava di concorrenza limitante. Poi l'azienda si aggregò con altre (avete presente le scatole cinesi del mercato?), ed ecco che la qualità dell'acqua al rubinetto, rientrava poco a poco nei limiti di legge, calando di qualità dato che era ben superiore. Questioni di costi: mantenere i parametri entro i limiti di legge è più economico. Meglio mescolare l'acqua ottima con acqua scarsa, si ottiene maggiori volumi e questi, si possono vendere a ulteriori clienti che visto la metratura aumentata, le leggi attuali ne consentono l'ampliamento del bacino d'utenza. Poco importa se il "prodotto" (come viene chiamato dai commercianti, qualsiasi cosa produca lucro e denaro) è di scarsa qualità e i cittadini si lamentano. Rientra nei parametri e poi, cari cittadini, c'è gente che acqua così se la scorda...

Oggi l'azienda è sempre più controllata dalle varie multinazionali del settore, nascondendosi da banche elargenti sovvenzioni. Le stesse multinazionali che offrendosi, magnanime, di gestire il servizio dell'acqua, provocarono la guerra civile in Colombia, non molto tempo fa.

Ma la gente oltre a non sapere, non vuole sapere: Cosa vuoi che succeda? Ah sì è aumentato un po' il prezzo in bolletta, bhè, forse il doppio .. ma dai sono tutti complotti.

Ma anche volendo fare qualcosa, che si fa? Oramai nessuno ha il potere di contrapporsi, è un muro di gomma. Aspettiamoci il peggio, che non mancherà di venire, vedrete.

giovedì 26 marzo 2009

Rumor(s)



Futuro, si va per il meglio; la società si evolve...


Scenario: Devi fare un viaggio:
Anno 1977: Viaggi in un aeroplano, ti danno di mangiare e ti invitano a bere tutto quello che vuoi, tutto servito da hostess spettacolari in una poltrona nella quale ci possono stare due come te.
Anno 2009: Entri nell'aeroplano abbottonandoti la cintura dei pantaloni che ti hanno fatto togliere per passare il controllo, ti mettono su una poltrona che se respiri profondamente metti il gomito nell'occhio a quello seduto al tuo lato; hai sete l'addetto ti pone una foglietto con le bibite ed i suoi prezzi saliti un 50 percento perché sì. E che non ti venga in mente di protestare.

Scenario: Disciplina scolare:
Anno 1977: Facevi una bullata in classe. Il professore ti dava due sberle ben meritate. Quanto tornavi a casa tuo padre era già informato e te ne dava altre due.
Anno 2009: Fai una bullata: Il professore si chiede scusa. Tuo padre ti chiede scusa e ti compra una motocicletta.

Scenario: Franco e Marco si spartiscono alcuni cazzotti finite le lezioni.
Anno 1977: I compagni li incoraggiano, Franco vince. Si danno le mani e finiscono con l'essere amici del biliardo.
Anno 2009: La scuola viene chiusa, Canale Cinque proclama il mese di antiviolenza nelle scuole; il giornale "Repubblica" intitola a cinque colonne il tema e Rete 4 intervista il ministro dell'istruzione sotto un temporale di fronte al portone della scuola per presentare il telegiornale.

Scenario: Luigi rompe il vetro di un'automobile nel quartiere; suo padre si sfila la cintura e la usa per correggerlo.
Anno 1977: Luigi sta più attento per la prossima volta, cresce normalmente, va all'università e si trasforma in un uomo di commercio con successo.
Anno 2009: Arrestano il padre di Luigi per maltrattamento a minore. Senza la figura paterna, Luigi si unisce ad una banda. Gli psicologi convincono sua sorella, che il padre abusava di lei e lo mettono in prigione. La madre di Luigi si mette con lo psicologo. La Perego alla fine di "Grande Fratello", chiude con un discorso relativo alla notizia.

Scenario: Gianni cade mentre corre e si graffia il ginocchio. La sua insegnante, Maria, lo trova piangendo sul bordo del marciapiede. Maria l'abbraccia per confortarlo.
Anno 1977: Un momento dopo, Gianni si sente meglio e continua a giocare.
Anno 2009: Maria è accusata di abuso sessuale su minori e viene licenziata. Passa tre anni in prigione. Gianni passa cinque anni in terapia intensiva. I suoi genitori citano la scuola per negligenza ed all'insegnante per trauma emozionale, vincendo entrambi i giudizi. Maria, disoccupata ed indebitata, cerca di porre fine a tutto lanciandosi di un edificio. Quando atterra, lo fa sopra ad un'automobile e rompe anche un vaso da fiori. Il padrone dell'automobile ed il padrone della pianta citano agli eredi di Maria per distruzione di proprietà. Vincendo la causa. Canale 5 e Tele 7 producono insieme un film tratto dalla vicenda e i giornali iniziano una campagnia mediatica.

Scenario: arriva l'ultima domenica d'ottobre..
Anno 1977: Arriva il giorno del cambio orario estivo con l'orario invernale. Non succede niente.
Anno 2009: Arriva il giorno del cambio orario estivo con l'orario invernale. La gente soffre di disturbi del sonno, depressione ed amenorrea.

Scenario: Fine delle vacanze.
Anno 1977: Dopo essersi sciroppato una coda viacruciana con tutta la famiglia in una seicento dopo 15 giorni di ferie nella costa, si rientra in casa. Al giorno dopo si lavora e non succede niente.
Anno 2009: Dopo essere tornato da Cancun, in un viaggio tutto compreso. Sono finite le ferie e la gente soffre di disturbi del sonno, depressione e seborrea.

Cellulari, bolletta da infarto da 46mila euro


Telecom Italia ha riconosciuto la buona fede dell'utente, colpito dalla bolletta choc, e ha deciso di annullare il pagamento. Eccoi come è lievitata la bolletta
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Una maxi bolletta da 46mila euro è il nuovo record recapitato a un ignaro utente di Tim. Ma Telecom Italia ha deciso per il lieto fine: ha riconosciuto la buona fede dell'utente, colpito dalla bolletta da infarto, e ha deciso di annullare il pagamento.

L'importo anomalo era dovuto a un utilizzo improprio delle schede Sim: aveva scambiato il traffico voce con il traffico Internet. Salvatore Sica, di Rozzano (Milano), ha ricevuto un conto bimestrale, dei mesi di agosto e settembre 2008, di oltre 46mila euro. Lo ha reso noto il Codacons. Ma Tim ha capito che si è trattato di un errore in buona fede ed ha azzerato la bolletta.

Che gente umanitaria e di buon cuore

Ci sono alcuni punti che mi fanno pensare...

1) Ma in Italia per poter avere un contratto mobile fatturabile, non si passa per la famosa tassa di lusso che rende di fatto possibile la procedura solo ai titolari di partita IVA? Com'è possibile ritrovarsi in fattura addebiti di traffico su mobile?

2)Pochi anni fa un tizio si equivocò con tariffe dati/internet della Omnitel. Gli venne quasi un colpo quando scoprì di dover pagare 540 € per essersi connesso a P2P e scaricarsi film ecc.. Essendo il protocollo P2P più avido in assoluto di banda, che protocollo e con che velocità ha avuto accesso questa Sim per riuscire a mangiarsi tutto questo fatturato?

A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca (Andreotti), Sospetto che quelli dell T. hanno abbonato la megafattura al tizio per far cadere indagini ulteriori sulla cosa, guadagnandoci in magnanimità e vision.
Daltronde, dubito avrebbero mai potuto incassare un credito così alto.

mercoledì 25 marzo 2009

Navigare in Internet via email

EmailVi capita mai di trovarvi nella situazione in cui da un computer (magari quello dell’ufficio) vi viene data la possibilità di utilizzare solo usare l’email mentre l’accesso a Internet è bloccato?
Niente paura, grazie al servizio fornito da web2mail potrete ricevere via email tutte le pagine web che volete!
Dovete semplicemente inviare una mail a “www@web2mail.com” inserendo nel campo “Oggetto” l’indirizzo della pagina web che volete visitare: nel giro di alcuni minuti riceverete nella vostra casella di posta la pagina richiesta. Potete provare il servizio al volo cliccando qui per ricevere l’home page di SalsaDiBit.
In alternativa potete anche utilizzare www4mail il servizio fornito dall’ ICTP di Trieste: in questo caso dovete inviare una mail all’ indirizzo “www4mail@wm.ictp.trieste.it” specificando, questa volta nel corpo del messaggio, l’indirizzo della pagina web che volete ricevere (è consentito richiedere fino a 5 pagine alla volta). Potete cliccare qui per comporre al volo la mail di esempio.

Nelle prove che ho fatto sembra che il più veloce a rispondere sia www4mail; la qualità grafica della pagina inviata non è proprio fedelissima a quella che si vede via browser ma il risultato è a mio parere comunque accettabile

Come recuperare automaticamente i contenuti di siti web cancellati o scomparsi

Molto spesso quando si pubblica un contenuto in Internet, lo si fa non tenendo conto di tutte le conseguenze che tale azione può avere, prima tra tutte il fatto che nulla può essere più realmente rimosso definitivamente dal Web, sia che si tratti delle pagine del proprio blog che dei dati personali che ultimamente tutti amiamo sparpagliare ovunque su Facebook.

Di seguito vedremo come a livello pratico sia possibile, grazie a due servizi online gratuiti e utilizzabili da tutti, recuperare dei contenuti web (si va dalle singole pagine al sito intero) anche se di fatto sono stati rimossi o modificati:

  • WayBack Machine è il più grande archivio storico presente in Internet che vanta un database di oltre 10 miliardi di pagine web. Esso consente di accedere per data ai contenuti storici dei siti archiviati: in questa maniera, anche se un sito non esiste più o ha subito delle pesanti rivisitazioni, grazie a WayBack è possibile comunque ricostruirne facilmente le evoluzioni ed i cambiamenti nel tempo.
  • Warrick è un tool online che consente di recuperare singole pagine o interi siti rimossi da Internet in maniera totalmente automatizzata. E’ sufficiente inserire l’url di partenza e la propria email, dopodiché Warrick avvierà in asincrono il processo di recupero sfruttando in maniera intelligente le seguenti fonti:
    • Internet Archive (su cui si basa anche WayBack Machine)
    • la cache di Google
    • la cache di Yahoo
    • la cache di Live Search

    Al termine del processo, che potrà durare alcuni giorni (dipende tutto dalla quantità di pagine), Warrick vi invierà un’email contenente le istruzioni per scaricare lo zip contenente i contenuti recuperati. E’ molto interessante il fatto che Warrick è disponibile anche come script Perl scaricabile e gestibile quindi direttamente dal proprio computer via linea di comando.

A mio avviso Internet è uno strumento incredibilmente potente, in grado di annullare le distanze ed abbattere le frontiere, ma nello stesso tempo nasconde anche trappole insidiose che possono essere evitate solo attraverso il giusto mix di due ingredienti fondamentali:

  • una corretta informazione
  • l’uso della ragione ;-)


Il telefono della nonna diventa Bluetooth e GSM

Il giocattolo tecnologico di oggi farà la felicità di tutti coloro che sentono la mancanza del vecchio telefono a disco, ma non possono, per scelta o per necessità, fare a meno del telefonino. Questo simpatico gadget altro non è che un telefono della nonna ultra tecnologico, che si collega via Bluetooth a qualsiasi cellulare. E una volta connesso, consente di fare e ricevere telefonate proprio come una volta, componendo i numeri sul disco combinatore. Se odiate i telefonini che quando squillano fanno bau-miao-cip o canticchiano il tormentone del gattino Virgola questo è gadget giusto per voi: un sonoro DRIIIIIN di vecchio stampo vi avviserà delle telefonate in arrivo. Se volete sentirlo cliccate qui.

L’apparecchio è alimentato da due batterie al litio che gli permettono fino a 30 ore di funzionamento, ma viene venduto con un adattatore di rete che permette di attaccarlo alla presa. Un modulo, acquistabile a parte per circa 40 euro, consente di inserire nel telefono una carta SIM e trasformalo in un telefono cellulare GSM. Disponibile rosso e in nero può essere acquistato online e costa circa 200 euro.

martedì 24 marzo 2009

La crisi ... spiegata terra terra

Versione semplice
Un giorno arriva in un paesino un tizio che dice di voler comperare gli asini per 50€ l'uno.
Dato che la gente oramai, teneva questi animali più per esservi affezionata che per l'uso che se ne può fare, gli vendette una certa quantità.
La settimana successiva lo stesso tizio si ripresenta nel paese e dice che compra asini per 70€ cadauno. I paesani che non erano a conoscenza della prima offerta in tempo per poterne approfittare allora si decisero a vendergliene un'altra quantità, lasciando un po' di rammarico ai primi venditori che videro il valore delle loro bestie, già aumentato in poco tempo.
La terza settimana il tizio si ripresenta e dice di voler comprare asini per 150€ l'uno. La gente del paesino non si fece scappare l'occasione e così gli vendettero quasi tutti gli asini rimasti.
Alla quarta settimana ecco che il tizio si ripresenta: compra asini per 300€! Ottiene di acquistare tutti i rimanenti animali.
Come se non fosse finita, una settimana dopo, si ripresenta e vuole ancora asini: questa volta è disposto a pagare 600€ per animale. Figuratevi in paese, la gente non aveva più asini e si rimordeva di non aver aspettato un pochino.
Vista la grande richiesta, quasi tutti si diedero da fare per cercare asini da vendere al tizio che sicuramente, sarebbe ripassato con proposte ancora più appetitose. Così la gente iniziò a far visite ai mercati dei paesini vicini, con l'intento di acquistare asini. Ma il prezzo era aumentato: nei mercati vicini c'erano asini per 600€ l'uno. I popolani videro la cosa normale: il tizio comprava asini anche in altri posti. Quindi attraverso conoscenze e spingendosi un po' oltre ai soliti confini, trovarono un mercato dove gli asini si vendevano ancora a 500€. Fatti due calcoli, quasi tutti comprarono asini e li riportarono nel proprio paese con il risultato che ora, nel paese c'erano ancora più asini di quando iniziò questo strano mercato. Tanto da lì a poco, sarebbe passato il solito tizio che li comprava per almeno a 600€ se non di più, dato che c'era scarsezza d'asini.
Ma il tizio non si fece vedere. Nemmeno dopo molte settimane.
La gente ci rimase male, anche perchè, molti avevano chiesto un prestito per l'acquisto degli asini e ora dovevano pagare le rate, in più nessuno voleva gli asini in garanzia: il mercato degli asini, era crollato.
Si dice che alcuni scoprirono che gli asini comprati, erano quasi se non gli stessi che avevano prima: altri scoprirono che il tizio era il proprietario del mercato dove avevano acquistato gli asini. Attraverso Blog nati per l'evento, appurarono che lo stesso tizio aveva ricevuto i soldi per instaurare la sua attività, dalla stesa banca che aveva concesso i prestiti per ricomprare gli asini. Altri dissero che il proprietario della banca altri non era se non il cugino del tizio, ma furono accusati di calunnia beccandosi pure una condanna per diffamazione con ulteriori spese da pagare in risarcimento.

Versione complessa

Cynthia è titolare di un pub di New York. Per aumentare gli introiti, decide di consentire ai suoi clienti più fedeli — molti dei quali sono alcolizzati senza lavoro — di finanziare l’acquisto delle bevande alcoliche; invece di pagare al momento dell’acquisto, i clienti possono aprire un acconto col pub e pagare in futuro. Cynthia tiene nota di tutti gli acquisti sul suo registro contabile.

La notizia si diffonde, e il numero di clienti del pub aumenta a dismisura.

Approfittando del fatto che i suoi clienti sono liberi dal vincolo del pagamento immediato, Cynthia aumenta il prezzo di vino e birra — le bevande più richieste dai suoi clienti. Le vendite continuano ad aumentare.

Un giovave e dinamico consulente bancario locale di una importante banca nazionale osserva l’aumento della clientela del pub di Cynthia ed accetta questi finanziamenti sul registro contabile della titolare come beni di valore ed aumenta il limite della linea di credito di Cynthia.

Il consulente bancario non ha motivo di preoccuparsi in quanto ha i debiti degli alcolizzati come garanzia collaterale.

Al quartiere generale della banca, esperti analisti trasformani questi beni in titoli obbligazionari dai nomi esotici quali Drinkbonds, Alkbonds e Pukebonds. Tali titoli vengono poi scambiati sui mercati internazionali. Nessuno capisce veramente i nomi di questi titoli o come tali titoli vengano garantiti. Tuttavia, siccome i loro prezzi continuano a salire vertiginosamente, nessuno si fa troppe domande e continua a comprarli.

Un giorno, mentre i prezzi di tali titoli stanno ancora salendo, un risk manager della banca (in seguito licenziato per la sua negatività) decide che è giunto il tempo di richiedere il pagamento della prima tranche dei finanziamenti concessi ai clienti di Cynthia.

Questi ultimi, sfortunatamente, sono disoccupati e senza un centesimo.

Cynthia, di conseguenza, non ha i contanti per effettuare i pagamenti sulla sua linea di credito e dichiara bancarotta.

Drinkbonds e Alkbonds perdono il 95% del proprio valore. I pukebonds hanno una performance leggermente migliore e perdono solo l’80%.

I fornitori del pub di Cynthia sono pure ridotti alle strette, avendole garantito generosi termini di pagamento — di cui non vedranno un centesimo — ed avendo essi stessi investito nei titoli obbligazionari di cui sopra; Sono pertanto ridotti a dichiarare bancarotta o a svendere l’azienda.

La banca nazionale che aveva rilasciato i titoli obbligazionari è sull’orlo della chiusura. Il Presidente delle Nazioni Unite fa un discorso al pianeta in cui sostiene che la banca è troppo grossa ed importante per lasciarla fallire, così viene salvata in extremis dal Governo dopo consultazioni politiche tumultuose alla Camera ed al Senato.

I fondi richiesti per salvare la banca vengono procurati tramite un aumento delle tasse imposte ai cittadini astemi. Una parte di questi fondi viene utilizzata per pagare generosi bonus ai manager della banca.

Tata Nano (no, non si riferisce a Lui...)

Vi ricordate la Maruti? Guardatela nella foto giù. Secondo me, è la "mamma" della Tata Nano. La Maruti è una Casa automobilistica indiana, che collabora con la giapponese Suzuki: la prima vettura prodotta è stata la Maruti 800. Allora, il signor Tata, che è un genio, ha pensato bene di imitare la Maruti, e di riversare qualla concezione di auto nella Nano. Ovviamente, eliminando parecchie dotazioni.

Leggo che la Tata Nano sarebbe pericolosa. È tutto tremendamente relativo. Mi spiego. In Italia, possono circolare le microcar. Sono quadricicli leggeri diesel, con una cilindrata bassissima, fatte di vetroresina: secondo voi, è più pericolosa una microcar o la Tata Nano? Oltretutto, per guidare la Tata Nano ci vorrebbe la patente per le auto: è una macchina. Per guidare le microcar, no.
Leggo che la Tata Nano non farebbe status symbol. Sicché un italiano, se la Nano arrivasse da noi, non la comprerebbe. Fesserie, l'acquisterebbe eccome. Perché le famiglie italiane fanno i debiti in continuazione, e usano le carte revolving per fare la spesa. Sono in pochi ad avere i soldi per farsi la macchina

La Nano in India costerà circa 2.000 euro, la versione europea 5.000! Ratan Tata ha dichiarato che il divario è giustificato dal fatto che la Nano per l'Europa dovrà essere conforme alle normative in materia di sicurezza e di ambiente.


Ora mi chiedo: cosa ci devono mettere in quella macchina per far lievitare il prezzo del 250%?

E in India, venderanno Nano poco sicure e molto inquinanti, così milioni di vetture contribuiranno a inquinare l'aria del pianeta, mentre quelle 3 o 4 che venderanno in Europa emetteranno fiorellini allo scarico?

Chi vive in India vi può dire con assoluta certezza che [...] questa

della Tata è l'ennesima grande bufala.


I 5.000 euro sono ingiustificati, è solo un prezzo di posizionamento rispetto ai listini europei. E non venderanno mai tutte quelle che dichiarano di voler vendere, per una semplice ragione: la Tata costruisce rottami, gli Indiani lo sanno già, il resto del mondo sta per scoprirlo.

mercoledì 18 marzo 2009

Storia di un logo


Ci sono molti misteri dietro la nascita del logo Apple. Tutti si chiedono come mai proprio una mela e le ipotesi sono molte: c'è chi dice che rappresenta la mela di Biancaneve, chi la rappresentazione del frutto proibito, altri dichiarano che rappresenta la mela che cadde sulla testa di Newton come rappresentava la prima versione del logo. Fatto sta che quello attuale deriva dalla mela colorata creata dal designer Rob Janoff.

Studiosi e scienziati cercano di capire come fa il logo Apple ha generare tanta attrazione. Quando lo vediamo su un Mac in un negozio o in un film, il cuore si riempie di meraviglia e un sussulto balena nelle nostre teste quasi a gridare "ma quello è il logo di Apple". Una ricerca effettuata dalla Duke University americana e della University of Waterloo in Canada ha evidenziato che il logo di per se collega immediatamente al prodotto associato.

Se ne accorse anche nel 1957 il ricercatore americano James Vicary quando notò che quando nei cinema veniva mostrato il logo di Coca Cola, agli spettatori veniva sete. Allo stesso modo il logo Apple collega ai prodotti della Mela. Il sostanza dietro il successo del logo c'è il lavoro svolto da anni dalla società per creare prodotti interessanti.

La versione più comune di questa leggenda metropolitana sostiene che il simbolo della "Apple Computer", produttrice del primo Personal Computer (Apple I) e dei ben noti Macintosh, sia stato scelto in onore Alan Turing, il matematico inglese considerato il padre della moderna scienza dei calcolatori. Turing effettivamente si suicidò mangiando una mela avvelenata nel 1954, all'età di 41 anni.

Resoconti più attendibili attribuiscono la scelta del simbolo della ditta (una mela multicolore con il segno di un morso), all'unione del frutto preferito dal progettista e fondatore della ditta Steve Jobs con la parola byte che indica un gruppo di otto bit e costituisce ancora oggi l'unità elementare di organizzazione delle informazioni nei computer. La ragione della scelta deriva dal fatto che la parola byte ha in inglese lo stesso suono di bite che significa appunto "morso" o "mordere". Lo slogan di una delle prime pubblicità per il modello Apple I era: Byte into an Apple, che suona: "Mordi una mela".

Per approfondimenti sulla storia della "Apple Computer" segnalo un sito non ufficiale, ma molto esauriente:

http://www.apple-history.com
Questa versione fa un po' acqua se osserviamo il primo Logo della Apple.
La mela è sempre stata presente nel logo della Apple e deriva proprio dalla mela di Newton...

Infatti il primo logo della Apple Computers era questo, poi modificato perchè era troppo difficile da riprodurre sui pc ed era poco rappresentativo.

Nel 1954 Alan Turing morì ingerendo una mela avvelenata con cianuro di potassio, in tono col proprio carattere eccentrico e prendendo spunto dalla fiaba di Biancaneve da lui apprezzata fin da bambino. La madre sostenne che il figlio, con le dita sporche per qualche esperimento chimico, avesse ingerito per errore la dose fatale di veleno; ma il verdetto ufficiale parlò senza incertezze di suicidio: "Causa del decesso: cianuro di potassio autosomministrato in un momento di squilibrio mentale."
Pare che Turing fu processato per omosessualità e condannato alla castrazione chimica… nonostante avesse contribuito a decifrare il codice enigma, tramite il quale i nazisti si scambiavano informazioni durante il conflitto. Si suicidò, si pensa, per la vergogna delle conseguenze dovute alla castrazione.

Una risposta ad una domanda... bizzarra


Tempo fa a mo' di battuta, mi fu proposto questo indovinello:
"Se il Teflon non aderisce a nulla, come si fa allora ad attaccarlo alle padelle?"
Così, sorpreso mi sono portato avanti il quesito come una domanda della cui risposta pareva solo una diceria commerciale atta all'ilaricità.
Ma oggi svelo il mistero:

Il TeflonR è un tipo di materiale ottenuto per polimerizzazione del tetrafluoro etilene (C2F4). Si ottiene un materiale plastico estremamente resistente alla tempertura (circa 250-260°C) al contrario delle altre plastiche. Inoltre è dotato di bassisima viscosità e questa caratteristica lo ha reso utilissimo per preparare oggetti che abbiano superfici scorrevoli ed antiaderenti (guarnizioni, lubrificanti solidi, pentole).

Il teflon non può essere fuso, perché ad alta temperatura si decompone anzichè fondere. Pertanto per la sua lavorazione si utilizza un processo di sinterizzazione a 400°C. La sinterizzazione è una fusione ad alta pressione e temperatura solo parziale in cui i cristalli/granuli del materiale non subiscono una fusione completa, ma i rispettivi bordi di grano si uniscono, aderiscono e si compenetrano. A questo punto il materiale, che prima era composto da granelli scorrevoli, è costituito da un solido più o meno liscio, omogeneo e poroso. Ovviamente la sua resistenza è inferiore al materiale che si otterrebbe con la fusione vera e propria.

Il processo di ricoprimento delle pentole viene effettuato tramite sinterizzazione diretta del teflon sulla superficie interna delle pentole. Il materiale (granuli/polvere fine di teflon) viene spruzzato sulla superficie delle pentole e riscaldato sotto pressione. Lo strato finale ha uno spessore variabile compreso tra 0,01 e 0,05 mm. Il processo di ricoprimento può essere effettuato più volte sulla stessa padella. Questo procedimento per strati conferisce una resistenza alla superficie finale superiore di quella che si otterrebbe se si producesse un unico strato di uguale spessore finale; si ottiene così una superficie multistrato.

Abbiamo già accennato al fatto che il teflon ha una bassa viscosità, che è una delle sue proprietà più utili. Se la sinterizzazione avvenisse su di una superficie molto liscia (acciaio trattato a specchio) la vita di una pentola sarebbe davvero breve, poiché la bassa aderenza del teflon farebbe staccare lo strato antiaderente alla minima sollecitazione (temperatura, colpi di cucchiaio, lavaggi, pulizia). Per aumentare l'aderenza, la pentola metallica (acciaio, alluminio) viene lavorata in modo che la sua superficie interna sia scabra (raschiatura, sabbiatura). In questo modo i granellini di teflon verranno compressi dentro le scabrosità e l'aderenza sarà aumentata per effetto delle rientranze sulla superficie metallica.


Come si vede dallo schema riportato nell'immagine sopra, lo strato di teflon sinterizzato su di una superficie liscia non avrà nessun appiglio alla superficie metallica.

A destra vediamo invece come una superficie scabra possegga della rientranze che si riempiono di granelli fini di teflon. Per successiva compressione e riscaldamento questi granellini si infiltrano anche nei pori e nelle scanalature più minute che offrono punti di appoggio e di presa più forti.

La superficie finale è resa comunque liscia dal processo di compressione con presse di sinterizzazione che riducono la scabrosità.

La superfice di teflon è comunque poco resitente agli urti ed ai graffi per cui i produttori raccomandano di utilizzare utensili in plastica e legno per la cottura e spugne non raschianti per la pulitura. L'antiaderenza infatti conferisce estrema semplicità di lavaggio di questo materiale.

martedì 17 marzo 2009

Acque minerali


Tempo fa, notai come alcune acque minerali non erano di gradimento al mio organismo. Lì per lì pensai a qualche minerale che non andava d'accordo con il mio equilibrio organolettico, per cui osservai l'etichetta per capirne la composizione analitica.
In fondo c'era una piccola nota: radioattività presente... seguita da un numerino.
Mi stupii un tantino, visto che non è proprio uno degli elementi che ci si aspetta di trovare nell'acqua che si beve.
In seguito scoprii che non solo quella marca di acqua minerale ne portava voce, ma anche altre e bibite derivate da queste: alcune poi, cercano di far passare la cosa come, salutare.

E' triste, in pieno terzo millennio, trovarsi di fronte di nuovo a fenomeni come questo:
http://en.wikipedia.org/wiki/Radithor
E' infatti ben noto che le radiazioni possono avere effetti dannosi sulla salute (http://www.epa.gov/radiation/understand/health_effects.htm), ma nonostante cio', in italia molte imprese pubblicizzano infatti le suddette acque (fortunatamente per loro non ho trovato quasi nulla in lingua inglese). Per esempio si trova su http://www.benessere.com/terme/acqua/a_radioattive.htm che vengono definite acque mediamente radioattive, quelle che emettono 100nCurie/litro a causa della presenza di Radon "naturale" (ossia 222) disciolto in esse. E sono quelle che (a loro dire) esplicano effetti terapeutici. Addirittura questo sito http://www.arcobaleno.net/salute/acquetermali2.htm invita a berle!!!!

Il radon decade al 99% in particelle α da 6MeV con un periodo di dimezzamento di 4 giorni. Tanto per dare un'idea di quanto vale questo numero, facciamo un rapido calcolo semplificato ma indicativo.
Supponiamo che un volontario adulto, di peso 70kg beva a stomaco vuoto 1litro di questa "acqua mediamente radioattiva". L'effetto di una radiazione sul corpo umano si calcola tramite il concetto di Dose Efficace Equivalente, DEE pari a:

DEE = WR * WT * E / M

dove
WR e' un fattore che dipende dal tipo di radiazione e vale 20 per le particelle α.
WT e' un fattore che dipende dalla porzione di corpo che viene irradiata. Nell'ipotesi di irradiare tutto il corpo (come nel caso di acqua bevuta a stomaco vuoto, che va in circolo nel sangue) vale 1
M e' la massa soggetta ad irradiazione, nel nostro caso tutto il corpo, ossia 70kg
E e' l'energia totale della radiazione ed e' pari al numero di
decadimenti per l'energia del singolo decadimento, ossia E = n * e * t

n = 100nCurie ~ 4000 Bq (numero di decadimenti al secondo)
e = 6MeV ~ 10-12 J (energia del singolo decadimento)
t = 4 giorni ~ 3600 * 4 * 24 secondi (circa)

Da cui segue che DEE ~ 0.4Sv che viene classificato da varie fonti (vedi per esempio http://en.wikipedia.org/wiki/Radiation_poisoning) come valore di quelli ad effetti nocivi certi.

Magari, ma non si può!

Cosa sono i vasi comunicanti capillari?
I vasi capillari comunicanti sono un apparecchio di vetro costituito da una serie di tubi o "vasi" di diametro interno diverso e sempre più sottile collegati fra loro attraverso un "canale" orizzontale..

Dunque..
Riempiamo una brocca con dell'acqua e aggiungiamo il colorante.
Con l'aiuto di un imbuto versiamo l'acqua colorata nel vaso di diametro maggiore.
Osserviamo cosa succede.

Notiamo che l'acqua si distribuisce in tutti i vasi, ma non raggiunge lo stesso livello.
Più il vaso è sottile, più alto è il livello che l'acqua raggiunge.

Invece di raggiungere lo stesso livello in tutti i tubicini, l'acqua raggiunge livelli più alti via via che i tubi diventano più stretti; nel capillare infatti il livello è decisamente più alto. Questo fenomeno si verifica perchè l'acqua possiede una particolare forza, detta forza di adesione, che la fa aderire alle pareti del recipiente con cui viene a contatto; la superficie di contatto è più grande rispetto alla quantità d'acqua, proprio nel capillare in cui l'acqua si "arrampica" raggiungendo il livello più alto.
A questo punto ci sarebbe da chiedersi:

Vorrei sapere se la capillarità è stata usata per produrre energia (portare in alto un liquido sfruttando il fenomeno e poi farlo ricadere verso il basso) o se è concettualmente impossibile e perchè.

Sulle superficie di separazione tra fluidi non miscibili, o tra fluidi e solidi, agiscono forze di natura molecolare che si manifestano in uno stato di tensione di dette superficie; tale stato di tensione, analogo a quello che si stabilisce sulla pelle di un tamburo o in una vescica gonfiata, è rappresentato da una forza giacente sulla superficie stessa. Questa forza (commisurata ad unità di lunghezza) è chiamata tensione superficiale T. La conformazione della superficie di separazione (e dunque la sua curvatura) è generalmente legata alle condizioni particolari di contatto con le superficie solide che necessariamente vengono a limitare le superficie liquide. In prossimità d'una parete infatti, non si ha semplicemente una superficie di contatto, ma tre superficie di contatto aventi in comune una linea. Si stabilisce quindi uno stato di tensione non solo tra i due fluidi, ma anche fra il solido e i fluidi. Tubi di sezione molto piccola (del diametro di qualche decimo di millimetro) sono detti vasi capillari: per questi non vale più il principio dei vasi comunicanti. Nei tubi capillari l'innalzamento o la depressione del livello del liquido dipende dal tipo di liquido ed è inversamente proporzionale al raggio del tubo. Se la superficie del liquido è concava verso l'alto la tensione superficiale in corrispondenza delle pareti del tubo sarà diretta verso il centro della superficie curva formata dal liquido e quindi avrà una componente diretta verso l'alto. Il liquido, grazie a questa forza, salirà nel tubo finché la forza verso l'alto dovuta appunto alla tensione superficiale non sarà equilibrata dal peso del liquido. È questa forza, quindi, che fa salire il liquido nei tubi a sezione molto piccola o in materiali porosi. Il fenomeno è spiegato dal fatto che in un liquido esistono forze di coesione che fanno sì che molecole simili si attraggano tra loro. La forza tra la molecola di un liquido e un'altra sostanza (come il vetro della parete di un recipiente che contenga il liquido stesso) è detta forza di adesione. Si dice che il liquido bagna la superficie di un'altra sostanza quando le forze di adesione sono grandi rispetto le forze di coesione: in questo caso la superficie di una colonna di liquido in un tubo (ad esempio acqua in vetro) presenta una concavità verso l'alto e si ha la risalita del fluido in questione lungo un tubo capillare. Se le forze di adesione sono piccole rispetto quelle di coesione (mercurio in vetro) la superficie del liquido in un tubo è convessa ed il livello del fluido in un sistema di vasi capillari comunicanti tende a decrescere al diminuire della sezione dei vasi. Questo fenomeno è chiamato capillarità. Nel caso si volesse estrarre il liquido che risale il vaso capillare sarebbe necessario che quest'ultimo avesse una lunghezza inferiore all'altezza alla quale il peso dell'acqua equilibra la forza verso l'alto dovuta alla tensione superficiale; ma appena termina la parete del vaso capillare viene a mancare anche la forza di adesione (ovvero la tensione dovuta all'accoppiamento acqua-vetro) e quindi terminerebbe anche la risalita del fluido. Per estrarre l'acqua dal capillare bisognerebbe allora fornire lavoro necessario a vincere le forse di adesione e quindi di ricadrebbe nello schema classico dove per innalzare volumi d'acqua si spende lavoro (es. pompa). Contrariamente si vede che se fosse stato possibile sfruttare il fenomeno della capillarità per innalzare volumi d'acqua (per poi farla ricadere al punto di partenza) senza fornire lavoro si sarebbe ottenuto il moto perpetuo, che, come sappiamo, non esiste.

Obblighi di denuncia


I medici protestano contro la segnalazione dei clandestiniDa tempo sui media si discute dell'emendamento della Lega al cosiddetto Pacchetto sicurezza che affida ai medici e agli altri operatori sanitari la facolta' di denunciare gli immigrati irregolari che si presentano nelle strutture sanitarie per essere curati.
Appena annunciato il provvedimento ci sarebbe stata stata una diminuzione delle presenze di immigrati nelle strutture sanitarie stimata attorno al 30% a causa del timore di essere segnalati e denunciati.
Da più parti molti medici protestano perchè tale segnalazione sarebbe contro la propria deontologia professionale. Altri denunciano i rischi che il mancato ricorso da parte dei clandestini alle cure sanitarie potrebbe innescare pericolose propagazioni di malattie pandemiche e alla meno peggio i clandestini sarebbero costretti ad alimentare un mercato parallelo di medici e guaritori che curerebbero in luoghi e per compensi non controllabili.

Per chi è contro la segnalazione alle autorità dei clandestini da parte dei medici ha domani, 17 marzo, la possibilità di protestare concretamente nell'ambito della manifestazione "Noi non segnaliamo Day" che si concretizzerà attraverso eventi in 20 città italiane.
La manifestazione, promossa da Medici senza Frontiere, Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione (ASGI), Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) e Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG) si basa sull'appello contro il provvedimento di legge in discussione in questi giorni alla Camera, volto a sopprimere il divieto di segnalazione per gli immigrati irregolari che ricevono cure sanitarie.

Per chi volesse maggiori informazioni può andare sul sito ufficiale della manifestazione dove sono elencati gli eventi, gli appelli e altre informazioni utili.

Approfondimenti:
sito ufficiale della manifestazione

In carcere da innocente


NON CHIAMATELO risarcimento. È un indennizzo. Come se lo Stato dicesse: ci scusi per il disturbo, per averle fatto perdere del tempo. Una sorta di riparazione, ma solo perché una funzione necessaria, l’esercizio della giustizia, ha preso una cantonata, un abbaglio. E pazienza se una reputazione è andata distrutta. Questo tocca a Patrick Lumumba, il congolese protagonista suo malgrado dell’inchiesta per l’omicidio di Meredith Kercher a Perugia. Coinvolto, pur innocente, dalla prima confessione di Amanda Knox. Finito in cella per 14 giorni, poi liberato con tante scuse.

Ora è arrivato la decisione dei giudici. A Patrick andranno ottomila euro: 235 ogni giorno passato in carcere, più 4 mila 710 per gli altri danni. Nel frattempo Lumumba è stato un “mostro” il cui volto è stato trasmesso in mondovisione. Ha perso il lavoro. Ha provato a riaprire il suo pub, ma dopo il delitto non ci andava più nessuno. E ha dovuto tirar giù, definitivamente, la saracinesca.

Questo tocca a Lumumba, ma a chiunque, nelle fasi dell’indagine, finisca in galera senza alcuna colpa. magari solo perché turato in ballo da altre persone che, in quel momento, sembravano attendibili agli inquirenti. Perché il limite massimo del risarcimento è fissato per legge: 516,45 euro per ogni notte trascorsa sulla branda. E anche la Cassazione, tirata in ballo più volte sulla questione, ha affermato: la cifra andrebbe rivista. Ma finché la legge è questa, non si può ottenere di più.

Non vanno nemmeno nel conto i danni subiti per il clamore mediatico della vicenda: la rilevanza in tv, su internet, sui giornali non è colpa di chi ha indagato su un caso di omicidio e ha preso decisioni che, in quel momento, apparivano fondate.

Solo questo? La Cassazione si è espressa a più riprese su questo argomento. E c’è una recente sentenza, del 13 maggio dello scorso anno, che dà nuove speranze a chi subisce gravi danni alla sua esistenza. Anche se c’è comunque un limite invalicabile. E i giudici ricordano: «L’unico parametro inderogabile è quello massimo». Perché è stabilito per legge.

Stiamo parlando, in questo caso (e per non cadere negli equivoci) di indennizzi corrisposti a chi finisce in galera per ragioni cautelari. Non perché condannato, ma perché imprigionato nella fase delle indagini per i tre presupposti che lo giustificano: il pericolo di fuga, di ripetere il reato, di inquinare le prove.

C’è un altro caso clamoroso che gli italiani ricordano. È quello di Daniele Barillà. Scambiato per un narcotrafficante, fu condannato a 18 anni e ne ha passato in cella sette e mezzo. Poi la revisione del processo, la scarcerazione del 1999, la sentenza di assoluzione l’anno successivo. La corte di appello di Genova gli ha riconosciuto quattro milioni di euro di risarcimento, di cui Barillà ne ha incassato a oggi due. «Quello - spiega il suo avvocato civilista, il genovese Mauro Ferrando - è stato un caso molto diverso. Una cosa è infatti l’ingiusta detenzione durante le indagini, una cosa l’errore giudiziario. Il caso, cioè, in cui una persona sia condannata con una sentenza e poi, ottenendo la revisione del processo, emerga la sua innocenza». In questo caso la situazione è molto diversa, «perché non ci sono limiti prestabiliti al risarcimento, che quindi può anche essere molto superiore a quei 500 euro al giorno. Ma anche in questo caso c’è una distorsione, perché tutto finisce affidato all’assoluta discrezionalità del giudice, senza altri vincoli. Probabilmente è tutto il sistema che andrebbe riformato».

«Purtroppo - spiega un altro avvocato genovese, Maurizio Mascia - le cifre sono queste. Perché la giustizia è considerata una sorta di “male necessario”, di cui non ci sarebbe bisogno in un mondo perfetto ma che deve invece esistere ed esercitare la sua azione. In questo, qualche volta anche sbagliando».

C’è però un caso recente che ha riparto la discussione sugli indennizzi. Un caso recente ed emblematico che quello che tocca un milanese. Finisce in cella l’8 ottobre 1997 e ci rimane fino al 29 settembre dell’anno successivo. E poi, ancora, ai domiciliari fino al 22 luglio 1999. Risultato? La corte di appello di Milano gli riconosce 130 mila euro, dopo due anni trascorsi nella privazione della libertà personale. La Cassazione accoglie il suo ricorso e ricorda: per valutare il danno creato a un innocente non basta solo applicare solo astrusi calcoli aritmetici e tabelle: «Occorre esaminare la storia personale dell’imputato, il suo ruolo professionale e sociale, alle conseguenze pregiudizievoli concretamente patite». Anche se, ricordano ancora una volta, non di risarcimento, ma di indennizzo si parla e la cifra stabilita dalla legge come massima non può essere superata.

Intanto, però, il magro risarcimento concesso dai giudici milanesi dovrà essere rivisto, considerato che la Cassazione lo ha annullato e ha chiesto agli stessi magistrati di riconsiderarlo. Ed è la stessa Cassazione che, proprio lo scorso 30 gennaio, ha comunque ricordato che «sono in contrasto con la Costituzione tutti i casi in cui la riparazione non è applicata per la violazione ingiustificata del diritto alla libertà personale». Insomma: ogni giorno in carcere da innocente vale, al massimo, poco più di 500 euro. Ma almeno quei pochi e maledetti, quelli sono un diritto.

Fonte: Il Secolo XIX

domenica 15 marzo 2009

Foto Google

Cosa succederebbe se Google conquistasse il mondo ? Potremmo chiamarlo Google World? La risposta è non lo so, ma le alternative che questo possa accadere sono davvero elevate…

Comunque mettiamo che per ipotesi succedesse, Google diventasse il l’azienda più grande, estesa e utile del mondo, cosa potrebbe accadere a questo punto?

Ecco un po’ di fotoritocchi interessanti.

La Cooca Coola di Google World:

Magari le automobili potrebbero avere il marchio Goooogle :

Il servizio di posta potrebbe essere più efficiente con Gmail :

I cartelli potrebbero essere più furbi:

Potrebbero nascere città molto importanti come GoogleWood:

Potrebbe nascere il latte fornito direttamente da Google:

GooglePicture!?

McDoonalds!

Ancora Gmail belle queste cassette delle lettere:

Un nuovo modo di dividere le regioni!

Nuova marca di cellulari Nookia :

Un Google-Dollaro:



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