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giovedì 14 gennaio 2010

La crisi non c'è; e nemmeno i soldi...

I rendimenti netti dei Bot trimestrali finiscono ancora una volta sotto zero e scatta la rete di sicurezza decisa dal Tesoro lo scorso ottobre con un tetto alle commissioni bancarie per evitare almeno che i sottoscrittori incassino meno di quanto investito a causa di tasse e commissioni.

L'asta del 12/01/2010 del Tesoro ha riscosso ancora una volta un boom di domanda (9,1 miliardi richiesti contro 3,5 offerti per il trimestrale e 12,06 miliardi contro 7,5 per l'annuale con un rendimento netto di 0,397%) specie da parte di banche e istituzioni finanziarie che preferiscono parcheggiare lì la liquidità visto che l'economia stenta a ripartire. Per i piccoli risparmiatori, tolte le tasse al 12,5% e le commissioni massime dello 0,1%, il rendimento lordo dello 0,37% si riduce, secondo i calcoli dell'Assiom, a -0,08% ma grazie al meccanismo varato a ottobre dal Tesoro, dopo che in un'asta a settembre si era già verificato il rendimento netto sotto zero, si andranno a comprimere le commissioni bancarie in modo da avere un rendimento almeno pari.

Per ogni 100 euro di capitale investito, recita il decreto del Tesoro, il risparmiatore dovrà vedersi restituiti almeno 100 euro, dedotte le varie voci. Per i piccoli risparmiatori che non si fidano della Borsa, ancora molto volatile, l'alternativa sono i conti risparmio offerti dalle banche che rendono circa l'1,5% lordo a tre mesi e il 3% a 12 mesi.

Gli analisti avvertono comunque che per i governi, fortemente indebitatisi per finanziare i piani anti crisi nel 2009, la pacchia è finita e nel 2010 dovranno fare i conti con un rialzo dei tassi e emettere titoli a scadenza più lunga e con rendimenti maggiori per attrarre gli investitori. Solo questo mese sul mercato si riverseranno bond governativi europei per 100 miliardi di euro su un totale per 1000 miliardi di euro stimati nell'interno anno.

Ora comunque il ministro dell'economia Giulio Tremonti, che a ogni occasione sottolinea la delicata situazione italiana di rifinanziare un forte debito pubblico con concorrenti quali Germania e Francia, può dirsi soddisfatto. Anche gli analisti sottolineano come il 2010 non si avranno grandi criticità per il debito italiano e le difficoltà della Grecia (che oggi ha dovuto alzare i suoi rendimenti per l'asta di titoli da 1,6 miliardi) hanno penalizzato i titoli di Stato di Spagna e Portogallo ma rafforzato quelli dell'Italia.

Secondo Gianluca Garbi, ex ad di Mts e ora in forza a Commerzbank, che parla a titolo personale, «fa bene il ministro Tremonti a tenere la situazione dei conti sotto controllo perchè dopo un 2010 'anemicò per crescita e inflazione non si sa cosa succederà nel prossimo anno e il rischio è quello di un rialzo dei tassi e quindi una maggiore spesa in interessi.

Inoltre l'Italia, per il suo alto debito, ha meno margine di manovra sulla spesa rispetto a Francia o Germania» e quest'anno ha volutamente evitato tagli ai capitoli di spesa più sensibili come sanità e pensioni agevolata dai bassi tassi di interesse.

«'In Italia gestione del del debito pubblico è stata buona - spiega Luca Mezzomo di Intesa Sanpaolo e riconosciuta dal mercato. Anche il nostro paese dovrà ridurre le emissioni sul breve, seppure meno della Germania».

Fonte: "IL PICCOLO"

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