Una volta per “lavoro da casa” si intendeva una tecnica acchiappacitrulli, oggi si chiama piu’ finemente “social engineering” che consisteva nel far lasciare a fiduciose persone, in un deposito in denaro per avere della merce di pochissimo valore da lavorare, le collane di bigiotteria, per esempio, sono andate per la maggiore per molti anni…
Poi, quando il lavoro era finito, le collane erano pronte e dovevano essere rimandate alla ditta committente, succedeva che le collane e ditta sparivano nel nulla e nessun pagamento per il lavoro fatto era corrisposto (e soprattutto anche il deposito era perduto) oppure, dato il basso valore delle collane, la ditta committente spariva nel nulla lasciando i lavoratori casalinghi con un “un pugno di collane” di scarso pregio.
Adesso questi social-acchiappacitrulli si sono fatti più raffinati…
Chi non ha mai ricevuto dello spam in cui, con un italiano più o meno stentato, si offrono lavori da poco impegno, col computer, con un rendimento esagerato ?
Grazie a loro il mio filtro antispam non e’ mai disoccupato.
Quale sarà il meccanismo che ruota intorno a questa truffa ?
Di solito è una fantomatica azienda, ovviamente straniera, che cerca punti di contatto per venire in Italia a vendere le sue merci (inesistenti) e cerca persone fidate (su internet ??? ma dai….) a cui affidare la gestione dei loro affari.
Tanto per presentarsi e dare segno di buona volonta loro appoggiano sul conto corrente della “vittima” un certo quantitativo di denaro, poniamo per esempio, 20.000 euro, da tenere parcheggiati per un certo tempo, purtroppo, diciamo dopo un pai odi settimane o poco più esce fuori un problema, inventano una scusa qualunque come una legge che non consente loro di operare in Italia etc. etc. e quindi si devono ritirare e ti chiedono di rimandare loro i soldi con un sistema di pagamento un po’ particolare, tipo Western Union, lasciandoti, con tante scuse, 2.000 euro per il disturbo.
La cosa e’ allettante, guadagnare 2.000 euro senza fare nulla a chi non piacerebbe ???
Però c’e’ un inghippo, il trucco è proprio l’uso Western Union e funziona cosi: tu vai un centro WU, dove vogliono sapere chi sei e a chi devi mandare i soldi. Per il movimento di denaro l’agenzia si tiene una percentuale dell’importo totale spedito, che viene tolta dai 18.000 euro che vengon rimandati, quindi la vittima non spende nulla, c’è solo il piccolo disturbo coperto dai 2.000 euro rimasti sul conto corrente.
A transazione avvenuta WU comunica un codice a colui che versa il denaro che servirà al destinatario per incassare i soldi.
A questo punto si manda il codice per email al “datore di lavoro mancato” e finisce li, poco disturbo, poco tempo perso, 2.000 euro guadagnati.
O almeno SI CREDE che finisca li.
Pensate che si sono posti, anche in Europa, dove per ritirare i soldi alla WU non serve un documento di identità, basta il solo codice. Quindi un signor Nessuno TalDeiTali può ritirare i soldi e svanire nel nulla.
E allora ? Dove sarà mai il problema ?
Il problema risiede nel fatto che i 20.000 euro originali provenivano da azioni di phishig su conti correnti di ignari utenti internet che sono stati buggerati dalle email che chiedono la password per rientrare nel loro conto corrente e dopo l’hanno fornita, già che siamo, per sicurezza, dacci anche quei 20 / 30 numerelli che servono a comporre i loro pin e servono per le transazioni via internet.
Quindi alla fine del giro fra qualche mesi l’ignaro riciclatore di denaro sporco si ritroverà in casa la Guardia di Finanza che vuol sapere che fine hanno fatto i soldi RUBATI via internet da conti correnti sparsi nel modo.
Spiegargli tutto il giro sarà assai dura…
Qualcuno potrà obbiettare che tutto questo ragionamento non è plausibile, che sembra fantascienza, ma allora, dico io, perchè CONTINUANO ad arrivare le mail di phishing ?
Sempre diverse, fatte sempre meglio. Tenete conto che il sito web “civetta” fatto identico a quello di una qualche banca richiede tempo per essere messo in piedi, richiede risorse (almeno un server dove tenerlo e un po’ di banda) e che vive, di fatto, poche ore, appena una nuova mail di phishing esce in pubblico il sito civetta cui fà rifrimento viene spento in breve tempo, quindi se teniamo conto del volume ESAGERATO di mail di phishing che girano, del volume di persone che operano per cercare di farlo funzionare ci DEVE essere un rientro economico.
E qualche sprovveduto che cade nelle email civetta di poste italiane che rivuole la sua password si trova sempre…
E in queste situazioni non c’è antivirus o sistema operativo “secure by design” che regge, l’unica cosa che funziona e’ il cervello dell’utente che, ahimè, ultimamente scarseggia….
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