La patente oramai, ci permette di condurre i nostri automezzi su tutte le strade d'Europa. Il che se per un verso è una libertà, ci ha fatto credere che le regole e il codice della strada siano uguali in tutti i paesi. Ci si preoccupa, di solito, di informarsi sui limiti di velocità, sul tasso alcolico consentito o sulle norme relative alle assicurazioni, per il resto poi, si conduce come si è abituati.
Esistono però consuetudini e norme di comportamento conosciute solo dai 'locali' che rischiano di tramutarsi in trabocchetti, in alcuni casi anche molto pericolosi.
In Inghilterra, ad esempio, guai a segnalare con il lampeggio dei fari l'avvicinamento ad un incrocio dove si ha la precedenza. Questo gesto, familiare ai nostri automobilisti, per gli inglesi significa invece 'passa pure' ed è molto spesso all'origine di incidenti tra auto locali e auto guidate da italiani.
In Svezia e in generale nei Paesi scandinavi è invece assolutamente sconsigliato avvicinarsi troppo all'auto che ci precede: il non mantenere la distanza di sicurezza vale come una minaccia all'incolumità dell'automobilista locale, il quale ha il diritto di telefonare alla Polizia e di denunciare il comportamento minaccioso e pericoloso del turista.
La stessa cosa vale in Germania per il lampeggio nello specchietto: chi sopraggiunge alle spalle non deve mai chiedere strada con il classico colpo di fari, un gesto che anche per i tedeschi è assimilabile alla minaccia. Più si insiste con le luci e meno l'automobilista tedesco si sposta! Ed anche in questo caso chi si sente 'vessato' ha il diritto di chiamare con il cellulare la Polizia segnalando il numero di targa dell'aggressore.
Per chiedere strada ad un automobilista tedesco (e la cosa funziona anche in Italia), ma anche ad un austriaco, un olandese ed ai guidatori di alcuni Paesi dell'Est basta, invece, invece, inserire il lampeggiatore dal lato del sorpasso: la luce arancione fa solitamente il miracolo e l'auto rientra appena possibile.
Questo comportamento virtuoso ha però un risvolto negativo: sulle autostrade tedesche mettere il lampeggiatore per sorpassare, uscendo dalla corsia di marcia, significa: 'esco' e non 'vorrei uscire'. Anche in Francia c'é un gioco di fari molto pericoloso: quello cioé che si fa dalle nostre parti per segnalare, con un lampeggio, a chi viaggia in senso opposto la presenza di una pattuglia della Polizia.
Sulle strade statali francesi sono frequentissime le auto civetta, difficilmente distinguibili (se non per la presenza nel muso e nella coda dei sensori per rilevare le infrazioni sui limiti) da quelle dei civili. Ed una 'spiata' può comportare una denuncia molto pesante.
Chi, al volante della propria auto, ha come destinazione Parigi e, in generale, una delle altre grandi città francesi, deve poi conoscere una regola 'non scritta' che vale sulle autostrade urbane e, in caso di code, anche su quelle extraurbane: le moto sfilano nel traffico in un varco lasciato tra la corsia di marcia centrale e quella di sorpasso, con le auto che si spostano verso i rispettivi margini esterni. Chi lo fa spesso riceve il ringraziamento del motard (un cenno con il piede destro o con le dita della mano) ma chi non lo fa corre anche il rischio di essere colpito sulla carrozzeria con i pesanti stivali dei motociclisti meno accomodanti.
Esistono però consuetudini e norme di comportamento conosciute solo dai 'locali' che rischiano di tramutarsi in trabocchetti, in alcuni casi anche molto pericolosi.
In Inghilterra, ad esempio, guai a segnalare con il lampeggio dei fari l'avvicinamento ad un incrocio dove si ha la precedenza. Questo gesto, familiare ai nostri automobilisti, per gli inglesi significa invece 'passa pure' ed è molto spesso all'origine di incidenti tra auto locali e auto guidate da italiani.
In Svezia e in generale nei Paesi scandinavi è invece assolutamente sconsigliato avvicinarsi troppo all'auto che ci precede: il non mantenere la distanza di sicurezza vale come una minaccia all'incolumità dell'automobilista locale, il quale ha il diritto di telefonare alla Polizia e di denunciare il comportamento minaccioso e pericoloso del turista.
La stessa cosa vale in Germania per il lampeggio nello specchietto: chi sopraggiunge alle spalle non deve mai chiedere strada con il classico colpo di fari, un gesto che anche per i tedeschi è assimilabile alla minaccia. Più si insiste con le luci e meno l'automobilista tedesco si sposta! Ed anche in questo caso chi si sente 'vessato' ha il diritto di chiamare con il cellulare la Polizia segnalando il numero di targa dell'aggressore.
Per chiedere strada ad un automobilista tedesco (e la cosa funziona anche in Italia), ma anche ad un austriaco, un olandese ed ai guidatori di alcuni Paesi dell'Est basta, invece, invece, inserire il lampeggiatore dal lato del sorpasso: la luce arancione fa solitamente il miracolo e l'auto rientra appena possibile.
Questo comportamento virtuoso ha però un risvolto negativo: sulle autostrade tedesche mettere il lampeggiatore per sorpassare, uscendo dalla corsia di marcia, significa: 'esco' e non 'vorrei uscire'. Anche in Francia c'é un gioco di fari molto pericoloso: quello cioé che si fa dalle nostre parti per segnalare, con un lampeggio, a chi viaggia in senso opposto la presenza di una pattuglia della Polizia.
Sulle strade statali francesi sono frequentissime le auto civetta, difficilmente distinguibili (se non per la presenza nel muso e nella coda dei sensori per rilevare le infrazioni sui limiti) da quelle dei civili. Ed una 'spiata' può comportare una denuncia molto pesante.
Chi, al volante della propria auto, ha come destinazione Parigi e, in generale, una delle altre grandi città francesi, deve poi conoscere una regola 'non scritta' che vale sulle autostrade urbane e, in caso di code, anche su quelle extraurbane: le moto sfilano nel traffico in un varco lasciato tra la corsia di marcia centrale e quella di sorpasso, con le auto che si spostano verso i rispettivi margini esterni. Chi lo fa spesso riceve il ringraziamento del motard (un cenno con il piede destro o con le dita della mano) ma chi non lo fa corre anche il rischio di essere colpito sulla carrozzeria con i pesanti stivali dei motociclisti meno accomodanti.
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