Dopo tanti anni di chiacchiere, finalmente è arrivato il momento dei primi test sul campo dei nuovi giornali elettronici.
Sarà un quotidiano magico, come la "Gazzetta del Profeta" letta da Harry Potter, scrive il "Times". E in effetti lo schermo elettronico flessibile, capace di restituire immagini e video e allo stesso tempo di stare arrotolato dentro una cartella, rischia di trasformare come per incantesimo una buona fetta dell'industria editoriale e non solo.
Non quelli online – che tutti ben conosciamo – ma le versioni plastiche aggiornabili digitalmente, capaci anche di funzioni multimediali. “Gli schermi flessibili permetteranno la diffusione istantanea dei giornali ovunque e su supporti inediti, dal braccialetto-orologio ai muri delle stazioni e degli aeroporti”, ha dichiarato Bruno Rives, fondatore della società di consulting Tebaldo, sulle pagine di Le Monde.
Il prodotto dovrebbe essere ormai in dirittura d'arrivo, segnala la Plastic Logic, un'azienda di Cambridge (Massachusetts) che ha fatto affidamento sugli studiosi del Cavendish Laboratory. Il progetto è costato 180 milioni di euro e dieci anni di studio.
Il Plastic Logic ha le dimensioni di un foglio A4 e si basa su una tecnologia simile a quella dei lettori elettronici: lo schermo non è a cristalli liquidi, ma a nanosfere, dunque non consuma energia se resta acceso, ma solo quando si gira pagina. A dargli vita non è il consueto microchip di silicio, ma uno di plastica,
Insomma, la visione sci-fi sta per diventare realtà. E-ink, l’azienda che per prima ha sviluppato il supporto in questione, ha confermato che la sua diffusione inizierà nel 2015. E bisogna credergli perché in Belgio almeno 200 lettori della testata De Tijd stanno testando in queste settimane il nuovo supporto. Venerdì 17 marzo il giornale economico francese Les Echos ha mostrato alla stampa il suo primo prototipo compatibile. “Lo schermo flessibile sta uscendo dai laboratori di ricerca per entrare nella fase produttiva. Ma le prime applicazioni saranno delle etichette elettroniche che indicano i prezzi dei prodotti.
I primi schermi Plastic Logic verranno commercializzati negli Stati Uniti all'inizio dell'anno nuovo, a un prezzo simile a quello del lettore rigido Kindle della Amazon, concorrente diretto, cioè attorno ai 300 dollari. In Europa il quotidiano arrotolabile arriverà verso fine 2010 o inizio 2011. L'avvio della produzione è questione di qualche mese. Per la verità l'azienda è già pronta, ma ci sono ancora perplessità di marketing, dice il vicepresidente della Plastic Martin Jackson: "La gente si preoccupa che lo schermo possa rompersi se lo arrotola e lo mette in cartella".
Si può pensare poi a dei notebook che, una volta chiusi, continuano a visualizzare informazioni grazie a uno schermo flessibile posto sulla parte superiore”, ha spiegato un portavoce di Plastic Logic, azienda leader nella ricerca & sviluppo di queste soluzioni.
La modalità di aggiornamento delle pellicole avverrà tramite dispositivi wireless, come il Wi-Fi e il Bluetooth. Il problema a questo punto è legato alle strategie future dei grandi gruppi editoriali. Già, perché il lavoro stesso delle testate è destinato a cambiare, soprattutto per quanto riguarda i tempi di elaborazione delle notizie.
«L'innovazione - afferma Brown - consiste nell'usare la tecnologia dell'industria della stampa per produrre circuiti elettronici». Finora, infatti, i circuiti sono sempre stati realizzati con materiali inorganici come il silicio, molto costosi da lavorare «perché - precisa Brown - richiedono un alto vuoto, alte temperature e processi di fotolitografia molto onerosi». Con queste nuove tecnologie, invece, i costi di produzione «risultano molto più bassi - dice il ricercatore italiano - e si riduce anche l'impatto ambientale, visto che non ci sono sprechi e i solventi usati nella lavorazione sono molto meno dannosi dei gas tossici utilizzati dall'industria del silicio».
«Le applicazioni principali dei circuiti plastici - sottolinea Brown - sono soprattutto due. Innanzitutto gli schermi piatti, che potranno essere prodotti su substrati flessibili a basso costo. E poi l'etichettatura elettronica in radiofrequenza, che sfrutta, appunto, la Rfid, cioè la Radio frequency identification. É il caso dei codici a barre che potranno essere letti senza il contatto del lettore. Così al supermercato, per esempio, non dovremo scansionare ogni oggetto. Se poi abbiamo un frigorifero che utilizza la stessa tecnologia e che magari è anche collegato a Internet, potremo essere avvisati della data di scadenza di un prodotto e ricomprarlo online, senza muoverci da casa». Nel 2001 la Plastic Logic ha vinto l'"European Technology Innovation Award" del «Wall Street Journal Europe», classificandosi prima nella categoria "Base Technologies".
New York Times, El Pais e Yomiuri Shimbun si stanno interrogando sugli effetti collaterali di questa rivoluzione. La stessa Ifra, l’associazione internazionale degli editori, ha posto la questione al centro di un acceso dibattito. Fra meno di 10 anni il cartaceo andrà in pensione, con evidenti benefici economici per le testate e l’ambiente. I professionisti del settore saranno in grado di adattarsi alle nuove esigenze?
Sarà un quotidiano magico, come la "Gazzetta del Profeta" letta da Harry Potter, scrive il "Times". E in effetti lo schermo elettronico flessibile, capace di restituire immagini e video e allo stesso tempo di stare arrotolato dentro una cartella, rischia di trasformare come per incantesimo una buona fetta dell'industria editoriale e non solo.
Non quelli online – che tutti ben conosciamo – ma le versioni plastiche aggiornabili digitalmente, capaci anche di funzioni multimediali. “Gli schermi flessibili permetteranno la diffusione istantanea dei giornali ovunque e su supporti inediti, dal braccialetto-orologio ai muri delle stazioni e degli aeroporti”, ha dichiarato Bruno Rives, fondatore della società di consulting Tebaldo, sulle pagine di Le Monde.
Il prodotto dovrebbe essere ormai in dirittura d'arrivo, segnala la Plastic Logic, un'azienda di Cambridge (Massachusetts) che ha fatto affidamento sugli studiosi del Cavendish Laboratory. Il progetto è costato 180 milioni di euro e dieci anni di studio.
Il Plastic Logic ha le dimensioni di un foglio A4 e si basa su una tecnologia simile a quella dei lettori elettronici: lo schermo non è a cristalli liquidi, ma a nanosfere, dunque non consuma energia se resta acceso, ma solo quando si gira pagina. A dargli vita non è il consueto microchip di silicio, ma uno di plastica,
Insomma, la visione sci-fi sta per diventare realtà. E-ink, l’azienda che per prima ha sviluppato il supporto in questione, ha confermato che la sua diffusione inizierà nel 2015. E bisogna credergli perché in Belgio almeno 200 lettori della testata De Tijd stanno testando in queste settimane il nuovo supporto. Venerdì 17 marzo il giornale economico francese Les Echos ha mostrato alla stampa il suo primo prototipo compatibile. “Lo schermo flessibile sta uscendo dai laboratori di ricerca per entrare nella fase produttiva. Ma le prime applicazioni saranno delle etichette elettroniche che indicano i prezzi dei prodotti.
I primi schermi Plastic Logic verranno commercializzati negli Stati Uniti all'inizio dell'anno nuovo, a un prezzo simile a quello del lettore rigido Kindle della Amazon, concorrente diretto, cioè attorno ai 300 dollari. In Europa il quotidiano arrotolabile arriverà verso fine 2010 o inizio 2011. L'avvio della produzione è questione di qualche mese. Per la verità l'azienda è già pronta, ma ci sono ancora perplessità di marketing, dice il vicepresidente della Plastic Martin Jackson: "La gente si preoccupa che lo schermo possa rompersi se lo arrotola e lo mette in cartella".
Si può pensare poi a dei notebook che, una volta chiusi, continuano a visualizzare informazioni grazie a uno schermo flessibile posto sulla parte superiore”, ha spiegato un portavoce di Plastic Logic, azienda leader nella ricerca & sviluppo di queste soluzioni.
La modalità di aggiornamento delle pellicole avverrà tramite dispositivi wireless, come il Wi-Fi e il Bluetooth. Il problema a questo punto è legato alle strategie future dei grandi gruppi editoriali. Già, perché il lavoro stesso delle testate è destinato a cambiare, soprattutto per quanto riguarda i tempi di elaborazione delle notizie.
«L'innovazione - afferma Brown - consiste nell'usare la tecnologia dell'industria della stampa per produrre circuiti elettronici». Finora, infatti, i circuiti sono sempre stati realizzati con materiali inorganici come il silicio, molto costosi da lavorare «perché - precisa Brown - richiedono un alto vuoto, alte temperature e processi di fotolitografia molto onerosi». Con queste nuove tecnologie, invece, i costi di produzione «risultano molto più bassi - dice il ricercatore italiano - e si riduce anche l'impatto ambientale, visto che non ci sono sprechi e i solventi usati nella lavorazione sono molto meno dannosi dei gas tossici utilizzati dall'industria del silicio».
«Le applicazioni principali dei circuiti plastici - sottolinea Brown - sono soprattutto due. Innanzitutto gli schermi piatti, che potranno essere prodotti su substrati flessibili a basso costo. E poi l'etichettatura elettronica in radiofrequenza, che sfrutta, appunto, la Rfid, cioè la Radio frequency identification. É il caso dei codici a barre che potranno essere letti senza il contatto del lettore. Così al supermercato, per esempio, non dovremo scansionare ogni oggetto. Se poi abbiamo un frigorifero che utilizza la stessa tecnologia e che magari è anche collegato a Internet, potremo essere avvisati della data di scadenza di un prodotto e ricomprarlo online, senza muoverci da casa». Nel 2001 la Plastic Logic ha vinto l'"European Technology Innovation Award" del «Wall Street Journal Europe», classificandosi prima nella categoria "Base Technologies".
New York Times, El Pais e Yomiuri Shimbun si stanno interrogando sugli effetti collaterali di questa rivoluzione. La stessa Ifra, l’associazione internazionale degli editori, ha posto la questione al centro di un acceso dibattito. Fra meno di 10 anni il cartaceo andrà in pensione, con evidenti benefici economici per le testate e l’ambiente. I professionisti del settore saranno in grado di adattarsi alle nuove esigenze?
6 commenti:
Sarà, però quando vado dal dentista preferirei leggere qualche "tradizionale" rivista; sfogliare le pagine mi distende. :)
Beato te, quando io vado dal dentista al solo pensiero di cosa mi farà, non riesco a leggere nemmeno il cartello dell'orario dello studio :)
Ma chi hai come dentista... Hulk??? :D :D
No, denti molto sensibili, pensa che ululavo solo per la pulizia con gli ultrasuoni... :(
Per caso i denti entravano in risonanza con l'orecchio?
come ricevere un ago all'interno dell'orecchio...
a me era capitato questo... acc
dannosissimo...
cmq a me sta tecnologia piace... se costera' poco pero'!
Non so se la cosa può consolarti ma io già auuuuuululo... al solo pensarci. :D
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