Ricerca personalizzata

venerdì 19 febbraio 2010

Il senso di una vita sociale

“... capire se chi ci governa o vuole governare, sia una persona meritevole e che opererà per il bene della comunità, è piuttosto semplice in verità. Basta osservare la sua condotta sessuale. Nulla di buono ci si può aspettare da chi conduce una vita sessuale disordinata, dedica a continue ricerche ed azioni con il fine di soddisfare i propri appetiti sessuali...”



Parole tratte da insegnamenti di una grande anima illuminata.

Vero che al giorno d’oggi si è persa la facoltà di vedere la veridicità di quanto sopra. Nel tempo abitudini apprese fin da piccoli, si sono deviate al punto che parlare di moralità fa apparire il tutto bigotto, fanatico e noioso.

Chi ci parla di morale quasi sempre propone la sua forma di vita e con dovizia di particolari, espone gli argomenti per rendere coerente il suo modo di vita. Alla fine ci si ritrova con tante belle teorie che possiamo scegliere o abbinare come più ci piace per condurre quella che secondo noi, è la giusta filosofia di vita.

Molti anzi, quasi tutti prendono le frasi o le indicazioni che più aggradano per costruire la propria giustificazione d’azione e con la quale, nonostante molte contraddizioni, dirigono la propria vita verso un fine o un altro a seconda la varietà del momento.

Abbiamo una fase giovanile, dove la propria condotta sessuale, è derivata da necessità che cercano di coesistere sul far parte del gruppo d’élite e le voglie che tempeste ormonali inducono al proprio corpo. In questa fase niente deve ormai contrastare quella che si pensa sia la propria definizione sessuale. Se le attitudini interiori vanno verso direzioni poco inclini alla continuità della specie, ecco sapienti temi che parlano e approvano il cambio di direzione, adducendo la causa ad una natura erronea che ha formato un veicolo non concorde con le stimolazioni sensoriali.

Conta in questa stagione della vita, non solo appagare bisogni fisici ma anche quelli psicologici che vogliono essere sempre al vertice della classe sociale. Brama di essere primi in tutto. Di essere sempre quelli che sono allineati con quello che va per la maggiore ed esserne leader.

Fasi successive portano l’individuo a seconda di come ha raccolto successi nella prima fase, che non ha un tempo stabilito ma dipende dai propri umori, verso stabili posizioni sociali via via più marcate che vengono limate nei dettagli per rendere sempre più comoda la posizione raggiunta.

In questa situazione, la persona cristallizza sempre più le proprie attitudini. Chi vuole raggiungere posizioni economiche più allettanti, si vedrà impegnato in faticosi percorsi di carriera dove tutto ha il sapore di sfida continua, dove ogni rischio viene valutato in base al costo, dove l’impegno è giustificato dall’obbiettivo e ci si ritrova ad essere appagati solo dopo aver segnato un +1 nel proprio bilancio giornaliero.
Piani più bassi nella scala sociale, vedono persone che solo cercano di soddisfare bisogni elementari. Magari perché non si ha indovinato la formula vincente oppure perché interessati a vite semplici. Solitamente troviamo persone che alla fine della loro giornata si sentono appagate dal frigo pieno, specie se ben fornito di birre, una bella partita di calcio alla tele, e... una soddisfacente vita sessuale sotto le coperte alla notte. La caratteristica di queste persone nel sesso maschile, è di rallegrasi gli occhi con immagini dell’altrui sesso per condire la loro vita diaria. La sessione femminile preferisce estenuanti giri nei negozi non disdegnando pitture romantiche che portano sollievo e fanno sognare.
La vita sessuale è presa fra i confini del lecito e fra quelli del proibito. Si hanno desideri intimi d’evasione ma sono attuati solo se si presenta l’occasione e solitamente non sono confessati. Nel frattempo però, si cercano le occasioni, coscientemente o meno, per evadere da quello che sembra un peso morale a cui si da credo solo per buona convivenza ed anzi, l’argomento sesso viene relegato a discorsi fra amici, amiche e difficilmente sarà approfondito col patner del quale si teme una reazione discorde e che potrebbe complicare la convivenza, anche perché il compagno o compagna non può stabilire il limite del desiderio espresso che può cambiare in frazioni di tempo dopo.

Abbiamo poi persone che conducono una vera e propria vita dedita alle prestazioni sessuali. Sempre alla ricerca di un nuovo diversivo. Circondati da amici che si rallegrano dell’eventuali nuove acquisizioni e fanno a gara di come rendere sempre più piccante la faccenda.

Troviamo qui le persone che hanno reso la questione sessuale una professione, combinando le attività riproduttive con ingaggi economici, sfidando ogni volta il limite. Sono le persone che portano la bandiera della rivoluzione dei costumi. Facili idoli delle masse assetate da condotte discutibili ma che sono relegate alla dimensione del desiderio e quindi non condannabili. Figure che il tempo cancella dai ricordi ma che rafforzano gli appetiti ormonali rendendoli sempre più giustificabili nelle società. Rappresentazioni del sommerso che poco a poco, stanno dipingendo la nostra società sempre più simile alle condotte in uso nelle bibliche Sodoma e Gomorra.

Rimangono quelli elementi per cui la vita è solo un profittare di tutto, non importa le conseguenze, dato che alla fine non c’è continuità. Assassini, ladri, ecc..

Di quanto elencato, chiaramente non in modo esaustivo ma che si può estrapolare fra situazione e situazione, volente o nolente, ognuno deve condurre anche una vita politica. Che sia di forma attiva, iscrivendosi a qualche partito se non formandone uno, o semplicemente adattandosi alle regole che lo stato in cui vive impone, cercando di pilotare la propria esistenza fra i devo non devo che la legislatura permette o proibisce.

Ma se cerchiamo di addentrarci a quella forma di società, definita già nell’antichità, troviamo contrasti e accozzare di teorie al punto di sfociare in guerre, laddove l’obiettivo non trova altra soluzione. Colpi bassi e complotti sono ormai all’ordine del giorno e se ne può avere idea scorrendo gli articoli di qualche periodico di qualunque paese. Ognuno ha una propria idea sul come dirigere la nazione in cui vive, stranamente nessuno si trova nella completa disponibilità per poter attuare la propria filosofia. Anche i dittatori assisi con potere assoluto, devono combattere le varie fazioni di opposizione che sorgono fra i risvolti del tessuto sociale e spesso racchiusi addirittura nel proprio circolo di comando.

Possibile che l’animale uomo, definito sociale dai biologi, non riesca trovare una forma di convivenza comune atta al bene collettivo?

Lo scorcio d’apertura ci viene in aiuto. Una persona che è libera da regole meccaniche interne e sottoposta a tempeste ormonali nonché psichiche è innanzitutto una persona casta.

Il problema che nel tempo, si è sostituito il significato di casto con astenuto. Una cosa è l’astinenza, dove viene reclusa del tutto la pratica sessuale cosa che comporta sempre contrasti intimi sfociando in forme maniacali e fanatiche. Altra è la castità che vede solo la conservazione delle proprie energie riproduttive intavolandone la via verso risultati più edificanti; ma questo è un discorso a parte che magari chi vuole, può approfondire cercando.

Come può essere fedele ad un popolo intero una persona che non riesce ad essere fedele nemmeno al proprio patner? Come può far valere la propria parola se nella sua vita solo s’incontrano interpretazioni e raggiri per scopi nemmeno ben definiti? Come può governare qualcuno che non riesce a dirigere nemmeno la propria famiglia? Che cerca consensi esterni e non trova armonia nella propria casa?

Ovviamente questa persona è presa dalla voglia di cambiare, dal vivere meglio e magari dovuto a qualche successo economico è convinto che la propria idea sia quella perfetta o perfettibile.

Anticamente chi occupava posizioni di comando era una persona chiamata dal popolo. Una persona al quale veniva imposto un compito, oneroso e difficile e del quale, riceva in cambio solo preoccupazioni e responsabilità. Un esempio di una vita polita corretta lo ritroviamo nel generale Galba (ma non solo) che nell’antica Roma, dopo aver dato la sua vita al servizio in difesa del paese, se ne viveva tranquillo nella sua casa di campagna, giusta ricompensa delle sue fatiche. Nonostante fosse appagato dalla vita coniugale che stava conducendo, le situazioni del momento richiedevano una guida per uscire da una situazione. Il popolo, allora più cosciente e meno bigotto d’oggi, si rivolsero a lui per garantire il benessere comune. Galba non si fece pregare, e lasciata la comoda vita “pensionistica”, prese le redini in mano, portando a termine quanto richiestogli. Infine, invece di accomodarsi sui trionfi del gesto e approfittare per rendersi sovrano assoluto, ritornò alla sua casa per riprendere le sue attività, senza che le ultime gesta pubbliche, siano di orgoglio ma solo appagato all’idea di aver svolto il compito richiestogli. In seguito come la natura umana degenera le cose, anch'egli si incaponì di stabilizzare l'impero e se non fosse per Nerone la sua fine magari non sarebbe stata così tragica.

Oggi personaggi del genere non li troviamo più. Chi conquista la posizione di comando non la lascia più. Addice a giustificazioni come se la sua assenza porterebbe al disastro e il ritorno alla barbarie. In netta contraddizione al fatto che la vita prima o poi lo toglierà di mezzo e quindi che senso ha la permanenza?

Siamo governati da persone che usano il sesso come appagamenti personali e escludono dal contesto che questo sia il metro di giudizio delle loro azioni. Voglio imporci l’idea di guardare agli obiettivi raggiunti e non giudicare le azioni morali che eseguono. Un forma sottile de “il fine giustifica i mezzi”; se per essere preformante nelle scelte politiche, economiche, sociali, devo essere sempre al massimo, allora ben venga la distrazione appagante di una violazione morale, di una sostanza coadiuvante. Tristemente, sempre più gli si da ragione. Un uomo politico può permettersi di tradire il proprio partner, fare quello che più gli aggrada nella vita privata e non dover rendere conto a nessuno di quanto commesso, anzi.

Travisando quello che è l’esempio. Le nuove generazioni mosse da impulsi naturali, fanno della vita sessuale dell’esponente politico, uno stile di vita apprezzabile e desiderabile. Invertendone i termini, tanto il risultato non cambia. Per essere al vertice, si deve condurre una vita sessuale che fino a non poco tempo fa era dichiarata, degenerata; usare sostanze doppanti che mettano l’alterazione fisiologica necessaria a reprimere le inibizioni. Di conseguenza il leader di questa condotta, otterrà sempre maggior consensi, visto che garantirà con leggi appropriate la ribellione morale, la condotta discutibile ma che nel tempo non solo non lo sarà ma sarà impensabile l’opposto. S’invertirà il senso del bene e male.

Come finirà? Non siamo veggenti ma non occorre esserlo per vedere come stanno andando le cose. Sempre più corruzione ci circonda e la vita è sempre più complicata. Abbiamo intrapreso la via del disastro ma non ce ne importa e non riusciamo a venirne fuori. Siamo convinti che perfezionando il sistema, limando qua e là i paletti sociali, alla fine tutto si risolva, ottusamente non vogliamo vedere il peggiorare della situazione. Non vogliamo renderci conto della pesantezza nella quale viviamo ma anzi, siamo convinti di andare per il meglio.

Vita felice quella in cui ci si può ritemprare dalle fatiche del giorno, trascorrendo idilliaci istanti col proprio partner. Condividere i momenti più intimi e sapere di contare su un vero amico, amica. Affrontare ogni giorno col sorriso di chi sa di avere qualcuno che sarà li per aiutarti nelle sue possibilità. Trovare la gioia di avere fra le braccia la persona che si ama veramente, cosa che ci porta in un piano di estasi dove tutto ha un sapore nuovo, ogni momento. Il gusto di stare vicini senza per questo avere la mente invasa da desideri ma solo godere dell’istante. Ritrovarsi bambini, quando non vedevamo una persona per il suo sesso, ma per la felicità che questa sapeva infonderci. Completare questo con l’apoteosi di un’unione tesa ad amplificare la gioia reciproca compartendo e unendosi in un solo corpo dove la parola “anima”, acquista significato e i racconti dello spirito iniziano ad avere forma.

Ma al posto di comando sempre ci sarà la persona che la collettività merita. Questa è la sintesi di un’espressione maggioritaria e non l’inverso. La società è formata dagli individui che la compongono e questa è il risultato di questi. Non si può cambiare la società per cambiare gli individui dato che è la conseguenza e non la causa. Per cambiare la società, serve cambiare individualmente. Solo dopo una maggioranza di individui coscienti, porta al governo un individuo cosciente e che sarà comunque, la rappresentazione di quello che siamo.

Se non siamo capaci di essere felici nel nostro piccolo quotidiano, lasciamo il tema delle grandi battaglie esterne. Le persone al comando non avranno potere non avendo chi li sostiene e nel tempo, saranno sostituite con chi meglio. Nel frattempo adoperiamoci a vivere una vita sana, che abbia scopi diretti atta a vivere con l’essere amato e rafforzando l’amore che ne scaturisce. Difficile cammino, ma ricco di sostanza che invito a ricercare.

1 commento:

Zio Tibia ha detto...

Non avevo nulla da aggiungere...

poi da un'altra parte c'era uno sfogo di una persona, lo riporto qui...

...
E allora che senso hanno le righe appena scritte? Solo uno: dirvi il più accorato “non v’è speranza nei personaggi, perché dal momento in cui lo diventano non sono più liberi. Se la vita in Italia rinascerà mai, accadrà dagli scantinati delle formiche, le poche ancora di buona volontà, le persone, se mai ne rimarranno.” Il valore del messaggio è questo, ed è altissimo. Vi basti.

insomma
bisogna rimboccarsi le maniche, non solo dire di rimboccarsele...

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