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giovedì 29 ottobre 2009

DTT, problemi nuovi di vecchia data.

Del digitale terrestre se n'è parlato già in svariate occasioni e del resto, chiunque faccia un giro sul web, può trovare a iosa notizie e spiegazioni più o meno tecniche ma non solo, sull'argomento.

In Italia si è cercato di far passare questa tecnologia, come obsoleta e piena di problemi, arrivando al punto di dire che in altri paesi europei è stata posta di lato preferendo magari, un IPTV che viene trasmessa via Internet.

Vivendo all'estero e avendo modo di viaggiare, vi posso assicurare che non corriponde alla realtà.

Il digitale terrestre presenta molte caratteristiche tecniche interessanti per i fornitori audiovisivi, che solo perifericamente toccano la qualità del segnale. Cosa che invece, viene spacciata agli utenti finali come il non plus ultra della tecnologia per visionare quanto trasmesso. Ne sanno qualcosa tutti i vari utilizzatori costretti anche a loro malgrado, al cambio del sistema, il famoso oramai, "Switch off".

Uno dei motivi appetibili del sistema digitale, è che si possono trasmettere più informazioni sulla stessa banda di frequenza. Infatti, invece di trasmettere segnali che portano solo il contenuto audio/video e poi riconvertiti analogicamente nell'apparecchio ricevente, si trasmette un segnale dati, ovvero composto da tanti 0 e 1 per capirsi, che per sua natura può essere formato da una mole d'informazioni molto maggiore.

Per arrivare a questo risultato si sono sviluppati sistemi sempre più sofisticati con modelli matematici più o meno complessi, atti alla compressione del flusso dati. Flusso che come in un normale elaboratore, viene poi decodificato fornendo tutti i vari algoritmi atti a permettere la visione, ascolto o utilizzo del servizio contenuto all'interno.

Il sistema ha senza dubbio, la capacità di portare un segnale audiovisivo, ben al di sopra delle possibilità analogiche usate fino a poco fa ed ancora in auge in alcune regioni fintanto non ci sia il passaggio definitivo.

Storicamente, il problema per la corretta trasmissione del segnale digitale e quindi il suo ritardo, si può riassumere alle varie interferenze, echi, che s'accumulano nel percorso fra antenna trasmittente a quella ricevente.

Mentre nell'analogico l'arrivo del segnale caricato da elementi esterni dava solo il risultato di un'immagine sdoppiata, oppure con l'effetto neve per bassa ricezione, dovuto al fatto che l'apparecchio ricevente non doveva decodifcare, ma solamente convertire i vari impulsi in luci e suoni, il sistema digitale deve avere per forza della sua natura, un flusso continuo di dati da elaborare. L'arrivo simultaneo d'informazioni non concordi, porta alla mancata codifica e quindi visione di quanto trasmesso, con schermo nero o alla meglio, quadrettoni e blocchi d'immagine. Basta un edificio che si contrapponga nella linea di trasmissione o un ostacolo temporaneo che sia, per dar luogo al fenomeno di echi che sovrapponendosi fra loro, generano il problema. Per ovviare al fenomeno, si sono studiati e testati, algoritmi capaci di filtrare dati erronei e ricostruire digitalmente il segnale originario.

Ma proprio perché la natura del segnale digitale, permette anche l'invio di informazioni aggiunte, come possono essere quello di un programma per computer semplificando, sono nati i servizi a valore aggiunto o, per gli utenti finali, interattivi.

Questo è il core business del sistema! Si può abbinare al segnale audiovisivo, codici che ne regolano l'uso. Il decoder opportunamente programmato, abilita o blocca quanto non conforme al servizio trasmesso. L'appetitosa torta delle "Pay Tv".

Spesso il sistema per funzionare necessita di una connessione telefonica, dove i codici di controllo vengono trasmessi attraverso il filo e possono essere portanti di dati necessari a transazioni bancarie, richieste di situazioni fiscali e altro. Si possono scalare i vari crediti comprati per vedere una partita di calcio, un evento musicale o film, dalla scheda che va abbinata al decoder. Sistema noto ai vari utenti e che ultimamente vengono via via offerti attraverso la pubblicità.

La nascita di "TivùSat", segue passo passo tutto il mercato che s'apre col sistema digitale. Nuovi decoder, nuovi televisori, nuove offerte commerciali. Una parte del sistema è lasciata "libera" e viene catalogata come Tv generalista, ma come si può facilmente notare, non presenta più la qualità di spettacolo alla quale anticamente eravamo abituati. Sempre più programmazione di basso profilo, sempre più pause pubblicitarie e intrattenimenti che hanno già anni alle spalle. Tutto quanto possa avere un valore come contenuti, viene deviato verso i sistemi a pagamento.

Non che questo sia delittuoso, un'impresa nasce per far profitto e senza questo, difficilmente può sopravvivere. Non si può far a meno di notare però, che l'avidità che sempre più contraddistingue le big del settore, sovraccaricano il sistema al punto che il risultato finale, è la bassa qualità. Gonfiare i servizi trasmessi per spremere quanto più possibile dalla banda di trasmissione, porta inevitabilmente al ridimensionamento dei vari canali associati con problemi che sono noti alla maggior parte degli utenti finali e che se ne può avere un'idea più ampia, cercando in rete.

Alcuni trovano conforto realizzando che se il sistema offre un pessimo spettacolo, ben venga il ritrovarsi con amici e optare per altre attività con cui impegnare il proprio tempo, altri seguono la via della protesta e altri ancora intrappolati dal sistema, acquistano sempre nuove tecnologie per stare al passo.

Finirà come ci dicevano i nostri padri? "Chi troppo vuole, nulla stringe."?

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