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giovedì 6 maggio 2010

USA, ma ci sono ancora amici tuoi?

Volutamente in questo post si farà riferimento a visioni populistiche della vicenda. I sostenitori della vita, politica ed economica americana, avranno senz'altro che da ridire e controbattere. Ma la visione che si riporta è quanto vive la gente sulla sua pelle, con il suo sudore e le sue aspirazioni. Premetto che tempo fa mi chiedevo spesso come mai esistesse uno spesso settore opinionista sostenente l'aggressività americana nei confronti degli altri stati e ad oggi non capisco come ci possano essere fazioni disposte ad imolarsi fisicamente per seminare terrore e morte convinte che sia la soluzione. Del resto tristemente, nel corso della vita ho notato in più occasioni come l'arroganza degli americani, spesso dilaga negli altri paesi e quasi sempre per questioni economiche che vedono come obiettivo l'essere padroni del mondo e dell'universo, consumando quanto più possibile e rimandando il debito a terzi.

Ai tempi della seconda guerra mondiale, gli americani sonnecchiavano nel loro paese, trastullandosi con giochetti borsistici, approfittando per piazzare merci nei paesi in difficoltà. Fintanto non furono direttamente coinvolti nel conflitto. A guardare i documentari in merito, se ne riceve in verità, il secondo fine. Quello commerciale. Forti di risorse non impegnate fino ad ora, e con la scusa della liberazione, alla fine del conflitto sono all'apice delle preferenze della gente che li vedono come chi toglie la fame e la miseria. Nel frattempo però, hanno anche in mano solidi compromessi che li vedranno infiltrati in tutte le politiche dove hanno messo piede. E che nel tempo, faranno buon uso.

Il mondo, rinchiuso nel suo giardino, il mondo guardava gli americani sonnecchiando. In fin dei conti erano solo il resto di forzati esportati a colonizzare un paese lontano e che in Europa non erano graditi. Ignorato totalmente lo sterminio di molte etnie locali eseguito per interessi economici. Si trattava di vicende lontane, appartenenti ad un continente lontano.

Abbiamo ignorato volutamente che la crisi del '29 fu motore del conflitto. Abbiamo ignorato volutamente che l'attuale crisi deriva dalle speculazioni in atto negli USA. E anche se preoccupati, ci siamo fatti un pensiero, abbiamo le mani legate da governi che abbiamo permesso andare al potere e che sempre più si dimostrano corrotti e comprati.

Dopo un periodo che si faceva festa quando una bella portaerei statunitense approdava in qualche nostro porto, magari paventando facili e nuovi guadagni, sulle pareti delle città iniziarono ad apparire infelici scritte "Yenkey go home!", vergate da mani stanche di soprusi non sanati dalle forze dell'ordine vista l'extra territorialità goduta dalle forze "alleate".

Che dire di quei incidenti dove vite recise non ottengono giustizia e si sentono rispondere con accuse? Come definire la vicenda di aerei stranieri sorvolanti a bassa quota il proprio territorio nazionale a scopo d'esercitazione, che recidono cavi di una funivia facendo precipitare la stessa e vedersi accusati di non aver segnalato sulle carte il tragitto dell'impianto?

Campanelli non ascoltati da un governo che, evidentemente in conflitto d'interessi, alla richiesta di ampliamento di basi, concede senza pensare al parere negativo della popolazione presente e non solo, ammonendo che il potere decisionale non appartiene alla gente, ma viene esercitato dal governo, legittimamente eletto? Nessun stupore alla conseguente caduta e rielezione.

Il mondo dell'Islam ha il dente avvelenatissimo nei confronti del popolo americano. Ma perché? Come mai esiste una violenza inaudita nei confronti degli USA e che poco a poco, s'allarga verso altri paesi ad esso allineati? Che c'entri forse il fatto che molti conflitti, impoverimenti sono stati perpetuati con l'intento di accaparrarsi le risorse presenti? Forse non è abbastanza chiaro alla gente, che guerre sante, sono fatte per i diritti d'estrazione petrolifica?

La robustezza raggiunta dalla moneta europea, nonostante sia nata per garantire scambi convenienti agli stessi USA, ha fatto sì che investimenti in Euro siano più fiduciosi che in Dollari, visto l'indebitamento di questi prima con il Giappone ed ora con la Cina.

Dopo aver visto il crollo delle speculazioni statunitensi, poco prima esaltate dalle varie agenzie di rating, e conseguente crisi propagatasi in tutti i sistemi bancari, i quali smascherati, dimostrano un unico padrone, ora vediamo il declassamento e via via l'impoverimento di intere nazioni. Ben giocato sull'egoismo dei singoli, che non interessa il male del vicino. Ora ci parlano di speculazioni, di attacchi economici. Come se questo alla gente possa interessare molto.

Le immagini che ci arrivano dalla Grecia ci spaventano, forse perché sappiamo che sono prossime in casa nostra. Quando l'Europa sarà in ginocchio causa giochi borsistici e speculativi e che si sono riversati sopra la gente e che di fatto ha subito il furto, la gente porrà lo sguardo a chi secondo logica spicciola, è stato causa. Gli USA.

Quale paese, nel senso della popolazione e non dei suoi politici, vede amico il popolo statunitense ad oggi? L'Asia? L'Africa? Il Sud America?, La Cina?, Il Giappone?... forse l'Australia...

L'Europa unita nel denaro, s'accorgerà che i confini nazionali delimitanti i singoli stati, sono d'intralcio per una robustezza economica. Dall'esterno è facilissimo attaccare i punti deboli e risalire il cuore del sistema. L'unione europea attuale, basata sulla moneta, ha i giorni contati e si faranno, in fretta, gli "Stati Uniti d'Europa". Garanzia in toto sul suo perimetro e non attaccabile su paesi singoli. Ci sarà il caos interpretativo. Dove le persone poco a poco, non sapranno quale sia la sua identità storica.

La conseguenza di una visione cieca. Il delegare la causa cercando colpe esterne. Mentre un futuro conflitto, sarà visto da chi manovra, come ulteriore occasione per arricchirsi, dando ancor più vigore alla violenza che si delinea all'orizzonte.

Speravo e spero ancora, di non vedere orrori di una guerra fratricida e civile, ma sembra che l'egoismo che ci contraddistingue chi più chi meno, non va per questa speranza.

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