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mercoledì 6 gennaio 2010

Buon anno, decenza

Nel mondo d'oggi, i valori sono rivoltati. Magari non ce rendiamo conto ma, sono finiti i tempi dei nostri nonni, dove la decenza ed il buon gusto d'allora, ci venivano trasmessi fin da piccoli.

In tutto ci dev'essere equilibrio, chiaro. Alcune imposizioni dovute solo a credenze bigotte e moraliste, ci hanno reso amaro il gusto della vita. "Non crederai davvero di uscire conciato in quel modo, vero?"; "In questa casa non entrarà mai una persona che porti i capelli in quel modo..."; "Come?,.. Che lavoro hai detto che fa?... Dimentica in assoluto, per te va bene la figlia/o di ..." "A che ora hai detto che voui rincasare?... Alle 22?... Ma come ti permetti, fintanto vivi sotto questo tetto, tu devi..."; "Devi andare a messa, sbrigati, sennò la gente..."

Poi siamo passati per tempi più permissivi. Avevamo tutti il gusto della ribellione giovanile. Magari alcuni ricordano di quando si cambiavano i vestiti in casa di un amico/amica, solo per essere al pari dei propri coetanei o per essere più alla moda. E le gonne? Quante giovani uscivano con le sottane lunghe, per accorciarle una volta fuori avendo una certa invidia per le amiche che non avevano bisogno di sotterfugi, grazie ad una famiglia... più moderna.

Alla fine sempre più siamo passati dal gusto della libertà alle trasgressioni più o meno spinte, fino a scendere in spiaggia praticamente nudi, e frequentando compagnie più o meno equivoche, che fanno tanto tendenza. E visto che ci siamo, dallo spinello degli anni '60 alla cocaina e droghe più o meno affini, che danno quel non so che di "in", ma che poi sono l'inferno di chi deve uscire da questo tunnel.

Mentre i nostri politici, mirando alla sicurezza e alla salute, impongono regole sempre più strane, per chi di una certa età e liberatorie per chi giovane e ribelle, ma senza causa. Siamo passati dall'approvazione del divorzio, alla legalizzazione dell'aborto e il diritto alla vita sessuale privata che più ci fa comodo, senza quasi accorgersene.

Negli anni '80-'90 c'erano ancora discussioni sulla questione omosessuale, scivolando sul lecito ma di mal gusto, la visione di una vita con queste tendenze che mal si associavano alla vita dei tempi. Oggi i diversi, gli emarginati, sono quelli che la pensano in modo "naturale", e che vedono di mal occhio coppie formate dallo stesso sesso. Sono indicati di razzismo e omofobia, obbligati ad accettare loro malgrado, la convivenza e l'integrazione socio-politica, in un ambiente sempre più simile a Sodoma e Gomorra di bibliche memorie.

A causa della sicurezza, viene approvato lo scanner totale negli aeroporti. Non ci saranno più eventuali perquisizioni corporali. Fra breve passeremo nudi, sotto gli attenti sensori della macchina, mostrando le nostre intimità a persone più o meno sconosciute e non sapremmo nemmeno se le immagini saranno registrate e conservate, per ragioni di sicurezza, in chissà quali archivi.

Ovviamente è causa del terrorismo. Gli sempre più indomabili esponenti di qualche fazione che non vedono l'ora di portarci tutti verso dimensioni alternative. Pare che le ultime performance di questi individui, abbiano accelerato l'approvazione di tali dispositivi, negli aeroporti europei. Cosa buffa, dato che erano pronti da un anno ma dovevano passare per le obiezioni dei soliti politici moralisti. Adesso meglio sicurezza che intimità: hanno detto.

Mi chiedo che misure adotteranno quando questi "terroristi", inseriranno esplosivi o quant'altro, nelle loro aperture naturali, occultando i congegni in zone anatomiche interne ed intime dato che per immolarsi per la gran causa non hanno certo attenzioni per il loro corpo fisico.

Ci saranno già allo studio macchine per la rettoscopia, vaginoscopia di dimensioni e manualità confacenti per essere approntate ai varchi d'imbarco? Se sì, fra non molto avremo i primi tentativi di attentati con questi sistemi che portaranno all'approvazione celere di detti mezzi di controllo.

Pensiamoci, in fin dei conti il sistema è usato gia da tempo dai vari contrabbandieri di sostanze stupefacenti, che rischiano la propria vita per pochi denari. Qui si tratta solo di rischi ben calcolati. La perdita della vita, non è proprio uno dei problemi di questi individui.

Sono state abbattute di fatto le obiezioni di alcuni europarlamentari, che volevano capire se questi scanner siano o meno dannosi alla salute e non ci marciavano sopra alle paure anglosassone-statunitensi. Ora diverrà obbligo sottoporsi a spogliarelli elettronici.

giovedì 15 ottobre 2009

Analisi di uno spoofing postale

Dopo aver fatto notizia da alcuni giorni, l'evento che ha visto Poste Italiane sotto attacco, la rete si è riempita d'articoli ipotizzando, e indicando aggressori al sito e ai dati in esso contenuti, come a intimorire eventuali clienti.

Da tempo, anche chi non usufruisce del servizio, si vede recapitare nella propria casella postale, avvisi di aggiornamento dei propri dati, pena la cancellazione dell'accaunt e peggio.

La cosa è alquanto ridicola, primo perché nessun istituto bancario si sognerebbe mai di pretendere l'aggiornamento dei dati, attraverso una e-mail, secondo perché spesso sono in italiano maccheronico e terzo perché proprio non si detiene un conto corrente abbinato al servizio.

Però si fa forza sui numeri dei vari utenti Internet che non sono per nulla informati e vedono la rete come un trenino per bambini, che di danni non ne fa poi molti. Ultimamente tali messaggi anche forti da quanto accaduto di recente, insistono ripetutamente nella speranza che qualche intimorito, si connetta al link del messaggio ed inserisca i dati richiesti.

Per fortuna quasi immediatamente i moderni sistemi di navigazione, segnalano la possibile frode e di solito la Polizia Postale ha già provveduto a bloccare l'indirizzo.

Analizzando le intestazioni del messaggio ci si può fare un'idea di quanto lavori la persona per raccogliere un paio di dati per scopi certamente illeciti.

Received-SPF: none (relay-avs9.poste.it: domain it.net does not designate permitted sender hosts) identity=helo; receiver=relay-avs9.poste.it; client_ip=72.17.202.50; helo=it.net;
Received-SPF: none (relay-avs9.poste.it: domain it.net does not designate permitted sender hosts) identity=mailfrom; receiver=relay-avs9.poste.it; client_ip=72.17.202.50; envelope-from=poste@it.net; helo=it.net;Received: from it.net (72.17.202.50) by relay-avs9.poste.it (8.5.016.6)

Spiegato spicciolo, significa che il messaggio è partito dall'indirizzo 72.17.202.50 (che si trova negli USA e tenta poi l'escalation per farsi passare come inviato da un altro servizio per apparire nel messaggio come proveniente da Poste Italiane.

Il link re invia il tutto all'indirizzo IP 190.145.21.29, situato in Bogotà gestito da Telmex Colombia S.A come ISP. Come a far credere che il malfattore si trovi da quelle parti. Contando forse che è facile l'abbinamento Colombia=delinquente. Ma come abbiamo visto sopra, l'e-mail è pratita dalla Florida.

Ad ogni conto, anche arrivando al sito preciso, probabilmente si incontra una macchina mal configurata, che permette il relay magari dalla Russia o dalla Cina. In tutti i casi, non dall'Italia e sicuramente non da Poste Italiane che ha i propri servizi sul loro server con tanto di IP fisso dichiarato 62.241.4.35.

Resta solo da capire perché Poste Italiane non filtri come SPAM, questo tipo di messaggi, visto che si ricevono nelle loro caselle di posta elettronica.

mercoledì 30 settembre 2009

Microsoft Antivirus

Anni fa, al tempo del vecchio DOS e Windows 3.x, la Microsoft dava il suo pacchetto MSAV che faceva il pelo ai file presenti nel computer, tentando di eliminare eventuali virus d'allora, presenti.

Naturalmente il tempo non gli diede onore e sparì dal contorno dei pacchetti inclusi nei suoi OS successivi. Ora ci riprova e lo fa alla grande. Dopo un periodo di prova con una versione beta, è disponibile lo scarico e l'installazione del suo nuovo software antivirus e che potete recuperare da qui.

Ci sono molte perplessità che una casa produttrice di un SO, dia a posteriori un software antivirus e che questi venga scaricato e installato a parte. Ovviamente il software può essere installato solo su sistemi aventi un Windows ORIGINALE, come se non bastassero tutti i lucchetti e controlli che s'assommano al sistema operativo e che lo rallentano.

Visti i trascorsi, sinceramente non do molta fiducia la suo prodotto che richiede per funzionare, troppe clausole contrattuali e che grattano informazioni sulla macchina in cui girano occupando banda per inviarne i dati a Microsoft.
Inoltre il contratto di licenza, oltre ad avvisare che se non viene attivato windows update il programma non funziona, avverte che in caso di video o qualsiasi DRM trovasse nel computer, farà richiesta automatica di controllo per la detenzione dei diritti...

Viene spontaneo chiedersi se non sia parte di quanto annunciato dalla Microsoft sulla futura sua attività per debellare la pirateria. Il giochino è semplice, ti do un programma gratuito che verifica (questo è da vedere), se ci sono software malevoli e nel contempo verifico tutto il tuo bagaglio audiovisivo inoltrando il tuo IP, e informazioni utili a tracciarti.

Commenti in rete:
"Siamo ai vertici della follia informatica. Era da un po' che se ne parlava di questa cosa, ma ora ci siamo: l'antivirus di Microsoft, il controsenso finale. Ragioniamo: microsoft crea il sistema più vulnerabile della storia e invece di migliorarlo e renderlo più sicuro pensa a un programma per tappare i suoi stessi buchi. Come dire: ti vendo la casa che, per contratto, dopo un anno crolla di sicuro e poi, a parte, ti do un kit di resine, stucchi e cacciaviti per cercare di tenerla insieme il più possibile. E la cosa più desolante è che la gente è ormai indissolubilmente convinta che tenere un antivirus sul sistema sia "normale" e "necessario", senza rendersi conto dell'abominio e dell'assurdità che ci sta dietro."
*-*-*-*-*-*-*

"Panorama, in USA dopo l'11/9 è stata fatta una legge scellerata il Patriot Act, che obbliga i produttori di apparati di rete e sistemi operativi a inserire backdoor di stato per la fantomatica lotta al terrorismo. Ora avremo l'antivirus che potrebbe non identificare i virus e i trojan di Stato progettati per spiare mezzo mondo... Ed è la legge del suo paese ad imporre a Microsoft di fare quello che vuole il governo, non si scappa. Con che criterio si possono usare ancora i prodotti Microsoft specie in grandi banche e aziende non americane?"
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giovedì 20 agosto 2009

Candele pericolose

Poetico retaggio dell'era pre-elettricità, rispolverato fino a qualche anno fa solo in occasione di improvvisi black-out, oggi le candele sono gettonatissime da nostalgici, innamorati, fan della new age e teorici delle ultime tendenze di interior design.

Onnipresenti nelle cenette a due, e quasi d'obbligo accanto all'alcova o nelle sale da bagno di moderna concezione, i 'lumicini' in ogni loro variante alimentano un mercato stimato in oltre 125 milioni di sterline nel solo Regno Unito. Ma se candela dev'essere, è molto meglio selezionarla e utilizzarla con cura, avvertono adesso i ricercatori Amid Hamidi e Ruhullah Massoudi.

Secondo recenti studi sembra infatti che le candele possano provocare malattie polmonari: un cero di 15 grammi, mentre brucia, può produrre, in una stanza di 20 metri quadrati, particolati e polveri sottili 200 volte superiore a quelli presenti nell’aria di una città quando si superano i limiti di sicurezza.

Non solo scatenando allergie o asma, ma favorendo addirittura il cancro. La cattiva notizia per gli ultimi romantici arriva dal meeting annuale dell'American Chemical Society. Nel mirino dei ricercatori della South Carolina State University - si legge sul quotidiano britannico 'Daily Telegraph' - ci sono in particolare le candele più economiche alla cera di paraffina: un derivato del petrolio che può liberare nell'aria veleni come il toluene o il benzene. Decisamente più sicure, anche se molto meno 'cheap', sarebbero invece le candele fabbricate con la cera d'api o di soia.

Spesso si crede che le candele fatte di cera d'api o di materiali vegetali a base di soia brucino in modo più pulito rispetto a quelle a base di paraffina. Tuttavia la paraffina molto pura, essendo composta principalmente di idrocarburi, brucia in modo pressoché pulito dando luogo a vapor d'acqua e anidride carbonica. Il tipo di stoppino e l'aggiunta di profumi e colori incidono molto più dei materiali nel determinare la quantità di polveri immessa nell'aria durante la combustione. Le candele più "pulite" saranno quindi quelle non profumate, non colorate, ben costruite e riparate da spostamenti d'aria.

Gli studiosi hanno infatti dimostrato che, tenendo accese delle candele in una piccola stanza per 5 ore, il fumo sprigionato dalla cera di paraffina che brucia presenta picchi di sostanze dannose. In primis il toluene, che può provocare vertigini, e il benzene, ossia lo stesso composto cancerogeno nascosto nelle sigarette.

Come sempre accade, precisano gli autori dell'esperimento, anche in questo caso il problema si pone per chi esagera. Accendere una candela alla paraffina di tanto in tanto non comporta invece alcun rischio, assicura Hamidi. Ma se lo stoppino brucia "tutti i giorni dell'anno, per esempio a bordo vasca in una stanza da bagno non aerata", allora il pericolo c'è.

In un mondo perfetto, spiegano infatti gli scienziati Usa, ogni candela dovrebbe liberare soltanto acqua e anidride carbonica. Siccome però la cera non brucia a temperature sufficientemente elevate per neutralizzare ogni altro composto contenuto nella paraffina, la complice penombra creata dalla fiamma viene inevitabilmente 'avvelenata' da alcune molecole pesanti potenzialmente dannose. E' il caso, appunto, di toluene e benzene. Sostanze che, garantisce Massoudi, non vengono prodotte dalle vecchie candele in cera d'api o da quelle alla soia.

Noemi Eiser, direttore medico onorario della British Lung Foundation, tiene comunque a tranquillizzare gli amanti dell'illuminazione 'old style': "Un utilizzo occasionale della paraffina non comporta rischi per salute dei polmoni", dice. Cauta anche Joanna Owens, science information manager dell'associazione britannica Cancer Research. "Non esiste un'evidenza diretta che usare candele ogni giorno possa influenzare la probabilità di ammalarsi di cancro", commenta. In termini di rischio oncologico, "il tipo di inquinamento indoor più pericoloso resta il fumo delle sigarette altrui", ricorda l'esperta.
Fonte

giovedì 14 maggio 2009

Computer con virus? Spyware?

Quante volte vi sarà capitato di notare comportamenti anomali del vostro computer e subito avete pensato che potesse essere infetto da qualche virus? Sicuramente più di una volta, specialmente da quando internet è entrato nelle case di tutti e con lui, un’incredibile molteplicità di virus.

In questo articolo, cercheremo di descrivere alcuni sintomi che si manifestano quando il nostro computer è infetto. Senza ombra di dubbio, il problema principale è l’enorme quantità di varianti in circolazione ognuna delle quali si presenta in diverso modo. Da non dimenticare che i sintomi solitamente prodotti da un virus, potrebbero manifestarsi per differenti motivi.

Solitamente, un sistema operativo non mostra problemi senza che ci sia una reale motivazione e nel caso in cui notiate un comportamento fuori dal comune, sarebbe raccomandabile analizzarlo con il vostro antivirus di fiducia (nel mio personale caso, utilizzo l’efficientissimo Eset NOD32, del quale consiglio l’utilizzo). Bisogna eseguire una scansione del computer di tanto in tanto visto e considerata la presenza di virus “dormienti” che non manifestano sintomi fin quando non vengono “svegliati” ed inizino in contagio.

Tenete in conto che tutti i sistemi operativi possono essere esposti a virus. Certo, ne esistono alcuni più sicuri, ma nessuno dei quali totalmente immune; esatto, esistono virus anche per sistemi GNU/Linux o MacOS). Molte volte i virus si installano in seguito ad azioni volontarie eseguite dall’utente, anche se può non sembrarvi logico, altre volte capita che l’utente forzi l’installazione di una determinata applicazione anche se avvertiti dall’Antivirus che l’archivio potrebbe essere infetto.

A continuazione di questo articolo, vedremo ora alcuni sintomi che potrebbero presentarsi sul nostro computer prima della possibile presenza di un virus, difficile poi da rimuovere:

Notate rallentamenti nel vostro computer
Questo è uno dei sintomi più diffusi, specialmente in presenza di Malware o Spyware. Il rallentamento del vostro sistema operativo può essere dovuto anche ad altri fattori, come ad esempio l’eccesso di archivi temporanei, troppi processi in esecuzione contemporaneamente o elevato carico durante l’avvio. In questo caso però, il rallentamento sarebbe graduale e non cosi violento.

Perdita ingiustificata di spazio nel disco
Questo è un effetto tipico dei virus di tipo Worm, che si riproducono fino al blocco del sistema. Bisogna tener presente che Windows crea una serie di archivi nascosti e di sistema, solitamente molto pesanti, anche della fattezza di alcuni Gb. Questi archivi occupano spazio sul disco, ma sempre entro i limiti e nell’unità che contiene il sistema operativo, non in altre.

Le funzioni di Windows non sono più funzionanti o accessibili
Qui bisogna accertarsi che non esistano fin dall’installazione, che non siano sintomi di una versione di Windows piratata, che avendo sempre funzionato, tutto d’un colpo non siano più funzionanti. L’ultima delle possibilità elencate potrebbe attribuirsi all’azione di un virus, come sistema di protezione dello stesso, visto e considerato che le funzioni che solitamente restano coinvolte sono quelle che potrebbero aiutarci ad eliminare il virus; tra queste il ripristino di sistema, l’editor di registro, l’accesso a livello amministrativo e simili.

Mancato caricamento dei servizi Windows
Un altro tipo d’attacco da parte dei virus. Quello che provoca l’arresto ed il mancato caricamento di alcuni servizi Windows.

Impossibilità ad eseguire il software antivirus, antispyware e antimalware
Questo è un sistema di difesa di molti virus, che impedisce l’esecuzione di qualsiasi programma che potrebbe attaccarli. Questo punto include l’impossibilità al download o all’installazione di eventuali software da loro ritenuti “pericolosi”.

Mal funzionamento della scheda video o del suono
Ovviamente anche schede video o audio possono avere problemi, ma a dire la verità è una cosa poco normale. In molti casi, la perdita dell’audio e del video possono essere attribuiti alla presenza di un virus.

Perdita delle unità USB o ottiche
Questo è un altro possibile sintomo dell’azione di un virus o di un malware. L’improvvisa impossibilità ad accedere ad unità USB o CD e DVD, specialmente se accade simultaneamente, può perfettamente attribuirsi all’azione di un virus. Può certamente essere un’avaria, ma visto che vengono controllati in maniera diversa e da diversi drivers, è un’eventualità abbastanza rara che smettano di funzionare contemporaneamente.

Traffico internet non giustificato
Un eccesso nel traffico della vostra rete. Senza giustificazione apparente, può essere un chiaro sintomo da infezione virus. E’ certo che il traffico internet è praticamente continuo, ma non si tratta di quantitativi eccessivi, e specialmente, non può provocare un significativo calo della velocità.

Apertura di pagine web non richieste
Questa dell’apertura non richiesta di pagine web fino al reindirizzamento verso diverse pagine web da quelle indicate, è un chiaro sintomo da infezione. I software che utilizzano internet iniziano a non funzionare o iniziano a farlo senza nessun motivo apparente. Questi problemi affliggono la maggior parte dei web surfer (navigatori internet)

Blocchi o riavvii improvvisi del computer
Un blocco del sistema può essere attribuito ad elevate temperature di funzionamento. Se le temperature rientrano nella media, molti blocchi o riavvii sono solitamente sintomi dell’esistenza di alcun tipo di malware.

Mancato avvio di Windows. Il sistema operativo non parte
Dovuto ad un errore nel sistema operativo, causato tuttavia nel maggior numero di casi da parte di virus. Bisogna sempre differenziare in questi casi l’impossibilità di avviare Windows, con l’impossibilità di avviare il computer o la possibilità di problemi nell’Hardware che potrebbero impedire l’avvio di Windows. Nell’ultimo caso tuttavia, saremmo quasi sicuramente avvertiti da richiami acustici del BIOS durante la fase d’avvio del computer.

Viene richiesto l’inserimento di password che non abbiamo mai impostato
Al 99% dei casi, è un virus a fare questi scherzi. Il problema si manifesta sempre per colpa nostra visto che l’accesso ai sistemi operativi è quasi sempre effettuato come Amministratori e non come semplici utenti. Inoltre, le password sono spesso poco sicure o anagrammate il che rende il tutto ancora meno sicuro.

Il sistema non permette l’esecuzione di determinati programmi
Salvo problemi causati da avarie hardware, che un programma “si rovini” è molto difficile. L’impossibilità all’esecuzione di un qualsiasi software che abbiamo abitualmente utilizzato fino ad oggi senza problemi, può essere un chiaro sintomo della presenza di qualche virus. Chiaramente più scontato se il danno non si limita all’esecuzione di un singolo software.

Conclusione:
Bene, come potete vedere, i sintomi che potrebbero segnalare la presenza di un virus sono molteplici e come detto in precedenza, esistono virus che non presentano nessun sintomo il che li rende ancora più pericolosi. Per questo motivo bisogna sempre prendere una serie di precauzioni.

  • Installare un buon antivirus (ne esistono di ottimi anche gratuiti)
  • Installare un buon antispyware e antimalware
  • Aggiornate regolarmente il vostro sistema operativo

Se utilizziamo un antivirus, mai ignorare un eventuale segnalazione di pericolo. Nel caso in cui utilizziate un router WiFi, utilizzare sempre una password e cambiare quella d’accesso al router settata per default. Cambiare ogni password impostata per default. Tenere sempre in considerazione che i danni causati ogni anno dai virus, si aggirano intorno ai milioni di dollari.

Come sempre, prevenire è meglio che curare

martedì 28 aprile 2009

Ma quanto bevo?

Con i limiti del tasso d'alcool molti sono alle prese di dubbi sullo stato in cui si trovano prima di affrontare la conduzione di un veicolo.

Spesso si sottovaluta di quanto possa influire quanto si beve, con quanto possa sopportare il nostro organismo e ci si ritrova poi, con sorprese.
Ecco di seguito una tabella che dovrebbe essere messa in mostra nei locali dove si servono bevande alcooliche.
In ogni caso, sarebbe meglio eliminare proprio del tutto l'uso delle bevande alcooliche. Le sostanze si accumulano nel nostro corpo e gli effetti sono sommatori. All'inizio può sembrare difficile, dato che abituati a bere ai pasti o alle feste, può sembrare che poi il tutto perda gusto, ma ci si riesce. Poi si può vivere tranquilli senza paure di incorrere a sanzioni ed anche il nostro organismo ci ringrazierà.
Ad ogni modo ognuno faccia come crede, la vita e la saluta sono sue, cercando però, di non interferire con proprie scelte sulla vita e la salute degl'altri.

lunedì 30 marzo 2009

Vuoi guadagnare lavorando da casa?

Una volta per “lavoro da casa” si intendeva una tecnica acchiappacitrulli, oggi si chiama piu’ finemente “social engineering” che consisteva nel far lasciare a fiduciose persone, in un deposito in denaro per avere della merce di pochissimo valore da lavorare, le collane di bigiotteria, per esempio, sono andate per la maggiore per molti anni…

Poi, quando il lavoro era finito, le collane erano pronte e dovevano essere rimandate alla ditta committente, succedeva che le collane e ditta sparivano nel nulla e nessun pagamento per il lavoro fatto era corrisposto (e soprattutto anche il deposito era perduto) oppure, dato il basso valore delle collane, la ditta committente spariva nel nulla lasciando i lavoratori casalinghi con un “un pugno di collane” di scarso pregio.

Adesso questi social-acchiappacitrulli si sono fatti più raffinati…

Chi non ha mai ricevuto dello spam in cui, con un italiano più o meno stentato, si offrono lavori da poco impegno, col computer, con un rendimento esagerato ?

Grazie a loro il mio filtro antispam non e’ mai disoccupato.

Quale sarà il meccanismo che ruota intorno a questa truffa ?

Di solito è una fantomatica azienda, ovviamente straniera, che cerca punti di contatto per venire in Italia a vendere le sue merci (inesistenti) e cerca persone fidate (su internet ??? ma dai….) a cui affidare la gestione dei loro affari.

Tanto per presentarsi e dare segno di buona volonta loro appoggiano sul conto corrente della “vittima” un certo quantitativo di denaro, poniamo per esempio, 20.000 euro, da tenere parcheggiati per un certo tempo, purtroppo, diciamo dopo un pai odi settimane o poco più esce fuori un problema, inventano una scusa qualunque come una legge che non consente loro di operare in Italia etc. etc. e quindi si devono ritirare e ti chiedono di rimandare loro i soldi con un sistema di pagamento un po’ particolare, tipo Western Union, lasciandoti, con tante scuse, 2.000 euro per il disturbo.

La cosa e’ allettante, guadagnare 2.000 euro senza fare nulla a chi non piacerebbe ???

Però c’e’ un inghippo, il trucco è proprio l’uso Western Union e funziona cosi: tu vai un centro WU, dove vogliono sapere chi sei e a chi devi mandare i soldi. Per il movimento di denaro l’agenzia si tiene una percentuale dell’importo totale spedito, che viene tolta dai 18.000 euro che vengon rimandati, quindi la vittima non spende nulla, c’è solo il piccolo disturbo coperto dai 2.000 euro rimasti sul conto corrente.

A transazione avvenuta WU comunica un codice a colui che versa il denaro che servirà al destinatario per incassare i soldi.

A questo punto si manda il codice per email al “datore di lavoro mancato” e finisce li, poco disturbo, poco tempo perso, 2.000 euro guadagnati.

O almeno SI CREDE che finisca li.

Pensate che si sono posti, anche in Europa, dove per ritirare i soldi alla WU non serve un documento di identità, basta il solo codice. Quindi un signor Nessuno TalDeiTali può ritirare i soldi e svanire nel nulla.

E allora ? Dove sarà mai il problema ?

Il problema risiede nel fatto che i 20.000 euro originali provenivano da azioni di phishig su conti correnti di ignari utenti internet che sono stati buggerati dalle email che chiedono la password per rientrare nel loro conto corrente e dopo l’hanno fornita, già che siamo, per sicurezza, dacci anche quei 20 / 30 numerelli che servono a comporre i loro pin e servono per le transazioni via internet.

Quindi alla fine del giro fra qualche mesi l’ignaro riciclatore di denaro sporco si ritroverà in casa la Guardia di Finanza che vuol sapere che fine hanno fatto i soldi RUBATI via internet da conti correnti sparsi nel modo.

Spiegargli tutto il giro sarà assai dura…

Qualcuno potrà obbiettare che tutto questo ragionamento non è plausibile, che sembra fantascienza, ma allora, dico io, perchè CONTINUANO ad arrivare le mail di phishing ?

Sempre diverse, fatte sempre meglio. Tenete conto che il sito web “civetta” fatto identico a quello di una qualche banca richiede tempo per essere messo in piedi, richiede risorse (almeno un server dove tenerlo e un po’ di banda) e che vive, di fatto, poche ore, appena una nuova mail di phishing esce in pubblico il sito civetta cui fà rifrimento viene spento in breve tempo, quindi se teniamo conto del volume ESAGERATO di mail di phishing che girano, del volume di persone che operano per cercare di farlo funzionare ci DEVE essere un rientro economico.

E qualche sprovveduto che cade nelle email civetta di poste italiane che rivuole la sua password si trova sempre

E in queste situazioni non c’è antivirus o sistema operativo “secure by design” che regge, l’unica cosa che funziona e’ il cervello dell’utente che, ahimè, ultimamente scarseggia….

Il “trusted computing” for dummies, spiegare in parole semplice perchè il vostro computer non è realmente vostro

Come la prendereste se la vostra auto / moto / scooter si comportasse in modo indipendente dalla vostra volonta ma secondo i voleri del costruttore ?

E se lo facesse il vostro computer ?

Un sentito ringraziamento agli attori del GLUG di Catania per la realizzazione del filmato rialsciato con licenza Creative Commons…

domenica 29 marzo 2009

Un numero verde per denunciare gli abusi dei gestori telefonici [finalmente]

E’ stato istituito il contact center dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Da pochi giorni è disponibile un numero verde per denunciare gli abusi dei gestori di adsl, telefonia fissa e mobile.

Le denunce verranno inoltrate all’Agenzia per le Comunicazioni (AgCom)

Il numero (gratuito da telefono fisso) è l’800.185.060 ed è operativo dalle 10 alle 14 dal lunedì al venerdi, mentre per chi chiama da telefono cellulare è disponibile il numero a pagamento 081.750.750.



mercoledì 11 marzo 2009

Windows Defender fa a pugni con il file hosts

Dalla serata di lunedì, su alcuni personal computer non affetti da malware di alcun tipo, il software Windows Defender di Microsoft ha segnalato la presenza di una minaccia riportata col nome di "Win32/PossibleHostsFileHijack". Trattasi di un falso positivo, ossia di una rilevazione erronea, che il colosso di Redmond ha giustificato in forza della presenza di un database delle firme imperfetto, veicolato attraverso l'aggiornamento automatico di lunedì. Microsoft ha già provveduto a risolvere il problema rilasciato un nuovo update delle firme antimalware.
Il comportamento può essersi presentato, in particolare, agli utenti di Windows Vista ed è correlato ad un'imperfetta analisi del file HOSTS del sistema operativo.

Chi avesse posto il file HOSTS nell'area di quarantena di Windows Defender può ripristinarlo senza problemi, dopo aver aggiornato il software.

Il file HOSTS di Windows permette di associare un particolare URL mnemonico (es. www.google.it) ad uno specifico indirizzo IP: ciò ricorda da vicino il funzionamento del server DNS del provider Internet. Ogni volta che si digita un indirizzo nella barra degli URL del browser, il sistema verifica - prima di tutto - se vi sia un'associazione corrispondente all'interno del file HOSTS. Solo quando questa non viene trovata si passa all'interrogazione del server DNS del provider.

giovedì 27 novembre 2008

Password & Google



Quando si dice che Google non è un semplice motore di ricerca è proprio vero. Non avete idea delle cose che è possibile fare se si è malintenzionati. Si potrebbe dire che è solo una questione di query, ovvero della giusta parola chiave. Molti hacker utilizzando Google riescono a scardinare sistemi di sicurezza di amministratori di rete indisciplinati, che lasciano le loro password memorizzate nei file di configurazione in chiaro. Volete un esempio di come si possano scoprire le password di svariati siti attraverso Google


Descrizione
Parola chiave in google
Password memorizzate in service.pwd di FrontPage:
ext:pwd inurl:(service authors administrators users) “# -FrontPage-”
Password in
password.log
Password in
password.list
Usernames, passwords, e indirizzo del databases MySQL nei file .inc
filetype:inc intext:mysql_connect
Volete sapere come i Lamer distruggono i forum phpBB?
Solitamente cercano il punto di attacco nel file config.php:
ext:php intext:”$dbms””$dbhost””$dbuser””$dbpasswd””$table_prefix””phpbb_installed”


Cercate di proteggere quanto più possibile le vostra password e non lasciatele in chiaro. Google non perdona!

mercoledì 19 novembre 2008

Lucchetti & controlli

"Diversi utenti che hanno installato il Service Pack 3 per Windows XP hanno ravvisato crash e riavvii senza fine."

Microsoft ha iniziato la distribuzione del Service Pack 3 per Windows XP a ottobre 2008. Al momento non si segnalano grossi problemi, se non su alcuni sistemi di HP con processore AMD. Gli utenti HP che hanno provato a installare l'SP3, sono stati spettatori del riavvio continuo del loro sistema.

Dopo l'iniziale sconcerto si è venuto a sapere che il problema è da attribuirsi all'immagine del sistema operativo installata sul PC, dotata del file intelppm.sys. Il file in questione, che si occupa della gestione dello stato energetico dei processori Intel, è inadatto ai processori AMD, che necessitano dell'analogo amdk8.sys. Purtroppo, per un grave errore di HP, il file mancante crea il problema durante l'installazione e lo spiacevole inconveniente. Sembra inoltre che lo stesso problema stia dando noie anche ai possessori della scheda madre A8N32-SLI Deluxe di Asus. Altri utenti, ma in misura minore, parlano di crash creati dai driver video di ATI e nVidia.

Jesper Johansson, Microsoft MVP, ha raccolto alcuni workaround per i problemi ravvisati dagli utenti. Ovviamente ci aspettiamo, se possibile, un intervento da parte dei produttori o dalla stessa Microsoft.

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