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lunedì 5 ottobre 2009

Manovre satellitari di... marketing?

Dopo l'avvento della neonata TivùSat, ci sono stati molti aggiustamenti e correzioni su leggi, canali, frequenze e crittografie. Il tutto da l'idea che al posto di guida ci siano dei piloti poco esperti o che stiano provando la macchina in pista in attesa della corsa.

Come si sa, il sistema digitale televisivo, sta soppiantando poco a poco il vecchio analogico e sul territorio si opera a scaglioni lo "switch off" obbligando gli utenti a:
  1. Comperare un nuovo TV con annesso DTT e schedina.
  2. Fornirsi di nuovo ed ennesimo decoder con schedina.
Già il fatto che i termini per indicare cosa sta avvenendo non siano in lingua corrente ma presi a prestito da altro idioma, tanto che i correttori ortografici li segnalano come errori, indica che la maggior parte della popolazione non ha la più pallida idea di cosa stia succedendo. Persone che fino a ieri vedevano i loro programmi preferiti senza aver grossi problemi, che si precipitano nei vari mega store alla ricerca di una soluzione e dai quali ne escono con il nuovissimo schermo HdReady LCD (risoluzioni 1366 x 768 a 16/9), il borsellino alleggerito e qualche rata.

Come se non bastasse ad appesantire e riempire lo spazio disponibile sul mobile porta TV di cotanta nuova tecnologia, le varie emittenti in base a prove dirette di marketing, oscurano, criptano, codificano, spostano le frequenze, obbligando le varie utenze a ricorrere nuovamente a consigli tecnici. E non ci sono esperti che tengano! Anche i più smaliziati sono costretti ad aggiornamenti, recupero informazioni che praticamente li relegano appesi alle nuove "soluzioni" che mai sembrano definitive, da parte di chi trasmette.

Si va dall'impianto della vecchia antenna da sostituire se datata, soprattutto in fatto di cablatura essendo il segnale digitale avido di una certa qualità costruttrice, con inimmaginabili aumenti se l'impianto è di tipo condominiale dove allora i bravi antennisti grati della nuova tecnologia, sono chiamati a sostituire in toto la parte ricettiva, oltre ad allocare in apposito vano, tutti i componenti necessari all'amplificazione delle vari frequenze, adattandone la potenza per il numero d'utenti (si arriva a 15.000€ per un condominio di 10 utenze), alla messa a punto dell'apparecchio domestico.

Grossi affari in vista se si passa all'impianto satellitare. La cablatura singola non presenta grossi problemi, se si dispone di una superficie al tetto disponibile e solitamente viene data in accomodato da chi s'abbona ai servizi. Il problema s'amplifica e di molto, se l'impianto è condominiale. La trasmissione via satellite impiega frequenze tali che obbliga la ricezione su quattro diverse bande; verticale, orizzontale, risonanza bassa e risonanza alta (le ultime due maltradotte alla lingua italiana)

Ciò è dovuto alla quantità di canali trasmessi che per un satellite come HotBird, ad esempio, possono superare i 1600. Naturalmente la parabola, deve possedere un sistema che sintonizzi la parte di banda desiderata per poter usufruire dei canali ad essa associata. Questo compito e demandato all'elettronica dell'illuminatore altrimenti conosciuto come LNB per gli esperti il quale a sua volta per indirizzare i suoi circuiti, è comandato dal decodificatore. L'impianto satellitare a differenza di quello terrestre, è quindi per sua natura di tipo attivo, dove oltre i segnali in arrivo al cavo d'antenna sono passati i segnali di comando provenienti dal ricevitore.

In questa situazione mentre un singolo ricevitore non presenta grossi problemi, un impianto con più utenze deve saper indirizzare convenientemente ogni richiesta sulla frequenza appropriata. Cambia il modo di accedere all'illuminatore, obbligando scelte che influiscono molto sulla spesa d'installazione. Del resto in un paese dove non è pensabile che un tetto possa ospitare tutte le parabole per ogni singolo individuo, dato che la villetta o casa singola nelle città è fuori portata economica a molte famiglie e che, ad ogni modo, s'abbisogna di un segnale ricezione/trasmissione, indipendente per ogni singolo apparecchio ricevente (il che significa che connettere due decodificatori satellitari su una cablata unica da il risultato di non vedere l'intero pacchetto), lo smistamento delle richieste per l'accesso alla parabola è quasi obbligatorio sia eseguito da sistemi elettronici che per costruzione e messa a punto, sono dispendiosi.

Come se non bastasse a complicare la vita a persone di una certa età, già in difficoltà con i nuovi cellulari e che si vedono riempire la casa di telecomandi vari, ecco che s'assomma la trasmissione relegata ai cosiddetti servizi interattivi. Pubblicizzati e mirati ad un utenza non più minorenne da lungo tempo, per accedere ai vari servizi telematici interattivi (che per spiegar loro cosa significhi servono nervi saldi, molta pazienza e molto tempo), necessitano il collegamento telefonico che tramite modem invia le richieste alla centrale e mostra poi a video i risultati di quanto richiesto dal telecomando.

Da notare l'espressione della propria nonna/o quando si vede infilare il cavetto del telefono sul TV, espressione che assume contorni ancor più vividi all'arrivo della bolletta dove si aggiungono tutte le chiamate fatte per questi, servizi aggiunti.

Dov'eravamo? Ah sì!... Non paghi di tutto ciò le emittenti si danno il lusso di cambiare il modo e le frequenze di trasmissione a suo proprio piacimento, seguendo le più abbiette regole di marketing, anche in concorrenza fra più fornitori di servizi.

Un utente deve quindi, resintonizzare manualmente, acquistare la nuova "card" e attivarla, oppure procurarsi il nuovo decoder (che s'impila su quello vecchio) con la soddisfazione che farà in automatico la sintonia delle nuove impostazioni (Mha..? RAI1 non era sul numero uno?... perchè si trova sul 101?... Ma qui non trasmettevano la mia telenovela?... perchè non vedo il GP?... Perchè guardi queste oscenità? No guarda che fino a ieri qui davano documentari e non chat telefoniche...!)

Riassumendo, la situazione, forse in fase di transizione, vede oggi un caos trasmissivo, dove anche i più smaliziati, incontrano a volte difficoltà per gustarsi il proprio programma. Basta fare un vacanza di due settimane a volte, per non poter più accendere l'apparecchio e vedere ma essere obbligati a nuovi setup.

Magari col tempo chi elargisce i contenuti, si daranno conto che lasciati in mano ai manager del marketing, non saranno visti da quel bacino d'utenza che speravano. Se uno è costretto a cambiare in continuazione le proprie impostazioni, abbonarsi a nuovi servizi prima gratuiti, riempire il mobile TV di cavi cavetti e decodificatori, con annesso albero di telecomandi che già il telecomando universale non basta più ( criptano anche i segnali del telecomando adesso, come per i garage), oltre a pretendere una laurea per potersi districare su tutte le combinazioni di pulsanti da premere per poter pilotare questo o quell'altro apparecchio, alla fine rinuncia. Meglio un DVD in affitto (finché dura), o trovare l'amico smanettone che gli fornisca la soluzione magari "piratata", basta che sia possibile mettersi in poltrona, premere un tasto e basta.

Forse realizzeranno che gli introiti provenienti dai vari abbonamenti, son scarsi, dato che restringendo la possibilità al territorio e complicando le attivazioni con un servizio call center ai limiti della truffa e che in caso di problemi non risolve nulla scaricando la colpa sull'acquirente che ha sempre sbagliato l'acquisto del mezzo ricettivo, riempire di pubblicità aggressiva gli stessi programmi che vengono dati a pagamento, non è proprio del tutto conveniente.

Purtroppo viste le cose attuali, temo sarà sempre colpa dell'utente, del P2P, dei Pirati, o che so io, mai un analisi sui propri errori...

2 commenti:

Zio Tibia ha detto...

Quanto sforzo, per poter veder il programma inutile preferito, farcito di pubblicita'.
... e se questo sforzo andasse in un'altra direzione?
leggere un libro?
osservare quello che accade intorno a noi? (poi ci si arrabbia pero'...)
ma richiede sforzo osservare quello che accade quando ci arrabbiamo, eppure e' cosi' interessante... acc

... e poi si aspetta la fine del mondo che pulira' il mondo dalla sporcizia, eliminando i cattivi... (mai noi poveri immacolati... lol)

troppo duro e pesante e' il rimboccarsi le maniche e tentare di migliorare le cose, o bloccare almeno chi fa dai soprusi la sua scelta di vita...

non comprare nuovi decoder o aspettare almeno che il passaggio sia completo, (cosa che a mio avviso non sarebbe avvenuta se nessuno avesse comprato i decoder) e' troppo difficile???
lol

Poison ha detto...

parole sante. :) Io mi affido al P2P, allo streaming e chi più ne ha più ne metta. Possibile che un televisore 42" di nota marca comprato 6 mesi fa abbia dei problemi con il decoder di Sky? Ho un netbook costato 200 euro che mi fa tutto: computer, internet, informazione, quotidiani, lavoro, email, televisione, p2p, streaming, calcio e chi più ne ha più ne metta. Alla faccia di chi maschera i propri costi attraverso subdoli raggiri.

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