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martedì 16 marzo 2010

Linux vs Windows; questione di cm.

Il mondo dei computer in pochi decenni, è entrato sempre più nella vita quotidiana. Anche le nostre nonne sono ormai tranquille difronte alla tecnologia. Ci sono in verità alcune che ancora hanno poca pratica ad usare i cellulari, specie quelli che i vari servitori di telefonia mobile, abbinano al contratto in uso, obbligando le persone a configurare, scegliere e districarsi fra le svariate applicazioni, buone per i giovani, ostiche per i non più giovani che solo cercano di telefonare e giá un Sms diventa un problema. Strano poi come queste arzille signore, siano capaci di regolare, programmare ed usare alla perfezione le lavatrici d'oggi, molto più complesse ma, ... tant'è.

Premessa o prefazio, fate vobis;
Verso la fine degli anni 80 entrarono nella nostra vita i cosiddetti HomeComputer; VIC20, Commodore 64, Spectrum Sinclayr, ecc., che hanno fatto sognare gli adolescenti d'allora e portano nostalgici ricordi a molti nei giorni nostri. Era l'era delle pellicole con i primi e stentati effetti speciali, disegnando il mondo dei computers, bello, decorato e capace di eseguire operazioni impensabili. Con gli occhi pieni di sogni, si andava all'edicola, dove i diritti d'autore non erano così opprimenti come oggi, cercando fra le riviste le cassette con programmi che avrebbero proiettato l'utente nel mondo elettronico.

Nelle case alcuni erano ostacolati dai propri padri che guardavano a questa tecnologia con un certo sospetto, altri erano incoraggiati dal pensiero che: "I computers sono il pane di domani, studia!" In genere le famiglie non sapevano dove né come si sarebbe sviluppata la cosa, ma l'importante era dare un'indirizzo ai figli per avere un solido futuro, magari pieno di tante soddisfazioni e denaro.

Così, per i fortunati, si apriva un modo fatto di conflitti e ricerche che poco a poco, gli hanno portati a capire la differenza fra un bit e un byte. Battaglie e confronti d'allora, appaiono romantiche; Spectrum contro Commodore... uno aveva versatilità l'altro velocità e viceversa.
I vari dialetti del Basic, e tutte le trasposizioni ecc. Tutti i vari metodi di copia dei giochi, la vari funzioni d'accesso ai primi floppy con gestione degli errori ecc.

Poi la fase programmazione; stanchi di avere giochini o utilità che non erano proprio al punto, ci si addentrava nei vari compilatori, interpreti e così via. Un pianeta appagante. Far fare alla macchina quello che uno si era messo in testa era invero, divertente. Le sfide non erano tanto dal trovare l'algoritmo o l'architettura, ma quanto il limite delle macchine. E quini a studiare ottimizzazioni per gestire la poca memoria, rendere più rapida un'istruzione al punto che il basic non bastava più e si passava a qualche compilatore più completo. Fino ad arrivare a capire l'assembler e quindi l'architettura stessa dei processori, come funziano ecc.

Poi apparirono le prime macchine IBM e IBM compatibili. Solo alcune grandi aziende potevano permettersi un mini computer (che erano computer dal costo non indifferente montanti solitamente qualcosa come, 4 Mb di memoria e un disco da 90 Mb), col quale si potevano eseguire operazioni fra una rete locale opportunamente cablata. I primi 8086 con i suoi coprocessori e la lotta fra le varie MCGA EGA montate on board. L'avvento ufficiale del MSDos.

Si faceva a gara per avere l'ultimo SO, perché più ricco di comandi. Intanto poco a poco, scomparivano gli HomeComputer, troppo cari rispetto ad un sistema con architettura decisamente superiore. a seguire i 286, 386, 486... - Pentium. Il mondo degli affari; giocando a chi ce l'ha più grosso e potente, i vari negozietti di computer si moltiplicavano vendendo macchine dal costo non di poco conto, ai sempre più assetati di hardware d'avanguardia che devono avere in casa l'ultimo ritrovato. Sempre con l'idea sognante di fare chissà che.

Intanto, la ricerca e lo studio venivano messi un poco da parte. Vuoi perché sul mercato non si trovavano libri e programmi, vuoi perché i vari programmi (videogiochi solitamente) in uscita centravano pienamente le attese dei più. Pochi seguivano la pesante e costante ricerca della programmazione, le nuove architetture, riservate a gente universitaria che all'epoca, parlavano ostrogoto antico...

Pochi eletti entravano a far parte delle varie software house. Dove aver davanti un sistema di sviluppo coerente, mezzi tecnici e disponibilità. Alcuni riuscivano aprendosi prima una BBS e programmando magari software ludici multimediali, per poi diventare aziende stabili del settore. (Un esempio i Future Crew che compilavano musiche di tipo .mod o .st3 di derivazione Amiga-Commodre con annessi programmini entro i 64Kb per presentazioni godibili anche oggi per arrivare ad avere alle spalle aziende come Future Mark con i suoi benchmark)

Nel frattempo si evolveva sempre più il mondo Windows. Il simpatico personaggio che ci ha fatto vedere le sue altrettanto famose schermate blu, prendeva sempre più piede nei vari OS del mercato, costruendo un impero su un sistema a prezzo abbordabile, facilmente copiabile e con una perizia commerciale da non poco, agganciarlo alle varie case produttrici d'hardware fino al punto che non era possibile ne pensabile avere un sistema che non marci Windows.

Il personale era contrattato fra i vari studiosi in erba e che avevano idee, con eleganti offerte e impensabili gadget, al punto che lavorare nella Microsoft era un sogno.

Poi, anche perché non tutto il mondo può lavorare per una stessa ditta, il mondo Microsoft iniziò ad essere stretto. Si era complicato tutto. Diritti, programmi chiusi, periferiche che non sono gestite bene, mancanza di libertà... Serviva un sistema libero, "open" per appagare le nuove menti alla ricerca del sapere, del successo...

Unix esisteva già, ma era complicato, nato per università, applicato in grandi imprese, di difficile reperibilità, non compatibile con tutte le macchine. Inoltre, non era e non è, "Open".

Un personaggio, tal Towards, un giorno stizzito dal non avere più il supporto dei sorgenti della stampante da parte della casa produttrice, sentendosi negare quelle quattro carte che avrebbero risolto il problema delle connessioni in rete, non documentate dalla ditta, ma che con la sua esperienza sempre riusciva a creare l'applicativo per far vedere la periferica secondo sue necessità, si trovò nella necessità di costruire un SO che lo liberasse dai vari Copyright sempre più pesanti, da leggi sulle proprietà intellettuali sempre più allucinanti e brevetti d'idee sempre più deliranti. Inizia l'era Linux.

Svolgimento o seguito,...

Il neonato Sistema si mette le vesti di un pinguino e cerca di farsi largo fra il mondo dell'informatica commerciale. ovviamente non può, nato per essere "Open" non deve essere affaristico. La comunità Linux cresce, si aprono nuove distribuzioni, inizia l'era degli Hacker. Quest'ultimi, non sono criminali come i media cercano di far credere, confondendoli pesantemente con i Cracker. Sono persone dall'ingenio sopra la media, capaci di far eseguire compiti extra alle varie periferiche o componentistiche, non previste dal progetto della casa costruttrice. Ed è praticamente a questi che si deve lo sviluppo delle vari distro Linux. Sono così in gamba che si cerca d'ostacolarli in molti modi. Proponendogli contratti lusinghieri nelle allineate multinazionali del settore, creando leggi ad hoc per impedire il reverse engeeniring, implicandoli in losche trame, e abbinandoli a criminali informatici.

Nonostante tutto ciò, la comunità Linux e viva ed attiva. Abbiamo oggi Distribuzioni che s'avvicinano e superano in molti casi, la oramai famigerata Microsoft.

Conclusioni o il mondo è paese

Ad oggi il computer si guarda come un elettrodomestico, multimediale. La gente è stanca di aspettare minuti, per vedersi la Tele, giocare, o aggiornare. Cerca sistemi che funzionino, ma non sa che cosa dovrebbe funzionare, dato che spesso le applicazioni che usa, sono nate dalla mente dei fornitori, e nessuno gli sarebbe venuto in mente di averle poco prima.

Siamo passati dal aprire il frigo per vedere cosa c'è dentro e comprare l'eventuale ammanco, al sistema domotico che si collega ad internet e ti fa arrivare a casa la fornitura di cibi che nemmeno pensavi esistessero, solo perché il nuovo firmware scaricatosi automaticamente da Internet, presente anche nei bagni ormai, ha inserito la nuova opzione. Combattiamo per vedere il nostro programma, con tempi d'attesa, schede d'attivazione, incompatibilità colute solo dai vari brevetti invece di dare il comando al pulsante d'accensione alla TV che, per intendersi, ormai non funziona, ovvero, non riceve i nuovi segnali opportunamente adattati al sistema di vendita. Fra breve arriverà la interattività capace con il click di avere il capo dell'attrice/attore, direttamente dal produttore. (in alcuni paesi c'è già, ed è questo che hanno puntato e imposto i nostri governatori col digitale terrestre, dato che la visione non ha subito nessun miglioramento, se non per chi pensa che vedere a 1376x 720 a 2 metri di distanza
sia una grande conquista su un monitor da 26/ 32 pollici in 16/9). Automobili con annesso GPS che ci indica fino all'ossessione di prendere quella direzione, incurante del fatto che la strada sia chiusa per lavori e portandoci spesso in campi arati non sapendo dove andare, con conseguenti incidenti di chi cerca di capire una mappa non aggiornata o lotta per avere la connessione per il servizio aggiornamento, impostando il tutto mentre è alla guida. (non sapete quanti TIR si sono infilati in una frazione della mia città natale, appesi irrimediabilmente su una stradina in discesa del 15% su una strettoia del borgo, solo perché nelle mappe la statale non era aggiornata con il nuovo raccordo della super strada in costruzione; per non parlare di quelli che a causa della ristrutturazione della rete autostradale, cercano disperatamente di uscire dal casello che non c'è più a volte riuscendo a prendere uno svincolo contromano, con conseguenze note)

Poi, i virus, i malware, i troyan, ecc. Si stati tentati dall'idea che vengano ideati dalle stessa case produttrici antivirus se non fosse che truffe informatiche, furti telematici ecc., non s'abbinano alla teoria. Quindi si passa a Linux... ma quale? e.. soprattutto... come?!!!

L'amico smanettone, ci indica la distribuzione che secondo lui, va per la maggiore, più supportata. Anni fa io stesso vi avrei consigliato, Mandriva, poi dato il suo percorso leggermente commerciale, SUSE, che anche questa dopo un po',... oggi si elige Ubuntu. Ma, caspita, provatelo a spiegare... E poi, mica è detto che vada tutto a segno al primo colpo. Dobbiamo combattere con periferiche proprietarie. Magari con la mastodontica Nvidia, che rilascia i suoi driver per Linux, ma installarli, configurarli da macchina a macchina, portano via un tempo che a volte prende giorni, per non parlare dell'eventuali upgrade, che avvengono in automatico, ma spesso hanno la tendenza a cancellare e disinstallare pacchetti, perché non in linea con la politica di Nvidia. E spesso sono guai grossi. Per il neofita, l'unica è riformattare, ma a volte non sa nemmeno come si fa.

Poi le varie comunità; ricche di consigli ma che non possono per ragion di logica, sapere tutti i sistemi esistenti, e spesso danno istruzioni che sono riservate a persone molto esperte e conoscenti del linguaggio di compilazione. Nonostante, continua la tendenza a far installare alla macchina, quanto si pensi più in del momento, facendogli fare cose, che sinceramente lasciano l'amaro in bocca dopo un po' (desktop rotante, con effetti 3d, e cavolate simili per poi avere un programma che non può gestire correttamente una scheda d'acquisizione video o DVB, nata per Windows, vista dalla macchina, ma mancante di funzioni perché i codec sono proprietari e il sistema di decodifica è affidato ad un software che fa fatica a decifrare i segnali sempre più VDRM in arrivo, nati appunto per obbligare ad avere Windows.

Ma alla base di tutto c'è sempre la psicologia dell'abitante dominante del pianeta. Far vedere che si è bravi. Costruire un sistema che dia fama e gloria, potere e denaro. Con la conseguenza in ambi i sistemi, di mostrare i muscoli per farsi prendere ed usare come SO.

Linux combatte contro Windows, cercando di superarlo ma non proponendo nulla d'alternativamente valido anche perché si trova a gestire un mondo fatto di periferiche volutamente riservate a Windows. Windows deve vendere. Per cui si trova a dover immettere nuovi sistemi sul mercato ancora prima che siano stabili, con la conseguenza di non essere eccellente.

Il resto... è una storia lunga che durerà ancora per poco...

mercoledì 10 giugno 2009

Vedere sul Pc o su TV?

Grazie alla diffusione delle reti p2p e dello streaming, i computer vengono utilizzati sempre più per gustarsi, da soli o in compagnia, un film o una serie televisiva. L’unica nota dolente di tutta questa operazione è la ridotta visuale offerta da monitor piccoli o con prestazioni limitate.

In queste occasioni risulta necessaria la possibilità di poter collegare il proprio computer, sia esso un desktop, un notebook o un netbook, al proprio impanto TV, al fine di riuscire ad apprezzare al meglio la fotografia e gli eventuali effetti speciali presenti nel video.

La prima operazione da effettuare è quella di reperire un apposito cavo che possa consentire il collegamento fisico dal computer al televisore. I collegamenti più utilizzati sono di tipo HDMI, DVI, VGA ed S-Video, rispettivamente in ordine di qualità delle immagini che garantiscono.

Una volta effettuata la connessione fisica è necessario impostare la condivisione anche dal Sistema Operativo scegliendo, laddove possibile, di sdoppiare il canale video o dirottarlo interamente verso la TV. Tutto questo viene facilmente impostato attraverso opportuni parametri della scheda video accessibili attraverso il proprio software di controllo.

martedì 2 giugno 2009

Brevi su SATA 3

Il 27 maggio, sono state rilasciate le pubblicazioni definitive per le specifiche del SATA 3.0 che elimineranno il collo di bottiglia key data transfer e darà la possibilità di raddoppiare la velocità di trasferimento dati.

Questo potrebbe trovare enorme giovamento per i SSD (Solid State Disk - Dischi a Stato Solido) poichè la loro natura offre una velocità che viene quasi sempre rallentata di molto a causa del fatto che le interfacce SATA precedenti rallentavano il trasferimento dati che poi venivano girati attraverso alla RAM.

La nuova interfaccia punta quindi ad accelerare al massimo questo trasferimento dati poichè potrà arrivare fino al trasferimento massimo di 6 Gbps e quindi non ci saranno più ulteriori colli di bottiglia che rallentino i vari trasferimenti dati.

Con l’interfaccia SATA 3.0 i SSD avrano un trasferimento dati lineare di circa 250/260 MB/s (MegaByte al secondo) ed ovviamente saranno completamente retrocompatibili con le “vecchie” interfacce SATA.

giovedì 28 maggio 2009

Un PC, piccolo piccolo: by LINUX

Quanti di voi hanno pensato, almeno una volta, ad inserire nella propria automobile un PC con all'interno i programmi che gli possono servire? Oppure avere un PC di dimensioni tatli da poterlo tenere a portata di mano?
PicoTux 100 è il suo nome ed è incredibilmente il micro-pc più piccolo al mondo con sistema operativo Linux installato e funzionante mai realizzato. Le sue misure sono davvero imbarazzanti: 36mm×19mm×19mm, ovvero come le dimensioni della presa di rete LAN RJ45, comprensive del jack di alimentazione e porta seriale.

Il processore è un AMR7 NetSilicon NS7520 a 55MHz con kernel uClinux 2.4.27 e shell Busybox 1.0. La comunicazione è assicurata da due interfacce: ethernet 10/100 Mbps H/F Duplex ed una non più recente porta seriale RS232. Per quanto riguarda la RAM, possiede una sdram da 8 Mb, mentre come “hard disk” utilizza una conpact flash memory da 2 Mb, dove in sostanza risiede il sistema operativo linux in soli 720 Kb di spazio.

In questa minima installazione di uClinux, è stato inserito il Telnet ed un Webserver, mentre il compilatore C è la versione 3.4.4 di GCC. Passiamo invece al peso: irrisorio solo 18 grammi, che praticamente lo rendono anche il PC più leggero al mondo! Sul sito ufficiale trovate lo shop online, nel quale è possibile acquistare il PC già “montato” oppure i kit di assemblaggio per un fai da te professionale, il tutto a partire da 99,00 €

venerdì 22 maggio 2009

Dove si va? Spiegazione del GPS

Sfatiamo subito la leggenda metropolitana secondo cui con il GPS “i satelliti sanno dove ci troviamo”, e quindi l’uso di un ricevitore GPS sarebbe un rischio per la privacy. A differenza di quanto avviene con i telefoni cellulari, con i quali, per la natura stessa della rete, è presente e anzi sfruttata la possibilità di localizzare i terminali purché vengano tenuti accesi, con i GPS questo è impossibile.

Innanzitutto, la comunicazione è unidirezionale: i sensori GPS non trasmettono segnali ai satelliti (fra l’altro, non avrebbero né una potenza né un’antenna adatte per farlo), ma funzionano solo come ricevitori.

Si potrebbe quindi pensare che siano i satelliti a comunicare a ogni ricevitore in ascolto la sua posizione. Eppure non sono i satelliti a dire al ricevitore qual è la sua posizione, perché non la conoscono; anzi, i satelliti non sono nemmeno a conoscenza dell’esistenza stessa o del numero di ricevitori attivi. Ogni satellite trasmette continuamente un unico segnale che è, quindi, identico per tutti i ricevitori in ascolto. Devono essere i ricevitori, collocati in luoghi diversi, a ricostruire le proprie rispettive posizioni sulla base dei segnali ricevuti, che sono gli stessi per tutti.

È possibile fare ciò abbinando una tecnica di elaborazione digitale dei segnali a un procedimento di triangolazione. Innanzitutto, i segnali emessi da ciascun satellite sono riconoscibili da quelli emessi dagli altri satelliti della costellazione. Il ricevitore capta quindi impulsi che rileva come provenienti da punti distinti dello spazio orbitale terrestre.

Nel segnale che emette ripetendolo continuamente, ogni satellite include le seguenti informazioni basilari: la propria identità; la propria posizione; l’ora esatta rilevata con la massima precisione nel momento in cui il segnale viene emesso dal satellite.
Se il ricevitore dispone anch’esso di un orologio precisissimo, dal confronto fra l’ora di emissione del segnale e l’ora di ricezione esso potrà rilevare il tempo (brevissimo, ma misurabile) che il segnale ha impiegato per percorrere la distanza fra il satellite e il ricevitore stesso. Da questa misura, e tenendo conto della velocità di propagazione delle onde radio, è possibile ricavare la distanza che separa il ricevitore dal satellite che ha emesso il segnale. Ripetendo questo calcolo per ognuno dei satelliti di cui sta captando i segnali, il ricevitore riesce a farsi un’idea delle N distanze fra sè e gli N satelliti “in vista”
Fin dall'antichità uno dei problemi dell'uomo è stato quello di orientarsi. Pensate a chi intraprendeva traversate transoceaniche o a chi eplorava nuovi e sterminati territori. Perdersi significava morire! Per questo motivo saper leggere una mappa, una bussola oppure saper osservare le stelle era fondamentale.

Le cose sono molto cambiate al giorno d'oggi in cui con meno di 100 euro è possibile acquistare un ricevitore GPS tascabile che in ogni momento ci può fornire la nostra esatta posizione sul pianeta!

In questo articolo vedremo come funziona il GPS (Global Positioning System), quale costosissima tecnologia c'è alle sue spalle e quale semplice concetto viene invece usato per determinare la posizione del ricevitore.

Il GPS è un sistema di posizionamento terrestre particolarmento preciso creato dal Ministero della Difesa Americano per fini militari ed in seguito utilizzato anche per scopi civili.

Il funzionamento del GPS è legato a 27 satelliti orbitanti di cui 24 effettivamente operativi e tre di riserva. Le orbite sono circolari su 6 piani orbitali paralleli inclinati di 55° rispetto al piano equatoriale.

Ogni satellite si trova a circa 20 Km dalla terra e compie due rotazioni del pianeta al giorno (il periodo di rivoluzione è di 11 ore e 58 minuti). Le orbite dei satelliti sono state studiate in modo che in ogni momento ogni punto della terra venga visto da almeno 4 satelliti contemporaneamente.

Gran parte dei satelliti sono stati lanciati per mezzo di razzi (a perdere) del tipo Delta II. Era stato previsto che fosse anche lo Shuttle a portarne in orbita alcuni, ma il programma fu sospeso dopo l'incidente del Challenger.

Oltre ai satelliti, ci sono anche 4 stazioni di controllo a terra che si occupano costantemente di verificare lo stato dei satelliti, di correggere i loro orologi atomici e la loro posizione orbitale. Senza queste stazioni terrestri il sistema non sarebbe in grado di funzionare.

La manutenzione del sistema deve essere costante ed infatti si calcola che un eventuale sospensione della stessa provocherebbe un decadimento del sistema nel giro di pochi giorni e la sua completa inutilità dopo circa 2 settimane.

Il resto del lavoro viene fatto dal GPS receiver che esegue le seguenti operazioni:
  • Localizza 4 o più satelliti
  • Calcola la distanza da ognuno dei satelliti
  • Usa i dati ricevuti per calcolare la propria posizione mediante il processo di trilateriazione
Processo di trilateriazione
La trilaterazione è il metodo usato per il calcolo effettivo della posizione. Vediamo come funziona nell'esempio seguente basato su un spazio bidimensionale per facilitarne la comprensione. Quello effettivo ovviamente lavora sullo spazio tridimensionale ed usa lo stesso concetto.

Supponiamo di esserci persi e di voler capire qual'è la nostra posizione. Chiediamo aiuto ad un passante che ci dice "Ti trovi esattamente a 215 Km da Napoli". Possiamo rappresentare questa informazione nel modo seguente:
Se Napoli è al centro, significa che possiamo essere su un qualsiasi punto della circonferenza visto che ogni punto si trova proprio a 215 Km.

Supponiamo di incontrare un altro passante che ci fornisce un altra indicazione: "Ti trovi esattamente a 271 Km da Firenze". Rappresentando graficamente anche questa informazione avremo la seguente situazione:Considerando le due informazioni, possiamo essere sicuri di essere in un punto che dista 271 Km da Firenze e 215 da Napoli. Come si vede nella figura, solo 2 punti (quelli cerchiati in blue) rispondono a queste caratteristiche. Per capire in quale dei due punti effettivamente mi trovo ho bisogno quindi di una terza informazione.

Incontro un terzo passante che mi dice "Ti trovi esattamente a 80 Km da Roma" e posso a questo punto capire senza il minimo dubbio dove mi trovo, nell'unico punto al mondo che dista 271 Km da Firenze, 215 da Napoli e 80 da Roma (precisamente a Rieti)Nella realtà, come abbiamo già detto in precedenza, il calcolo viene fatto nello spazio tridimensionale (e usando 4 misurazioni) per cui invece dei cerchi dobbiamo immaginare delle sfere che si intersecano tra loro fino ad identificare un unico punto.

Calcolo della distanza
Riportando l'esempio precedente alla realtà, avremo in pratica un receiver GPS che riceve dai satelliti (almeno 4 ) la loro distanza con cui è in grado di ricavare la propria posizione.

Il GPS riesce a comunicare con i satelliti analizzando le alte frequenze con cui essi trasmettono segnali a terra (le bande usate sono 1575.42 Mhz e 1227.60 Mhz). Per capire la distanza tra il receiver ed il satellite viene misurato il tempo che un segnale impiega per arrivare a terra. La cosa sembra semplice ma in realtà non lo è. Ecco come avviene il processo di misurazione.

Ad un ora prestabilita (supponiamo le 12:00) il satellite genera un codice (detto pseudo random code) e lo invia sulla terra. Sempre alle 12:00 anche il receiver GPS genera lo stesso identico codice per cui, quando il segnale dal satellite arriva a terra e viene letto dal receiver, questo lo riconosce ed è in grado di misurare quanto tempo ha impiegato il segnale per arrivare.

Moltiplicando il tempo per la velocità della luce (300.000 km/s) otterremo la distanza tra il satellite ed il receiver GPS.

Il calcolo matematico è ovviamente abbastanza semplice. Tutto quello che dobbiamo sapere è quando esattamente il segnale è partito dal satellite. E lo dobbiamo sapere con una precisione estrema visto che un solo millesimo di secondo di differenza potrebbe penalizzare la rilevazione con un errore nell’ordine dei 300 Km!

Per ottenere una precisione del genere, ogni satellite imbarca quattro costosissimi orologi atomici (del costo di circa 160.000 €), che sfruttano le oscillazioni degli atomi di cesio e rubidio e che garantiscono uno standard di precisione assoluto (addirittura la possibilità di errore è di un secondo ogni 30000 anni).

E' ovvio che in un sistema così preciso anche il receiver deve avere degli standard di un certo livello. Considerando che un ricevitore non può montare orologi atomici da 160.000 Euro, si è pensato di usare orologi capaci di mantenere un estrema precisione per brevi periodi che però nel tempo vanno spesso corretti sfruttando direttamente i segnali dei satelliti.

Quanto è preciso?
Il sistema GPS è disponibile in due versioni, PPS (Precision Positioning Service) e SPS(Standard Positioning Service).

Il sistema PPS, secondo i dati ufficiali ha un accuratezza nell'ordine dei 30 metri. Il sistema SPS, potrebbe tranquillamente arrivare agli stessi risultati se non fosse per la cosiddetta disponibilità selettiva.

La disponibilità selettiva non è altro che un errore nella misurazione indotto dal Ministero della Difesa degli Stati Uniti. In pratica viene intenzionalmente modificata l'accuratezza dell'orologio a scapito della precisione della misurazione.

Il motivo di questo comportamento da parte degli Stati Uniti è incomprensibile ma ufficialmente il governo ha ribadito che i motivi sono legati alla sicurezza del paese.

Il sistema GLONASS
Il GLONASS (GLObal NAvigation Satellite System) è un sistema satellitare di individuazione della posizione realizzato dall’ Unione Sovietica più o meno in concomitanza con quello americano.

Anche questo sistema è dotato di 24 satelliti, ma suddivisi in tre orbite distanti 120° fra loro e ad una quota leggermente maggiore di quella dei satelliti GPS.

Nonostante le considerevoli differenze tecniche tra GPS e GLONASS, esistono alcuni ricevitori GPS in grado di ricevere informazioni da entrambi i sistemi e riuscendo così ad ottenere una precisione complessiva con uno scarto di appena 50 cm!

Applicazione
Una volta che il GPS receiver ha effettuato i suoi calcoli, può determinare le seguenti informazioni:

  • Longitudine
  • Latitudine
  • Altitudine

Usando queste informazioni su una mappa è possibile capire perfettamente dove ci si trova, in quale città, in quale strada e perfino in quale senso di marcia si sta andando.

Non a caso, una delle applicazioni più frequenti della tecnologia GPS è proprio nel campo della navigazione guidata. Piccoli computer portatili dotati di memoria possono infatti contenere migliaia di mappe ed essere usati addirittura per ricevere suggerimenti vocali sull'itinerario da seguire.Un altra applicazione del GPS è nella telesorveglianza, usata soprattutto a protezione dei TIR.

Il TIR viene dotato di un ricevitore satellitare GPS (accuratamente nascosto) che ne determina istante per istante la posizione ritrasmettendola continuamente alla centrale operativa antirapina che ha il compito di verificarla e di gestire eventuali problemi.

mercoledì 29 aprile 2009

Computer performanti (ma fino a quando?)

Personalmente penso che ci siano 2 tipi di utenti di Pc che cambiano spesso computer: quelli colpiti dalla sfortuna che necessitano di un pc nuovo perchè ne rompono uno al mese e quelli che desiderano avere sempre il massimo delle prestazioni e acquistano l'ultimo modello uscito sul mercato e lo cambiano di nuovo quando ne esce uno ancora meglio .

Quindi per questa ultima tipologia il mio consiglio è meglio investire in un PC che si manterrà ai massimi livelli tecnologici almeno per un paio di anni,tipo questo YoYotech Fi7epower, il computer di casa più veloce del mondo ...
Se avete qualche dubbio date uno sguardo alle caratteristiche di questo magnifico pc:

Micro Intel Core i7 965 Extreme Edition
Mother Asus P6T con un overloking a 3.73GHz
9GB di RAM
HD SSD Intel X25-M de 80GB e HDD da 1TB
Accelleratore ATI Radeon HD 4870 X2 da 2GB VRAM GDDR5

Impressionante vero? Purtroppo però a qualità si paga , questo pc costa ben 6000 euro...




martedì 31 marzo 2009

Assistenza gratuita agli amici…

Chi lavora in ambito informatico lo sa. Amici, parenti, vicini di casa, passanti e animali domestici si rivolgono a noi pretendendo supporto tecnico in ogni momento della giornata: “il computer non va”, “mi scarichi il tal file?”.

Gratis.

Ecco alcuni buoni motivi per non fornire mai assistenza tecnica gratuita a chicchessìa (tranne la propria ragazza, lei ha il bonus speciale):

  • Il giorno sul pianeta Terra è di 24 ore
    Veniamo chiamati di notte, di giorno, durante il lavoro, quando siamo in bagno, al mare, in montagna… Ogni momento è buono per “aspetta che chiedo a X, lui di sicuro lo sa”
  • Sei responsabile di qualunque cosa tu tocchi, per tutti i secoli dei secoli
    Sistemare un qualunque minuscolo componente ti rende responsabile di qualunque evento, fortuito o no, possa capitare al computer su cui hai messo mano. Si fonde l’hard-disk di un pc sistemato anni fa? Arriva la telefonata: “oh, il computer non va, non è che hai toccato qualcosa quando hai sistemato il pezzo XYZ?”
  • Ci si aspetta che tu conosca ogni applicazione mai creata dal genere umano
    Saper usare un computer ti rende (agli occhi del tuo “cliente”) capace di qualsiasi cosa. Non importa che l’applicazione sia stata sviluppata ad hoc per il tuo amico da un team di drogati indiani. Tu devi per forza saperla usare. Alla perfezione. Pena sguardi alla “povero pirla, è così facile, DEVI per forza conoscerla”
  • Non c’è limite alle richieste
    Dalla pulizia del mouse al montaggio di centrali nucleari casalinghe… Beh, non c’è limite alle richieste. A casa mia ogni cosa che monti un chip (lavastoviglie, phon, videoregistratore) è di mia competenza
  • I tuoi servigi e le tue competenze saranno sottovalutate
    Lavori gratis, le tue competenze sono di basso profilo, tu sei di basso profilo. Chi invece prende 100 euro all’ora e fa le stesse cose che magari fai tu per i tuoi amici senza chiedere un euro viene visto come un semi-dio dagli stessi amici che poi aiuti nel tuo (poco) tempo libero
  • Ci sono sempre costi nascosti
    Non prendi soldi, ma di sicuro ne spendi. Senza scomodare la classica “il tempo è denaro” ci sono sempre dei costi nell’assistenza gratuita: telefonate, benzina per gli spostamenti…
  • C’è chi sfrutterà le tue competenze per far soldi / migliorarsi / farti le scarpe
    Capita a tutti. A volte fa rosicare. Di brutto.

Nonostante tutto noi informatici siamo un po’ così. Una mano la diamo sempre, anche agli sconosciuti. Sarà masochismo, sarà altruismo, sarà scemenza. Che ci volete fare

mercoledì 18 marzo 2009

Storia di un logo


Ci sono molti misteri dietro la nascita del logo Apple. Tutti si chiedono come mai proprio una mela e le ipotesi sono molte: c'è chi dice che rappresenta la mela di Biancaneve, chi la rappresentazione del frutto proibito, altri dichiarano che rappresenta la mela che cadde sulla testa di Newton come rappresentava la prima versione del logo. Fatto sta che quello attuale deriva dalla mela colorata creata dal designer Rob Janoff.

Studiosi e scienziati cercano di capire come fa il logo Apple ha generare tanta attrazione. Quando lo vediamo su un Mac in un negozio o in un film, il cuore si riempie di meraviglia e un sussulto balena nelle nostre teste quasi a gridare "ma quello è il logo di Apple". Una ricerca effettuata dalla Duke University americana e della University of Waterloo in Canada ha evidenziato che il logo di per se collega immediatamente al prodotto associato.

Se ne accorse anche nel 1957 il ricercatore americano James Vicary quando notò che quando nei cinema veniva mostrato il logo di Coca Cola, agli spettatori veniva sete. Allo stesso modo il logo Apple collega ai prodotti della Mela. Il sostanza dietro il successo del logo c'è il lavoro svolto da anni dalla società per creare prodotti interessanti.

La versione più comune di questa leggenda metropolitana sostiene che il simbolo della "Apple Computer", produttrice del primo Personal Computer (Apple I) e dei ben noti Macintosh, sia stato scelto in onore Alan Turing, il matematico inglese considerato il padre della moderna scienza dei calcolatori. Turing effettivamente si suicidò mangiando una mela avvelenata nel 1954, all'età di 41 anni.

Resoconti più attendibili attribuiscono la scelta del simbolo della ditta (una mela multicolore con il segno di un morso), all'unione del frutto preferito dal progettista e fondatore della ditta Steve Jobs con la parola byte che indica un gruppo di otto bit e costituisce ancora oggi l'unità elementare di organizzazione delle informazioni nei computer. La ragione della scelta deriva dal fatto che la parola byte ha in inglese lo stesso suono di bite che significa appunto "morso" o "mordere". Lo slogan di una delle prime pubblicità per il modello Apple I era: Byte into an Apple, che suona: "Mordi una mela".

Per approfondimenti sulla storia della "Apple Computer" segnalo un sito non ufficiale, ma molto esauriente:

http://www.apple-history.com
Questa versione fa un po' acqua se osserviamo il primo Logo della Apple.
La mela è sempre stata presente nel logo della Apple e deriva proprio dalla mela di Newton...

Infatti il primo logo della Apple Computers era questo, poi modificato perchè era troppo difficile da riprodurre sui pc ed era poco rappresentativo.

Nel 1954 Alan Turing morì ingerendo una mela avvelenata con cianuro di potassio, in tono col proprio carattere eccentrico e prendendo spunto dalla fiaba di Biancaneve da lui apprezzata fin da bambino. La madre sostenne che il figlio, con le dita sporche per qualche esperimento chimico, avesse ingerito per errore la dose fatale di veleno; ma il verdetto ufficiale parlò senza incertezze di suicidio: "Causa del decesso: cianuro di potassio autosomministrato in un momento di squilibrio mentale."
Pare che Turing fu processato per omosessualità e condannato alla castrazione chimica… nonostante avesse contribuito a decifrare il codice enigma, tramite il quale i nazisti si scambiavano informazioni durante il conflitto. Si suicidò, si pensa, per la vergogna delle conseguenze dovute alla castrazione.

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