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domenica 5 aprile 2009

Premier... di bronzo

PRAGA - E' convinto che contro di lui siano state riportate, dai media, niente più che «calunnie». E per questo motivo è tentato dal compiere «azioni dure» nei confronti di quei mezzi di informazione che a suo dire non hanno rispettato la verità.

GLI EPISODI CONTESTATI - Incontrando i giornalisti a Praga alla vigilia del vertice Ue-Usa, il premier ricapitola alcuni episodi che lo hanno innervosito negli ultimi tempi per il comportamento della stampa, dalla battuta con Nicolas Sarkozy a quella con il ministro Giorgia Meloni, alla telefonata di questa mattina davanti al cancelliere tedesco Merkel («Angela sapeva che ero al telefono con Erdogan, glielo avevo detto») ed infine quello con la regina d’Inghilterra, «con la quale non c’è stato nessun problema, ed è stata assolutamente aperta, simpatica e tutto quanto». Berlusconi spiega poi che la regina ha fatto poi «una smentita non richiesta e invece dicono (la stampa, ndr) che l’ha dovuta fare per le pressioni di Berlusconi. Allora dico che non se ne può più veramente, questa è calunnia nei miei confronti e disinformazione dei lettori».

Ma cos'è che ha fatto imbufalire il premier? «Quello che spiace veramente - ha detto Berlusconi oggi passeggiando per Praga - è che la stampa italiana remi contro: quella cosa della regina è una cosa assurda, esattamente come il video messo su Youtube sul ministro Giorgia Meloni, che è una cosa che non esiste: c'erano lì tutti, c'era lei e io ho detto "dov'è la piccola?". Io la chiamo sempre così e aver sostituito anche la voce...».

Il premier ha citato quindi quanto riferito da una tv francese a proposito di una presunta frase rivolta a Nicholas Sarkozy ed ha poi criticato i resoconti su quanto avvenuto in mattinata a Strasburgo, al vertice per i 60 anni della Nato. «Io - ha proseguito con un esempio calcistico - quando c'è la Juve o l'Inter che giocano fuori casa con una squadra straniera, tifo sempre per loro. Ora, non è possibile che uno vada fuori, si danni, faccia i tour de force che faccio io e poi arriva a casa e trova la stampa italiana che non sembra avere altro obiettivo se non quello di dire che il premier ha fatto delle gaffe o delle figuracce. Io non lo so - ha proseguito - ma con tutta l'esperienza che ho, con tutto quello che ho costruito nella vita, sono qui a rappresentare l'Italia con senso di responsabilità e vedere che tutti giocano contro così, con le vignette, la televisione, etc., allora ti viene
voglia di dire: ma andate al diavolo».

«Quindi, se a un certo momento dovesse continuare questa cosa, veramente non parlo più, perché non è possibile che si abbiano dei giornali contro l'interesse dell'Italia: anche sulla crisi, con il catastrofismo, o questi che scendono in piazza... a parte il fatto che resta sempre l'abitudine consolidata della menzogna
assoluta».

Il premier ha concluso sottolineando che con la regina Elisabetta non c'è stato alcun incidente diplomatico: «Che s'inventi la storia che la regina mi abbia fatto un rimbrotto» è assurdo, visto che «la Regina è stata assolutamente aperta e simpatica». E poi, ha concluso, «leggo che, quando fa una smentita non richiesta Buckingham Palace, dicono che l'ha dovuta fare su pressione di Berlusconi: andate al diavolo veramente, non se ne può più».


«TENTATO DA AZIONI DURE» - «Non voglio arrivare a dire di azioni dirette e dure nei confronti di certi giornali e certi protagonisti della stampa - aggiunge Berlusconi - però sono tentato perchè non si fa così». Al giornalista che gli chiede che tipo di azioni potrebbe intraprendere, il premier risponde: «Ma lei pensa che se io dico di non guardare più una televisione o altra non c’è nessuno che mi segue in Italia?».

Fnsi, no alle minacce del potere alla stampa

"Il capo di governo non puo' cadere in cattive tentazioni. Anche se in parte cio' e' gia' accaduto al nostro presidente del Consiglio. Legittimo il suo diritto, come di tutti i lettori e di tutti i cittadini, di condividere o non condividere cio' che pubblicano i giornali. Ma quando i giornalisti scrivono riferendo di fatti osservati e a loro conosciuti fino a quel momento fanno il loro dovere.

Non possono essere accusati di slealta' o peggio ancora di essere dei calunniatori": lo afferma in una nota il segretario della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi. "Le notizie che inducono in considerazioni critiche - e che sono state riportate in maniera analoga da diverse testate europee - non possono diventare motivo di minacce di azioni dure verso questo o quel giornale. La pluralita' dell'informazione - prosegue Siddi - la ricchezza dei punti di vista sono sale di democrazia. Qualsiasi minaccia del potere verso la stampa e' inaccettabile". "Ai giornalisti presi di mira la piena solidarieta' della Federazione della Stampa - conclude Siddi - e l'incoraggiamento a tutti i colleghi a non cadere in tentazione e a continuare ad informare facendo prevalere le notizie e i fatti come e' giusto che sia, anche quelli 'scomodi', fatte salve tutte le ulteriori verifiche e novita"'.

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