- La Corea del Nord ha reagito ieri con rabbia e ha detto che abbandonarà i negoziati internazionali per terminare il suo programma di armi nucleari e riprendere il funzionamento dei suoi impianti atomici. Questa è stata la risposta alla condanna emessa dal consiglio sicurezza delle Nazioni Unite il giorno prima del lancio, il 5 aprile, un razzo secondo Pyongyang, che era destinato a porre in orbita un satellite di comunicazioni, ma che secondo i membri degli Stati Uniti, il Giappone e la Corea del Sud, è stata una prova dissimulata per missili balistici a lungo raggio.
"Non vi è alcuna necessità di colloqui a sei", ha dichiarato il ministero degli Esteri della Corea del Nord, in riferimento ai negoziati in cui partecipano la Corea del Nord, Stati Uniti, Corea del Sud, Cina, Russia e Giappone. "Non prenderemo mai più parte a tali colloqui e non siamo vincolati da nessun accordo raggiunto in questi."
Il comunicato, di durezza superiore al solito, aggiunge che Pyongyang potrebbe rafforzare la propria "capacità deterrente nucleare per far fronte alla minaccia di ulteriori forze militari ostili" e "prendere le misure necessarie per ripristinare le strutture nucleari smantellate e rielaborare le verghe Usato carburante da reattori nucleari sperimentali." Ore dopo secondo l'agenzia delle Nazioni Unite, il governo nordcoreano ha annunciato che interromperà il suo lavoro con l'Agenzia internazionale dell'energia atomica (AIEA) e ha ordinato agli ispettori internazionali che seguono l'attività del reattore di Yongbyon di lasciare il paese.
Pyongyang ha anche detto che prenderà in considerazione la costruzione di un reattore ad acqua leggera per produrre elettricità, e attacca il sistema di due pesi e due misure del West. "Secondo la logica statunitense, il Giappone potrebbe lanciare un satellite perché è suo alleato, ma noi non possiamo perché abbiamo un sistema diverso e noi non siamo servi degli Stati Uniti."
- Il governo degli Stati Uniti ed i loro alleati europei delineato una nuova strategia di negoziati, per affrontare la sfida posta dal nucleare l'Iran.
Di fronte a questo approccio flessibile, Israele avrebbe già espresso il suo rifiuto di dare l'Iran ulteriori mesi di tempo per produrre uranio arricchito. Secondo fonti citate dal quotidiano di New York, Israele sarebbe disposto ad attendere fino al prossimo autunno, o al più tardi un anno, per un conseguire l'arresto di tutte le attività nucleari di Teheran. In caso contrario, Netanyahu ritornerà ai suoi piani per l'uso della forza, frenata da Bush.
C'è veramente da chiedersi che sta succedendo. A parte che il fatto che un paese produttore e esportatore di petrolio, si costruisca centrali nucleari per l'energia farebbe riflettere su quanto petrolio rimanga ancora da usare, poi sarebbe da chiedersi dove trovi i fondi necessari a gestire una centrale nucleare un paese come il Nord Corea, ma secondo notizie, non era anche il combustibile nucleare ad essere carente? Che ultimamente sia reperibile sui mercati a seguito di disarmi?
Nessun commento:
Posta un commento