Colpaccio del Telescopio Nazionale "Galileo" in funzione all'isola di La Palma nell'arcipelago delle Canarie: nella notte di venerdì scorso è riuscito, primo al mondo, a osservare il segnale ottico corrispondente a uno dei "lampi" di raggi gamma più potenti mai registrati.
«Con grande stupore, - riferisce l’Istituto Nazionale di Astrofisica - gli astronomi italiani si sono accorti, mentre analizzavano i primi dati che arrivavano in tempo reale, che avevano a che fare con l’oggetto più distante nell’universo mai osservato, con un redshift (spostamento verso il rosso delle righe spettrali) pari a 8,1, record assoluto».
Ciò che si è osservato con il telescopio nazionale italiano (3,6 metri di diametro) è l’immane esplosione conseguente al collasso di una delle prime stelle formatesi nell’universo, appena 600 milioni di anni dopo il Big Bang.
La sua distanza sarebbe quindi di oltre 13 miliardi di anni luce e risulterebbe l’oggetto celeste più lontano mai osservato. L'esplosione osservata è l’ultimo potentissimo bagliore di una stella con una massa di più di cento volte quella del nostro Sole.
I dati raccolti ci rivelano che già in un universo così giovane esistevano stelle che stavano già arrivando alla fine della loro esistenza. «Il Telescopio Nazionale Galileo - dice un comunicato dell'Inaf -onora quindi nel modo migliore i 400 anni dalle prime osservazioni del cielo col cannocchiale, effettuate nel1609 proprio da Galilei».
Erano le 10 di mattina, ora italiana, del 23 aprile quando ilsatellite della Nasa, Regno Unito e Italia "Swift", detto «il rondone», ha registrato un lampo di raggi gamma con uno speciale strumento progettato per questo scopo, il Bat, Burst Alert Telescope. La fortuna ha voluto che l'emissione luminosa simultanea non sia sfuggita all'occhio del telescopio "Galileo".
Normalmente il fenomeno in raggi gamma è così breve e improvviso da non lasciare il tempo di procedere a osservazioni ottiche. Il lampo osservato è durato 10 secondi e si stima che in questo brevissimo tempo l'energia emessa siata stata 100 volte quella che il Sole emette in 9 miliardi di anni anni, cioè nella intera sua vita prevedibile.
"È stata una notte veramente impegnativa ed emozionante - ha dichiarato Paolo D’Avanzo, staff del Telescopio Nazionale Galileo - ed è importante ricordare che la "cattura" di questo evento unico è il risultato degli sforzi di un team preparato e affiatato da anni, che ha studiato e sviluppato metodi e procedure per affrontare queste situazioni, velocissime ed irripetibili, che abbiamo quando un Lampo di raggi Gamma esplode nel cielo".
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