Cosa sta succedendo al pianeta? Ultimamente le scosse sismiche sembra si siano date appuntamento per verificarsi a macchia di leopardo sul pianeta. Questo a sentire i mass media che su notizie ci campano. In realtà gli scienziati ci indicano che la situazione è a dir loro, solo leggermente superiore alle statistiche ma che è dovuto dalla raccolta dati che ovviamente, non può avere storici dettagliati ed attendibili del passato. Un sguardo alla mappa a spalla (cliccare per ingrandire), da l'idea di quanti siano i terremoti verificatesi negli ultimi giorni sulla faccia del pianeta. Quelli al di sopra dei 4.0 sulla scala Richter per capirci. Per interessati si segnala il programma Global Earthquake Explorer, che dopo un paio di clic per capirne la configurazione e uso, ci fornisce la situazione globale.
Intanto uno staff di scienziati seppure con metodologie diverse aveva rilevato prima del 6 aprile mutamenti nella ionosfera tali da far presagire un sisma nell’aquilano. E intanto lo scienziato abruzzese in un’intervista ha affermato che il gas radon a nord dell’Aquila è in questi giorni di nuovo in aumento
SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Seppure per strade diverse erano giunti alle stesse conclusioni: un forte terremoto si sarebbe presto verificato all'Aquila. Giampaolo Giuliani, tecnico presso l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare presso i Laboratori del Gran Sasso, attraverso la misurazione della quantità di gas radon che fuoriesce dal sottosuolo in prossimità di un evento sismico, e Dimitar Ouzonov, scienziato al Goddard Space Flight della Nasa attraverso la misurazione di alcuni parametri presenti nell'atmosfera terrestre.
Usando tecniche Gps e ionosonde, lo staff dello scienziato russo studia da anni la possibilità di prevedere terremoti grazie all'osservazione di segnali elettromagnetici nell'atmosfera. Una settimana prima del 6 aprile il gruppo di scienziati aveva rilevato anomalie termiche e variazioni della ionosfera nell'area vicina all'epicentro. Giuliani ha poi affermato di essere stato contattato il 7 aprile da Sergey Pulinets, vicedirettore del centro di monitoraggio spaziale di Mosca e studioso insieme ad Ouzounov delle radiazioni infrarosse, che gli ha chiesto i dati rilevati sul radon. Il confronto tra i parametri del tecnico abruzzese e dell'equipe della Nasa sono stati poi discussi nei giorni successivi al Congresso della European Geosciences Union, tenutosi a Vienna.
«Abbiamo sovrapposto i grafici - ha dichiarato Giuliani - e sono perfettamente compatibili. La complessa ricerca di Ouzounov e Pulinets tiene conto del radon come precursore sismico, integrato con altri fenomeni osservati prima di un sisma, come la variazione dei parametri dell'atmosfera, l'elettricità nell'atmosfera e nella ionosfera. Ora - conclude - spero di poter attivare uno scambio fattivo di informazioni con i due studiosi per poter eliminare la paura dei terremoti».
Intanto uno staff di scienziati seppure con metodologie diverse aveva rilevato prima del 6 aprile mutamenti nella ionosfera tali da far presagire un sisma nell’aquilano. E intanto lo scienziato abruzzese in un’intervista ha affermato che il gas radon a nord dell’Aquila è in questi giorni di nuovo in aumento
SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Seppure per strade diverse erano giunti alle stesse conclusioni: un forte terremoto si sarebbe presto verificato all'Aquila. Giampaolo Giuliani, tecnico presso l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare presso i Laboratori del Gran Sasso, attraverso la misurazione della quantità di gas radon che fuoriesce dal sottosuolo in prossimità di un evento sismico, e Dimitar Ouzonov, scienziato al Goddard Space Flight della Nasa attraverso la misurazione di alcuni parametri presenti nell'atmosfera terrestre.
Usando tecniche Gps e ionosonde, lo staff dello scienziato russo studia da anni la possibilità di prevedere terremoti grazie all'osservazione di segnali elettromagnetici nell'atmosfera. Una settimana prima del 6 aprile il gruppo di scienziati aveva rilevato anomalie termiche e variazioni della ionosfera nell'area vicina all'epicentro. Giuliani ha poi affermato di essere stato contattato il 7 aprile da Sergey Pulinets, vicedirettore del centro di monitoraggio spaziale di Mosca e studioso insieme ad Ouzounov delle radiazioni infrarosse, che gli ha chiesto i dati rilevati sul radon. Il confronto tra i parametri del tecnico abruzzese e dell'equipe della Nasa sono stati poi discussi nei giorni successivi al Congresso della European Geosciences Union, tenutosi a Vienna.
«Abbiamo sovrapposto i grafici - ha dichiarato Giuliani - e sono perfettamente compatibili. La complessa ricerca di Ouzounov e Pulinets tiene conto del radon come precursore sismico, integrato con altri fenomeni osservati prima di un sisma, come la variazione dei parametri dell'atmosfera, l'elettricità nell'atmosfera e nella ionosfera. Ora - conclude - spero di poter attivare uno scambio fattivo di informazioni con i due studiosi per poter eliminare la paura dei terremoti».
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