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lunedì 17 novembre 2008

Verità impossibili

Alcuni concetti, dati per scontati e che fanno parte del nostro bagaglio culturale, sono in pratica, impossibili da verificare. Altri, sebbene vengono intuiti sottoposti a ragionamento, crollano nell'impossibilità da definirli.

Vediamone alcuni.

Cos'è per definizione una retta?
"La retta o linea retta è uno dei tre enti geometrici fondamentali della geometria euclidea. Viene definita da Euclide nei suoi Elementi come un concetto primitivo. Un filo di cotone o di spago ben teso tra due punti è un modello materiale che ci può aiutare a capire cosa sia la retta, un ente geometrico immateriale senza spessore e con una sola dimensione. La retta è inoltre illimitata in entrambe le direzioni, cioè è infinita. Viene generalmente contrassegnata con una lettera minuscola dell'alfabeto latino." (da Wikipedia)

Fin qui tutto semplice e comprensibile...
Resta da verificare in pratica la possibilità di disegnarla! Quale uomo, macchina o strumento conosciuto, detiene la capacità di disegnare qualcosa che non ha un inizio e non ha una fine?

Il famoso PI greco
"La costante matematica π (si scrive "pi" dove le lettere greche non sono disponibili) è utilizzata moltissimo in matematica e fisica. Nella geometria piana, π viene definito come il rapporto tra la circonferenza e il diametro di un cerchio, o anche come l'area di un cerchio di raggio 1" (da Wikipedia)

Ottimo, in pratica il rapporto fra la circonferenza e il diametro: come si calcola la circonferenza? 2rπ ovvero il diametro per PI greco!
Insomma un paradosso. Continuando si legge che a questo numero si arriva per sperimentazione, calcolando n poligoni ecc., ecc.

Tutto basato su pura immaginazione: Quale strumento può concretamente misurare al decimale infinitesimo un raggio? Costruendo una circonferenza con una corda di misura nota, cosa fare per verificare nella pratica quale sia il raggio?

Eppure il mondo è basato su questi concetti. Tutto si regge su questi calcoli. Questo non deve stupire. L'incredibile è che pare funzioni... Finchè si è in vita chiaro. Poi?... bhe la scienza non risponde a cosa succede della coscienza quando il corpo fisico cessa di funzionare. Reputa questo problema assurdo ed illogico. (!) Perchè quanto sopra è dimostrabile in pratica? O lo è solo per via matematica, immaginaria e delimitata con simboli per rappresentare pensieri?

Proviamo ora a raccontare la storia dell'universo.

Humm.. e da dove s'inizia? Per quanto si cerchi di dare un punto di partenza, ci si arrende all'evidenza della domanda: "e prima?"

Così per il racconto, come finirlo se sempre ci sarà: "e dopo?"

In pratica tutto è solo una parte, siamo un segmento ci possiamo immaginare un infinito solo come conseguenza di fatti che riportino alla situazione iniziale e ripartire per infiniti giri, sulla stessa ruota.

Molte filosofie descrivono la vita, come un cerchio, ad indicare che il percorso continua, non importa l'inizio o la fine, che tanto si ripete.

Immaginandolo, ci si rende conto che non si può contemplarlo se non distaccandosene. All'interno del cerchio (la nostra vita), non possiamo contemplarlo, assurdamente, lo vediamo da un punto di vista esterno nel quale però dobbiamo accettare il fatto che ne facciamo parte...

Solo Dio può disegnare una retta, solo Dio può misurare una circonferenza; in modo diretto e non per calcolo.

Il problema è che sebbene metta a tacere l'inquietudine dei fedeli e ne sostenga la grandezza, questa affermazione riporta a quanto sopra, con un dilemma ancora più indigesto per la nostra logica, così come la conosciamo. Cos'è Dio?

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