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venerdì 15 maggio 2009

Vista: migliorarla senza supporti

Dopo l'articolo che dava un semplice rimedio per occhi stanchi, oggi si propone il metodo per la cura della visione al fine di conseguire una vista perfetta senza ausilio di protesi o operazioni chirurgiche.

Il “Sistema Bates™” è l'applicazione pratica dei principî fondamentali di funzionamento della visione normale, scoperti dal Dott. W.H. Bates in cinquant’anni di pratica clinica e ricerca scientifica ed esposti per la prima volta in maniera organica nel 1920 attraverso la pubblicazione del libro originale Vista Perfetta Senza Occhiali — Bates.

È un “sistema” di cura basato sull’auto-trattamento per il rilassamento mentale e non una “ginnastica per gli occhi”: non si tratta, infatti, di stimolare o rafforzare muscoli oculari diventati o nati pigri, né si tratta di praticare un unico, universale, “metodo” di guarigione, perché non esiste una pratica specifica che funzioni bene e ugualmente per tutti, specialmente all’inizio.

Praticando i vari metodi del Sistema Bates™ la persona si esercita a rimanere consapevole del modo di vedere che ha l’occhio normale, che non fa mai tentativi per vedere, fino a quando la sua visione buona o perfetta non sia diventata il modo normale di usare gli occhi, sempre per tutto il tempo.

Bates aveva scoperto che chi ha una buona vista è abituato naturalmente a:

  • non fissare mai lo sguardo
  • dondolare continuamente tutti gli oggetti visti e anche quelli non visti
  • vedere bene una piccola parte di un oggetto al meglio e la restante parte non così bene
  • chiudere frequentemente gli occhi e riposarli

Ciò si traduce nel praticare costantemente e consapevolmente almeno tre “capisaldi”:

  1. il palmeggiamento, che consiste nel chiudere gli occhi e coprirli con i palmi delle mani senza toccarli, da ripetersi più volte durante il giorno per periodi più o meno lunghi; il ricordo o l’immaginazione di un colore o di oggetti e paesaggi di cui si può avere una visualizzazione mentale perfetta accelera ed amplifica questo processo di riposo e porta, se riesce, alla cura rapida e definitiva molto velocemente;
  2. la centrale fissazione, che è l’abilità propria dell’occhio sano di vedere “peggio” le parti degli oggetti o delle lettere che non si stanno guardando direttamente e di conseguenza di fare scivolare lo sguardo in modo tale che la parte che si guarda direttamente è sempre più netta e distinta di quella che gli gira intorno;
  3. il dondolìo, e cioè l’accorgersi continuamente che, quando si muovono gli occhi, la percezione che noi abbiamo dello spazio circostante si muove nella direzione contraria, e che la ripetizione ritmica e dondolante di questo tipo di movimento è fonte di rilassamento e di miglioramento della vista e del benessere del corpo/mente in generale.

Il grande genio del Dott. Bates è stato quello di scoprire che i veri meccanismi della vista sono mentali e che solo educando il paziente a pensare correttamente — ciò che solo il Sistema Originale del Dott. Bates fa— si può guarire dai difetti visivi, o migliorare la vista nei casi in cui essa sia già normale.

Nessun lavoro scientifico dimostra secondo la tesi ufficiale l'efficacia del metodo Bates nel curare i disturbi visivi: il controllo del processo accomodativo secondo le tesi di Bates è difficilmente realizzabile e comprovabile sperimentalmente, dato che vi è deputato il sistema nervoso autonomo. Di conseguenza il valore del metodo Bates sarebbe da indirizzarsi verso i piccoli difetti visivi, nei casi di stress accomodativo di lieve entità, potendo funzionare come ginnastica oculare. Inoltre è attualmente ben noto come l'osservazione diretta del Sole (soprattutto se prolungata come nel corso di una eclissi) possa essere responsabile di lesioni irreversibili a carico della retina (retinopatia solare).

Oculisti ed oftamologi che hanno conosciuto il metodo Bates rimangono scettici e molto critici. Nel suo libro "Fads and Fallacies in the Name of Science", Martin Gardner definisce il lavoro di Bates come un "fantastico compendio di casi risolti incredibilmente esagerati, conclusioni infondate ed ignoranza della stessa anatomia."

Nel suo libro Perfect Sight Without Glasses (Visionabile gratuitamente in inglese), Bates consigliava in certi casi di guardare direttamente il Sole con le palpebre chiuse per periodi prolungati. Secondo Bates gli occhi sarebbero infatti "gli organi della luce", per cui quest'ultima sarebbe loro necessaria. A sostegno della sua tesi portava l'esempio di tribu indigene africane, o native americane, tra i quali coloro i quali godevano di una miglior salute visiva sarebbero stati quelli che vivevano esposti di continuo alla luce diretta del sole, mentre quelli risiedenti nell'entroterra e nelle paludi umide, avrebbero avuto difetti visivi. Bates ricordava inoltre l'uso di alcuni attori di sottoporsi a prolungate esposizioni alla luce abbagliante dei riflettori, in modo da abituarsi alle condizioni di lavoro, sostenendo che tale uso non avrebbe comportato alcun danno alle loro retine.

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