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giovedì 7 maggio 2009

Grillo, la rete, di chi è, cosa è nostro?


Sin dai tempi della loro nascita, i "Newsgroup", "Forum", "Chatline" e "GdR" (ecc.), sono stati soggetti a regole ben precise.

La principale alla quale nessuno poteva e ne può opporsi, è che il proprietario del dominio è il Sovrano Assoluto, di cosa può o non può passare per il suo spazio Internet. Una volta "bannati" si può tentare in molti modi di rientrare nella comunità ma sempre ad insindacabile giudizio del proprietario.

Ovviamente è come casa nostra! Facciamo entrare e scacciamo chi vogliamo. Se poi apriamo la casa al pubblico, rendendola in qualche modo, commerciale, entrano le leggi dello stato a regolarne l'uso. Funzionari possono quindi entrare e controllare eventuali violazioni. Ma la legge anzitutto, garantisce la proprietà della cosa al suo legittimo padrone e se questi pone un cartello all'entrata che regola i comportamenti dei visitatori e questo è conforme a quanto garantito dalla legge al suo proprietario, non c'è giudice che tenga per obbligare quest'ultimo al reintegro forzoso di chi è sgradito.

Ci siamo abituati fin troppo bene che le cose offerte, sono nostre e così confondiamo un servizio offerto da un privato, come un diritto comunitario. Non è così, spiacenti!

Si è assistito al riempimento esponenziale di contenuti ovunque ne sia stata data la possibilità, abusando spesso della concessione; riempiendo lo spazio con cose utile frammentate da SPAM, insulti, diffamazioni, offese e cattivo gusto.

Sicuri di aver messo alla berlina chi ci da fastidio, contenti di aver approfittato di risorse per gabbare la gente, ci siamo dimenticati che le "vittime" per legge, hanno il diritto di far causa al proprietario del mezzo con cui si sono verificati i danni.

In pratica i vari big fornitori di servizi digitali, si ritrovano con cause delle quali non sanno a volte nemmeno l'accusa. Logicamente e rapidamente visto le leggi protettive alla persona e vista soprattutto la persona che gli fa causa, applicano il loro diritto di ritirare, cancellare insindacabilmente, il materiale oggetto della contesa.

Possiamo sgolarci sul diritto all'autore quanto si vuole, indicare di censura come ci piace, resta il fatto che lo spazio occupato non è il nostro e nessuno può obbligare (a parte nelle dittature) qualcuno a adoperare le sue proprietà per terzi.

Anche il Blog nel quale sono inseriti questi articoli, non fa eccezzione. Google in questo caso, può avvalersi in ogni momento al suo diritto di oscurare, censurare o cancellare l'account quando questo a suo giudizio, gli reca danno. Se voglio essere libero di scrivere quello che voglio, devo comperarmi uno spazio mio! Non ci sono vie di mezzo. Accettando le clausole di uso del servizio, posso appellarmi allo spasimo sul diritto d'autore, che gli scritti una volta giudicati lesivi, non saranno ripristinati.

Ovviamente un servizio serio cerca di curare la sua immagine e sebbene nessuno gli potrebbe intentare causa sperando di vincere per decisioni arbitrarie, cerca di mediare la richiesta, pena la perdita d'immagine e conseguentemente il calo dei suoi profitti che ricava da quanto offre, visto che altri utenti migrerebbero verso nuovi portali.

E di casi ce ne sono. Forum abbandonati sebbene visibili, perchè utenti trattati come sudditi, idem per Gdr, Goups e così via.

Oggi Grillo se la prende con il sistema che a suo avviso è troppo di regime, protesta contro una censura che gli va stretta, dato che un suo video ha violato una delle regole di YouTube, e si lancia verso una crociata, iniziata da tempo a dir il vero, acusando il potere e inneggiando slogan di resistenza.

Ma caro Beppe, a parte che di problemi non ne hai, prova ne è che hai spazio sufficiente nei tuoi domini per ospitare direttamente i tuoi video, davvero credi che uno possa sopportare il mix d'immagini foritoccate di se stesso abbinate a pose moralmente discutibili? Ti lamenti delle regole e non dici che i tuoi video che ti fanno tanta belle pubblicità, posti su uno spazio libero usano risorse non tue per tuoi interessi privati? (popolarità, pubblicità=guadagno)! Non sai o fai finta di non sapere che se i tuoi video fossero sul tuo sito, non solo nessuno li potrebbe oscurare se non chiaramente diffamanti e comunque dopo una causa in tribunale, ma ne saresti l'unico detentore legittimo? Saresti tu poi se non ti garba, ad indicare quali video violino un diritto d'autore o offensivi e quindi da oscurarsi qualora posti in copia su un servizio a libero uso.

Riporto uno stralcio delle norme della community di YouTube:
«
Quando un video è segnalato come non appropriato, lo passiamo in rassegna per stabilire se vìoli i nostri Termini e condizioni d'utilizzo: i video segnalati non vengono automaticamente rimossi dal sistema. Se rimuoviamo un tuo video dopo averlo esaminato, puoi stare certo che l'abbiamo fatto intenzionalmente; prendi quindi molto seriamente il nostro avvertimento.»

E ancora:
«
Noi incoraggiamo la libertà di parola e difendiamo il diritto di ognuno di esprimere i propri punti di vista, anche se mal graditi. Tuttavia è vietato l'utilizzo di linguaggio ostile (linguaggio che attacchi o sminuisca un gruppo in base a razza o origine etnica, religione, disabilità/invalidità, sesso, età, condizione di veterano o orientamento/identità sessuale).»

Il tuo ultimo video (tuo si fa per dire dato che è stato composto da un tuo team), su fotoritocchi del presidente del consiglio attuale (B.S.), la sua consorte ecc, sono spiccatamente offensivi. Se uno vuole vederseli che siano in un luogo dove le regole sono diverse, affinchè chi le propone al pubblico, si prenda la sua responsabilità civile qual ora chi nè è oggetto si ritenga offeso. E credimi, solo l'interessato potrebbe direttamente chiederti la rimozione o gli eventuali danni d'immagine e non qualunque che si sentisse offeso dal tuo strano modo di fare satira.

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