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giovedì 7 maggio 2009

Buchi neri che si mangiano la Galassia


MILANO - Buchi neri protagonisti nella nostra galassia, la Via Lattea. Sapevamo che nel cuore della grande isola stellare alla cui periferia noi abitiamo ci sono alcuni buchi neri piuttosto corposi come il satellite Integral dell’ESA ha dimostrato. Ma ora Ryan O’Leary e Avi Loeb dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics hanno dimostrato che un non trascurabile numero di buchi neri vagano nella galassia divorando il materiale del loro circondario. Per la Terra non sembra esserci per il momento alcun pericolo perché secondo le valutazioni il più vicino buco nero mobile sarebbe localizzato ad alcune migliaia di anni luce del nostro sistema solare.

DA DOVE VENGONO -Da dove arrivano e come sono nati queste mine vaganti cosmiche? I due scienziati spiegano che sono il frutto della formazione della Via Lattea la quale è il risultato ultimo determinato da scontri e fusioni fra galassie avvenuti in epoche remote. I calcoli fin qui elaborati sostengono l’esistenza di alcune centinaia di buchi neri vagabondi con masse variabili da mille a centomila masse solari, quindi estremamente massicci. Molti si trovano nelle zone di confine dell’isola stellare. Le indagini continuano per precisare meglio il fenomeno, localizzare con precisione dove i mostri celesti si trovano ed eventuali rischi.

Si tratta di oggetti la cui esistenza fu ipotizzata dallo stesso Einstein ragionando sull'esito della vita di una stella di grandi dimensioni, dopo che il suo "carburante" fosse esaurito. Quando il peso della massa non viene più bilanciato verso l'esterno dalla fusione termonucleare al suo interno, la stella non può che collassare. L'esito finale di questo collasso è estremamente complesso da prevedere, ma varia da oggetti densi e freddi come "nane bianche" o "stelle a neutroni", fino alla possibilità che la densità precipiti a valori elevatissimi e fino a diventare infinita, generando quello che in termini matematici viene definito una singolarità. Questa singolarità, secondo l'interpretazione più comune, causerebbe l'intrappolamento di ogni tipo di particella, compresi gli stessi costituenti della luce, cioè i fotoni. Si creerebbe quindi, attorno alla singolarità, un orizzonte degli eventi che impedirebbe l'attraversamento dal suo interno. Questo orizzonte degli eventi sarebbe quindi visto dagli osservatori esterni come un "buco nero"

Stelle di neutroni

Risultato finale dell'evoluzione di una stella con massa pari a qualche volta quella Sole. Alla fine della sua vita, la stella si contrae bruscamente sotto il proprio stesso peso, fino a diventare piccolissima: un milionesimo del Sole. Contemporaneamente, i suoi strati esterni si espandono formando una nebulosa di gas.
Il collasso della stella è così violento che al suo interno gli atomi si frantumano e i protoni si fondono con gli elettroni, formando un "mare" di neutroni densissimo: a queste densità, una quantità di materia grande quanto una zolletta di zucchero avrebbe una massa pari a quella di tutta l'umanità.
Si sa ancora poco della struttura interna e dello stato fisico di una stella di neutroni, tranne che possiede un campo gravitazionale ed un campo magnetico estremamente intensi, ed è in rotazione rapidissima attorno al proprio asse.
Dato che al suo interno non avvengono più reazioni nucleari, la stella non produce energia ed è destinata a raffreddarsi gradualmente.

Nebuosa del Granchio
La nebulosa del Granchio è ciò che resta di una stella esplosa come supernova nel 1054. Al suo interno c'è una pulsar

Le stelle di neutroni non emettono luce come quelle normali, perciò non sono "visibili" nel senso stretto del termine. Tuttavia esistono evidenze indirette della loro presenza. Esse infatti danno luogo al fenomeno delle pulsar: impulsi radio ad intervalli regolari molto brevi (poche frazioni di secondo). Le pulsar non emettono soltanto nella banda radio, ma anche in quella ottica, nell'ultravioletto, nelle bande X e gamma.


2 commenti:

Alex++ ha detto...

Mentre leggevo il post mi domandavo... se esistono i gravitoni, questi sembra riescano a sfuggire all'attrazione gravitazionale generata dal buco nero, visto che riesce ad attrarre materia al suo interno.
Ma forse dovrei solo mangiare più leggero in mensa :D

Ufo1 ha detto...

i mediatori dell'interazione (fotoni e gravitoni)sono privi di massa. Da cui consegue che il potenziale di interazione va come 1/r Quindi... Se esistono, i gravitoni sono necessariamente massless.
Se esiste una QFT per la gravita' il propagatore sara' necessariamente
quello.

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