Nei discorsi che si fanno fra amici, ma non solo, sempre più spesso capita di tessere un argomento sui biocarburanti; molto in voga oggi, vista la crisi (speculativa) del petrolio, il suo inquinamento e i suoi risvolti sull'economia mondiale.
Non ne faremo un articolo teso a sottolineare gli aspetti di bottega ma vediamo di capire meglio di cosa si tratta, a seconda del carburante che ci venga proposto come tema di conversazione:
Il BIODIESEL
Il cosiddetto biodiesel deriva da sostanze vegetali o dalla trasformazione sintetica di olio vegetale, in pratica possiamo dire che il biodiesel deriva dall’olio di colza. L’olio di colza è usato per friggere i cibi e a sua volta deriva direttamente dalla spremitura dei semi di colza, ed e solo con un processo chimico denominato transestererificazione che diventa biodiesel in grado di alimentare motori a scoppio.
Da uno studio condotto dall’Università di Siena nel 2005 si è appurato che con 2,5 tonnellate di semi di colza si può produrre una tonnellata di biodiesel. Solo che questo combustibile in effetti non è ancora utilizzato in quanto da tale utilizzo ne deriverebbero minori accise sui carburanti da parte dello Stato. Ma non è solo questo aspetto che non fa decollare il biodiesel, infatti, anche il costo di produzione elevato ha rallentato la produzione di questo biocarburante.
Le scelte effettuate pero dovrebbero tenere anche conto, secondo il nostro punto di vista, dei benefici che l’ambiente ne trarrebbe e dei nuovi posti di lavoro che si potrebbero sviluppare intorno a questa produzione, Infatti, sempre nello studio condotto dall’Università di Siena è stato stimato che l’impatto occupazionale si aggirerebbe in circa 5000 nuovi posti di lavoro nel rapporto di un nuovo posto di lavoro ogni 70 tonnellate di biodiesel prodotto annualmente.
All’estero e precisamente in Brasile gia dal 1978 si sono iniziati degli studi sui biocarburanti, infatti, in collaborazione con la FIAT brasiliana si è iniziati a produrre dei motori che andassero a alcool derivato dalla canna da zucchero e gasolio derivato dai datteri delle palme tropicali o all’olio di dende che alimenta i motori di grossi camion.
L’IDROGENO
L’idrogeno, considerato fino a pochi anni fa come il carburante in grado di risolvere i problemi legati all’inquinamento, ultimamente la sperimentazione su questo tipo di biocarburante sta incontrando una serie di problematiche di non facile risoluzione, nonostante grandi case automobilistiche hanno investito molto sulle cosiddette “auto del futuro” ovvero le auto alimentate ad idrogeno, i problemi sono sorti sia sotto l’aspetto della produzione dell’idrogeno e sia sotto l’aspetto dell’ingabbiamento, basti solo pensare che per conservare l’idrogeno allo stato liquido per 15 giorni ci vuole un serbatoio robustissimo in grado di scendere a -273 gradi centigradi.
Quindi è molto difficile che si vedranno auto alimentate ad idrogeno prima del 2020.
Il METANO e il GPL
Anche se non considerati dei biocarburanti “puri”, meritano una particolare menzione il GPL ed il Metano, infatti questi carburanti risultano essere molto meno inquinati della benzina e del gasolio. Proprio per il loro basso impatto ecologico nel passato sono stati erogati incentivi sia da parte dello Stato che da parte degli Enti Locali ai proprietari di veicoli che attuavano una conversione verso questi sistemi di alimentazione. Infatti, il 2005 sarà sempre ricordato come l’anno in cui vi è stato il più alto numero di immatricolazioni di veicoli alimentati a gas.
Il BIOETANOLO
Come gia accennato in precedenza l’etanolo, gia utilizzato in altri paesi, si adatta facilmente all’utilizzo nei mezzi di trasporto, con un costo inferiore alla benzina quantificabile in un 25%.
Ma anche per questo biocarburante bisogna fare lo stesso discorso fatto in precedenza per il biodiesel, in pratica la produzione e l’utilizzo stenta a decollare sia per gli alti costi di produzione e sia per il discorso legato alle accise dello Stato.
In Europa i paesi più avanzati sull’utilizzo dell’etanolo sono la Svezia e la Francia non a caso paesi che attuano una politica ecologica coerente con le tematiche ambientali attuali.
Il BIOMETANO
Il biometano può essere considerato uno dei biocombustibili, se non il biocombustibile, più ecologico tra quelli finora elencati, infatti il biometano a differenza del metano che è di origine fossile è prodotto attraverso processi di decomposizione naturale di sostanze organiche, sia in presenza che in assenza di ossigeno.
Il biometano, infatti, non è altro quel gas che si sprigiona, per intenderci, dalla massificazione e dalla decomposizione dai rifiuti solidi urbani e con precisione dalla frazione umida di questi scarti. Quindi oltre a riciclare questi scarti, ha un alto valore energetico che in alcuni casi supera quello del gas di natura fossile.
Quindi un biocombustibile che potrebbe in un futuro non remoto trovare il suo campo d’applicazione proprio nel settore automobilistico.
Concludiamo raggruppando quanto sopra esposto, secondo pregi e difetti dei nuovi carburanti che forse, sostituiranno l'attuale alimentazione delle nostre autovetture.
BIODIESEL
PREGI
Non ne faremo un articolo teso a sottolineare gli aspetti di bottega ma vediamo di capire meglio di cosa si tratta, a seconda del carburante che ci venga proposto come tema di conversazione:
Il BIODIESEL
Il cosiddetto biodiesel deriva da sostanze vegetali o dalla trasformazione sintetica di olio vegetale, in pratica possiamo dire che il biodiesel deriva dall’olio di colza. L’olio di colza è usato per friggere i cibi e a sua volta deriva direttamente dalla spremitura dei semi di colza, ed e solo con un processo chimico denominato transestererificazione che diventa biodiesel in grado di alimentare motori a scoppio.
Da uno studio condotto dall’Università di Siena nel 2005 si è appurato che con 2,5 tonnellate di semi di colza si può produrre una tonnellata di biodiesel. Solo che questo combustibile in effetti non è ancora utilizzato in quanto da tale utilizzo ne deriverebbero minori accise sui carburanti da parte dello Stato. Ma non è solo questo aspetto che non fa decollare il biodiesel, infatti, anche il costo di produzione elevato ha rallentato la produzione di questo biocarburante.
Le scelte effettuate pero dovrebbero tenere anche conto, secondo il nostro punto di vista, dei benefici che l’ambiente ne trarrebbe e dei nuovi posti di lavoro che si potrebbero sviluppare intorno a questa produzione, Infatti, sempre nello studio condotto dall’Università di Siena è stato stimato che l’impatto occupazionale si aggirerebbe in circa 5000 nuovi posti di lavoro nel rapporto di un nuovo posto di lavoro ogni 70 tonnellate di biodiesel prodotto annualmente.
All’estero e precisamente in Brasile gia dal 1978 si sono iniziati degli studi sui biocarburanti, infatti, in collaborazione con la FIAT brasiliana si è iniziati a produrre dei motori che andassero a alcool derivato dalla canna da zucchero e gasolio derivato dai datteri delle palme tropicali o all’olio di dende che alimenta i motori di grossi camion.
L’IDROGENO
L’idrogeno, considerato fino a pochi anni fa come il carburante in grado di risolvere i problemi legati all’inquinamento, ultimamente la sperimentazione su questo tipo di biocarburante sta incontrando una serie di problematiche di non facile risoluzione, nonostante grandi case automobilistiche hanno investito molto sulle cosiddette “auto del futuro” ovvero le auto alimentate ad idrogeno, i problemi sono sorti sia sotto l’aspetto della produzione dell’idrogeno e sia sotto l’aspetto dell’ingabbiamento, basti solo pensare che per conservare l’idrogeno allo stato liquido per 15 giorni ci vuole un serbatoio robustissimo in grado di scendere a -273 gradi centigradi.
Quindi è molto difficile che si vedranno auto alimentate ad idrogeno prima del 2020.
Il METANO e il GPL
Anche se non considerati dei biocarburanti “puri”, meritano una particolare menzione il GPL ed il Metano, infatti questi carburanti risultano essere molto meno inquinati della benzina e del gasolio. Proprio per il loro basso impatto ecologico nel passato sono stati erogati incentivi sia da parte dello Stato che da parte degli Enti Locali ai proprietari di veicoli che attuavano una conversione verso questi sistemi di alimentazione. Infatti, il 2005 sarà sempre ricordato come l’anno in cui vi è stato il più alto numero di immatricolazioni di veicoli alimentati a gas.
Il BIOETANOLO
Come gia accennato in precedenza l’etanolo, gia utilizzato in altri paesi, si adatta facilmente all’utilizzo nei mezzi di trasporto, con un costo inferiore alla benzina quantificabile in un 25%.
Ma anche per questo biocarburante bisogna fare lo stesso discorso fatto in precedenza per il biodiesel, in pratica la produzione e l’utilizzo stenta a decollare sia per gli alti costi di produzione e sia per il discorso legato alle accise dello Stato.
In Europa i paesi più avanzati sull’utilizzo dell’etanolo sono la Svezia e la Francia non a caso paesi che attuano una politica ecologica coerente con le tematiche ambientali attuali.
Il BIOMETANO
Il biometano può essere considerato uno dei biocombustibili, se non il biocombustibile, più ecologico tra quelli finora elencati, infatti il biometano a differenza del metano che è di origine fossile è prodotto attraverso processi di decomposizione naturale di sostanze organiche, sia in presenza che in assenza di ossigeno.
Il biometano, infatti, non è altro quel gas che si sprigiona, per intenderci, dalla massificazione e dalla decomposizione dai rifiuti solidi urbani e con precisione dalla frazione umida di questi scarti. Quindi oltre a riciclare questi scarti, ha un alto valore energetico che in alcuni casi supera quello del gas di natura fossile.
Quindi un biocombustibile che potrebbe in un futuro non remoto trovare il suo campo d’applicazione proprio nel settore automobilistico.
Concludiamo raggruppando quanto sopra esposto, secondo pregi e difetti dei nuovi carburanti che forse, sostituiranno l'attuale alimentazione delle nostre autovetture.
BIODIESEL
PREGI
- Biodegradabilità
- Assenza di Zolfo e riduzione delle emissioni inquinanti
- Si può utilizzare negli attuali motori Diesel senza particolari modifiche
DIFETTI
- Costi di produzione elevati
- Potere corrosivo
- Altri usi delle risorse di partenza più redditizi
BIOETANOLO
PREGI
PREGI
- Attualmente utilizzabile con i motori a benzina in miscela al 5% con benzina verde
- Maggiore potenza e maggiore coppia motore
- Biodegradabile con riduzione delle emissioni nocive
DIFETTI
- Maggior costo rispetto alla benzina
- Difficoltà nelle partenze a freddo
- Altri utilizzi più redditizi
BIOMETANO
PREGI
PREGI
- Utilizzabile negli attuali motori senza modifiche
- Si può produrlo localmente senza ricorrere all’importazione
- Si può facilmente produrre con vari materiali di fonte rinnovabile
DIFETTI
- Maggior costo rispetto al gas naturale
- Necessita di avviare la raccolta differenziata delle risorse da cui ricavarlo
- Realizzazione di impianti di produzione
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