Merita ulteriore approfondimento, l'articolo precedente che cerca di capire come andranno le cose per le connessioni ad Internet attraverso canali alternativi. Chiaramente va da ricordare anche l'articolo che riporta le basi delle battaglie sul "diritto d'autore delle frequenze"
In ogni caso, salvo rarissime eccezioni, quando si tratta di siti per apparati e eventuali canoni di locazione di terreni e tralicci, gli enti pubblici e i privati, tendono a confondere i WISP con gli operatori di telefonia mobile, quando questi ultimi hanno ben altri introiti per apparato installato e un livello ben più elevato di emissioni elettromagnetiche.
Chiediamo ai WISP di segnalarci i casi di enti pubblici che chiedono canoni di locazione
fuori dai limiti del buon senso, o pongono ostacoli extralegislativi, provvederemo a
informare i potenziali utenti residenti in loco che leggono il nostro sito della “lungimiranza” dei loro amministratori, tanto ogni 5 anni si vota, per fortuna.
Una volta trovato il sito per gli apparati, bisogna approvvigionarsi del materiale necessario e da qualche parte bisogna pure che arrivi questa benedetta banda larga per poterla distribure agli utenti.
Cominciamo dal problema degli apparati. A quanto ci risulta sono pochissime le aziende italiane produttrici di apparati wireless o di accessori quali antenne e connettori di varia natura. Quasi tutti sono importatori.
Questo vuol dire che o il WISP è in grado di immobilizzare risorse considerevoli in un magazzino ben fornito, oppure le tempistiche di consegna degli apparati, soprattutto i più costosi, possono pesare come macigni sulla tempistica dei progetti, sulla loro realizzazione e, di conseguenza, sul rientro dagli investimenti.
Che dire della banda larga allora? Essa pare il Sacro Graal o la pietra filosofale. Tutti la cercano ma nessuno sa veramente dove sia.
Quei pochi fortunati che la trovano, pagano il peso dei cavi e dei router (e accessori) in oro zecchino.
Per definizione, la banda che serve ad alimentare un impianto wireless è meglio che sia simmetrica e garantita, altrimenti su cosa si possono basare le offerte ai clienti?
Lo sanno bene quelli che tra di voi hanno provato ad alimentare un impianto di distribuzione con una ADSL.
Il download non si satura quasi mai, giocando con il traffic shaping, ma vogliamo parlare dell’upload? Con tutti gli utenti che da anni aspettano di fare P2P come i loro più fortunati colleghi coperti da ADSL wired!
Nessun utente, a parte quelli più smaliziati, quali ad esempio i responsabili informatici delle aziende site in zone scoperte, conosce realmente il prezzo della banda garantita, ma tutti vogliono garanzie che non si sognerebbero di chiedere alle grosse Telco, o se le chiedessero, si vedrebbero proporre preventivi da incubo.
Ma i WISP devono fornire la connessione a 15 euro al mese…. Perché alla TV l’ADSL costa 14 euro e 99 centesimi… Avendo in corso anche un’esperienza di WISP con la mia azienda, e conoscendo bene gli utenti, vista l’attività svolta con Anti Digital Divide, la mia impressione è che oltre al monopolio infrastutturale, esiste anche un problema di aspettative irrealistiche da parte degli utenti che è alimentato da pubblicità approssimative e incomplete.
Se queste aspettative sono irrealistiche nelle zone coperte, figuriamoci cosa diventano nelle zone non coperte da ADSL. E a proposito di ostacoli, che dire degli adempimenti previsti per la legge Pisanu e per la legge Urbani?
Ecco i WISP trasformati in poliziotti e censori di contenuti. Anche per questo abbiamo firmato la petizione per la neutralità della rete, insieme a Aiip, Assoprovider e Voipex.
Ed ecco il perché è così difficile fornire contratti atipici (a tempo, carte prepagate, ecc.) nel campo delle reti wireless.
In ogni caso, salvo rarissime eccezioni, quando si tratta di siti per apparati e eventuali canoni di locazione di terreni e tralicci, gli enti pubblici e i privati, tendono a confondere i WISP con gli operatori di telefonia mobile, quando questi ultimi hanno ben altri introiti per apparato installato e un livello ben più elevato di emissioni elettromagnetiche.
Chiediamo ai WISP di segnalarci i casi di enti pubblici che chiedono canoni di locazione
fuori dai limiti del buon senso, o pongono ostacoli extralegislativi, provvederemo a
informare i potenziali utenti residenti in loco che leggono il nostro sito della “lungimiranza” dei loro amministratori, tanto ogni 5 anni si vota, per fortuna.
Una volta trovato il sito per gli apparati, bisogna approvvigionarsi del materiale necessario e da qualche parte bisogna pure che arrivi questa benedetta banda larga per poterla distribure agli utenti.
Cominciamo dal problema degli apparati. A quanto ci risulta sono pochissime le aziende italiane produttrici di apparati wireless o di accessori quali antenne e connettori di varia natura. Quasi tutti sono importatori.
Questo vuol dire che o il WISP è in grado di immobilizzare risorse considerevoli in un magazzino ben fornito, oppure le tempistiche di consegna degli apparati, soprattutto i più costosi, possono pesare come macigni sulla tempistica dei progetti, sulla loro realizzazione e, di conseguenza, sul rientro dagli investimenti.
Che dire della banda larga allora? Essa pare il Sacro Graal o la pietra filosofale. Tutti la cercano ma nessuno sa veramente dove sia.
Quei pochi fortunati che la trovano, pagano il peso dei cavi e dei router (e accessori) in oro zecchino.
Per definizione, la banda che serve ad alimentare un impianto wireless è meglio che sia simmetrica e garantita, altrimenti su cosa si possono basare le offerte ai clienti?
Lo sanno bene quelli che tra di voi hanno provato ad alimentare un impianto di distribuzione con una ADSL.
Il download non si satura quasi mai, giocando con il traffic shaping, ma vogliamo parlare dell’upload? Con tutti gli utenti che da anni aspettano di fare P2P come i loro più fortunati colleghi coperti da ADSL wired!
Nessun utente, a parte quelli più smaliziati, quali ad esempio i responsabili informatici delle aziende site in zone scoperte, conosce realmente il prezzo della banda garantita, ma tutti vogliono garanzie che non si sognerebbero di chiedere alle grosse Telco, o se le chiedessero, si vedrebbero proporre preventivi da incubo.
Ma i WISP devono fornire la connessione a 15 euro al mese…. Perché alla TV l’ADSL costa 14 euro e 99 centesimi… Avendo in corso anche un’esperienza di WISP con la mia azienda, e conoscendo bene gli utenti, vista l’attività svolta con Anti Digital Divide, la mia impressione è che oltre al monopolio infrastutturale, esiste anche un problema di aspettative irrealistiche da parte degli utenti che è alimentato da pubblicità approssimative e incomplete.
Se queste aspettative sono irrealistiche nelle zone coperte, figuriamoci cosa diventano nelle zone non coperte da ADSL. E a proposito di ostacoli, che dire degli adempimenti previsti per la legge Pisanu e per la legge Urbani?
Ecco i WISP trasformati in poliziotti e censori di contenuti. Anche per questo abbiamo firmato la petizione per la neutralità della rete, insieme a Aiip, Assoprovider e Voipex.
Ed ecco il perché è così difficile fornire contratti atipici (a tempo, carte prepagate, ecc.) nel campo delle reti wireless.
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