Sviluppata nel 1938, la Buick Y Job Concept è la prima concept car mai realizzata e monta soluzioni innnovative che sono poi state adottate su tutte le autodi serie: tra queste i vetri elettrici, le luci sopra le alette parasole, la capotte elettrica e la griglia del radiatore a barre verticali che è stata ultimamente riscoperta da Audi e BMW.
Il design particolarmente allungato e le forme morbide e generose, che agli automobilisti dell’epoca dovevano ricordare quelle di una salsiccia gigante, la confinarono nel mondo dei prototipi.
Liberamente ispirata al desing aeronautico degli anni ’40, la Tasco rappresenta la visione dell’epoca di come sarebbe stata un auto sportiva: ruote coperte da parafanghi simili a quelli degli aerei, tetto in vetro come i caccia e controlli interni pieni di leve e cloche come in una cabina di pilotaggio.
Fu una delle prime vetture realizzate in alluminio e fibra di vetro. Il suo progettista, Gordon Buehrig, rimase però un genio incompreso. Solo nel 1968 riuscì a vendere alla Corvette, ma per pochissimi soldi, un brevetto relativo alla costruzione del tetto.
Ai primi del ‘900 la Francia spese cifre enormi in ricerca e sviluppo nel settore aeronautico: investì oltre 22 milioni di dollari, contro i 2 messi sul piatto nello stesso periodo dagli USA. Convinti che fosse il sistema più efficiente per muovere un veicolo, alcuni costruttori decisero di utilizzare motori d’aereo per realizzare auto… ad elica. Come questa Helicron del 1932 capace di "volare" sull’asfalto a oltre 100 km/h.
Le ruote sterzanti sono quelle posteriori e sono anche le uniche ad essere dotate di sospensioni. Il proprietario del modello fotografato qui sopra, nel 2000 ha ottenuto la carta di circolazione dato che l’auto risponde ai requisiti minimi di sicurezza previsti dalla legge francese. Potrebbe quindi capitarvi di vederlo scorazzare per le campagne d’oltralpe…
La Ferrari Modulo nacque nel 1970 dalla penna di Pininfarina, che cercava idee per una nuova generazione di vetture sportive estreme. E in effetti le sue linee richiamano da vicino quelle delle auto da corsa dell’epoca. Era spinta da un motore Ferrari da 4000 centimetri cubici di cilindrata, capace di erogare oltre 550 cavalli di spinta. Chissà se sarebbe capace di affrontare un muro della morte...
Costruita nel 1928 dalla Martin Aircraft Company, un’azienda di New York attiva nel settore aereonautico, questa vettura ha un assetto e una forma che ricordano da vicino quella degli aerei, così come molte concept car dei primi anni del ‘900. Anche molte delle soluzioni tecniche adottate - come le ruote coperte, le sospensioni e la forma "in discesa" del posteriore - sono di chiara derivazione aeronautica.
Un motore a 4 cilindri la spingeva a oltre 150 km/h, velocità, per l’epoca, di tutto rispetto.
Il design particolarmente allungato e le forme morbide e generose, che agli automobilisti dell’epoca dovevano ricordare quelle di una salsiccia gigante, la confinarono nel mondo dei prototipi.
Liberamente ispirata al desing aeronautico degli anni ’40, la Tasco rappresenta la visione dell’epoca di come sarebbe stata un auto sportiva: ruote coperte da parafanghi simili a quelli degli aerei, tetto in vetro come i caccia e controlli interni pieni di leve e cloche come in una cabina di pilotaggio.
Fu una delle prime vetture realizzate in alluminio e fibra di vetro. Il suo progettista, Gordon Buehrig, rimase però un genio incompreso. Solo nel 1968 riuscì a vendere alla Corvette, ma per pochissimi soldi, un brevetto relativo alla costruzione del tetto.
Ai primi del ‘900 la Francia spese cifre enormi in ricerca e sviluppo nel settore aeronautico: investì oltre 22 milioni di dollari, contro i 2 messi sul piatto nello stesso periodo dagli USA. Convinti che fosse il sistema più efficiente per muovere un veicolo, alcuni costruttori decisero di utilizzare motori d’aereo per realizzare auto… ad elica. Come questa Helicron del 1932 capace di "volare" sull’asfalto a oltre 100 km/h.
Le ruote sterzanti sono quelle posteriori e sono anche le uniche ad essere dotate di sospensioni. Il proprietario del modello fotografato qui sopra, nel 2000 ha ottenuto la carta di circolazione dato che l’auto risponde ai requisiti minimi di sicurezza previsti dalla legge francese. Potrebbe quindi capitarvi di vederlo scorazzare per le campagne d’oltralpe…
La Ferrari Modulo nacque nel 1970 dalla penna di Pininfarina, che cercava idee per una nuova generazione di vetture sportive estreme. E in effetti le sue linee richiamano da vicino quelle delle auto da corsa dell’epoca. Era spinta da un motore Ferrari da 4000 centimetri cubici di cilindrata, capace di erogare oltre 550 cavalli di spinta. Chissà se sarebbe capace di affrontare un muro della morte...
Costruita nel 1928 dalla Martin Aircraft Company, un’azienda di New York attiva nel settore aereonautico, questa vettura ha un assetto e una forma che ricordano da vicino quella degli aerei, così come molte concept car dei primi anni del ‘900. Anche molte delle soluzioni tecniche adottate - come le ruote coperte, le sospensioni e la forma "in discesa" del posteriore - sono di chiara derivazione aeronautica.
Un motore a 4 cilindri la spingeva a oltre 150 km/h, velocità, per l’epoca, di tutto rispetto.
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