New York, XXI Secolo
Questa battaglia è ancora in corso ed è una battaglia sul controllo dello spettro radio. Come ben sappiamo lo spettro radio è un bene pubblico ed essendo un bene di tipo finito (nel senso che le frequenze sono assegnabili ad un numero finito di gestori) vengono assegnate tramite delle licenze a dei gestori che le controllano, queste frequenze vengono utilizzate per le trasmissioni di emittenti radio, televisive, telefoniche (GSM-UMTS), wi-fi e hyperlan.
Per comprendere bene ciò che sta succedendo dobbiamo fare una veloce scorsa sull'attuale sistema dei media.
Al giorno d'oggi esistono poche emittenti radio, come ben sappiamo il momento delle radio libere è finito da un pezzo, ed esistono ancor meno emittenti televisive. Oggi il balletto mediatico funziona più o meno così: l'uomo politico ha bisogno di notorietà, i media danno notorietà e sono sotto il controllo di poche strutture economiche di grandi dimensioni, questo provoca servilismo o amicizia da parte dell'uomo politico nei confronti di personalità che sono influenti nel mondo mediatico.
Quando l'uomo politico raggiunge il potere la situazione si ribalta e l'amicizia viene ricambiata dall'uomo politico che vara leggi in favore della struttura mediatica, questo non è vero solo in Italia è vero in tutto il mondo.
Ancora una volta la tecnologia ci mette lo zampino e la lampada di Aladino soddisfa un nuovo desiderio:
Cosa succederebbe se potessimo avere a disposizione tutte le frequenze che vogliamo?
Mi spiego meglio, le nuove tecnologie digitali permettono di far passare dati sulla stessa frequenza (nel caso quella televisiva) senza che questi si disturbino tra loro ed ognuno si prende i suoi senza alcun rischio, questo rende possibile la nascita di web-radio e web-tv praticamente in ogni cittadina.
Nel caso specifico se viene messa un'antenna che in frequenza 2,4GHz (WI-FI) irradia un certo quartiere della cittadina, ed in questa rete c'è un computer che manda un'immagine in broadcast su di una certa porta, chiunque potrà “sintonizzarsi” ed osservare il segnale, se c'è un altro computer che fa la stessa cosa nella stessa rete sarà semplicemente un'altra web-tv sicuramente esistono problemi tecnici da risolvere ma è evidente che il futuro è questo, che il problema sia risolvibile lo provano anche i milioni di cellulari che si trovano tutti sulla stessa frequenza.
Se poi il computer oltre ad essere collegato nella rete cittadina è collegato anche alla rete internet le sue informazioni saranno anche visibili all'intero pianeta ma questo non è strettamente necessario.
Cade così la principale motivazione ideologica per la quale la banda radiotelevisiva dovrebbe essere gestita da un monopolio, ma i legislatori e i media si guardano bene dal procedere nella liberalizzazione e digitalizzazione della banda, sarebbe la fine della televisione come la conosciamo oggi e non sarebbe necessario neanche un digitale terrestre così come è concepito oggi in Italia. I poteri forti modificano le leggi per impedire che ciò accada.
Un altro problema se lo sono posto in America quando è iniziata la trasmissione del digitale terrestre, cioè visto che i numeri viaggiano nell'etere come proteggerli visto che i film sono protetti da diritto d'autore?
La soluzione proposta è uno standard accettato da tutti i produttori che si basa su una “broadcast flag”, quando il film ha questa broadcast flag il decoder disattiva la possibilità di registrazione e di copia. Ma hanno fatto i conti senza l'oste o meglio senza il calcolatore. Le schede con antenne che si collegano al digitale terrestre all'interno dei computers sono gestite da software proprietari che rispettano lo standard. Ma c'è un progetto, GNURadio che avendo codice libero e leggibile come file di testo può essere modificato da chiunque e chiunque può rimuovere la protezione in quanto sono solo righe di testo. Questo crea una riflessione importante.
La prossima sfida del Software Libero sarà quella di sfidare i broadcaster e i monopoli televisivi che la tecnologia sta per mandare a casa
Questa battaglia è ancora in corso ed è una battaglia sul controllo dello spettro radio. Come ben sappiamo lo spettro radio è un bene pubblico ed essendo un bene di tipo finito (nel senso che le frequenze sono assegnabili ad un numero finito di gestori) vengono assegnate tramite delle licenze a dei gestori che le controllano, queste frequenze vengono utilizzate per le trasmissioni di emittenti radio, televisive, telefoniche (GSM-UMTS), wi-fi e hyperlan.
Per comprendere bene ciò che sta succedendo dobbiamo fare una veloce scorsa sull'attuale sistema dei media.
Al giorno d'oggi esistono poche emittenti radio, come ben sappiamo il momento delle radio libere è finito da un pezzo, ed esistono ancor meno emittenti televisive. Oggi il balletto mediatico funziona più o meno così: l'uomo politico ha bisogno di notorietà, i media danno notorietà e sono sotto il controllo di poche strutture economiche di grandi dimensioni, questo provoca servilismo o amicizia da parte dell'uomo politico nei confronti di personalità che sono influenti nel mondo mediatico.
Quando l'uomo politico raggiunge il potere la situazione si ribalta e l'amicizia viene ricambiata dall'uomo politico che vara leggi in favore della struttura mediatica, questo non è vero solo in Italia è vero in tutto il mondo.
Ancora una volta la tecnologia ci mette lo zampino e la lampada di Aladino soddisfa un nuovo desiderio:
Cosa succederebbe se potessimo avere a disposizione tutte le frequenze che vogliamo?
Mi spiego meglio, le nuove tecnologie digitali permettono di far passare dati sulla stessa frequenza (nel caso quella televisiva) senza che questi si disturbino tra loro ed ognuno si prende i suoi senza alcun rischio, questo rende possibile la nascita di web-radio e web-tv praticamente in ogni cittadina.
Nel caso specifico se viene messa un'antenna che in frequenza 2,4GHz (WI-FI) irradia un certo quartiere della cittadina, ed in questa rete c'è un computer che manda un'immagine in broadcast su di una certa porta, chiunque potrà “sintonizzarsi” ed osservare il segnale, se c'è un altro computer che fa la stessa cosa nella stessa rete sarà semplicemente un'altra web-tv sicuramente esistono problemi tecnici da risolvere ma è evidente che il futuro è questo, che il problema sia risolvibile lo provano anche i milioni di cellulari che si trovano tutti sulla stessa frequenza.
Se poi il computer oltre ad essere collegato nella rete cittadina è collegato anche alla rete internet le sue informazioni saranno anche visibili all'intero pianeta ma questo non è strettamente necessario.
Cade così la principale motivazione ideologica per la quale la banda radiotelevisiva dovrebbe essere gestita da un monopolio, ma i legislatori e i media si guardano bene dal procedere nella liberalizzazione e digitalizzazione della banda, sarebbe la fine della televisione come la conosciamo oggi e non sarebbe necessario neanche un digitale terrestre così come è concepito oggi in Italia. I poteri forti modificano le leggi per impedire che ciò accada.
Un altro problema se lo sono posto in America quando è iniziata la trasmissione del digitale terrestre, cioè visto che i numeri viaggiano nell'etere come proteggerli visto che i film sono protetti da diritto d'autore?
La soluzione proposta è uno standard accettato da tutti i produttori che si basa su una “broadcast flag”, quando il film ha questa broadcast flag il decoder disattiva la possibilità di registrazione e di copia. Ma hanno fatto i conti senza l'oste o meglio senza il calcolatore. Le schede con antenne che si collegano al digitale terrestre all'interno dei computers sono gestite da software proprietari che rispettano lo standard. Ma c'è un progetto, GNURadio che avendo codice libero e leggibile come file di testo può essere modificato da chiunque e chiunque può rimuovere la protezione in quanto sono solo righe di testo. Questo crea una riflessione importante.
La prossima sfida del Software Libero sarà quella di sfidare i broadcaster e i monopoli televisivi che la tecnologia sta per mandare a casa
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