La prima tecnologia, adottata dalla Powermat, sfrutta un principio della fisica ben noto: l’induzione magnetica della corrente. L’obiettivo è indurre la generazione di corrente elettrica attraverso una superficie contenente i dispositivi da alimentare grazie all’orientamento e all’intensità di un campo magnetico sorgente.
Una seconda tecnologia, abbastanza simile, è stata sviluppata dal MIT (Massachussets Institute of Technology): in questo caso il trasferimento avviene attraverso due bobine. Una di esse, collegata a una presa elettrica standard (come una delle tante che abbiamo in casa adesso), genera un campo magnetico in cui si trova “immersa” la seconda bobina. In questa seconda bobina, per induzione magnetica, fluirà corrente elettrica.
Un ultima ed interessantissima soluzione è stata ideata da Intel: un’antenna che insieme a un convertitore trasforma le onde radio in banda VHF o UHF (quelle delle nostre stazioni TV per capirsi) in corrente elettrica continua per alimentare qualsiasi tipo di dispositivo.
Fantascienza? Non si direbbe, almeno secondo il Ministero della Comunicazione giapponese: i nipponici ipotizzano una standardizzazione della tecnologia in tempi brevi al fine di svilupparla nei dettagli e per consentirne la produzione di massa entro il 2020.
3 commenti:
nota: quella del MIT non è semplice induzione;
re: trasforma le onde radio in banda VHF o UHF
!!!
ficus
e chi vive vicino alle antenne della radio del vaticano, potra' vendere energia all'enel! rotfl
chissa' se esistera' qualcosa che sfrutti le "basse potenze" delle antenne cellulari... come dire... meglio poco che niente!
:P
Acc...
non ci avevo pensato
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