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lunedì 25 maggio 2009

Manca poco al conflitto: test nucleare del Nord Corea

A distanza poco meno di un mese, la Corea del Nord, attua oggi i suoi esperimenti nucleari detonando un ordigno di potenza superiore a quello che distrusse Nagasaki nell'ultimo conflitto mondiale. Immediate le reazioni degli stati mondiali, seguendo il programma previsto nel caso questo evento avesse avuto esito.
Il tutto si è sviluppato dal lancio di missili che la Corea del Nord eseguì il 6 aprile scorso, nonostante le proteste e gli avvisi ricevuti dalla comunità internazionale.

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Roma, 26 mag (Velino) - Il lancio di altri due missili balistici a corto raggio dalla base nordcoreana di Musudanri crea grande allarme nell’est asiatico e in tutta la comunità internazionale già scossi ieri dal test atomico condotto dalla Corea del Nord. La condanna giunta lunedì notte all’unanimità da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, della Corea del Sud, del Giappone e dell’Unione europea non sembra aver scosso la risolutezza del presidente nordcoreano Kim Jong-il, deciso a dare prova della capacità militare di Pyongyang. La condanna anche da parte di Pechino, principale partner commerciale della Corea del Nord e suo protettore in Asia, non cambia il fatto che i sismografi della regione hanno effettivamente registrato le onde d’urto dell’atomica fatta esplodere dagli ingegneri nordcoreani. Se l’annunciato test nucleare del 2006 aveva lasciato nel dubbio gli osservatori di cose militari, quello di ieri prova che il caro leader dispone di capacità nucleari offensive. E il lancio di altre tre missili dimostra che Pyongyang non teme la reazione della comunità degli Stati. Che si interroga adesso sulle effettive intenzioni della dirigenza nordcoreana.

La Corea del Sud, nel frattempo, ha dato ordine alla unità delle proprie Marina operanti nel Mar Giallo e nel Mar del Giappone di unirsi a quelle statunitensi. Mentre il presidente Usa Barack Obama ha garantito a Seul che gli Stati Uniti proteggeranno i sudcoreani. Operazioni e affermazioni che non impressionano il governo di Pyongyang, un cui comunicato ripreso dalla sudcoreana Yonhap, afferma che la partecipazione della Marina di Seul alle esercitazioni navali statunitensi nel quadro della Proliferation Security Initiative equivale “a una dichiarazione di guerra”.

L'esplosione sotterranea ha causato un piccolo terremoto. Il presidente Usa: "Minaccia alla pace, così provocherà più forti pressioni internazionali". L'Iran rifiuta la proposta dell'Occidente sul nucleare, "ma con l'Italia relazioni buone"

Pyongyang ha fatto sapere di aver effettuato il suo secondo test nucleare, dopo quello di ottobre 2006. Una mossa che ha tutti gli elementi della ritorsione contro la condanna decisa dall'Onu il mese scorso per il lancio del missile-satellite lanciato in orbita il 5 aprile. In concomitanza con il test nucleare, i nordcoreani hanno sperimentato anche tre missili a corto raggio. La reazione americana è stata durissima: il mondo deve reagire unito a questa minaccia, ha detto Obama.

CRITICA L'USA. Molto forti le parole del presidente Usa Barack Obama. "La Corea del Nord - ha commentato - sta sfidando direttamente e in modo sconsiderato la comunità internazionale" facendo aumentare le tensioni nell'Asia nordorientale. E ha aggiunto: "Il programma nucleare nordcoreano e i test missilistici rappresentano una grave minaccia alla pace e alla sicurezza del mondo, e io condanno queste irresponsabili azioni. Gli Stati Uniti e la comunità internazionale devono reagire in risposta" al test nucleare avviato dalla Corea del Nord. Obama ha preso la parola prima della cerimonia in onore del Memorial Day - la festività nazionale che cade oggi e con cui si ricorda il sacrificio compiuto dai soldati americani in guerra. Il presidente americano ha ribadito in particolare che il test nucleare della Corea del Nord rappresenta "una grande minaccia alla pace e alla sicurezza del mondo" e che si tratta anche di una "violazione sfrontata delle leggi internazionali". Obama ha affermato dunque di "condannare questa azione sconsiderata".

LA CINA. Anche la Cina, il più stretto alleato della Corea del Nord, ha detto di essere "fortemente contraria" e ha accusato Pyongyang di aver "ignorato le obiezioni della comunità internazionale" al proseguimento del suo programma nucleare.

LE ALTRE REAZIONI. Rispetto al lancio del missile-satellite del 5 aprile, al fronte compatto di condanna di Corea del Sud-Giappone e di altri due membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu, Francia e Gran Bretagna, s'è aggiunta la Russia che, attraverso il suo ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, ha affermato che Mosca è "preoccupata per l'esperimento nucleare sotterraneo effettuato" dalla Corea del Nord. Una "provocazione pericolosa" e "una minaccia per la pace" l'ha definita il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini.

L'ONU. Un portavoce del ministero degli Esteri giapponese ha fatto sapere che il suo Paese risponderà all'iniziativa nordcoreana "in modo responsabile" alle Nazioni Unite. Per Londra si tratta di una "violazione flagrante " della risoluzione Onu. L'Unione europea si dice "molto, molto turbata" e la Russia annuncia la convocazione straordinaria del Consiglio di Sicurezza del Palazzo di vetro, imminente dopo la presa di posizione della Cina.

L'IRAN. Nel pieno della campagna elettorale per le presidenziali del 12 giugno, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha annunciato che non accoglierà la proposta di congelamento del processo di arricchimento dell'uranio avanzata dall'Occidente. E che non intende neanche avviare un negoziato con il "5+1", ovvero il gruppo composto dai Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza più la Germania. "I negoziati al di fuori dell'Aiea non devono riguardare il nucleare, ma solo le altre questioni internazionali e la pace nel mondo. Non parleremo di nucleare se non con l'Aiea (l'Agenzia internazionale per l'energia atomica)", "Sono pronto ad avere un faccia a faccia con il presidente Barack Obama", lo ha detto il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, oggi, citato dall'agenzia stampa iraniana, Farsnews. Durante una conferenza stampa tenuta con la stampa estera nel suo ufficio a Teheran, Ahamdinejad secondo Farsnews si è detto pronto "a partire per New York" per questo faccia a faccia con il capo della Casa Bianca "per risolvere i problemi del mondo e gestire le questioni di sicurezza che affliggono l'umanità". "il dialogo - ha detto il presidente iraniano - è l'unica strada per raggiungere una riconciliazione reale" tra il suo paese e l'occidente. Il 12 giugno l'Iran vota per le elezioni presidenziali, e Ahmadinejad, salvo sorprese, è il favorito.

Ahmadinejad ha condannato solo implicitamente l’esperimento condotto oggi dalla Corea del Nord, affermando che «nessun governo dovrebbe sprecare la ricchezza del popolo nella proliferazione nucleare».

Ma tutto il mondo, ha aggiunto, dovrebbe essere denuclearizzato, e «bisogna cominciare dai Paesi più potenti, perché se cominciano loro gli altri seguiranno». Un messaggio inviato in particolare all’amministrazione americana del presidente Barack Obama, che, nonostante le offerte di dialogo alla Repubblica islamica, vorrebbe fermarne il programma nucleare, convinto come il suo predecessore George W. Bush che Teheran vuole dotarsi di armi atomiche.

«Loro che hanno migliaia di testate nucleari - ha detto Ahmadinejad - perché vogliono fermare il programma pacifico di un altro Paese?». Per questo, ha aggiunto, l’Iran sta ancora aspettando di vedere se il cambiamento annunciato da Obama è «reale o solo a parole».

Ahmadinejad ha poi detto che, se verrà rieletto, proporrà ad Obama un dibattito diretto nell’ambito dell’Onu, come fatto a suo tempo con Bush, che lo ignorò. I due presidenti, ha aggiunto, dovrebbero discutere delle «radici dei problemi del mondo».

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